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diario di un' amante

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Post n°115 pubblicato il 26 Marzo 2010 da sadness83

Dal blog di Dolciola

Mai avrei voluto guardarlo mentre si addormentava nel nostro letto senza sapere perchè. Accettare che passino i giorni senza avere voglia di fare l’amore. Scoprire che il nostro amore è diventato quella morsa leggera che stringe senza far male, che lascia compiere tutti i movimenti, solo con più lentezza e più affanno.

Mai avrei volturo questo per me. Io voglio scenate , e porte sbattute. E fughe senza ritorno. Voglio atti unici con finali ad effetto, verità urlate in faccia. Sesso per l’ultima volta a farsi male. Voglio disperarmi perché l’amore non era finito. Ce n’era ancora da grattare sul fondo. Voglio mille volte essere lasciata, abbandonata il mio posto di un’altra. Invece una mattina l’ho visto nel letto addormentato e ho saputo che non lo amavo più. E mi è parso impossibile, perché quell’amore era la mia forma da anni, l’unica mia scelta, unico modo di ritrovarmi a sera. Capire che un amore è finito di sua consunzione è ammettere che non si  è più in un modo. Si resta attoniti come il bambino abbandonato dai genitori, si dorme molto come negli orfanotrofi. E’ la prova dell’esistenza da cui nascono molte forme di vita: sono le valigie per non tornare più, assestamenti consapevoli nella noia, amanti, amicizie nelle quali riversare le energie addormentate, cambi di lavoro, incentivi di carriera, molti figli. Ma nessuno che l’abbia capito può dimenticare che la vita l’ha toccato con uno dei suoi segni più infelici. Quel segno resta nella fronte, che si contrae spesso, nella nostalgia a guardare i ragazzi che si baciano nei parchi, nell’ostacolare l’amore ai propri figli.


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