Creato da ruggero1949 il 13/07/2009

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avventista7g
avventista7g il 27/12/10 alle 13:02 via WEB
LO STATO DELL'UOMO NELLA MORTE E LA RESURREZIONE DEI GIUSTI 1 La Bibbia intende l'uomo come un tutt'uno di corpo, anima e spirito, un essere inscindibile che non possiede dentro di sé un'anima che gli sopravvive, ma è un'anima vivente in cerca d'immortalità. Stando così le cose, che cosa succede alla morte dell'uomo? 1. LO SPIRITO (SOFFIO VITALE) TORNA A DIO Alla morte, dove va a finire lo spirito che infondeva la vita nell'uomo? Lasciamo che sia la Bibbia stessa a parlare: Ecclesiaste 12:7 > "Prima che la polvere torni alla terra com'era prima e lo spirito torni a Dio che l'ha dato." (L) Salmo 104:29-30 > "Tu nascondi la tua faccia, ed essi sono smarriti; Tu ritiri il loro spirito, ed essi muoiono ritornando nella loro polvere. Tu mandi il tuo spirito, ed essi sono creati, e tu rinnovi la faccia della terra." (ND) Giobbe 34:14-15 > "Se Egli non si curasse che di sé stesso, se ritirasse a sé il suo Spirito e il suo soffio, ogni carne perirebbe all'improvviso e l'uomo ritornerebbe in polvere." (NR) Luca 23:46 > "E Gesù, gridando con gran voce, disse: - Padre, nelle Tue mani rimetto lo spirito mio. - E detto questo spirò." (L) Atti 7:59-60 > "E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: - Signor Gesù, ricevi il mio spirito. - Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: - Signore, non imputar loro questo peccato. - E detto questo si addormentò." (L) 2. L'ANIMA SEMPLICEMENTE CESSA DI ESISTERE Dato che si tratta della personalità stessa, essa muore con noi. Potremmo, con un esempio, paragonare il corpo ad una lampadina: una volta tolta la corrente elettrica (lo spirito), la luce (l'anima) non esiste più! Nelle SS. Scritture il concetto di anima è molto spesso abbinato all'idea della morte: Levitico 21:11 > "Non si avvicinerà ad alcun cadavere..." (L). La parola cadavere in ebraico è "anima morta". Ezechiele 18:4,20 > "Ecco, tutte le anime sono mie; tanto l'anima del padre come l'anima del figlio sono mie. L'anima che pecca morirà. L'anima che pecca morirà, il figlio non porterà l'iniquità del padre e il padre non porterà l'iniquità del figlio; la giustizia del giusto sarà su di lui, l'empietà dell'empio sarà su di lui." (ND) Se l'anima che pecca muore, è chiaro che tutti siamo sottoposti alla morte, poiché tutti abbiamo peccato. E se l'anima muore, è palese che non può essere per propria natura immortale: solo Dio lo è! I Timoteo 6:15b-16a > "... Il Re dei re e Signor dei signori, il quale solo possiede L'IMMORTALITA' ed abita una luce inaccessibile..." (L) L'immortalità, secondo l'insegnamento ispirato della Parola di Dio, è CONDIZIONATA all'accettazione del dono della grazia da parte dell'uomo: Romani 6:22-23/2:6-7 > "Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna. Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.... che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene." (ND) Si noti il contesto di quest'ultimo passo: il vers. 5 dice: "Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio"... dunque gli esseri umani – non possedendo un'anima immortale – non subiscono un giudizio eterno subito dopo la morte, come vedremo al punto 3., ma per questo si dovrà aspettare il giorno "della rivelazione del giusto giudizio di Dio". 3. IL CORPO RESTA IN ATTESA DI RESURREZIONE Il sonno incosciente della morte Nell'insegnamento biblico, la morte è paragonata ad un sonno incosciente (anche Gesù usa questa similitudine parlando della morte dell'amico Lazzaro, che egli risorgerà: cfr. Giovanni 11:11-14). Aprendo una parentesi sull'occultismo (vedi studio a parte), si può quindi affermare con sicurezza che i morti non possono comunicare con i viventi, né apparire in alcuna forma. Nelle sedute spiritiche, dunque, non si entra in contatto con anime di morti, ma con demoni che li sanno ben imitare: ecco perché sono così pericolose e condannate severamente nella Bibbia. Anche il concetto cattolico secondo cui le anime subirebbero il giudizio divino subito dopo la morte, venendo distribuite fra inferno, purgatorio e paradiso, non trova riscontro nel chiaro insegnamento biblico del sonno incosciente della morte. Come immaginare, per esempio, che le anime in paradiso non lodino il Signore, né si ricordino di Lui, come dicono, a più riprese, vari passi dell'Antico Testamento? Ecclesiaste 9:5,6,10 > "Difatti, i viventi sanno che morranno, ma i morti non sanno nulla, e non v'è più per essi alcun salario; poiché la loro memoria è dimenticata. E il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole... Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non v'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza." (L) Giobbe 14:12 > "Ma l'uomo che giace non si rialza più; finché non vi siano più cieli (cioè fino alla fine dei tempi), non si risveglierà né più si desterà dal suo sonno." (ND) Salmo 6:5 > "Poiché nella morte non c'è memoria di Te; chi ti celebrerà nel soggiorno dei morti?" (L) Salmo 115:17 > "Non sono i morti che lodano l'Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio." (L) Isaia 38:18 > "Nessuno nel mondo dei morti può lodarti: i morti non possono sperare nella tua fedeltà…" (TILC) Tutto l'insegnamento biblico afferma con forza che saremo giudicati in base alla nostra vita: non esistono possibili riparazioni dopo la morte in un eventuale purgatorio. Anche quest'ultimo testo di Isaia 38, fra gli altri, dice chiaramente che, dopo la morte, non si può più sperare nella bontà di Dio: il dono della salvezza va accettato in vita ed è gratuito, non lo si ottiene offrendo al Signore sofferenze fisiche, in riparazione di peccati commessi quando si era vivi. Giovanni 5:28-29 > "L'ora viene in cui tutti quelli che son nei sepolcri udranno la Sua voce e ne verranno fuori: quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio." (L) II Corinzi 5:10 > "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male." (L) La resurrezione Per chi crede nell'immortalità naturale dell'anima (che altro non è se non la continuazione della prima menzogna di Satana: "No, non morrete affatto" - Genesi 3:4), è logico pensare che i giusti entrino nel Regno di Dio (il Paradiso) immediatamente dopo la morte e ricevano lì il premio per la loro fedeltà. Però Gesù contraddice molto chiaramente questa concezione: Matteo 16:27 > "Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora Egli renderà a ciascuno secondo il suo operato." (ND) Luca 14:13-14 > "Ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti." (NR) Questo discorso non fa che confermare quanto, nell'Antico Testamento, fu detto chiaramente, in visione, al profeta Daniele quando era già vecchio: Daniele 12:13 > "Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai e poi sorgerai per ricevere la tua parte d'eredità alla fine dei giorni." (L) L'apostolo Paolo, nel suo famoso capitolo dell'epistola agli Ebrei, in cui cita esempi di fede dell'Antico Testamento, parla dei patriarchi come di persone che aspettavano una Patria Celeste in cui abitare per sempre, di cui la terra promessa di Canaan era solo una piccola anticipazione. Alla fine del capitolo conclude dicendo che tutti costoro non hanno ancora ricevuto il premio di entrare in quella Patria, perché vi entreranno insieme a tutti i credenti delle future generazioni: Ebrei 11:10,13,14,16,39-40 > "(Abramo) aspettava una città che ha i veri fondamenti e il cui architetto e costruttore è Dio... In fede moriron tutti costoro, senz'aver ricevuto le cose promesse, ma avendole vedute e salutate da lontano, e avendo confessato che erano forestieri e pellegrini sulla terra. Poiché quelli che dicon tali cose dimostrano che cercano una patria... Ma ora ne desiderano una migliore, cioè una celeste; perciò Iddio non si vergogna d'esser chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città... E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch'era stato promesso, perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, ond'essi non giungessero alla perfezione senza di noi." (L) E ancora: I Tessalonicesi 4:13-17 > "Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; così saremo sempre col Signore.." (ND) I Corinzi 15:22-23 > "Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di cristo, alla sua venuta." (L) I Corinzi 4:5 > "Cosicché non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio." (L) Con che corpo risorgiamo? Come abbiamo appena letto, Gesù è chiamato dall'apostolo Paolo "la primizia"; è chiamato anche il "primogenito dai morti" (Colossesi 1:18). Quelli che seguiranno, alla Sua venuta, non avranno dunque un corpo diverso dal Suo. Ora, il corpo che Gesù aveva dopo la resurrezione era effettivamente il Suo corpo, perché portava le cicatrici alle mani, ai piedi e nel costato. Il Suo era anche un corpo tangibile, benché glorioso e non più soggetto alle leggi della natura che ancora ci governa; infatti, poteva comparire d'un tratto in mezzo ai discepoli, che erano in casa "a porte chiuse" (Giovanni 20:26): Luca 24:39-43 > "- Guardate le mie mani ed i miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho. - E detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma siccome per l'allegrezza non credevano ancora, e si stupivano, disse loro: - Avete qui nulla da mangiare? - Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito, ed Egli lo prese e mangiò in loro presenza." (L) (cfr. anche Giovanni 20:26-29) San Paolo descrive le caratteristiche del corpo dei risorti e di coloro che, essendo trovati vivi sulla Terra al ritorno di Cristo, saranno trasformati senza passare attraverso la morte: I Corinzi 15:42-44/51-53 > "Così pure della resurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile, e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita potente; è seminato corpo naturale (in greco 'psikikon' = dominato dall'"anima", dalla natura irrigenerata e peccatrice), e risuscita corpo spirituale (in cui domina solo lo "spirito", la natura peccatrice non esiste più). Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba sonerà e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità." (L) LE ECCEZIONI Nella Sua bontà, Iddio ha permesso che ci fossero alcune eccezioni al normale stato d'incoscienza dei morti, affinché la nostra fede si rafforzi, sapendo che, se alcuni patriarchi sono già nel Regno dei Cieli, in virtù della vittoria del Salvatore sulla morte (conseguenza del peccato), anche noi potremo esserci un giorno per la stessa fede. Le seguenti sono le UNICHE eccezioni di cui si parla nella Parola di Dio: - Enoc ed Elia, rapiti in cielo senza vedere la morte, rappresentano, per noi, tutti i redenti che saranno vivi quando Gesù ritornerà e saranno trasformati in un "batter d'occhio" (cfr. I Corinzi 15:51-53), passando dalla vita mortale all'eternità. - Mosè e la primizia di fedeli risorti insieme a Gesù (che ascesero con Lui al cielo) rappresentano invece tutti quei credenti che risorgeranno dalla morte, al Suo ritorno. Riferimenti biblici: Enoc rapito in cielo > Genesi 5:24/Ebrei 11:5 Elia rapito in cielo > II Re 2:1-12 Mosè seppellito direttamente da Dio in un luogo segreto e poi risorto da Gesù, dopo un litigio con Satana che vi si opponeva > Deuteronomio 34:6/Giuda 9 Mosè ed Elia compaiono con Gesù sul monte della trasfigurazione > Matteo 17:1-3 La primizia di credenti risorta e ascesa al cielo con Gesù > Matteo 27:52-53 SPIEGAZIONE DI ALCUNI TESTI 1. Luca 23:43 "E Gesù gli disse (al ladrone sulla croce): Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso." (L) In greco la frase suona letteralmente così: "In verità ti dico oggi con me tu sarai in paradiso". C'è anche da notare che in greco non c'è punteggiatura. La traduzione del Luzzi quindi non è corretta, vi si aggiunge un 'che' davanti a 'oggi', per cui il senso della frase si capovolge e sembra che Gesù salga al cielo presso il Padre già il venerdì, dopo la morte. Diverse altre traduzioni condividono lo stesso errore. Per esempio la Bibbia Edizioni Paoline riporta: "In verità ti dico: oggi, sarai con me in Paradiso." Il realtà, la frase andrebbe letta così: "Oggi in verità ti dico: tu sarai (in futuro, al mio ritorno) con me in paradiso". Come essere sicuri che quest'ultima traduzione sia quella giusta? Prima di tutto perché le SS. Scritture non cadono mai in contraddizione e, quindi, non possono insegnare il sonno incosciente dei morti da una parte e l'immortalità naturale dell'anima dall'altra. Secondariamente, perché siamo sicuri che Gesù non ha fatto eccezione: è morto il venerdì, si è riposato il sabato nella tomba nel sonno incosciente della morte, è risorto la domenica. Lo prova un passo del Vangelo di Giovanni: Giovanni 20:16-17 > "Gesù le disse: - Maria! - Ella, rivoltasi, gli disse in ebraico: - Rabbonì! - che vuol dire: Maestro! Gesù le disse: - Non mi toccare (il greco ha un'espressione che sarebbe meglio tradurre con: "Non mi trattenere" – La TILC traduce: "Lasciami"), perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all'Iddio mio e Iddio vostro." (L) Se Gesù, la domenica, essendo apparso a Maria Maddalena, afferma con chiarezza di non essere ancora salito al cielo, dal Padre Suo, com'è possibile che abbia detto il venerdì al ladrone che sarebbero stati insieme, quello stesso giorno, nel Regno di Dio? 2. Luca 16:19-31 In questa parabola o racconto allegorico, Gesù narra di un povero (Lazzaro) e di un ricco egoista che, dopo la morte vanno a finire: il primo "sul seno di Abramo" e il secondo nel soggiorno dei morti fra i tormenti del fuoco. I due luoghi sono separati da un abisso, una voragine che impedisce il passaggio, ma ci si può vedere da un luogo all'altro, tanto è vero che il ricco e Abramo si parlano. La dottrina biblica sulla stato dei morti e sulla dispensazione della vita eterna o della distruzione alla fine dei tempi ci aiuta a comprendere che quel racconto è una favola che Gesù utilizzò per illustrare vivamente un messaggio. Dove, se non in una favola, un povero pieno di ulcere sta sotto la tavola del ricco che banchetta, in attesa delle briciole, mentre i cani gli leccano le ferite? E dove, se non in una favola, il paradiso è separato dall'inferno da una voragine che non impedisce ai perduti e ai salvati di guardarsi reciprocamente? In realtà, Cristo non ha fatto che riprendere dalla religiosità popolare gli elementi essenziali di questa parabola; infatti, ritroviamo questi stessi elementi nella letteratura giudaica contemporanea di Gesù. Inoltre, dal contesto sia interno che esterno al racconto, si comprende che lo scopo di Gesù non era insegnare "lo stato dell'uomo dopo la morte", bensì il fatto che ognuno determina il suo destino eterno con le proprie scelte nella vita e che queste scelte sono, per chi lo desidera, ampiamente guidate dalla Parola di Dio fino