Rocche del Crasto
Cultura, politica, società, varia attualità a cura di Gaetano Zingales« Traduzione in vernacolo ... | Prima della parola FINE » |
PER RAMMENTARE
L'ANTICO E' SEMPRE BELLO, MA A LONGI LO ERA UNA VOLTA.
Tra i miei ricordi di ragazzo, riaffiorano alla memoria angoli del paese, oggetti d'arte, che la mano dell'uomo ignorante ha distrutto. Ignorante perchè non conosceva la bellezza dell'antico, dei manufatti artistici, dell'importanza morale e legale di preservare quelle "cose" che vengono definite beni culturali.
Rammento, all'interno della chiesa Madre, un meraviglioso grande lampadario in ferro battuto, realizzato da don Emilio Bellissimo, che, illuminato con parecchie candele, espandeva la luce nella navata centrale; c'era un pulpito per le prediche e c'era anche un artistico battistero in legno, pregevole opera di un artigiano locale, che racchiudeva il fonte battesimale. Scomparsi!
Il monumento ai Caduti era allocato nello spazio sotto i Due Canali, dove prima sorgeva la chiesa dell'Annunziata, distrutta nel 1700 da un forte terremoto, e dietro di esso c'era una vasca con pesciolini rossi, mentre, alla sommità, l'icona della fiamma era sovrastata da una croce. Non esiste niente di tutto questo.
C'era il lavatoio comunale, con 8 fontane d'acqua ed altrettante vasche, dove le donne, cantando, lavavano i panni. Distrutto anche questo per farne un banale magazzino comunale.
C'erano artistiche fontanelle d'acqua freschissima disseminate nelle vie e rioni del paese: di alcune rimane lo scheletro. Ai Due Canali, le due bocche emanavano un getto d'acqua, refrigerio, soprattutto, nelle calde notti estive quando, a quei tempi, l'unico bar del paese chiudeva al suono dell'Ave Maria. Rimaneva aperta qualche bettola di vino per i cantori notturni di improvvisate serenate, alcune delle quali - meno male poche - si chiudevano con il lancio dall'alto di un vaso di fiori o, peggio, col contenuto liquido di un vaso da notte. Ma, talvolta, la serenata si concludeva con l'apertura dell'uscio di casa e lì continuavano i brindisi, con giammellotte e ramette, con liquori fatti in casa ed i canti accompagnati dal suono del mandolino della chitarra e, alcune volte, di un violino.
La chiesa dell'Annunziata, solitaria nel suo sito e senza case attorno, era uno spettacolo, che spaziava dal "Jardino du Duca" sino a "Cruci du Serro", dove lo sguardo, dopo essere passato dal "Maiazzinu di S. Antonio", si soffermava ad ammirare la cappelletta in muratura con il quadro di S. Leone, naturale sfondo per foto ricordo, abbracciata da un lungo sedile in pietra, sosta, soprattutto notturna, durante la calura agostana, magari per canti di ragazzi che si accompagnavano con la chitarra di Emilio Bellissimo.
Per non parlare, dell'occasione perduta, per il diniego frapposto dal suo ultimo proprietario, di donare (ottenne un mare di soldi attraverso le cause che vinse contro il Comune di Longi) oppure di
vendere al paese il Castello medievale per farne sede di rappresentanza dell'Amministrazione, centro di cultura, galleria d'arte, biblioteca comunale, Museo Naturale ed Etno-antrologico. Non posso non rammentare gli artistici Murales di Castiglione, andati perduti per incuria.
Adesso, l'ultimo bene culturale, l'architettonica bellezza dell'incompiuta struttura muraria di via Vittorio Emanuele va via, perduta anch'essa per sempre con la copertura del tetto. Mi chiedo il motivo di siffatto scempio. Ma è altresì legittimo chiedersi quale motivazione è stata addotta per potere ottenere anche l'avallo dei BB.CC. senza incorrere nella violazione delle leggi in materia di tutela dei beni culturali ed architettonici. A chi o a cosa giova? E mi fermo qui perchè troppo dolore, sul piano culturale, la perdita del "bello antico" procura al mio animo.
La cosiddetta "chiesa sfasciata" ha un passato glorioso: forse anche prima, ma ho notizia che sin dagli anni trenta ha ospitato generazioni di giovani artisti, che hanno allietato i concittadini con lavori teatrali di scrittori e registi longesi, con commedie e, nel recente passato, con il Concerto d'estate che ha avuto la sua inaugurazione nel 1994 - durante la quale sono stato oggetto di lancio anonimo di buste di plastiche piene d'acqua scagliate dall'alto, nel buio del muro esterno di sinistra, che per fortuna non mi colpirono , - e la continuazione negli anni successivi. E la gente si divertiva e si trovava a suo agio perchè assisteva a quegli spettacoli in uno scenario unico quando, dall'alto, in notturna, appariva il cielo stellato che brillava attorno ad un splendida luna.
Un momentaneo materiale beneficio ad personam verrà rammentato, nella futura storia del paese, come un'azione criminale per la distruzione del bello e di un antico bene, l'ultimo, ma forse il più bello.
Ma i lupi, che vengono da fuori, hanno una coscienza? Addio, "mini Spasimo" di Longi.
GZ
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