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DISCUSSIONI

Discussioni di carattere religioso.

 

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Come educare bambini e ragazzi a casa e a scuola.

Post n°377 pubblicato il 02 Gennaio 2021 da ruggero1949

Da “Principi di educazione cristiana” di sorella White:


Le verità che formano il tutto devono essere cercate e raccolte “un poco qui, un poco là”. Cfr. Isaia 28:10. Una volta che queste verità sono state cercate e reciprocamente accostate, ci si rende conto che si accordano perfettamente le une con le altre. Ogni vangelo integra gli altri, ogni profezia ne spiega un’altra, ogni verità sviluppa un’altra verità. Ogni principio enunciato dalla Parola di Dio ha il suo compito; ogni fatto ha la sua portata. Questa complessa struttura, sia nel progetto sia nell’esecuzione, testimonia del suo Autore: solo la mente dell’Infinito poteva concepirla e formarla. {PEC 72.3}

Nel cercare le varie parti e nello studiarne i reciproci rapporti, le più elevate facoltà mentali sono chiamate a un’intensa attività. Nessuno può occuparsi di questo studio senza accrescere il proprio vigore mentale. {PEC 72.4}


Nessuna mente finita può comprendere appieno il carattere e le opere dell’Essere infinito. Con le nostre ricerche non possiamo scoprire Dio: l’Essere santo è e rimane avvolto di mistero tanto per gli intelletti più elevati e colti, quanto per quelli più deboli e ignoranti. {PEC 95.1}

La Parola di Dio, simile in questo al carattere del suo Autore, contiene dei misteri che mai potranno essere completamente svelati da esseri limitati. Dio, però, ha messo nelle Scritture sufficienti prove della loro divina autorità. La sua stessa esistenza, il suo carattere, la veridicità della sua parola, sono affermate da testimonianze che convincono la ragione; e queste testimonianze abbondano. Certamente, egli non ci ha tolto la possibilità di dubitare; la fede deve poggiare sull'evidenza e non sulla dimostrazione. Quanti vogliono dubitare, ne hanno l'opportunità, ma chi desidera conoscere la verità, troverà un vasto campo per la sua fede. (PEC 95.2)


Dio vuole che le verità della sua Parola siano sempre rivelate a chi sinceramente indaga. “Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre...”. Deuteronomio 29:29. L’idea che certe porzioni della Bibbia siano di difficile comprensione ha indotto a trascurare alcune importanti verità. È necessario sottolineare il fatto - e ripeterlo spesso - che i misteri della Bibbia non sono tali perché Dio ha cercato di nascondere la verità, bensì perché la nostra debolezza o ignoranza ci impedisce di comprendere la verità e di farla nostra. Il limite non rientra nel suo proposito, ma è posto dalla nostra incapacità.. {PEC 96.1}


Tutto ciò che contribuisce alla salute del corpo, giova anche allo sviluppo di una mente forte e di un carattere equilibrato. Senza salute nessuno può distintamente comprendere o completamente adempiere agli obblighi verso se stesso, verso gli altri e verso Dio. Ne consegue che la salute dovrebbe essere curata con la stessa attenzione del carattere. La conoscenza della fisiologia e dell’igiene dovrebbe costituire la base di ogni impegno educativo. {PEC 110.1}


Nella Scrittura c’è una verità fisiologica sulla quale dobbiamo riflettere: “Un cuore allegro è un buon rimedio”. Proverbi17:22. {PEC 111.3}


I bambini non dovrebbero essere costretti a rimanere a lungo al chiuso, né dovrebbero essere spinti ad applicarsi intensamente allo studio, sino a che non sia stata gettata una buona base per il loro sviluppo fisico. Per i suoi primi otto o dieci anni, la migliore aula scolastica è il campo o il giardino, la migliore maestra è la madre, il più valido libro di testo è la natura. Anche quando i bambini sono abbastanza grandi da andare a scuola, la loro salute dovrebbe essere considerata di primaria importanza, rispetto alle conoscenze acquisite sui libri. Essi dovrebbero essere soprattutto circondati dalle condizioni più favorevoli allo sviluppo fisico e mentale. {PEC 117.4}