alla salvezza. Poiché questa parabola rappresenta un notevole aggancio per chi vuole sostenere la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, ecco parte della spiegazione fornita nel libretto "Vivere per sempre" (della serie: Quaderni dei Segni dei Tempi - Ed. A.D.V.), che fornisce ulteriori elementi: «La parabola è un racconto, il più delle volte fittizio, che Gesù utilizza per fotografare nella mente dell'ascoltatore un messaggio particolare. Per molti secoli ha prevalso l'interpretazione allegorica della parabola, in cui ogni dettaglio aveva il suo significato, ma nel secolo scorso, Adolf Jülicher ha demolito questo modo di interpretare sostenendo che nella parabola c'è un pensiero centrale che va messo in risalto. "Egli sosteneva con vigore - dice Bruno Corsani - che nella parabola vera e propria un solo punto è pertinente all'insegnamento che vuol impartire o illustrare, mentre i particolari servono unicamente a dare chiarezza o vivacità al racconto, a renderlo più incisivo e credibile; perciò non vanno "interpretati" come se avessero tutti un significato metaforico, ma devono guidare l'ascoltatore a trovare il punto centrale, la situazione che si riferisce alla sua esistenza e alla sua condotta" (B. Corsani, "Introduzione al Nuovo Testamento", Vol. I, Ed. Claudiana, Torino - pag. 104). Per interpretare correttamente una parabola è necessario seguire quattro linee fondamentali: a. Comprendere il pensiero centrale senza lasciarsi offuscare dai dettagli. b. Tenere conto del contesto immediatamente prima e dopo la parabola. c. Fare concordare la spiegazione con il testo senza violentarlo. d. Evitare di stabilire un insegnamento dogmatico partendo da una parabola. Questo brano di Luca è preceduto dalla parabola del fattore infedele, con la quale Gesù mette in risalto le possibilità offerte dalla vita presente per abbandonare i propri errori. Il fattore infedele si è accorto in tempo della sua condotta indegna, della responsabilità affidatagli dal padrone e così cambia vita. 'Or i Farisei, che amavano il danaro, udivano tutte queste cose e si facean beffe di lui.' (Luca 16:14). Allora Gesù racconta la storia di un uomo ricco che vive nell'agiatezza e nello sperpero ed è incurante delle sofferenze del povero Lazzaro che viene a implorare misericordia, ma inutilmente... "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti resuscitasse" (vers. 31). Ecco l'insegnamento centrale; Gesù afferma che tutto si decide qui sulla terra: la nostra vita, la nostra condotta oggi, stabilirà se quella di domani sarà radiosa e piena di felicità oppure se cadrà nel nulla eterno, in una distruzione irrimediabile e definitiva. In questo non può aiutarci un segno particolare proveniente dal cielo... Un segno sufficientemente grande è la Parola di Dio - Mosè e i profeti - ecco il segno per eccellenza! Molti vorrebbero annullare la validità dell'Antico Testamento o della Parola di Dio... Per credere e avere fiducia in Dio non occorre un miracolo straordinario, un intervento soprannaturale - il nutrimento preferito da una massa di gente la cui fantasia è stata alimentata dal favoloso, dal meraviglioso, dallo straordinario e dall'ignoranza della Parola di Dio - ma uno studio attento e personale per interiorizzare il messaggio dell'amore. In questo brano, Gesù, è forse preoccupato della sorte degli uomini dopo la morte? Certamente no! Gesù non ha nemmeno voluto presentare un sistema di premi e di punizioni dopo la morte. La difficoltà di questa parabola è che Gesù insegna attraverso un linguaggio chiaramente ispirato a credenze popolari... Infine, non si può stabilire, basandosi su questa parabola, tutta la dottrina della retribuzione dopo la morte o dell'immortalità dell'anima, perché essa tradisce la motivazione profonda per cui Gesù la racconta. È questo un grave errore di ermeneutica, che dimostra quanto sia complesso leggere la Bibbia senza aver fatto 'tabula rasa' delle concezioni filosofiche o delle tradizioni religiose seguite da millenni, anche dalla Chiesa di Roma. Se le parabole dovessero servire per stabilire dei punti dottrinali potremmo dire che non importa la salvezza tramite il Cristo, ma è sufficiente il rientrare in sé del figlio prodigo (cfr. Luca 15:11-32); si potrebbe dire che Gesù esalta un comportamento disonesto negli affari (cfr. Luca 16:1-9) e che Dio ascolta le nostre preghiere perché "gli rompiamo la testa" (cfr. Luca 18:1-5). In questa parabola Gesù "incontra i suoi ascoltatori sul loro terreno. La dottrina dello stato cosciente dell'anima umana, tra la morte e la risurrezione, era quella di un buon numero dei suoi ascoltatori" (E. White, "Christ's Object Lessons" - pp. 263-264). Il Cristo vuole sostenere che è impossibile assicurarsi la salvezza dopo la morte... » (o.c. - pp. 99-104, a cura di G. Marrazzo) 3. I Pietro 3:18-20 "Anche Cristo è morto per voi. Egli è morto una volta per sempre, per i peccati degli uomini. Era innocente, eppure