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25 giugno 2010 andreis su Ustica intervista ad Oggi

Post n°2633 pubblicato il 30 Maggio 2023 da laura561

Come lo sai Picchi che dietro la guerra elettronica c'è la strage italiana di Naldini e Nutarelli che abbattono il dc9 con due missili sparrow a guida radar e inerte? Parla Agostinis a Oggi nel 2010 , la persona a cui Nutarelli disse Fossimo stati a casa. Nutarelli si stava pentendo, andava ucciso con Naldini a Ramstein. Io non so come qualcuno che ha schermato insieme al pd808 il cielo con la guerra elettronica mentre il caccia di Grosseto faceva la strage avesse il coraggio di fingersi amico di Marcucci e della moglie Maresa insieme alla compagna che ha affossato la possibilità di Marcucci e Lorenzini di avere giustizia inducendo il giudice al dissequestro dei rottami del piper e avgas col toluene sbagliato poi distrutti. Dopo questa intervista silenzio politico militare interrotto dai nostri nemici che Priore ha smentito Ciancarella, quindi egli dovrebbe tacere. Ha bruciato la vita Ciancarella con i suoi, perchè la guerra elettronica italiana ha oscurato ai radar italiani la strage del caccia di Grosseto. Io comunque non sono disposta a tacere la verità storica, quella giudiziaria è irraggiungibile ma quella storica è derivante da questa intervista:

2) LA BATTAGLIA – Parla l’uomo che raccolse le confidenze del pilota Nutarelli
«Fossimo stati a casa quella sera! Non avremmo visto quello che purtroppo abbiamo dovuto vedere». L’arrivo di un cameriere interrompe il discorso. Al tavolino di un bar, davanti all’istituto tecnico aeronautico Malignani di Udine, sono seduti un asso delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Ivo Nutarelli che nel 1988 perderà tragicamente la vita con il collega Mario Naldini, durante una esibizione a Ramstein in Germania, e l’insegnante dell’istituto aeronautico Andrea Agostinis, destinato qualche anno dopo a diventare «famoso» suo malgrado perché coinvolto e poi prosciolto nell’inchiesta sugli attentati di Unabomber. I due si conoscono bene e si frequentano perché abitano nello stesso palazzo, perché dall’Istituto Malignani escono molti dei piloti destinati a finire nella pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori e perché il professor Agostinis porta spesso i suoi allievi alla base di Rivolto. «Era la fine di maggio del 1986», ricorda Andrea Agostinis, «Con Ivo si parlava di un incidente aereo e io commentai: “Assomiglia un po’ alla sciagura di Ustica”. Mai l’avessi detto. Nutarelli si fece scuro in volto. Si incupì e si lasciò scappare quella frase: “Fossimo stati a casa quella sera”. «Non ne afferrai appieno il significato. Capii solo dopo il disastro di Ramstein. Credo che Nutarelli in quel momento stesse per farmi rivelazioni molto importanti che non riusciva più a tenersi dentro. Era stressato, preoccupato. Ustica evidentemente lo tormentava. Ma solo quando mi interrogò Rosario Priore afferrai fino in fondo il significato di quella frase. La sera del 27 giugno 1980 Nutarelli e Naldini si alzarono in volo dalla base di Grosseto con i loro F 104. Intercettarono il Dc 9 Itavia, lo affiancarono e poi scoprirono qualcosa di molto grave perché lanciarono il segnale di allarme, ma non via radio. “Squoccarono” elettronicamente il codice di emergenza e per essere più sicuri che il loro segnale fosse stato recepito, come da manuale, fecero una manovra a triangolo che serve proprio per avvertire gli operatori radar a terra di una situazione di massima allerta. Non usarono la radio evidentemente per non farsi intercettare da altri. È la prova che Nutarelli e Naldini avevano scoperto qualcosa di veramente grave. Forse aerei non della Nato che avevano violato il nostro spazio aereo. Pare che nei giorni successivi abbiano confidato a qualche collega che c’era stato un combattimento aereo». Ma Rosario Priore da lei cosa volle sapere?
«Nutarelli morì a Ramstein due giorni prima di essere interrogato dal magistrato. Priore fece a me delle domande che avrebbe voluto fare al pilota. Perché mi chiese con insistenza se conoscevo la procedura di scarico dei missili durante una missione e al rientro alla base. Domande tecniche, dalle quali capii che quella sera Naldini e Nutarelli erano rientrati senza un solo missile. Mi sono sempre chiesto: “Li avevano lanciati tutti? Alcuni li avevano scaricati in mare per non farli ritrovare? O subito dopo l’atterraggio il comando aveva ordinato di farli sparire?”».
Professore, sta dicendo che anche Nutarelli e Naldini quella sera hanno lanciato dei missili? E contro chi?
«Non ho dubbi. L’ho capito dalle domande che mi ha fatto Priore. Anche loro hanno sparato. E sono tornati alla base con 450 chili in meno sul loro caccia. Contro chi non lo so ma è chiaro che il segnale di emergenza generale che hanno usato, lo si lancia solo quando c’è una situazione di combattimento»

 

 
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