Creato da saiens il 15/11/2011

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Didattica e Scienza

 

 

Anche l'olfatto tra i vantaggi evolutivi per l'uomo moderno

Post n°16 pubblicato il 15 Dicembre 2011 da saiens
 

Il nostro senso dell'olfatto potrebbe aver rappresentato per gli esseri umani moderni un vantaggio evolutivo sulle altre specie umane, come i neandertaliani, simile a quello del linguaggio: è questa la conclusione di uno studio apparso sulle pagine della rivista “Nature Communications”, a firma di un gruppo internazionale di ricerca tra cui Markus Bastir e Antonio Rosas del gruppo di paleoantropologia del Dipartimento di paleobiologia del Museo Nacional de Ciencias Naturales di Madrid, in Spagna, e Giorgio Manzi, del Dipartimento di biologia ambientale della Sapienza Università di Roma.

Nel corso dello studio, sono stati analizzati i crani di alcune specie di ominini tra cui Homo sapiens, Homo neanderthalensis e Homo erectus. I ricercatori hanno scoperto che alcune aree del cervello, e in particolare i lobi temporali – sede delle capacità cognitive, del linguaggio, della memoria e delle funzioni sociali – e i bulbi olfattivi sono più voluminosi in Homo sapiens che nelle altre specie umane. Rispetto a Homo neanderthalensis, per esempio, l'incremento è del 12 per cento. Ciò porta a ipotizzare che queste due aree funzionino in modo sinergico e che siano state, per l'evoluzione degli esseri umani moderni, più importanti di quanto ritenuto finora.

http://www.lescienze.it/news/2011/12/14/news/anche_l_olfatto_tra_i_vantaggi_evolutivi_per_l_uomo_moderno-736570/

 
 
 

Che ne pensate?

Post n°15 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da saiens
 

"Leggere non è solo un atto tecnico, nè solo un processo mentale; è soprattutto un progetto di costruzione del cervello" Frank Schirrmacher

 
 
 

Marte, minerale prova che c'era acqua

Post n°14 pubblicato il 11 Dicembre 2011 da saiens
 

(ANSA) - MILANO, 8 DIC - Sulla superficie di Marte sono presenti tracce di un minerale che prova in modo inequivocabile come nel passato sia stata presente acqua liquida nel sottosuolo, in condizioni potenzialmente favorevoli ad ospitare forme di vita. La scoperta, fatta dal rover della Nasa Opportunity, e' stata presentata dall'American Geophysical Union a San Francisco. Le tracce sono state identificate in una porzione del bordo del cratere Endeavour. La venatura e' lunga 40-50 centimetri e larga quanto un dito.

 
 
 

Kepler-22b, il pianeta gemello della Terra

Post n°13 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da saiens

Coloro che cercavano un pianeta gemello della Terra sono ora accontentati: la missione Kepler della NASA ha confermato l’esistenza di un pianeta, il più piccolo osservato finora, che orbita nella “zona abitabile” di una stella simile al Sole. Kepler-22b – questo il nome del pianeta extrasolare – ha un diametro pari a 2,4 volte quello terrestre e potrebbe dunque avere acqua liquida sulla superficie e condizioni adatte allo sviluppo della vita, per quanto in forme elementari.

“Si tratta di un risultato fondamentale per la ricerca di un gemello del nostro pianeta”, ha commentato entusiasticamente Douglas Hudgins, che partecipa al programma Kepler presso il quartier generale della NASA a Washington. “I risultati continuano a dimostrare l’importanza delle missioni che cercano di rispondere alle domande principali sul nostro ruolo nell’universo”.

http://www.lescienze.it/news/2011/12/06/news/esopianeti_abitabili_il_catalogo_questo-719879/

 
 
 

Il pianeta gigante scomparso

Post n°12 pubblicato il 02 Dicembre 2011 da saiens
 

In un passato remoto, molto remoto, il nostro sistema solare potrebbe aver ospitato uno o due pianeti in più rispetto a quelli che ci sono oggi.
Lo sostiene David Nesvorny, ricercatore presso il Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, cha elaborato un nuovo modello computerizzato sulle origini del sistema solare in grado di analizzare tutte le possibili interazioni gravitazionali tra corpi celesti che lo popolano. (Scopri tutte le meraviglie del sistema solare)

 

Secondo le simulazioni di Nesvorny un sistema stellare che inizia la propria vita con 4 pianeti giganti come quelli attualmente presenti nel nostro (Giove, Saturno, Nettuno, Urano), avrebbe una possibilità molto bassa, circa il 2,5%, di sviluppare delle orbite come quelle che possiamo osservare oggi.
Al contrario un modello con 5 pianeti, tra cui un "mondo perduto" delle dimensioni di Urano, ha portato, nella simulazione, allo sviluppo di un sistema solare molto simile al nostro. Secondo lo scienziato questo pianeta in più potrebbe essere stato un gigante di ghiaccio che, a causa dei progressive spostamenti dei pianeti e delle orbite, 4 miliardi di anni fa sarebbe stato scagliato nello spazio profondo da uno scontro gravitazionale con Giove. (Alla scoperta dei segreti del cosmo con la mappa interattiva di Focus.it)

E secondo lo scienziato Americano la recente scoperta di pianeti isolati che "galleggiano" nello spazio sembrerebbe essere una potenziale conferma di questa teoria.
L'idea di Nesvorny è comunque tutt'altro che confermata: prima di confermarne la validità serviranno ancora molti studi e verifiche. (Le più spettacolari foto astronomiche)

 

http://it.notizie.yahoo.com/blog/focus/il-pianeta-gigante-scomparso-082836367.html

 
 
 

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