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Creato da caiodentato il 28/12/2008

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Vip de che?

Post n°442 pubblicato il 15 Settembre 2017 da caiodentato
Foto di caiodentato

L'estate è ai titoli di coda ormai, e per chi non se ne fosse ancora accorto è tornato il Grande Fratello. Il solito gruppo di persone rinchiuse in una casa dove vivrà rinchiuso per mesi sotto lo sguardo indiscreto di  un esercito di telecamere. Da quello che ci hanno detto gli internati non sono comuni sconosciuti ma VIP, persone famose insomma, almeno è quello che ci vogliono far credere gli autori del programma. E si perchè in realtà salvo poche eccezioni, la fama dei reclusi non oltrepassa i confini dei loro parenti. Il motivo che li spinge a farsi rinchiudere a Cinecittà, oltre alla somma in denaro del premio finale, è la voglia di diventare famosi. Che benchè non famosi, gli ospiti della casa si conoscono tutti tra di loro, giacchè appartengono tutti a quel mondo che riempiono le pagine dei giornali delle riviste gossip, dove tutti si chiamano per nome e intrecciano relazioni sentimentali lunghe quando una notte d'estate. Inutile dire che nella casa continueranno gli stessi minuetti di amori e litigi, non avendo però questa volta il bisogno di fare appostare un paparazzo per essere fotografati, ci sono le telecamere a immortalarli.

 
 
 

Quella nostalgica campanella

Post n°441 pubblicato il 05 Settembre 2017 da caiodentato
Foto di caiodentato

Sono stato di una generazione fortunata, se ci penso bene. Quella generazione che al giorno d'oggi ha piu'  o meno 50 o 60 anni che si è goduta i Beatles quando ancora erano tutti vivi, che ha visto l'uomo calpestare la Luna, che quando mangiava la Nutella, non pensava all'olio di palma quando se la spalmava sul pane, si leccava le dita  dopo aver mangiato il formaggino Invernizzi, che poi coi punti acquistavamo la mucca Carolina, o la Susanna tutta panna. La fortuna riguarda anche la scuola, se ci ripenso i maestri e i professori sembravano presi da un vecchio film di Fellini. Ricordo i primi giorni di scuola. Per prima cosa si iniziava il 1° ottobre, e vuoi mettere che quei primi giorni  l'orario era di sole tre ore al massimo? E spesso i maestri e i professori erano tutti supplenti. Di libri da portare in classe  i primi giorni neanche a pensarci: un diario un paio di quaderni, una penna, legati con una cinta di gomma. Che si faceva in quei primi giorni? Diciamo che si continuavano le vacanze, piu' o meno era così. Mi ricordo che i primi giorni controllavo la compagna di classe di cui ero innamorato prima dell'estate, se era ancora carina. E guardavo fuori dalla finestra gran parte del tempo di quelle striminzite ore in classe, e fantasticavo su quello che c'era  lì fuori, e che di lì a poco, avrei perso per altri nove mesi. La vita, insomma.

 
 
 

Dopo le ferie si rimangia male

Post n°440 pubblicato il 28 Agosto 2017 da caiodentato
Foto di caiodentato

Ormai siamo agli sgoccioli, le ferie sono finite quasi per tutti e si torna a mangiare...male! E si, si torna a mangiare quei cibi che nei ristoranti dove siamo stati non si sognano certo di portarcele a tavola. E si, quelle piccole schifezze che ci fanno gola piu' di un'alzata di crudi di mare: il pollo freddo da due giorni buttato in frigo,la pasta fredda avanzata ieri, la bella parmigiana conservata in frigo che ha preso l'aspetto di un timballo, gli affettati acquistati chissà quando, e scatolette varie. Per non parlare poi dei piatti su cui adagiare queste prelibatezze, cioè quelli della credenza, rotondi come li hanno creati i nostri nonni, e non oblunghi, quadrati o rettangolari come impone ormai l'alta cucina, per non parlare dei bicchieri, non se ne somiglia uno!  E poi  che dire degli snack, si quelli che escono dalle macchinette  nei minuti  di pausa   dove lavoriamo di cui andiamo matti. Riprenderemo la nostra bella poltrona o divano, ci acciambelliamo alla meglio  davanti alla tv col nostro cane o gatto, con una bella bustona di patatine, pop corn, o quei buonissimi  biscotti  al cioccolato, e poi perchè no anche quella bottiglia di Coca Cola dimenticata nel frigo. E nelle lunghe sere d'inverno torneremo con la memoria  a una di quelle cene estive con vino nel cestello di  ghiaccio, o a una bella grigliata in giardino tra amici. Ma niente paura, basta affondare la mano nel sacchetto delle patatine e si dimentica tutto, e se poi nella foga di infilarle in bocca  ci si frantumano addosso, non dobbiamo preoccuparci di  pulirci ci penserà  il  nostro amico accucciato ai nostri piedi a raccogliere tutto. L'incubo della buona cucina non avrà la meglio su di noi.

