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Danni da economia globale

Post n°1430 pubblicato il 27 Maggio 2006 da rigitans

La globalizzazione causerebbe instabilità e crescita non uniforme tra i diversi paesi  

L'economia globale pur garantendo risultati di crescita strepitosi in paesi come la Cina, l'India non sembra così sana come si vorrebbe credere.Anzi, gli anni della globalizzazione hanno portato instabilità e crescita non uniforme e forte è il dubbio che qualche paese si sia dopato per arrivare primo se non addirittura che qualcuno stia barando:

  • La Cina deve la sua crescita ad una moneta interna stranamente sopravalutata rispetto al dollaro e che attira i capitali esteri.
  • Gli Stati Uniti crescono grazie ad una politica di spesa costantemente in deficit (al 7% del PIL), coperto e finanziato dai paesi asiatici e dalla Cina in particolare.
  • I consumi sono sostenuti dal ricorso al credito (rate e debiti).

Che potrebbe succedere?
Una svalutazione del dollaro causa il deficit eccessivo?
Un incremento dei tassi d'interesse USA per richiamare i capitali oggi investiti in Asia?

Già pare che la più grande potenza economica mondiale sia nei guai, certo non è una buona notizia perchè poi ci rimettiamo tutti.

Bene c'è una possibilità!
Rendere uniforme e stabile la crescita, rifiutare il modello di crescita insostenibile e dopato che serve solo ad arricchire la finanza internazionale sempre pronta a fare i suoi peana sui vantaggi della globalizzazione.
L'Europa dovrebbe farsi carico di un modello di economia globale che garantisca una crescita proporzionata e ragionevole e che stabilizzi il sistema.
Oggi, la globalizzazione si realizza attraverso piani d'investimento finanziario accompagnati da piani di liberalizzazione dell'economia, di fatto si dopa il cavallo:

si immettono quantità enormi di denaro in un paese e poi si lascia andare il mercato attraverso una concorrenza sfrenata e senza regole, quando la festa finisce si cambia paese e laddove c'era crescita torna la povertà. Chi ci guadagna? Le banche di affari (Morgan Stanley, Merryl Linch etc)

D'altro lato occorre che l'Europa dia un'alternativa redditizia agli investitori asiatici (Giappone, Cina, India) che oggi investono solo in dollari.

Ricondurre la crescita economica dentro un modello sostenibile e stabile significa anche incidere sul modello di consumo delle risorse che oggi segue il modello insostenibile della crescita dopata e senza regole.

La vecchia Europa caratterizzata da un modello sociale ed economico che mette al centro l'individuo non deve rinunciare al suo modello di stato e welfare ma deve sostenere le idee di uguaglianza, solidarietà e libertà che da sempre caratterizzano il suo approccio al capitalismo.



Tratto da: http://ecodiario.blogosfere.it/index.html

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