Non siamo isole
Storia di un seme che morendo fa nascere un grande albero
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Io e i ragazziMi mette sempre in agitazione incontrare i ragazzi delle scuole superiori. Vorrei dire loro mille cose, vorrei che sapessero ascoltarmi, vorrei saper parlare al loro cuore. Sarebbe così importante per me poter spiegare loro il valore della donazione di midollo, spiegare che è un gesto così semplice ma così ricco di speranza... Tante volte incontro queste classi un po' distratte, ragazzi presi a chiacchierare delle loro cose, che ti sentono solo con un orecchio... e lì per lì mi prende lo sconforto. Ma io vado lì davanti a loro, parlo senza microfono, guardandoli negli occhi. Con molta fatica cerco di attingere dal più profondo di me stessa frammenti dell'esperienza che ho vissuto. Certo sarebbe facile se mi facessero delle domande, qualsiasi domanda. Invece no, io devo parlare mettendo in fila indiana dei pensieri e delle emozioni che vengono a galla come bolle gorgoglianti: non è per niente facile trasfomare l'emozione in un discorso sensato. Scrivere è molto più facile, ma mi rendo conto che oggi, dopo venti lunghissimi anni, faccio ancora fatica a scrivere di Rossano, della leucemia, della donazione. Quando un amico muore in un incidente stradale non puoi farci niente, quando invece muore per una leucemia, puoi non stare lì a guardare: puoi diventare donatore. Chiedo: Chi di voi ha avuto un amico malato? Nessuno. Sguardi persi come a dire "di cosa stai parlando"? Meglio così ragazzi, non ve lo auguro. Anche se so che prima o poi la vita riserva a tutti una sofferenza. Tutto sta nell'arrivarci un po' preparati, magari un po' più grandi. E poi ti dicono: con un trapianto di midollo osseo ce la potrebbe fare. Allora tu vai e la fai quella tipizzazione e vorresti una bacchetta magica per poterglielo dare tu quel midollo e chiuderla subito con questo scherzo, perché state scherzando vero?!, mio cugino non può mica morire così. E poi tutto finisce e ti resta solo disperazione. Ma in vent'anni hai tempo di capire che la morte fa parte della vita, che non importa quanto essa è lunga, ma come l'hai vissuta. In fondo non importa nemmeno se ti sei divertita tanto o poco, se hai guadagnato tanti soldi, ma importa quanto amore hai dato alle persone che il destino ti mette sulla strada. Anche i tuoi genitori, che qualche volta hai odiato, e tutti gli altri che vorresti cancellare perché ti mettono in difficoltà. Dopo vent'anni continui a pensare che se Rossano fosse qui, passeremmo delle domeniche pomeriggio insieme con lui e Maria e i miei bambini giocherebbero con i suoi. |
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