Creato da atawhai il 07/08/2008

SPIRIT Of The TATTOO

Storia, Arte, Spiritualità non solo del tatuaggio tribale

 

 

Leggenda Maori  

Post n°3 pubblicato il 10 Agosto 2008 da atawhai

L'origine del moko si fonda sulla leggenda del giovane Mataora che significa
"volto con grande forza vitale". Da giovane Mataora sposa la principessa e Niwareka il cui padre Uetonga, e il signore degli inferi. Mataora ea cattivo e solito a picchiare
la moglie, la quale dopo l'ennesimo litigio, decide di lasciarlo e tornarsenedalla sua famiglia. Mataora si pente aspramente della sua condotta con la moglie
e decide di seguirla sino agli infericon l'intenzione di farsi perdonare e riportarla a casa.Il viaggio è lungo e difficile, Mataora prende molte volte strade sbagliate,
finchè trova quella giusta. Arrivato finalmente dalla famiglia di Niwareka,
si accorge che i disegni sul proprio viso sono molto scoloriti  per  il  sudore
causato del grande sforzo. I parenti della moglie lo deridono
per questo prendendosi gioco di lui, alla fine riesce a
convincere la famiglia a fargli incontrare Uetonga, il cui volto e coperto da una miriade di linee ondulate e sottili.
Dopo aver pianto e supplicato a lungo Mataora può tornare sulla terra con la moglie, prima però di lasciare gli inferi,
Uetonga si offre di tatuarlo e di insegnarli ad eseguire i
tatuaggi. Mentre mataora impara l'arte
dei tatuaggi, Niwareka ipara l'arte della tessitura, taniko.
Insieme tornano nel regno dei vivi arricchiti di nuove conoscenze. Questa è la leggende secondo
la quale i Maori hanno imparato l'arte del tatuaggio e del taniko.



 
 
 

Nuova Zelanda(segue) 

Post n°2 pubblicato il 10 Agosto 2008 da atawhai

 
I pigmenti colorati si ottenevano dalla combustione di resina,
corteccia dell'albero Kapara e bruchi.

Il nerofumo creato veniva conservato in vasetti di legno o
pietra pomice decorati con figurei ntaglia intagliate.

Questi vasetti erano il patrimonio sacro di ogni tatuatore e venivano
tramandati di
generazione in generazione da un tobungata-moko all'altro
come l'arte del ta-moko.



Il nerofumo raccolto veniva mescolato con acqua sorgiva, olio di pesce o foca. A seconda della consistenza dell'insieme,si otteneva un indaco
blu-nero o un pigmento verde-nero.
Durante l'operazione, chi si faceva tatuare non poteva mangiare cibi solidi,
doveva assumere solo liquidi:con un imbuto,gli si dava da bere un brodo molto leggero di carne.
Questa alimentazione , che non contemplava la masticazione e
neppure nessun movimento incauto, non pregiudicava il processo della
cicatrizzazione delle ferite aperte. Per accelerare la cicatrizzazione
si utilizzavano le fogli dell'albero di Karaka, che venivano applicate
sopra le ferite, come fossero delle bende.
In questi frangenti era vietata anche l'attività sessuale.Si suppone
che il moko rappresenti il tentativo di ricongiungersi in modo
spirituale con i propri antenati.

(strumenti per l'incisioni del moko)

E possibile anche che sia l'evoluzione di forme e di figurazioni delle
statue delle divinità regionali e che i disegni si siano poi diffusi in
tutte le religioni tribali. Questa supposizione viene confermata dal
fatto che un moko riproduce da un lato, da un lato l'origine della
famiglia, e dall'altro informazioni geografiche e storiche della
medesima.



