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Messaggi di Dicembre 2019

 

dal tirreno di Pisa 20 dicembre 2019 Scieri, la procura militare indaga un terzo uomo

Post n°2094 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da laura561

Scieri, la procura militare indaga un terzo uomo

PISA. È stato notificato ieri mattina l'avviso di garanzia anche al terzo ex commilitone di Emanuele Scieri indagato dalla Procura ordinaria e ora anche da quella militare per la morte del parà siracusano trovato senza vita alla base della torre di asciugatura dei paracadute nel primo pomeriggio del 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra.Il nome di Andrea Antico, 40 anni, militare di carriera, consigliere comunale e residente nella provincia di Rimini si aggiunge a quelli di Alessandro Panella, coetaneo di Cerveteri e di Luigi Zabara, 41 anni, di Frosinone. La Procura militare li indaga per il reato di violenze a inferiore mediante omicidio in concorso. L'ipotesi del pm romano Isacco Giustiniani è che Scieri la sera del 13 agosto, lo stesso giorno in cui arrivò alla Gamerra da Scandicci, sarebbe stato punito perché trovato al cellulare. Picchiato e costretto a salire sulla torre dall'esterno arrampicandosi solo con le mani. La caduta da almeno sei metri anticipò la morte. Sulle cause del decesso e, soprattutto sui tempi, la Procura ordinaria pisana è in attesa della consulenza della professoressa Cristina Cattaneo che dovrebbe essere consegnata entro la fine di gennaio. Per i consulenti delle difese Scieri morì quasi subito per la rottura dell'osso del collo. Secondo l'accusa, al contrario, la recluta sarebbe rimasta in vita un tempo utile per essere soccorsa se i tre caporali non l'avessero abbandonata al suo destino mettendo anche un tavolo sopra il corpo. Di qui la contestazione di omicidio volontario in concorso. Su giurisdizione e competenza dell'inchiesta è in atto un braccio di ferro tra Pisa e Roma destinato a essere risolto dalla Cassazione. --P.B.

 
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dal tirreno di pisa 19 dicembre 2019 Scieri, preso dal Ris il Dna di un indagato

Post n°2093 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da laura561

Scieri, preso dal Ris il Dna di un indagato

pisa. Si è presentato ieri alle 10 nella caserma del Ris di Roma con il suo legale, l'ex caporale Luigi Zabara, il 41enne della provincia di Frosinone indagato con due ex commilitoni per omicidio sia dalla Procura di Pisa che da quella militare per la morte del parà Emanuele Scieri nell'agosto 1999 nella caserma Gamerra. L'atto tecnico è avvenuto su richiesta della Procura militare.Spiega l'avvocato Andrea Di Giuliomaria: «È stato dato inizio alle operazioni di confronto del Dna e non abbiamo ritenuto necessario nominare alcun consulente. Infatti, il materiale sul quale è stato rinvenuto il Dna da comprare è un oggetto con il quale il nostro assistito non può essere venuto in contatto, durante la leva militare, neanche in maniera accidentale». La chiusura dell'inchiesta è stata prorogata al luglio 2020 in attesa della consulenza definitiva disposta dalla Procura pisana sui resti di Scieri. --

19 dicembre 2019 sez.

 
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tirreno pisa 17 dicembre 2019 Scieri, altri sei mesi di indagini inchiesta chiusa entro luglio

Post n°2092 pubblicato il 18 Dicembre 2019 da laura561

Scieri, altri sei mesi di indagini inchiesta chiusa entro luglio

Il gip ha accolto la richiesta della Procura che annuncia di voler sentire nuovi testi Attesa per la consulenza sui resti del parà siciliano

PISA. Una proroga, l’ennesima, delle indagini fino al luglio 2020, è stata disposta dal gip su richiesta della Procura nell’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri.

Il termine di gennaio, in attesa della consegna della consulenza della professoressa Cristina Cattaneo, viene allungato all’estate estendendo alla fine il periodo delle indagini a oltre due anni dall’apertura del fascicolo. Nell’indicare l’ulteriore rinvio di 6 mesi dall’ultimo termine indicato, la Procura sostiene di dover sentire altri testimoni.


