Rocche del Crasto
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LONGI
SOGNI DI CARTONE
Mostra antologica a cura di Mariateresa Brancatelli,
tenuta presso il Castello Medievale
Mariateresa Brancatelli, fresca di laurea in Architettura, durante il suo percorso universitario, ha svolto una ricerca antropologica sulla storia dell’emigrazione italiana nel corso degli anni che vanno dalla fine dell’ '800 a metà del '900. In particolare modo ha voluto incentrare lo studio sul rapporto epistolare degli emigranti con la madre patria, analizzando lo scambio di foto che venivano fatte tra chi partiva, alla ricerca di una nuova vita, e chi restava in attesa di notizie dei propri familiari.
La Brancatelli rammenta i problemi di oggi, alla luce di quello che accade in Sicilia presso le sue coste dove sbarcano – quelli più fortunati che riescono ad attraversare il Mediterraneo - gli emigranti che lasciano le coste africane per cercare lavoro che il loro paese non offre, nonché per fuggire da guerre civili e dalla fame. “Gli anni passano – scrive l’Architetto - ma le vicende non sono diverse. In questa maniera si vuole regalare, soprattutto ai giovani , un motivo per riflettere su chi siamo e chi siamo stati”.
Il lavoro, che è possibile definire agiografico, è stato oggetto di una Mostra antropologica “SOGNI DI CARTONE “ - Lettere e immagini degli emigranti con la madrepatria – che ha avuto luogo presso il castello medievale di Longi (ME), dove ha sede la Banca di Credito Cooperativo “Valle del Fitalia” .
La mostra è stata rivolta a tutti coloro che hanno avuto la voglia di tuffarsi in un passato che gli appartiene: la storia dei propri antenati e che hanno fatto dell’Italia un vanto in tutto il mondo. Alla scoperta di immagini e parole che hanno portato i fruitori a scoprire testimonianze uniche, ricche di cultura e di storia, la nostra storia.
L’esposizione ha avuto come obiettivo quello di fare conoscere attraverso le foto raccolte, le testimonianze degli emigranti. Incentrata sul rapporto epistolare, quindi lettere e scritti che hanno cercato di far capire le condizioni di chi partiva. Una parte è stata dedicata ai dati storici, quindi : grafici, analisi territoriale, immagini storiche dei giornali.
Il tutto intervallato da oggetti che ricordano la partenza o che rimandano al ricordo degli emigranti, quindi: valigie di cartone , passaporti, modellini di nave e sculture create per l’occasione.
Una sezione è stata dedicata anche alla video proiezione di foto che non verranno stampate. Non solo quindi foto ma un percorso sensoriale : tattile per chi ha voluto toccare con mano oggetti antichi, uditivo perché il tutto sé stato accompagnato dai canti degli emigranti, in particolare quelli della navigazione.
Mariateresa Brancatelli ha illustrato, durante la mostra, un sintesi della sua tesina, mettendo in risalto i punti più salienti della STORIA DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA.
“Il più grande esodo migratorio della storia moderna è stato quello degli Italiani. A partire dal 1861 sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze. Nell'arco di poco più di un secolo un numero quasi equivalente all'ammontare della popolazione al momento dell'Unità d'Italia si avventurava verso l'ignoto.
Si trattò di un esodo che toccò tutte le regioni italiane. Tra il 1876 e il 1900 l'esodo interessò prevalentemente le regioni settentrionali con tre regioni che fornirono da sole il 47 per cento dell'intero contingente migratorio: il Veneto (17,9), il Friuli Venezia Giulia (16,1 per cento) e il Piemonte (12,5 per cento). Nei due decenni successivi il primato migratorio passò alle regioni meridionali. Con quasi tre milioni di persone emigrate soltanto da Calabria, Campania e Sicilia, e quasi nove milioni da tutta Italia.
Nel grande fenomeno dell’emigrazione, che tanta parte ha avuto nella trasformazione sociale, economica e morale dell’Italia durante gli ultimi 80 anni, la Sicilia è venuta per ultima.
La sua emigrazione è avvenuta dopo il 1900, ma divenne ben presto intensa, superando in breve fasi di sviluppo che altrove richiesero più tempo.
L’emigrazione siciliana, nella quasi totalità si rivolgeva agli Stati Uniti (nel 1920 ben l’87 %), dove come è noto, i nuclei di siciliani sono importanti e hanno dato alla nuova patria anche personalità eminenti. Nel triennio 1946-48 gli emigranti siciliani per paesi transoceanici furono circa 21.000, cifra poi raggiunta nel 1950.
Era facile sognare nell’Italia della grande emigrazione. Il sogno di lasciare tutto per cercare fortuna.
E se alcuni sognavano altri vendevano sogni, cercando di accattivare con false promesse la gente che decideva di partire. Oggi accade la stessa cosa, si arriva in Italia consci di trovare tutto quello che non si ha bombardati da false credenze e dal sogno di una vita migliore. “
Gaetano Zingales
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