(liberamente tratto da: Il corpo tribale)


 
 
 

Nuova Zelanda 

Post n°1 pubblicato il 09 Agosto 2008 da atawhai

Si pensa che il Moko (tatuaggi in viso) sia stato portato qui dai Polinesiani immigrati in Nuova Zelanda. I Moko sono usati ancora oggi dagli indigeni, che tengono molto a mantenere viva l'eredità dei loro avi. Mentre i tattoo polinesiani venivano usati principalmente per indicare lo status famigliare o sociale, quelli dei Maori assunsero i simboli di un'arte unica e molto
raffinata. Questi costituiscono un insieme artistico di linee e spirali combinate. Con uno strumento simile ad un scalpello i Maori praticavano delle piccole incisioni sulla pelle, che poi riempivano con pigmentazioni colorate. Con questa tecnica i Moko sembravano in rilievo, i solchi "tridimensionali" sulla pelle sembravano più intagli che tatuaggi. Con eccezione degli schiavi tutti gli uomini erano tatuati in viso, e anche in altre parti del corpo. Un viso tatuato elegantemente era motivo di onore e orgoglio per un guerriero, che appariva temibile davanti al nemico e attraente a gli occhi di una donna.


In modo meno minuzioso anche le donne erano tatuate. Le labbra venivano evidenziate e il mento delle volte era tatuato, qualche linea e qualche
spirale era presente, appunto, sul mento e sulla fronte.
I disegni contenevano una serie di elementi tradizionali, ciascuno con un proprio nome. Questi componenti variavano a seconda del tatuatore e quindi, sotto un attento esame, nessun tatuaggio era uguale ad un altro. Una capacità sorprendente dei capi tribù Maori, e che erano in grado di
riprodurre a memoria i tatuaggi che avevano in viso e di usarli per
firmare, pur non conoscendo lo specchio !. Queste "firme tribali" sono
presenti nei contratti conclusi tra Maori e Inglesi.
Per eseguire i tatuaggi i Maori usavano dei piccoli pezzi d'osso, metallo o conchiglia
che venivano intinti in un pigmento colorato e quindi infilati nella
carne per mezzo di un piccolo martello.


Per riprodurre le linee che
caratterizzavano il Moko era neccesario che lo strumento penetrasse
profondamente sottopelle. Poteva capitare che il tatuatore dovesse
percuotere ripetutamente perchè l'incisione non riusciva in una volta
sola: il dolore era intenso, consistenti le perdite di sangue, ma a un
guerriero valoroso non era consentito lamentarsi ne tremare durante
l'esecuzione del tatuaggio. Il tatuaggio al viso o -Ta Moko- come anche
gli altri tatuaggi veniva eseguito in assoluto silenzio e isolamento da
specialisti uomini -Tobungata-moko- . Prima di iniziare , il tatuatore
studiava le caratteristiche facciali e la conformazione delle ossa

della persona da tatuare. I Tobungata-moko non lavoravano
solo in una tribù o in un villaggio o
in una regione, anche se le loro opere sembrano appartenere a ben
determinate e precise regioni preistoriche.
Come detto il tatuaggio caratteristico tra i Maori era il moko, ma
anche il resto del corpo viene tatuato, con una tecnica diversa, i
tatuaggi sul corpo vengono eseguiti secondo modalità tradizionali (così
come accadeva anche in Oceania):si usava un utensile a forma di
pettine (documenti testimoniano
l'uso del rosso e del blu, che
affiancano l'uso più comune del nero).



Questi tatuaggi sul corpo
venivano fatti in età puberale e "marchiavano" la fine della pubertà o
l'ammissione ai riti di iniziazione. Sia gli uomini che le donne
avevano tatuaggi su tutto il corpo, costituiti da figure spiraliformi
sulle natiche e da forme oblique e squadrate su cosce e gambe. Questi
disegni sono simili a quelli di altre popolazioni oceaniche, anche se
le spirali sembrano essere una caratteristica dei Maori.




(liberamente tratto da: Il corpo tribale)



 
 
 

 
 

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Tra gli abitanti delle isole Mentawai, un arcipelago dell'estremo ovest del' Indonesia, le decorazioni sul corpo conferiscono bellezza che giova allo spirito. Per loro tutto è animato: il cielo limpido,l'arcobaleno, le piante e le cose, questa popolazione vive per dare gioia alle anime che la circondano. Le anime infatti non si possono annoiare: se l'anima di un uomo si annoia, perchè la sua vita è diventata troppo monotona, la vita stessa la trascina nel regno dei morti,
l'uomo muore.Il desiderio di bellezza dei Mantawai comprende anche l'arte del tatuaggio. Solo se il corpo durante la pubertà viene decorato con i loro tratti caratteristici, l'anima di un uomo, secondo il loro credo, si sente bene in questo corpo.


 
 
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