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Io con il calcio, e ormai con lo sport in genere, ho un dente avvelenato. Quelli che prima erano giochi sono diventati sport. Da sport sono diventati spettacolo, e poi business. Soldi, potere, vizi e trasgressioni, l'ultimo esempio è Balotelli.
Poi però capita che c'è un calciatore che a 24 anni vuole smettere di giocare. Il calcio "è capitalismo, e il capitalismo è morte", dice lui. Su questa frase da anticapitalista potremo discutere molto. Il problema non è il capitalismo, ma gli interessi in gioco e fino a quanto si spingono i ricchi proprietari di club per mantenere quelle posizioni di potere e di vantaggio sugli altri.
Il problema sta pure in quelle greggi di pecoroni che stanno davanti alla tv (e sempre meno allo stadio), al secolo chiamati tifosi. Loro hanno il coltello dalla parte del manico, ma preferiscono girarlo e flagellarsi. Però godono. Roba da sadici. Spendono soldi per qualcosa che è sempre più falso.
Allora ritorno alla decisione coraggiosa di questo calciatore, che cambierà vita per non farsi rubare l'anima dal "sistema".
Mi viene in mente che la SUPERCOPPA ITALIANA, da un paio di anni, SI GIOCA ALL'ESTERO. In Cina. Perché? Per i soldi.
Uno sport schiavo dei soldi e avido di potere è uno sport morto. Capitalismo o non capitalismo.
P.s.: ricordiamoci delle truffe che riguardano Doni, Signori e altri. Come del fatto che i calciatori cominciano a scioperare per pretendere diritti (per la serie A è ridicolo, ma per le classi minori no)
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