Rosa & Dinamite

del fare o non fare (apposta)

Stanotte non c'ero. La cosa è stata "voluta", ma non l'ho fatta "apposta": ho avuto dei problemi, ho avuto delle necessità (...) ed ho dovuto decidere, purtroppo senza poterti contattare, avvisare.

Spero che nelle varie tracce informatiche, che ti ho lasciato (anche quella che non c'è più e che, onestamente, non ricordo), tu abbia potuto trovare il sunto del mio animo, il mio desiderio di essere sempre il tuo ragazzo, al di là degli anni, al di là dei chilometri.

Ieri sera, mentre parlavi, mentre raccontavi anche ciò che vedevi, la mia anima ha volato e qualcosa di ciò che ha visto, di ciò che ha provato, è diventata quell'insieme di parole, che hanno provato a ripetere, tutto quello che sentivo, mentre mi parlavi.

Qualcuno dice che son bravo, con le parole. Onestamente, a volte penso di sì, ma non saprei dirlo con certezza. Però, di me so che solo quando l'anima riesce a staccarsi dal mondo, so trasmettere le mie emozioni, il mio pensiero. E, con te, ieri sera, a tratti il mondo era molto lontano...

Una sola nota: i tuoi "Non ti rispondo" di ieri, sono stati più che esasperanti. Ma forse hanno contribuito a farmi uscire da quel bozzolo e a farmi parlare in libertà, con te, pur alla luce del sole. I messaggi possono essere utili, ma se per cose "importanti" li evitiamo, è meglio, ché nulla come le nostre voci, ci consentono di capirci davvero!