è morto per i malvagi, per riportarvi a Dio. Egli è stato ucciso nel corpo, ma lo Spirito di Dio lo ha fatto risorgere. E con la forza dello Spirito egli è andato ad annunziare la salvezza anche agli spiriti imprigionati, cioè a quelli che un tempo non ubbidivano a Dio. Mentre Noè costruiva l'arca, Dio li sopportava con pazienza; ma poi solamente otto persone, otto in tutto, entrarono nell'arca e si salvarono attraverso l'acqua. Quest'acqua era un immagine del battesimo che ora salva voi. Il battesimo non è un lavaggio del corpo, per togliere via lo sporco; è invece un'invocazione a Dio, fatta con buona coscienza. Il battesimo vi salva perché Cristo è risorto, e ora si trova in cielo, Accanto a Dio, egli regna sopra tutti gli angeli, le forze e le potenze celesti." (TILC ) «Già ai tempi di Noè, Cristo è intervenuto, per la salvezza delle anime degli uomini prigionieri del peccato, ma solo otto persone hanno risposto al Suo appello e si sono lasciate salvare. Pietro parla nella stessa lettera (1:10-11) dell'opera dello Spirito di Cristo attraverso i profeti dell'Antico Testamento. Gesù, il Creatore (Colossesi 1:16) ha guidato il Suo popolo anche all'epoca di Noè e di Mosè (I Corinzi 10:4). Gli "spiriti in carcere", al tempo di Noè, erano uomini, così come le "otto anime" salvate. Anche noi, adoperiamo a volte i termini "grande anima", "anima inquieta", "anima tribolata", e descriviamo con questi, diversi tipi e caratteri e non anime che hanno abbandonato il corpo. L'evangelo fu predicato agli uomini già prima del diluvio, ma il loro spirito non si è lasciato condurre dallo Spirito di Dio verso il bene. Dal punto di vista spirituale erano "legati". Per questa ragione vengono chiamati "spiriti in carcere". Con questa espressione, s'intende la prigione del peccato e dell'ateismo. Come Gesù, nella Sua vita terrena, ha annunciato "la libertà ai carcerati" e "ai legati la salvezza", così Noè cercò, con la predicazione, di liberare gli uomini del suo tempo dalle prigioni del peccato (Isaia 61:1-2/Luca 4:18-19). I versetti in I Pietro 3:18-19 non dicono nulla sulla condizione dell'uomo tra la morte e la resurrezione. E ancor meno, nessuno può farsi delle illusioni sperando di avere, dopo la morte, la possibilità di convertirsi e di salvarsi. I contemporanei di Noè sono ancora adesso morti. L'ora in cui tutti gli empi risusciteranno deve ancora venire. E solo allora saranno giudicati, secondo le decisioni che avevano prese in seguito alla predicazione di Noè. Noè non predicò da se stesso, ma annunziò quello che gli era stato ispirato dallo Spirito di Dio, quello stesso Spirito che, secoli più tardi, risuscitò Cristo dai morti. Questo Spirito viene anche chiamato "Spirito di Cristo" o "Spirito Santo".» (Martino Tomasi, "Morte, sepolcro... e poi?" - pag. 43) 4. Filippesi 1:21-24 "Poiché per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il continuare a vivere nella carne rechi frutto all'opera mia e quel ch'io debba preferire, non saprei dire. Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d'esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore; ma il mio rimanere nella carne è più necessario per voi." (L) «Nell'epistola ai Filippesi, l'apostolo Paolo parla ripetutamente del ritorno di Cristo nel quale avverranno la resurrezione e la trasformazione dei credenti. Prigioniero a causa della sua fede, egli sapeva di essere condannato. Ci meraviglia dunque che Paolo si chiedesse cosa fosse meglio per l'evangelo e per lui: la vita o la morte? Chi di noi riesce a immaginare cosa significasse a quei tempi un carcere romano, e quali pene l'apostolo dovesse soffrire, può capire come egli, ormai anziano, desiderasse la morte. Tuttavia la sua speranza non era posta nella morte, ma nella resurrezione al ritorno di Cristo (I Tessalonicesi 4:13-18). Che un uomo sia morto da due settimane o da mille anni, non ha importanza, perché nella tomba non esiste il senso del tempo. I morti non sanno nulla. Alla morte segue la resurrezione. Lutero ha espresso così questa verità già detta da Paolo: "Non appena i nostri occhi si chiuderanno, e noi saremo seppelliti, tosto saremo richiamati in vita. Perché mille anni saranno per noi come se avessimo dormito mezz'ora nella tomba. Durante il sonno notturno, non sentiamo il correre delle ore, nel sonno non ci rendiamo conto del tempo che passa. Ciò che avviene nel sonno, si riprodurrà alla morte; mille anni passeranno come in una notte di riposo".» (M. Tomasi, o.c. - p. 44) 5. II Corinzi 5:1-10 "... Noi infatti che siamo in questa tenda gemiamo, essendo aggravati, e perciò non desideriamo già di essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita...." (v. 4 - ND) «Il mestiere dell'apostolo Paolo consisteva nel fare tende, cosicché gli venne facile paragonare se stesso a una tenda, che a suo tempo sarebbe stata smontata. Egli però sa benissimo che questo smontaggio non significa la fine, ma che Dio gli avrebbe dato, con