Per rafforzare il legame di simpatia fra insegnanti e allievi, poche cose sono valide quanto la possibilità di trascorrere insieme momenti piacevoli, fuori dell’aula scolastica. In alcune scuole gli insegnanti sono sempre con gli alunni durante le ore di ricreazione: si uniscono ai loro giochi, li accompagnano nelle escursioni, quasi si confondono con loro. Sarebbe bene che quest’abitudine fosse più generalmente seguita nelle nostre scuole. Forse il sacrificio richiesto all’insegnante sarà grande, ma verrà riccamente ricompensato. {PEC 120.1}

Nessuna ricreazione si rivelerà fonte di maggiore benedizione per bambini e giovani, di quella che insegna loro a rendersi utili al prossimo. I giovani, per natura entusiasti e sensibili, sono pronti a rispondere agli incentivi. Per esempio, nel preparare il programma di botanica, l’insegnante cerchi di risvegliare l’interesse per l’abbellimento del giardino, della scuola e dell’aula. Ne deriveranno molteplici benefici. Gli studenti non saranno propensi a rovinare e danneggiare ciò che hanno cercato di abbellire. Si incoraggeranno il gusto per il bello, l’amore per l’ordine e l’abitudine a prendersi cura delle cose. Lo spirito di collaborazione e di solidarietà che si sviluppa in questo modo costituirà una benedizione per tutta la vita. Inoltre, l’interesse per i lavori di giardinaggio e per le escursioni nei campi e nei boschi, li incoraggerà a ricordarsi di quanti non possono godere di tali luoghi e li spingerà a condividere con loro le belle cose della natura. {PEC 120.2}


L’attenzione rivolta alla ricreazione e all’educazione fisica interromperà senz’altro il regolare andamento dell’attività scolastica, però questa interruzione non causerà alcun intralcio. Nel fortificare il corpo, nello sviluppare uno spirito altruistico e nell’unire l’insegnante e l’alunno con vincoli di comuni interessi e amicizia, tempo e sforzi saranno ripagati abbondantemente. Un valido sbocco sarà offerto a quell’irrequieta energia che spesso è fonte di pericolo per i giovani. Come salvaguardia contro il male, l’occupazione della mente con ciò che è buono costituisce una protezione ancora più valida di tante regole e tanta disciplina. {PEC 121.1}


Anche lo studio della Bibbia, come troppo spesso è attuato nelle scuole, priva il mondo dell’impagabile tesoro della Parola di Dio. L'opera dell'"alta critica" che seziona, congettura e ricostruisce, distrugge la fede nella Scrittura come rivelazione divina e toglie alla Bibbia quella potenza che guida, eleva e ispira la vita degli uomini. (PEC 129.6)


Nella formazione domestica dei giovani, il principio della collaborazione ha un valore inestimabile. Fin dai primi anni di vita i bambini dovrebbero essere portati a sentirsi parte integrante della società familiare. Anche i piccolissimi dovrebbero essere abituati a partecipare all’attività quotidiana e a sentire che il loro contributo è necessario e apprezzato. I più grandi dovrebbero assistere i genitori, partecipare ai loro progetti, condividerne le responsabilità e i pesi. Se padri e madri dimostrano ai figli di apprezzare il loro aiuto, di desiderare le loro confidenze e di godere della loro compagnia, questi risponderanno prontamente. Non solo il fardello dei genitori risulterà alleggerito e i figli riceveranno una preparazione pratica di gran valore, ma si avrà pure un rafforzamento dei legami familiari e un approfondimento delle basi stesse del carattere. {PEC 166.3}

