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Se son rossi...
L'Italia è una repubblica in cui prevale il lavoro nero e precario: ma esiste una via d'uscita?
di Demetrio Vacca
Pochi hanno sentito parlare di FTE, Full Time Equivalent.
Bene provo a darvi qualche spiegazione :
qualsiasi gara di appalto della pubblica amministrazione è legata a due fattori:
- il prezzo
- le risorse impiegate, in questo caso si fa riferimento al concetto di Full Time Equivalent che consiste nel rapportare il tempo di realizzazione alle risorse impiegate al 100%.
Di fatto ogni partecipante alla gara di appalto nel proporre la sua offerta deve dichiarare quante risorse sono impiegate al 100%, questa indicazione è importante perchè serve a valutare la reale fattibilità e consistenza del progetto realizzativo. E' quindi un indice di congruità che serve a valutare se chi si propone di realizzare un certo progetto è in grado di farlo concretamente.
Bene questo strumento potrebbe essere esteso al campo fiscale e previdenziale e di fatto rappresentare un modo efficace per combattere il lavoro nero e il lavoro precario.
E' una delle proposte CGIL più importanti e che un governo di sinistra dovrebbe approvare immediatamente: introdurre una norma che colleghi il fatturato alle ore lavorate.
Vi riporto l'esempio della CGIL :
un albergo che fattura 2 milioni di euro (o che dovrebbe fatturare tale cifra in base agli studi di settore o alle rilevazioni fiscali indirette), con un numero di camere superiore a 100 e servizi ristoro per almeno 400 coperti, aperto 180 giorni l'anno, non può non avere (in via presuntiva) tra i 12 e i 18 lavoratori full time.
Capito??
La cosa è fattibile, infatti esistono studi statistici suddivisi per principali settori e figure professionali che sono di riferimento per la definizione esatta di quanti risorse devono essere impiegate a tempo pieno per lo svolgimento di una determinata attività sulla base di diversi livelli di fatturato.
In questo modo l'impresa pagherebbe i contributi previdenziali sulla base del numero degli impiegati ed al fatturato e verrebbe meno qualsiasi ragionamento legato all'assunzione a tempo indeterminato o meno.
Gli effetti benefici di questa proposta?
Sarebbero diversi:
- emersione del lavoro nero;
- obbligo per l'impresa di essere produttiva ed efficiente attraverso l'investimento in ricerca e sviluppo e formazione;
- meno lavoro precario, infatti se l'accertamento prevede che un'azienda con un tot di fatturato abbia un tot di lavoratori a tempo pieno, viene meno ogni possibilità di giustificare il lavoro precario;
- meno "esternalizzazioni" delle attività.
Le proposte CGIL sono interessanti e meriterebbero maggior risalto a livello politico e dovrebbero essere nell'agenda di un governo che non può accettare la situazione di precariato dell'attuale mondo del lavoro.
Tratto da: http://ecodiario.blogosfere.it/index.html
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