Fate & Folletti

Post n°9 pubblicato il 30 Agosto 2008 da sakura_naruto
 

Fra i tanti bei libri di fiabe che possiedo, ne ho uno in cui vengono descritte le caratteristiche principali delle fate e dei folletti, queste creature fantastiche che tanto ci hanno fatto sognare durante l’infanzia, e che forse continuano a farci sognare nonostante l’età adulta.

Pertanto, dal momento che un po’ di sano svago e d’evasione sono necessari, riporto qui quanto si legge nel mio libro (Fiabe e leggende d’Irlanda, Demetra, 1998):
secondo la tradizione popolare irlandese le fate o “piccolo popolo” sono angeli caduti in peccato, non buoni abbastanza per essere salvati, né cattivi al punto di essere dannati.
Sono creature molto estrose, suscettibili, di cui è meglio addirittura non parlare, ma che si lasciano conquistare, e, ad esempio, proteggeranno la vostra casa dalla sfortuna se di notte avrete l’accortezza di lasciare un po’ di latte sul davanzale di una finestra.
Molti poeti e scrittori, anche di altre culture, sono stati concordi nel ritenere che dietro il mondo visibile ci siano esseri coscienti, che non sono del cielo ma della terra, e che normalmente non vediamo, tranne nei sogni, quando giochiamo e parliamo con loro. Le loro attività principali sono far festa, lottare e suonare le musiche più belle. Tra loro c’è una sola persona che fa un mestiere, il leprecano, cioè il calzolaio fatato: probabilmente i folletti ne hanno bisogno, perché a furia di ballare consumano tante scarpe.
I folletti hanno tre grandi feste: la Vigilia di Maggio, la Festa di Mezza Estate e la Viglia di Novembre. Alla Vigilia di Maggio, ogni sette anni, vanno in giro a combattere, soprattutto nei grandi spiazzi circolari racchiusi da un muro di pietre a secco, molto diffusi nel paesaggio irlandese.
Alla Vigilia di Mezza Estate, in occasione della festa di S. Giovanni (24 giugno), quando nelle campagne si accendono i fuochi, il popolo delle fate è al massimo della sua allegria ed è in questo periodo che talvolta vengono rapite le belle fanciulle mortali.
Invece, la Vigilia di Novembre i folletti sono piuttosto tristi: infatti, secondo il calendario gaelico, questa è la prima notte d’inverno ed essi danzano con gli spettri, mentre il pooka* s’aggira e le streghe lanciano i loro incantesimi.
I folletti sono sempre molto gelosi delle loro melodie e non amano sentirle sulle labbra degli umani. Alla domanda se questi angeli caduti conoscano la morte, gli irlandesi rispondono che essi sono immortali.

*Il pooka è uno spirito animale, che abita sulle montagne o tra le vecchie rovine. Si tratta di uno spirito solitario, ed è proprio questa condizione di solitudine ad averlo reso mostruoso.
Il pooka assume molte sembianze, a volte appare sotto forma di cavallo, a volte come asino o come toro o come caprone o aquila.
Il giorno sacro al pooka è il primo novembre. Secondo una leggenda, in questo giorno il pooka parla con voce umana.

 
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Il deserto

Post n°8 pubblicato il 25 Agosto 2008 da sakura_naruto

Nelle parti della Terra,
esistono dei deserti.
I deserti ostili, privi di vita e di umanità.
I deserti sono i luoghi dove non piove mai.
E' così vuoto, solitario.
Così torrido, afoso.
Di notte, si vedono le stelle,
sembrano così vicine, così grandi.
Sapete che cosa sono?
Sono le stelle erranti,
là, dove viaggiano di continuo,
facendo indicare al viaggiatore la strada giusta.
La sabbia si muove di continuo,
portata via dal vento.
Il deserto è lontano da qualsiasi luogo,
dalle caotiche città, dalle silenziose campagne.
Là, è tutto così lontano, fuori da quel mondo.
Tutto così diverso.Così lontano.
Mi piace questo posto, così lontano,
così interminabile...
Se vai su una duna, vedi l'infinito, sì,
come l'universo senza fine.
Nell'universo non esiste la meta,
la fine di questi pianeti.
E' tutto così lontano...

Fine

 
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Vita di solitudine

Post n°7 pubblicato il 25 Agosto 2008 da sakura_naruto

Io, nella mia lunga vita,
ho sofferto e sopportato la solitudine,
che mi avvolgeva delicatamente e dolorosamente,
come un velo trasparente.
Voi dovrete sapere che,
la solitudine era un essere malvagio,
crudele, che fa voler bene agli altri
inutilmente, era un essere bellissimo,
da far ammalliare le persone,
facendole soffrire; e io ho sofferto, ma
continuavo a sopportare.
La figura maligna della solitudine è d'incanto;
e io la vedevo, lei aveva uno strano suono
che attirava le persone,
anche a me...Era una cosa brutta,
così orribile che ci costringe a fuggire,
ma lei non aveva le vie di fuga, di libertà.
Solo lei poteva costruire, ma poi li distruggeva,
rimanendoci vincolati nella solitudine e nella tenebra.
La cosa più importante era proprio sopportare,
sì, sopportare le sue torture, i tuoi intrighi.
L'unica libertà era quella dell'affetto, dell'amicizia, che era
il suo vero e proprio punto debole.
Adesso che vi ho narrato, state ben attenti,
perchè sono riuscita a liberare, anche se lei mi avvolge
lo stesso, leggera e impercettibile,
come un velo trasparente...

Fine

 
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Un ragazzo che suonava la chitarra

Post n°6 pubblicato il 25 Agosto 2008 da sakura_naruto

Una sera, per le strade,
nel piccolo paese,
avevo udito una dolce e antica musica.
Mi aveva incantato, mi aveva attirato.
Io vidi un ragazzo.
Un ragazzo che suonava la chitarra.
La sua musica era stupenda,
mi aveva lacrimato il cuore.
Eppure il giorno dopo
non lo vidi più, era un ragazzo assai misterioso
e attraente, con la sua vecchia chitarra.
Me le ricordo ancor, le sue note,
la sua musica, che erano state portate
via dal vento, dal tempo.
Una musica così antica,
quasi dimenticata, lui
l'aveva fatta rivivere,
ricordare di nuovo.
Sembrava che le note passeggiassero in aria,
andando verso posti ignoti
e mari inesplorati.
Era così bravo che poteva diventare famoso,
ma era un vagabondo.
Allora mi promisi che non mi sarei mai dimenticata
di quella struggente musica.
Addio ragazzo che suonava la chitarra...

Fine

 
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Quando la luna...

Post n°5 pubblicato il 25 Agosto 2008 da sakura_naruto

Nella sua sfolgorante luce,
vedevo la sua candida
ma pallida e sbiadita atmosfera,
quella sua incantevole bellezza pura,
che irradia da tutte le parti.
Il blu che scorre di continuo,
dove si estende da sempre
l'orizzonte, l'infinito,
dove da nessuna parte non c'è meta,
il mare, vecchio e saggio quanto la Terra,
è sempre vivo e vive per sempre
e per eternità, dove niente gli fa morire.
La vera bellezza si trova tra il cielo e il mare...
Quando la luna incontra il mare, tutto
diventa sublime come il senso della vita
e dei misteri. Proprio come quando il sole tramonta,
dipingendo il cielo con dei sfolgoranti colori
morbidi e caldi, come un vivace fuoco che non
vuole spegnersi...
Forse tutto ha un senso...
Vedere quell'immagine fantastica e inimmaginabile...
Tutto ha un senso....
Il senso di vivere ancora a lungo...

Fine

 
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