da malatempora currunt de il cannocchiale:
Tremila cittadini stranieri rischiano di finire in tribunale per colpa dell’ormai famoso “bonus bebè”, l’assegno di mille euro per i bambini nati nel 2005.
Come è noto, pur tra le polemiche, il governo decise di assegnarlo solo ai cittadini italiani ed a quelli dell’Unione Europea. Ma, sull’onda della propaganda elettorale, il 26 gennaio scorso, l’allora premier Silvio Berlusconi decise di spedire una letterina a tutte le famiglie con neonati residenti in Italia, proprio per informarle del provvedimento ed invitarle a ritirare il contributo. Come in tutte le operazioni in cui la fretta ci mette lo zampino, anche in questa si fece il pasticcio: la lettera arrivò infatti anche a circa 50 mila cittadini extracomunitari.
Vuoi per la scarsa conoscenza della lingua, vuoi per la altrettanto scarsa comprensione dei provvedimenti governativi (deficit, in verità, presente anche negli italiani), molti stranieri che non ne avevano diritto compilarono il modulo, lo consegnarono alla posta (dove nessuno fiatò per informare o chiarire) e ricevettero i mille euro. Finita la campagna elettorale, lo Stato si è risvegliato ed ha appurato (per adesso) circa tremila casi di non aventi titolo.
E adesso sono guai. Se le famiglie tengono i soldi verranno perseguite, se li restituiscono… verranno ugualmente perseguite e per di più con un procedimento d’ufficio che avvierà immediatamente l’azione penale nei loro confronti. Insomma, un delirio.
Nessuno si interroga invece sulle responsabilità di chi ha inviato la lettera anche a chi non doveva riceverla, ingenerando equivoci e mettendo nei guai tremila famiglie. Nella missiva del 26 gennaio Silvio Berlusconi si rivolgeva direttamente al bimbo facendogli le felicitazioni per l’arrivo e augurando “una vita lunga, serena, piena di soddisfazioni e di successi”. La serenità è a rischio, di soddisfazioni non se ne parla. Speriamo che un successo l’abbiano almeno in tribunale.