Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

FACEBOOK

 
 
Creato da: rosario71dgl il 09/03/2008
E' una bella prigione, il mondo. (Shakespeare, Amleto)

 

 
« Evanescence - My immortalRosario Zingone »

Rosario Zingone

Post n°3798 pubblicato il 18 Aprile 2011 da rosario71dgl
 

L'albero del peccato

Era un campo maledetto, così diceva la gente, perché qualsiasi cosa veniva coltivata moriva. Ci avevano provati in molti, ma nessuno era riuscito a farci crescere niente, lo avevano anche fatto benedire, ma non c’era niente da fare, era una terra morta che non dava e non avrebbe dato mai dei frutti.

- Riprendetevi questo denaro – lanciò la borsa dei trenta denari davanti ai piedi dei sacerdoti che si aprì e si sparpagliò sul pavimento, fatto ciò uscì dal tempio. Con quel denaro i sacerdoti acquistarono un terreno e lo destinarono alla sepoltura degli stranieri.

Camminò per tutto il giorno e tutta la notte, bruciato dal sole, dalla sete e dalla fame. Aveva tradito l’unica persona che gli aveva dimostrato un po’ di affetto e che aveva avuto fiducia in lui. Stava male, si sentiva bruciare dalla rabbia e dall’odio, contro se stesso, per la sua vigliaccheria. Si immaginava davanti ai sacerdoti e che diceva loro - Non voglio il vostro denaro uccidetemi pure, io non tradirò mai il mio rabbi.

Ma questo era solo il delirio di un febbricitante, ormai il suo rabbi era morto e non c’era più niente da fare. Si sentiva perso, pensò ai momenti felici passati con il rabbi ed i suoi amici quando andavano di paese in paese ad aiutare le persone.

La mente è strana, si aggrappa a tutto quello che può per trovare sollievo, ma tutto è effimero, il male interiore ritorna sempre e più intenso di prima. Gli girava la testa, non mangiava né beveva da più di ventiquattro ore. Si sentiva sfinito, stanco, si ricordò che nel suo sacco aveva un boraccia d’acqua, del pane e del formaggio.

Da lontano vide un albero immenso, lo raggiunse e si sedette con la schiena appoggiata al tronco. Chiuse gli occhi e respirò l’aria della notte. Per qualche minuto rimase così, immobile e senza pensare a niente. L’aria fresca della notte gli portò un po’ di sollievo agli occhi e alle labbra arse dalle ore camminate sotto al sole.

Aprì gli occhi, si sentì un po’ meglio, prese il sacco tirò fuori la bisaccia dell’acqua e bevve avidamente. Mangiò il pane ed il formaggio, i cattivi pensieri se ne erano andati. Richiuse gli occhi e si abbandonò a quel senso di pace. La stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò profondamente. Sognò del maestro e della cena che avevano fatto prima che il rabbi venisse arrestato.

Il maestro gli diceva – Con il tuo bacio mi tradirai – e lui subito a rispondere – No ti sbagli, io ti amo mio Signore e non ti tradirò mai. Immediatamente sentì la sua voce dire – Prendetelo è lui l’uomo che state cercando, poi davanti ai sacerdoti – Vi ho consegnato il Messia ora datemi quello che mi è stato promesso.

A queste parole si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno vide che era quasi l’alba. Il suo animo agitato si quietò, era bello percepire che dopo tutto, il mondo avrebbe continuato a vivere.

Si alzò da terra e guardò tutte le cose intorno a se. Stava sopra una collinetta, dietro di se vi era un albero immenso, bellissimo, poi più niente, deserto dappertutto. Quel posto gli metteva pace e tranquillità.

Sorrise, - Si è questo il posto che stavo cercando. Alzò il capo e per un attimo guardò i rami dell’albero, la sua bocca si mosse a fare una smorfia, - reggeranno, pensò tra se. Tolse la cintura che gli legava il vestito e provò a dare uno strattone. - Va bene, si disse.

Si arrampicò sull’albero, per un momento gli venne in mente quando era bambino, era bravissimo, riusciva a salire degli alberi altissimi, però nessuno era come questo. C’era quasi ormai, un ultimo sforzo e sarebbe stato in cima. - Bello quassù, pensò, sono ad un soffio dal cielo. Si sedette sul ramo e respirò profondamente, legò la corda al ramo che stava seduto e quell’altra estremità la legò al collo.

Afferrò il ramo con entrambe le mani pronto a lanciarsi. – Perdonami per il male che ti ho fatto e per quello che sto per fare a me stesso. Si lanciò nel vuoto e per un po’ tutto fu silenzio, poi si sentì un tuono, una pioggia leggera cominciò a cadere dal cielo lavando il peccato dell’uomo che pentito penzolava dall’albero.

 

17/04/2011

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Link Preferiti

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultimi commenti

Grazie!
Inviato da: Oeuvres littéraires
il 23/08/2013 alle 08:50
 
Bellissima canzone.
Inviato da: trashologo
il 14/07/2010 alle 11:37
 
La vidi proprio a Umbria jazz del '74. Bravissima ma,...
Inviato da: jackiejacqueline85
il 26/10/2009 alle 15:44
 
Buona domenica!!!
Inviato da: susanne3
il 16/11/2008 alle 17:22
 
ti auguro che sia per te un magnifico week end, con affetto...
Inviato da: delfinoocchiblu
il 27/09/2008 alle 10:12
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

rosario71dglnetrorobmario58nicolabertini1941inchiostro73torelli13titticastagnolarobdurdenla.vegetarianagiamatteiivan375lionet0cuttoneAnnaTeresa65
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963