Creato da: samarcanda.cd il 22/08/2013
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chi siamo


Il
Centro Diurno Samarcanda, gestito dalla cooperativa "Spazi Nuovi" opera nell'ambito dell'attività riabilitativa all'interno di un più complessivo progetto psico­terapeutico-riabilitativo. Uno degli obiettivi è quello di individuare sinergie tra le varie articolazioni dell'intervento psichiatrico  in modo da favorire il superamento dello stigma prodotto dalla malattia mentale. Le attività realizzate nel Centro sono finalizzate sia alla socializzazione quanto all'acquisizione, da parte dell'utente, delle capacità di base per un inserimento lavorativo. Il tutto in un'ampia e sistematica interazione con la rete sociale.

 

Laboratorio in rete

laboratorio un rete

Questa estate è stato avviato un laboratorio di informatica che ha come obbiettivo quello di "aprire una finestra sul mondo". Tramite questo blog, i ragazzi coinvolti nel progetto, hanno espresso il desiderio di avere un maggiore confronto e una maggiore visibiltà rispetto alle inzitaive del Centro e a quello che accade "fuori dal centro".

 

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secondo appuntamento con "versi...di Antonio Catania"

Post n°9 pubblicato il 17 Settembre 2013 da samarcanda.cd

COMIZI D’AMORE IN CITTA’

-CANZONE-

 

 

 PREGHIERA A DUE MANI

Dialoghi in versi pensieri  comizi d’amore opera omnia fiumi di pacificante memoria

Tentativi metrici assoluti ricerca di rima e struttura

Canto della terra dell’acqua del fuoco e del vento, Oceaniae. Naufragi. Relitti. Pirati. Traffici. Commerci.

Taranto barbaresca, che più non pesca. Taranto serva dell’acciaio che più nessuno vuole. Servissero

Almeno le  spade e le alabarde. Nuove crociate in nome della democrazia( cristiana? Ancora?). Cosa produrre e quanto e come e chi. Una finanziaria o un piano quinquennale?

Dovremmo occuparci del terzo millennio e di questo secolo che ci sta inculando?  Quanto durerà il capitalismo? O il comunismo cinese? O la mafia che abbiamo nel cervello…

Taranto violata dal geometra Cito e di poi genuflessa e svenata. Fiacca e sporca e che combatte mentre annaspa, mentre annega.

Risorge a tratti, sputa acqua e benzina, quando s’incendierà, quando tuonerà,  quando arriverà con la lingua a raschiare il bitume o il desco, immondizia.

Quando i conti non torneranno e qualcuno busserà a denari e a picche saremo preparati alla bisogna, avremo reimparato a guardare e a vedere a sentire ed ascoltare ed a parlare senza frastuoni, finzioni, senza padroni, senza ladri e senza boss;  guardandoci negli occhi, da pupilla a pupilla, senza mai scordare il colore sapendo quale mano stringere, quale sfiorare,quale rifiutare con calma pacifica decisione.

Taranto, fredda, gelata, odio secco e salato e poi fluido e potente ira e indignazione, ragione critica e sentimentale.

Costruire, costruire in ogni maceria, pulire ogni palmo di mare o di terra. Pronti a spegnere le ciminiere, ma pronti a ripartire da un sogno.

Da un tetto, da un  prato, da un tuffo, da una nuova canzone che queste righe vogliono preparare.

 
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