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Come la Tunisia e l'Egitto.

Post n°3768 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da rigitans
 

Incredibilmente la realtà cambia come un soffio improvviso di vento. Le novità quando meno te le aspetti. Tutti a pensare all'Iran, nessuno ad altri Paesi non democratici, come quelli della regione nordafricana del Sahel, Libia esclusa (peccato).

I tunisini hanno reagito, stanchi dei soprusi. L'unione fa la forza, più che la violenza (che ahimé c'è stata). Qualche suicidio, tanta disperazione ma tanta determinazione hanno portato alla fuga Ben Alì, l'uomo che ospitò il politico socialista Bettino Craxi dopo la sua fuga dall'Italia.

i 23 anni di Alì sono poco in confronto ai 30 di Mubarak, il re d'Egitto. Anche lì c'è agitazione, la popolazione è stanca. Ora vedremo cosa accadrà, così come in Yemen, senza dimenticare l'Algeria, di cui si parla poco, ma il malcontento sempre quello è.

Paradossalmente io aggiungerei un Paese a questi: l'Italia. Qualcuno si scandalizzerà, affermando che noi siamo uno Stato democratico, pluralista, non come queste dittature amiche dell'Occidente. L'Italia è un Paese stanco, con la povertà che aumenta in proporzione alle ricchezze prodotte, disilluso, allo sbando, dove le regole sono un optional che danneggia sempre più chi le rispetta. Lo Stato di diritto si fa retorica, le certezze evanescenti. La corruzione è alle stelle, la politica sempre più indegna.

Un signore che fa festini hard e urla in tv, accusando tutti i giudici che lo mettono sotto indagine o cercano di processarlo. Noi se dessimo retta a Berlusconi non sapremo mai se possa essere innocente o colpevole di quei reati, perché dovremmo assolverlo a prescindere. Però queste regole non valgono per noi comuni mortali, anche quando la giustizia sbaglia (perchè a volta sbaglia).

Noi italiani non siamo determinati nel protestare (possibilmente in maniera pacifica) contro corruzione e malapolitica, per una democrazia vera e serie riforme lungimiranti, che ci facciano star meglio, A TUTTI. Dovremmo farci sentire con forza e insistenza, senza far venir voglia di usare la repressione violenta tramite forze dell'ordine.

Anche perché ricordiamo Pasolini, i poliziotti sono figli di "proletari", nel senso che sono persone come noi, solo che lavorano per un sistema, per cui non possono rifiutarsi.

Protestare tutti, decisi, in marcia, a centinaia di migliaia, potrebbe far capire alla politica che l'Italia deve cominciare ad essere un Paese normale, di stampo europeo.

Commenti al Post:
ormalibera
ormalibera il 28/01/11 alle 18:36 via WEB
Ottimo post. Condivido pienamente. La rivolta è come una scintilla in un campo di grano con grandi covoni. Può procurare una piccola brace ma può incendiare interi campi e propagarsi come il vento. Noi siamo addormentati più di qualsiasi altro popolo perché abbiamo in casa il narcotico più potente in assoluto: la chiesa. Il vaticano è al soldo del potere e si proteggono l'un con l'altro. Ciò che può smuovere un popolo anche sotto l'effetto della droga della religione è la fame. Solo la fame può spingere tutti alla rivolta più cruenta. E noi ci stiamo arrivando molto rapidamente. Ma non è la massa non ragionante che deve cambiare il mondo ma il singolo che crede ancora nel cambiamento del mondo, in positivo. Le masse senza individui saldi è consapevoli finiscono per diventare puri strumenti in mano a risme di dittatori. Un sorriso
 
 
rigitans
rigitans il 28/01/11 alle 18:51 via WEB
ottimo il ragionamento sul singolo, condivido. ognuno, da singolo, può fare la sua parte, ma solo quando ci riconosciamo in tanti altri, allora le cose cambiano in grande e subito
 
