Laura Picchi

In attesa dell’ennesima udienza, ho un ricordo che non mi lascia dormire.

La sera del 3 ottobre 2016 rimasi a dormire dai miei genitori per motivi logistici. La mattina seguente, mia madre mi svegliò con un sussurro, prese emanuele dal letto, lo avvolse in una bandiera italiana e insieme andammo a svegliare mio padre. Mia madre mise Emanuele ancora tutto patriotticamente infagottato, tra le braccia di mio padre, poi si mise sugli attenti e intonó l’inno nazionale italiano. Quella mattina non avevamo vinto nessuna partita di calcio...semplicemente quella mattina era passata in giudicato la sentenza che ha definito falso e falsificato il decreto presidenziale con cui l’aeronautica militare ha voluto sbarazzarsi di mio padre, uomo d’onore tra tanti ominicchi corrotti. Ricordo le lacrime di mia madre mentre se ne stava sugli attenti, in vestaglia e il sorriso di mio padre (ancora assonnato) sommerso da un nipote e da una bandiera, quella della repubblica Italiana, sulla quale tanti anni fa pronunció il suo giuramento.