la resurrezione, una dimora indistruttibile. Qui, l'apostolo tocca uno dei suoi temi prediletti. Egli vive nell'attesa del ritorno di Cristo. Lo desidera con tutto il cuore e spera che avvenga presto. Sa, che al ritorno di Gesù, i fedeli ancora in vita non morranno ma saranno mutati. Se Cristo fosse ritornato al tempo di Paolo, ciò avrebbe significato che "la tenda terrena" non sarebbe stata 'smontata' (cioè che egli non avrebbe visto la morte), ma che sarebbe stata gloriosamente rivestita (ovvero la trasformazione al ritorno di Cristo: I Tessalonicesi 4:16-18/I Corinzi 15:52-53). Per Paolo, l'idea di non dover vivere più "nel vecchio tabernacolo" del suo corpo, era un pensiero meraviglioso. Che gioisse e desiderasse tanto la venuta del Signore, diventa ancora più comprensibile, se pensiamo alle privazioni, alle fatiche e alle persecuzioni che questo apostolo ha subìto per la fede. Quando una persona passa attraverso tanti dolori e necessità come lui, ne rimane inesorabilmente segnata. Per l'apostolo, queste difficoltà hanno avuto due effetti opposti: l'uomo esteriore declinava nelle forze e nella salute, mentre l'uomo interiore si fortificava nella fede. Quella fede, che è cresciuta mediante le esperienze, fino a diventare fiducia incrollabile nella potenza e nell'amore di Dio (II Corinzi 4:16).» (M. Tomasi, o.c. - p. 46)
 
ruggero1949
ruggero1949 il 20/12/10 alle 11:16 via WEB
Ho già risposto ad alcune delle tue obiezioni nel forum e ad altre risponderò più in là. Vorrei, però, dirti che tu parti da un punto di vista sbagliato, da pregiudizi sbagliati, ossia: solo una religione viene da Dio, mentre le altre vengono da Satana. Inoltre, tra le sette cristiane, solo quella Avventista è corretta, mentre le altre sbagliano. Questi pregiudizi ti portano a cercare errori e contraddizioni nei testi delle altre religioni, mentre la visione corretta è: tutti i testi sacri delle religioni vengono da Dio e, se ci sono cose apparentemente poco o nulla compatibili, bisogna cercare di capire bene ciò che è scritto e interpretarlo nel modo giusto. Questo è ciò che penso io, ma anche ciò che è scritto chiaramente in alcuni libri di Dio.
 
avventista7g
avventista7g il 13/12/10 alle 15:47 via WEB
ALLORA ... QUANDO FU CHIUSO IL CANONE (LA BIBBIA) DIO FECE SCRIVERE QUESTO.: Ap 22:18 Io dichiaro ad ognuno che ode le parole della profezia di questo libro che, se qualcuno aggiunge a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libro. POI PERCHè UN TESTO ( COME QUELLO BIBLICO ) SIA AUTENTICO DEVE AVERE QUESTA CARATTERISTICA: 2P 1:20 sapendo prima questo: che nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione. 21 Nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d'uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo. CHIARO !!! ::::BISOGNA ESSER ISPIRARTI DALLO S.SANTO IL QUALE NN SI COTRADDICE MAI .... NO DA UN "ANGELO " COME J. SMITH PER QUESTA RAGIONE I VANGELI APOCRIFI SONO DEI FALSI E QUANTO DETTO DAI MORMONI.....SONO CONTRADDITTORI ESEMPIO: 1 DIO Il Mormonismo insegna che esiste un numero infinito di dèi. Dio è l'Essere Supremo dell'universo, ma non ha sempre avuto quella posizione; anzi, Dio un tempo era un uomo: "Un tempo Dio stesso era come noi siamo oggi; ed è un uomo esaltato e siede sul trono nell'alto dei cieli!" (Robert L. Millett). Questo "Dio uomo" (che in passato le autorità mormoni ritenevano fosse Adamo) avrebbe poi ottenuto gradualmente lo stato di divinità vivendo una vita perfettamente giusta. Il Mormonismo insegna inoltre che Dio il Padre ha un corpo di carne ed ossa: "Il Padre ha un corpo di carne ed ossa, altrettanto tangibile quanto quello dell'uomo" (Dottrina e Alleanze, 130:22). La Bibbia invece dice che Dio è esistito ed esiste eternamente, è spirito, ed ha creato noi esseri umani, CHE ABITA IN UNA LUCE INACCESSIBILE E CHE NON SI PUO VEDERE.... J.SMITH, AFFERMA DI AVER VISTO IL PADRE.... 2 LA NATRA DI DIO Secondo la loro concezione politeistica e pagana di Dio, i mormoni ritengono Dio in progresso (in evoluzione) e pertanto mutabile come l'uomo. La Bibbia, e anche i Padri della chiesa, hanno ben chiara la "distinzione" tra Dio e l'uomo, contrariamente al mormonismo che insegna che Dio era in passato un uomo come noi che progressivamente si è innalzato alla divinità. Per la Bibbia, potere e libertà assoluti appartengono soltanto a Dio e non alla creatura. Il ponte gettato da Cristo tra Dio e la sua creatura, non colma completamente le differenze sostanziali. L'uomo rimane un essere creato. La Bibbia insegna che Dio è eterno, e che nulla deve ad alcun tipo di evoluzione, infatti i mormoni insegnando che Dio un tempo era un uomo, dichiarano che egli dovette entrare, ad un certo punto del tempo, nella condizione di Dio. Malachia 3:6: "Poiché io, il SIGNORE non cambio". Secondo i mormoni invece Dio è mutabile (Dottrina e Patti 132:18-20), la Bibbia afferma proprio il contrario: il Signore è immutabile, per tale motivo possiamo avere