La collaborazione dovrebbe essere l’anima e la regola di vita della classe. Gli insegnanti che sanno assicurarsi la partecipazione degli allievi usufruiranno di un prezioso aiuto per mantenere l’ordine. Essendo di aiuto in classe, molti ragazzi, che per la loro irrequietezza sono spesso causa di disordine e di insubordinazione, potranno così trovare sfogo alle loro esuberanti energie. Lasciate che i più grandi aiutino i più piccoli, i più forti si occupino dei più deboli e così, per quanto possibile, ciascuno sia chiamato a far qualcosa in cui eccelle. Ciò incoraggerà il rispetto di sé e il desiderio di rendersi utile. {PEC 166.4}


L’obiettivo della disciplina è quello di educare i bambini all’autocontrollo. Essi devono apprendere ad avere fiducia in se stessi e a sapersi dominare, per cui non appena saranno in grado di capire, il loro potenziale intellettivo dovrà essere indirizzato verso l’ubbidienza. Mostrate loro che ubbidire è giusto e ragionevole; aiutateli a vedere come la disubbidienza conduca a disastri e sofferenze; e che quando Dio dice “non farlo”, lo fa spinto dall’amore, per metterci in guardia dalle conseguenze della disubbidienza, per risparmiarci sconfitte e rovine. {PEC 168.2}

Aiutateli a comprendere che i genitori e gli insegnanti sono rappresentanti di Dio, e che essi agiscono in armonia con lui, che le loro leggi a casa e a scuola sono le sue. Come i bambini sono tenuti a ubbidire ai genitori e agli insegnanti, questi a loro volta devono ubbidire a Dio. {PEC 168.3}


Fate in modo che i giovani sentano che si ha fiducia in loro e quasi tutti cercheranno di provare a se stessi che ne sono degni. {PEC169.4}

In base allo stesso principio, è meglio chiedere che imporre; coloro che sono così trattati hanno l’opportunità di mostrarsi fedeli ai princìpi della giustizia e così la loro ubbidienza sarà frutto di scelta e non di costrizione. {PEC170.1}

Le regole in vigore nella classe dovrebbero rappresentare, per

quanto è possibile, la voce della scuola. Ogni principio in esse incluso

dovrebbe essere spiegato agli studenti, affinché questi si convincano

che sono giuste. In questo modo si sentiranno responsabilizzati e

faranno di tutto perché le regole siano rispettate. {PEC170.2}

Le norme dovrebbero essere poche, ma ben pensate e, una volta

definite, rese obbligatorie. La mente si abitua ad accettare e ad

adattarsi a ciò che non può essere cambiato. È il permissivismo che

suscita il desiderio, la speranza e l’incertezza che spesso sfociano

nell’irrequietezza, nell’irritazione e nell’insubordinazione. {PEC170.3}

Si deve far chiaramente comprendere che il governo di Dio non

ammette compromessi con il male. La disubbidienza non deve essere

tollerata né in casa né a scuola. Nessun genitore e nessun insegnante,

che abbiano a cuore il bene di quanti sono affidati alle loro cure,

scenderanno a compromessi con l’ostinazione che sfida l’autorità o

ricorreranno a sotterfugi e scappatoie per evitare l’ubbidienza. Non

è amore, ma sentimentalismo quello che tratta con leggerezza la

trasgressione e cerca di raggiungere la sottomissione ricorrendo alla

lusinga o ai doni, per poi finire con l’accettare qualche sostituto al

posto dell’ubbidienza richiesta. {PEC170.4}


Il reale obiettivo della riprensione è raggiunto solo quando chi sbaglia è condotto a vedere la propria colpa e a mettersi d’impegno per correggersi. È bene allora indicare al colpevole la fonte del perdono e della potenza trasformatrice. Fate in modo che chi ha sbagliato conservi il rispetto di sé, infondendogli coraggio e speranza. {PEC 171.3}


Ogni vero educatore capirà che è meglio sbagliare per eccessiva bontà piuttosto che per troppa severità. {PEC 172.3}


Bambini e bambine imparino che ogni sbaglio, ogni errore, ogni difficoltà, se vinti, diventano altrettanti ponti che conducono verso mete migliori e più elevate. E’ attraverso tali esperienze che tutti coloro che hanno reso la vita degna di essere vissuta, hanno raggiunto il successo. {PEC 174.1}

 
 
 
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