tangoepoesia
tangoepoesia il 28/01/11 alle 21:07 via WEB
il problema, secondo me, inizia dalla condivisione di linguaggi. non parlo d'egitto che non ci sono mai stato, la tunisia che ricordo è un paese povero ma dignitoso, tra i più emancipati culturalmente e ospitali nel mondo islamico da quel che si dice e per esperienza personale posso confermarlo. a monastir un colossale mausoleo dorato a Bourghiba, predecessore di Ali, una grande piazza vuota e popolata solo di turisti, una cittadina di case basse e intonacate di bianco a imposte blu sonnolenta e pacifica in riva al mare. hammammet, una bella medina in riva al mare e una villa che non ho avuto modo di vedere. le mie adidas invidiate dai giovani tunisini, richieste di mars al posto dei proposti datteri in pasta di mandorla, liquori di prugna in vendita abusiva sottobanco. il problema italiano, in un contesto più ricco, abituatosi alla ricchezza degli anni craxiani che manda tutti in isteria quando viene a mancare vent'anni dopo, è prima di tutto culturale, comunicativo e mediatico. vent'anni di Berlusconi hanno spaventosamente abbassato il livello di dialogo del nostro paese, anche a livello di rapporti personali. Berlusconi, capace di dire tutto e il contrario di tutto e poi di negare di averlo detto scredita completamente la possibilità di un dibattito credibile in relazione a ciò che si afferma. aldilà del suo privato che è secondario, è nel discorso politico e culturale (rappresentato dal suo impero mediatico)che si trovano le radici della degenerazione morale italiana. per degenerazione morale non intendo impeccabilità di comportamento privato, ma correttezza di rapporto e di dialogo. tutto ciò che lo riguarda, viene inabissato dietro castelli e piramidi di opinioni, attacchi e difese ed è diventato sistema condiviso. parli dello scandalo sessuale, nella controparte ricorda il caso Marrazzo con tanto di omicidio della trans coinvolta. il tipo di modello berlusconiano ha lasciato segni pesanti, culturali, sull'Italia, dissociando aspettative personali di successo, potere, ricchezza e ambizione, in chiave peraltro priva di classe, e un discorso democratico condiviso.
 
elyrav
elyrav il 28/01/11 alle 21:14 via WEB
COme ho già detto un pò di tempo fa ci siamo bruciati ciò che il '68 ha conquistato ... quel briciolo di diritti ... ora forse i figli dei nostri figli dovranno ricombattere un '68 per quel briciolo di diritti che noi ci siamo persi. Che tristezza!!!
 
 
tangoepoesia
tangoepoesia il 28/01/11 alle 23:50 via WEB
dubito che il '68 sia l'alternativa. la storia è fatta di cicli e va bene ma non si ripetono uguali. al '68 peraltro seguirono gli anni di piombo. chi ne fu parte attiva è spesso passato alla parte opposta, musicisti e artisti di grande qualità si sono arricchiti, e senza nulla togliere ai loro meriti artistici, hanno cominciato a condurre spesso vite tutt'altro che sessantottine. syd barrett si è bruciato il cervello accudito dalla madre mentre ingrassava su una sedia a rotelle, jim morrison e andy warhol non disdegnavano frequentazione berlusconiane, john lennon ripudiava il figlio mentre decantava l'amore di yoko ono e mick jagger passa il tempo col figlio con l'unica passione di cercare monete antiche col metal detector per la campagna inglese insieme al figlio. cosa che peraltro deve essere divertente.
 
   
tangoepoesia
tangoepoesia il 29/01/11 alle 00:05 via WEB
patti smith è diventata cattolica secca, bob dylan incontra il Papa e gli bacia l'anello, Cat Stevens è diventato musulmano secco, la 198 sul divorzio ha arricchito avvocati e Veronica Lario, la 194 serve a un cazzo perchè andare ad abortire a Londra è più sicuro, veloce e indolore. Volo Easyjet o RyanAir, sei euro un caffé e sono sauditi.
 
blebuzio
blebuzio il 29/01/11 alle 04:00 via WEB
senza il "Paradossalmente".
 
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