fiducia in Dio e nel suo piano di salvezza. Salmo 90:2: "Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l'universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio". I mormoni affermano che Dio è solo il Dio di questa eternità, non di altre eternità! Pertanto vi sarebbero altre eternità, dominate da altri dèi! Numeri 23:19: "Dio non è un uomo, da dover mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?". Dio appartiene ad un ordine d'essere completamente diverso da quello dell'uomo. Osea 11:9: "...perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te...". Inoltre, la Bibbia insegna che Dio è spirito, invisibile e intangibile. I mormoni affermano proprio il contrario: Dio possiede un corpo in carne ed ossa (Dottrina e Patti 130:22; Talmage, Articoli di Fede p.41). "Ad immagine del Suo proprio corpo, maschio e femmina li creò..." (Libro di Mosè, 6:9). Per i mormoni nè Dio Padre, nè il Figlio possono abitare nel cuore degli uomini a causa della loro corporeità (Dottrina e Patti 130:3; anche questa affermazione è contraddetta dal Libro di Mormon (Alma 34:36). La Bibbia afferma che Dio è il creatore degli spiriti e dei corpi, mentre Joseph Smith insegnava che "Dio non possiede assolutamente il potere di creare lo spirito dell'uomo" (Insegnamento del Profeta Joseph Smith, p. 354). 3 GESU' CRISTO Il Mormonismo insegna che Gesù è fratello di Satana, e fu generato da un rapporto carnale con Dio. Il libro mormone "Il Libro di Mosè" presenta Satana e Gesù come in lotta per accaparrarsi il privilegio di diventare il redentore, e Gesù vinse (Joseph Smith, Perla di Gran Prezzo, Libro di Mosé 4:1-4). I mormoni sostengono inoltre che Gesù non fu generato dallo Spirito Santo. Per loro, Gesù era divino "come ciascuno di noi"; ossia, la sua divinità non sarebbe diversa da quella di noi uomini. La Bibbia invece dice che Gesù Cristo è esistito eternamente come Dio, seconda persona della Trinità, e ha preso la nostra natura umana nascendo in Betlemme mediante lo Spirito Santo, affinché mediante il suo sacrificio potessimo essere salvati. 5. Il PECCATO Il Libro di Mormon afferma: "Adamo trasgredì affinchè gli uomini fossero; e gli uomini sono per poter conoscere le gioia" (2 Nephi 2:25) ed ancora: "È diventata pratica comune dell'umanità accumulare rimproveri sui progenitori della famiglia umana e raffigurarsi un supposto stato benedetto, nel quale tutti vivremmo se non ci fosse stata la caduta; mentre invece i nostri primi progenitori hanno diritto alla nostra più profonda gratitudine, per l'eredità che ci hanno lasciato e che costituisce il modo di acquistare il diritto alla gloria, alla esaltazione e alla vita eterna" (Talmage, Articoli di Fede, p. 70). Queste affermazioni tradiscono la incomprensione mormone circa la dottrina del peccato così come esposta nella Bibbia. Biblicamente il peccato non apre scenari di libertà, ma è morte e ribellione a Dio. I testi mormoni affermano: "Il peccato è qualsiasi stato, sia omissione di cose richieste sia commissione di atti proibiti, che tenda a impedire lo sviluppo dell'anima umana" (Talmage, Articoli di Fede, p.56). Per tale motivo i mormoni preferiscono il termine esaltazione a quello di salvezza. Essendo la loro meta la perfezione, ossia diventare degli dèi, il peccato è poco più di un ostacolo a tale progresso. 6 AUTORITA' La chiesa Mormone usa il "Libro di Mormon" e la Bibbia come loro fonti di autorità, con l'aggiunta delle raccolte "Dottrina e Alleanze" e "Perla di gran prezzo". Essi affermano che il Libro di Mormon è parola di Dio (Articoli di fede, 8). La Bibbia invece dice che solo la Parola di Dio è autorevole. 7 SALVEZZA Il Mormonismo afferma che Gesù vinse la morte fisica e garantì la risurrezione del corpo a tutta l'umanità, mentre la morte spirituale può essere evitata solo con l'ubbidienza ai comandamenti. Per il perdono dei peccati è necessario il battesimo fatto da un sacerdote Mormone. La Bibbia invece dice che non esiste nessun uomo che sia giusto e che non pecchi; nessuno è in grado di corrispondere allo standard di santità perfetta di Dio. Possiamo essere salvati e resi giusti davanti a Dio solo ponendo fede nel sacrificio che Gesù ha fatto per noi, non nei nostri meriti o nella nostra religiosità. Il battesimo e la santificazione sono atti di ubbidienza a Dio, e seguono la salvezza, non sono dei mezzi per ottenerla. 8 VITA FUTURA Il Mormonismo insegna che, sebbene esiste una forma di punizione temporanea per i più malvagi, vi sarà un regno che consisterà di tre livelli: "il regno celeste, il regno terrestre, e il regno teleste"; sarà possibile avanzare attraverso questi livelli. La Bibbia invece parla esclusivamente di due stati finali, ed eterni, per ciascun essere umano: VITA ETERNA nella nuova terra O DITRUZIONE ETERNA. Non afferma affatto che si possa passare da un luogo all'altro. IN QUANTO NON ESISTE NESSU INFERNO DANTESCO!!! TUTTO QUESTO E MOLTO ALTRO è UN FALSISSIMO EVANGELO!!!!!
