Creato da: ruconcon il 25/07/2005
Sul ritmo della pachanga i ricordi di un giovane 'rivoluzionario'

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Allucinazione.

Post n°29 pubblicato il 23 Novembre 2005 da ruconcon

Maturando le parole del bravo, indimenticabile compagno peruviano, e poi la scossa dell’indignazione di Jacometti, dopo qualche tempo la mia mente si riordinò, liberandosi  dall’allucinazione rivoluzionaria ispirata dal grande discorso di Fidel. Purtroppo l’accoppiata rivoluzione - violenza ha inquinato la linea politica di una forte minoranza di giovani, in Italia ed Europa, che ci ha dato il 68, il 77, le B.R., i noglobal… fino ai giorni nostri, e purtroppo la vicenda ‘rivoluzionaria’ continua ancora. Abbiamo di fronte dei delinquenti, spesso assassini; se proprio li si vuole definire sotto l'aspetto politico, l’unica etichetta applicabile è quella di estremisti violenti - valere a dire fascisti - non di rivoluzionari.
In America Latina il messaggio di Castro produsse un danno immane per più generazioni, non ancora risolto. Dalla Colombia all’Argentina, dal Perù all’Uruguay, in tutto il continente, sull’esempio e con l’appoggio di Cuba si alzarono movimenti di lotta, azioni terroristiche, attacchi armati. Le risposte del potere furono dittatura, violenza, prigione e morte.
Migliaia di giovani cubani furono mandati a combattere e morire in America latina ed Africa, poveri strumenti e vittime della guerra che l’Unione Sovietica non poteva permettersi di combattere direttamente e per questo venne definita ‘fredda’.

 
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