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Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da libera_voce

QUELLA SERA HO SBAGLIATO
 
Lettera pubblica di Rosario Esposito La Rossa
 

Capita spesso che la vita ti getti in faccia le brutte notizie tutte insieme. Il procedimento per il riconoscimento per l’innocenza di Antonio Landieri è ancora bloccato. Ci prepariamo ad una mobilitazione nazionale, con effetti mediatici e sul territorio. Sono passati due anni dalla pubblicazione del mio primo libro “Al di là della neve”. Ci sono tante cose che ho imparato grazie a questa sorta di opuscoletto colorato di giallo e nero, ma la cosa che più mi è rimasta dentro è il saper ammettere i propri errori. Ammettere e rimediare. Sbagliare è crescere, crescere significa far tesoro di ciò che in seguito non farai. Me lo ricordo bene quel giorno in cui mi apprestavo a scrivere i miei ultimi racconti. Il libro era finito, mancava un po’ di corposità. Faceva freddo era dicembre, quando incontrai un mio vecchio amico che mi raccontò un vecchia storia. Mi disse che qualche anno prima due ragazzi sfrecciando in gare clandestinamente sulle motociclette erano morti in via della Resistenza. Io ascoltavo, prendevo appunti, poi la sera col naso rosso per il freddo, mi misi davanti al mio pc, quello con cui in questo momento scrivo e iniziai a riportare quello che mi era stato raccontato. Quella sera ho sbagliato. Non ho indagato, quella sera sono stato superficiale, mi sono fidato, quella sera ho scritto qualcosa che non andava scritto. Luca ed Enzo, morti a Scampia nel 2003, non parteciparono a nessuna corsa clandestina come riporta la storia del mio libro “Centauri senza casco”. Luca ed Enzo furono vittime di un incidente. So sulla mia pelle cosa significa vedere un proprio caro accostato ad una falsa realtà, ed è per questo che pubblicamente voglio fare le mie scuse alle famiglie di questi due ragazzi, morti troppo in fretta. Ho provveduto subito nel mio piccolo a questo errore. Depennando i loro nomi dalle ristampe del libro. Ho provveduto per quanto ho potuto e ancora voglio far affinché l’unico obiettivo sia la verità. “Al di là della neve” è innanzitutto un libro che vuol togliere la merda dal volto di un ragazzo ammazzato dalla camorra e quelle pagine non possono macchiarsi di fango, di errori superficiali. Ritornare sui propri passi, me lo dico spesso. Oggi cerco di fare questo, di ritornare sui miei passi. Mi rendo conto che è più facile sbagliare e non ammettere i proprie errori, che scusarsi e ascoltare il silenzio di chi ha subito il tuo errore. Magari i giornalisti che hanno infangato il nome di Antonio Landieri, avessero fatto così, forse oggi non saremmo qui a scrivere in questo blog e forse non sarei qui a scrivere di Luca ed Enzo, perché non avrei scritto nessun “Al di là della neve”. Per questa mia mancanza, noi di Vodisca, abbiamo deciso di dedicare questo nostro anno sociale, tutto il 2009, a Luca ed Enzo. Nelle mail che spediremo, alla fine comparirà sempre questa frase “Noi non dimentichiamo Luca ed Enzo”. È un gesto piccolo, non cambierà i fatti, come il mio libro non cambierà Scampia, ma è la nostra piccola parte. Oggi riflettevo sul senso di questo blog e sulle parole che lo compongono “Libera Voce, informazione indipendente”. Oggi siamo piccoli, oggi siamo un blog e non dobbiamo dar conto a nessun editore, a nessuna pubblicità. Oggi siamo piccoli ma abbiamo un lusso, quello di poter dire che abbiamo sbagliato. Mortificato chiedo ancora perdono per la mia disattenzione, speriamo che da un errore possa nascere qualcosa di concreto, forte e duraturo. Questa mia lettera pubblica vuole essere oltre ad una scusa, la mia coerenza per quello che faccio, che “Al di là della neve” è, e per quello che vorrò fare. Sono una di quella persone che ama l’immagine dei passi, il passo inteso come percorso di vita, affermazione dei propri ideali, simbolo di scelta ed esistenza. È difficile andare avanti, superare gli ostacoli, le raffiche di vento, ma oggi so che è molto più difficile tornare indietro, ricoprire la buca lasciata dalla propria scarpa e ripartire. Il mio viaggio dev’essere, un viaggio senza buche. Mi piace pensare che da qualche parte nel mondo, nell’universo, Luca, Enzo e Antonio, si fanno grandi chiacchierate, parlano di noi che cerchiamo di far qualcosa contro corrente. Concludo con la frase che accompagnerà Vodisca da oggi e per tutto il 2009…

 

…Noi non dimentichiamo Luca ed Enzo…

 
 
 
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