 
 
 

Quegli oggetti smarriti in bianco e nero

Post n°439 pubblicato il 11 Agosto 2017 da caiodentato
Foto di caiodentato

D'estate si sa la tv non offre gran che, e nell'ozio estivo  mi imbatto sempre piu'  spesso nei vecchi film in bianco e nero. Non è che  la storia  o il racconto mi interessi tanto o che i protagonisti siano belli o famosi. Ad attrarmi in quei film degli anni 50 e 60' è spesso quel mondo che non esiste piu'. Mi basta guardare una commedia italiana in bianco e nero per  essere catturato da "altro". Per esempio dalle strade quasi vuote senza auto con abbondanza di parcheggio come nel centro di Roma, i carretti trainati da cavalli, oppure  l'apparizione di una  banconota da diecimila lire, di quelle giganti come una pagina di giornale, che si dovevano  piegare in quattro per poterle mettere nel portafoglio. Altre volte è un modo di dire come " quella ragazza moderna",al giorno d'oggi ormai senza più significato, che 50 fa alludeva ad un'adolescenza scapestrata. E gli oggetti poi? I più simpatici che ricordo benissimo, sono i fiaschi impagliati gonfi come otri, l'abbigliamento così buffo che portavamo, quelle vecchie auto, ricordo bene quando salii per la prima volta su una 600 di uno zio, mi pareva di andare sulla luna, oppure quelle tavole apparecchiate dove troneggiano piatti ricolmi di maccheroni. Gli uni e gli altri mi parlano di tempi in cui l'abbondanza era il vero sogno proibito dei nostri padri  e nonni, cullato a lungo in magrissime giovinezze. La cosa che mi manca di piu' di quei tempi è lo spazio. Ne avevamo tanto, piazze ,strade, la campagna era infinita, i fiumiciattoli erano puliti e pieni di pesci. Per non parlare dei giochi di strada,  erano migliaia, spariti tutti. Quanta nostalgia, confesso che in questo mondo attuale non mi si sento  a mio agio. Forse sto invecchiano davvero.

 
 
 

L'orso Asdrubale

Post n°438 pubblicato il 07 Agosto 2017 da caiodentato
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In questi accaldati giorni mi sono trovato a parlare di chat con alcuni amici, e parla che ti sparla alla fine ne è uscita una storia tutta di sapore fantozziano. E' una storia vera, ma ometterò sia il nome della chat e sia i nomi dei protagonisti che chiamerò con nomi di fantasia.

Lui  Asdrubale di professione agricoltore non è sposato vive tra i monti beato tra le sue bestie, per colmare la sua solitudine  la sera si diletta con la chat dove conosce Immacolata, donna pia, divorziata e senza prole,  di professione impiegata, e come tanti anche lei si fa la ciattatina nelle ore libere. Fatto sta che il destino li fa incontrare in chat. Naturalmente c'è l'invio di foto dopo qualche mese, poi entrano in simpatia, ecco che il desiderio di sentirsi si fa forte,  l'empatia c'è, non se lo negano, non sono neanche tanto distanti, solo 100 km. E dopo varie insistenze specie da parte dell'uomo decidono di vedersi. Si danno appuntamento in un Santuario della zona, visto che lui deve andare li per affari. L'Immacolata arriva prima, si sente nervosa, ma anche emozionata. Passa qualche minuto ed ecco che un furgoncino tutto scassato parcheggia dalle sue parti, ne esce un tipo grosso tutto sudaticcio, pochi capelli in testa e anche spettinato, canottiera da scaricatore di porto, con la peluria che gli usciva ovunque, sotto le braccia ne aveva tanta che sembrava avesse due nidi d'aquila. La donna lo guardò bene, poi si girò per osservare altrove. In quell'attimo gli squillò il cellulare, era  Asdrubale che la informò che era arrivato che era dietro di lei, la donna si girò e vide l'uomo del furgoncino  agitargli  la sua  grossa manona. La poveretta per poco non svenne! Si fece coraggio e gli andò incontro, da vicino l'uomo era molto piu' peloso,  si dettero il buongiorno, bacio di circostanze sulle guance,  che a lei sembrò di ricevere due schiaffi, visto che l'uomo  sudava forte anche perchè faceva molto caldo, i nidi d'aquila mandavano un puzza che non  ti dico, la mano dell'uomo strinse la sua così forte e callosa com'era che gli sembrò ci passasse sopra un tir. Facendo  buon viso e cattivo gioco la donna disse ad Asdrubale che in foto era diverso, lui le rispose che era l'unica disponibile in quel momento, ed era di qualche anno addietro. Decisero di andare a prendere un caffè, lui la invitò sul suo furgoncino e...apriti cielo! L'interno era peggio del proprietario, sporcizia e polvere ovunque, fogli di giornali sul pavimento e una gran puzza di formaggio. Immacolata non era una snob, ma entrare lì dentro le fece un pò senso, fortuna che il bar non era lontano, si sedettero parlarono del piu'  e del meno,la poveretta non vedeva l'ora di scappare, parlava e rideva a denti stretti  alle battute dell'uomo per salvare le apparenze ma dentro di sè si malediceva alla grande,  e sperava di uscirne viva. Finalmente il supplizio finì si salutarono come vecchi amici con la promessa di rivedersi presto. Quando il furgoncino ripartì la povera donna tirò un sospiro di sollievo, e girandosi verso il retro del Santuario che dava su una splendida vallata emise un urlo di liberazione come quello  che emise Fantozzi  quando colpì  con la mazza la sua mano nel  piazzare la tenda. 
 
 
 

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