 
avventista7g
avventista7g il 13/12/10 alle 15:46 via WEB
..IL VERO CRISTO NON HAI MAI DETTO QUESTE PAROLE.. ANCHE SE SEMBRANO QUASI UGUALI A QUELLE VERAMENTE DETTE DA LUI SULLA TERRA.... QUESTO BRANO SEMBRA DIRE UNITEVI ALLA CHIESA MORMONE ... MA LA VERA CHIESA E LE VERE FIGURE CHE LA COMPORRANNO ATTRAVERSO I SECOLI FINO AL SUO RITORNO SONO GIA STATE SCRITTE 2000 ANNI OR SONO E DATO CHE IL VERO DIO NON SI CONTRADDICE RESTANO VALIDE E VERE SOLO LE INDICAZIONI CONTENUTE NELLA BIBBIA... EFESINI 4:5 Vi è un unico Signore, un'unica fede, un unico battesimo, 6 un Dio unico e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in voi tutti. 7 Ma a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8 Per la qual cosa la Scrittura dice: «Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei doni agli uomini». 9 Or questo: «È salito» che cosa vuol dire se non che prima era pure disceso nelle parti più basse della terra? 10 Colui che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. 11 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo (CHIESA) , 13 finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo, 14 affinché non siamo più bambini, sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per la loro astuzia, mediante gli inganni dell'errore, 15 ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. NELLA CHIESA MORMONE è PRESENTE LA FIGURA DEL SACERDOTE... ABOLITA DAL VERO CRISTO..... Eb 7:11 Se dunque ci fosse stata la perfezione mediante il sacerdozio levitico (perché sotto quello fu data la legge al popolo), che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek, e non designato invece secondo l'ordine di Aaronne?.... Eb 8:4 Ora, se egli ( CRISTO) fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, ........ PER CUI QUESTO SCRITTO ENTRA IN CONTRADDIZIONE CON QUANTO GIA RIVELATO PER TANTO è UN FALSO VANGELO !!!!
 
ruggero1949
ruggero1949 il 12/10/10 alle 13:16 via WEB
Sono d'accordo con te.
 
francesconapoli_fn
francesconapoli_fn il 28/09/10 alle 20:08 via WEB
Se Dio si allontanerà per un periodo dalla terra, sarà per colpa degli uomini che lo rinnegheranno. Comunque Dio è pronto a perdonare. Ricorda ciò che disse ad Abramo (Sacra Bibbia): "Se troverò anche dieci giusti, perdonerò a tutto quel luogo".
 
pgmma
pgmma il 22/11/09 alle 08:03 via WEB
La 4° Crociata, quella che ha massacrato Costantinopoli tanto per utilizzare il tempo, preso i cavalli bronzei e le isole come anticipo sulle spese, oltre a fare man bassa delle opere d’arte per gli aspetti culturali; soffocando nel sangue quei cristiani di quella terra meravigliosa che non erano d’accordo con questa filosofia. Ma anche dei nostri galantuomini sono morti, perché almeno facciamo un pari. Cristiani che massacrano cristiani, per i soldi, a grande distanza da Gerusalemme, la meta teorica, quella della pubblicità. I baldi combattenti per la Fede erano partiti con cavalli, escort e voglia di pulizia mondiale di reprobi-pestiferi-malvagi e invece….muoiono sperando il premio ma compiendo una cattiva azione! ...dove sono andati poi ? Inferno, Paradiso , Limbo ? Per l’Eternità !? …Da che parte li mandiamo ? Per fortuna avevano inventato poco prima il Purgatorio; con quello si sistema tutto…una tabella . Da 1 a 3 gg di fuoco per una bugia piccola (tipo presidente) 2 ore per pensiero erotico su Belen 1 settimana per copula adulterina impropria con Iervolino 1 mese con fuoco, zolfo e forcone per adulterio di classe 2° con Carfagna 1 ora per furto alla Fiorani e fino a 1 mese e per mela Melinda omicidio di infedele 3 gg....
 
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