Creato da: rosario71dgl il 09/03/2008
E' una bella prigione, il mondo. (Shakespeare, Amleto)
William Burroughs
Post n°1498 pubblicato il 07 Aprile 2008 da rosario71dgl
Tag: Biografie
Rampollo di una ricca famiglia conosciuta in tutto il mondo per la produzione di macchine calcolatrici, si laureò ad Harward, una ben singolare e "conformistica" laurea per uno degli artisti più trasgressivi del Novecento. Animale letterario con pulsioni omosessuali, una forte attrazione verso le pistole ed il crimine, unite ad una naturale inclinazione ad abbattere tutte le regole, Burroughs non sembrava proprio strutturato per conformarsi ad una società che lui riteneva troppo "normale". I suoi genitori, tuttavia, sembrarono accettare lo stravagante stile di vita del figlio, e dopo la laurea appunto, continuarono inizialmente a supportarlo finanziariamente, seppur di malavoglia, nella continua ed incessante sperimentazione dei più svariati e allucinati stili di vita. Tutta l'opera letteraria di Burroughs si basa sulla sua triplice esperienza di intossicazione, omosessualità e esilio. La sessualità in generale è il punto di partenza delle sue esplorazioni, a partire dalle teorie di liberazione sessuale di Willelm Reich, un punto importante che ne nutrirà le mitologie letterarie. Prima di diventare scrittore, e dopo aver perso il supporto familiare, Burroughs non si fa mancare il classico itinerario da scrittore maledetto: lavora come barista, operaio, detective privato, reporter e pubblicitario a Nel 1943 conosce Allen Ginsberg (il celebre poeta, simbolo per antonomasia della beat generation), allora studente del Columbia College, che per il suo parlare così ampiamente erudito lo classificò come "intellettuale aristocratico", mentre Kerouac, l'altra icona dei figli dei fiori, capì subito il genio che si celava in Burroughs. Lo scrittore in erba divenne dunque per Kerouac e Ginsberg l'anziano e saggio maestro, conoscitore delle droghe e dei diversi risvolti della vita criminale, oltre che gran visionario intellettuale e critico sociale. Ad un certo momento si sposò addirittura con Joan Vollmer (malgrado le sue propensioni omosessuali e il lungo flirt con Ginsberg stesso), ed i due partirono verso luoghi più ospitali di New York per la vita da tossicodipendenti, finendo a Città del Messico dove scrisse "Junky", il suo primo romanzo. Purtroppo, però, quello è un periodo tragico, segnato da eccessi di ogni tipo. Un episodio lo fa capire molto bene. Cercando di mostrare ad alcuni amici la sua abilità con la pistola, imita con esiti sfortunati l'impresa di Guglielmo Tell, uccidendo la moglie sul colpo. Il loro figlio va dunque a vivere con i genitori di lui, mentre lo scrittore comincia a girare il mondo, vagando dal Sud America fino a Tangeri. Kerouac e Ginsberg lo vanno a trovare proprio nella città marocchina e lo trovano fra migliaia di fogli scritti, del tutto sconnessi fra di loro: riuniti quei frammenti, prende corpo "Il pasto nudo", poi pubblicato nel '58. Inoltre, per capire il livello di devianza che presentano i libri di Burroughs, basti dire che David Cronenberg ha tratto dal Pasto nudo una controversa pellicola dall'omonimo titolo. A questo suo principale romanzo seguirono processi per oscenità che, fortunatamente, si conclusero bene per lo scrittore. Egli passò un periodo vivendo a Parigi con lo scrittore-poeta Brian Gysin; qui Burroughs proseguì nell'esplorazione del metodo compositivo del "cut-up". I risultati sono "The Soft Machine", "The Ticket That Exploded" e "Nova Express". Il suo libro più recente è "My Education: A Book of Dream", pubblicato nel '94. William Burroughs, a discapito della vita folle e travagliata che lo ha visto protagonista, ha fatto una fine fra le più normali che si possano immaginare. E' morto il 4 agosto 1997 nel Memorial Hospital di Lawrence (Kansas) per un attacco cardiaco all'età di 83 anni.
Pasto nudo, Adelphi, 2001
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