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Creato da: rosario71dgl il 09/03/2008
E' una bella prigione, il mondo. (Shakespeare, Amleto)

 

 
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Rosario Zingone

Post n°3800 pubblicato il 06 Luglio 2011 da rosario71dgl
 

Il mistero risolto

Correva l’anno milleduecento d.C. le crociate erano state bandite, Gerusalemme finalmente era stata liberata, ma la ricerca della coppa che dà la vita continuava ancora. Migliaia di cavalieri, ricchi mercanti e gente comune si mise in pellegrinaggio alla ricerca della reliquia di Cristo.

 

In realtà non si sapeva bene cosa fosse c’erano pensieri contrastanti in proposito, chi diceva che era una coppa, altri affermavano che era un libro scritto da Gesù e c’era chi addirittura sosteneva che fosse una pietra caduta dal cielo.

 

L’idea principale che univa tutti era una sola cioè che fosse un simbolo da interpretare. Ognuno delle migliaia di persone che si mise in viaggio da solo o in gruppo cercava comunque qualcosa: chi una fonte di guadagno, chi la fede e chi invece la vita eterna.

 

Dario era figlio di persone agiate, aveva imparato a leggere e a scrivere e fin da piccolo aveva sentito parlare dei cavalieri che andavano in terra Santa alla ricerca del Santo Graal. Aveva letto e sapeva a memoria il nuovo e il vecchio testamento.

 

Quando divenne maggiorenne Dario intraprese il viaggio alla ricerca del calice di Cristo. Ma a differenza degli altri egli cercava la verità. Negli anni dell’adolescenza fino alla giovane età aveva maturato idee tutte sue in proposito ed ora divenuto adulto si armò di entusiasmo per sperimentarle.

 

Una frase del nuovo testamento lo guidava e lo ispirava e diceva appunto: “Io sono la via, la verità e la vita.”  Trascorsero due anni tra chiese, monasteri e abazie a leggere tutto quello che poteva aiutarlo nella ricerca, ma tutto fu inutile non riuscì a ricavarne niente, però non mollava sapeva che prima o poi avrebbe capito cosa fosse realmente il Santo Graal.

 

Passò il terzo anno e a malincuore tornò a casa, aveva promesso a suo padre che quando avesse compiuto il ventunesimo anno si sarebbe sposato. Fu un matrimonio semplice nella chiesina del paese con una giovane donna che conosceva fin da fanciullo e ne era  innamorato.

 

Durante la funzione il sacerdote prese il pane e lo spezzo poi prese il calice, fu allora che Dario comprese il significato della sua ricerca. Dentro di noi c’è la via, la verità e la vita. Il nostro corpo rappresenta il calice e l’essenza di Cristo. Poi si ricordò delle parole di San Paolo:  Il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo.

 

Dopo qualche mese di matrimonio sua moglie era in attesa di un figlio è grazie a questo avvenimento capì che: “ Il miracolo della vita continua attraverso di noi.” Il mistero ormai ai suoi occhi era risolto.

 
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