La consulenza sui resti del parà trovato morto alla Gamerra il 16 agosto 1999 è fondamentale per chiudere l’inchiesta e procedere con l’avviso di conclusione delle indagini. Secondo i consulenti della difesa - tre indagati per omicidio volontario - la caduta dalla torre di asciugatura provocò una morte istantanea del 26enne avvocato siracusano. Almeno quattro vertebre cervicali rotte, di cui una esplosa. Lesioni gravissime alla base del cranio con fratture macroscopiche nella cui area sarebbe stata repertata pure una perforazione per esplosione. Tra i compiti affidati alla professoressa Cattaneo e al suo staff c’è anche quello di ricostruire con simulazioni video la caduta di Scieri.

Una morte istantanea farebbe ipotizzare il reato come omicidio preterintenzionale, già prescritto. Un decesso arrivato dopo ore, causato dai mancati soccorsi di chi lo aveva fatto salire sulle torre e poi abbandonato dopo il volo fatale, darebbe credito alle contestazioni della Procura, sostenute dal procuratore capo Alessandro Crini e dal sostituto Sisto Restuccia di omicidio volontario in concorso. Gli indagati - anche dalla Procura militare in un’inchiesta parallela - sono Andrea Antico, Luigi Zabara e Alessandro Panella. Ex commilitoni di Scieri che, secondo la Procura militare, avrebbero punito la recluta perché era al cellulare in caserma. Costretto a salire sulla torre di asciugatura e poi abbandonato dopo la caduta. —

P.B.

 
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tirreno pisa 6 dicembre 2019 Scieri, i Ris a caccia del dna di chi lo uccise

Post n°2091 pubblicato il 13 Dicembre 2019 da laura561

Scieri, i Ris a caccia del dna di chi lo uccise

Pietro BarghigianiPISA. Una comparazione del dna degli indagati con il materiale biologico già in possesso degli inquirenti che riguarda Emanuele Scieri.Nell'inchiesta sulla morte del parà siciliano entrano in scena anche gli accertamenti di laboratorio che rimandano alla scienza forense. Una pratica che prima le serie tv americane e poi anche le sentenze italiane hanno elevato a rango di prova regina per condannare o scagionare gli imputati accusati di reati di sangue. È il caso del giallo della Gamerra, ambientato nella caserma dei parà di Pisa nell'agosto 1999, che per sua stessa natura non poteva non offrire anche questo approfondimento genetico per raggiungere una verità giudiziaria inseguita da vent'anni. E quando sulla scena di un crimine, a distanza di tempo arrivano anche i carabinieri del Ris, la suggestione della fiction lascia il campo alla concretezza delle investigazioni.Test del DnaÈ il sostituto procuratore militare di Roma Isacco Giustiniani a disporre, al momento, per uno dei tre indagati questo accertamento tecnico attraverso la comparazione del prelievo di saliva e delle impronte digitali con il materiale biologico di Scieri e le impronte già inserite nel fascicolo. L'ipotesi è quella di provare un eventuale contatto tra i due. Il primo dei tre a sottoporsi alla comparazione sarà Luigi Zabara, 41 anni, della provincia di Frosinone. L'appuntamento nei locali del Ris è fissato per il 18 dicembre. Zabara potrà nominare un consulente in questo passaggio dell'inchiesta parallela aperta dalla Procura militare che ha indagato per «violenze ad inferiore mediante omicidio in concorso» anche Alessandro Panella, 40 anni, di Cerveteri e Andrea Antico, coetaneo, di Rimini, per i quali è ipotizzabile la stessa richiesta di comparazione formalizzata all'ex commilitone. All'epoca i tre erano caporali nella scuola di addestramento della Folgore. Sono indagati per omicidio volontario in concorso anche dalla Procura pisana che entro l'anno invierà l'avviso di chiusura delle indagini. Tra le due Procure è in atto un braccio di ferro, per giurisdizione e competenza, su chi dovrà fare il processo.La punizione fataleSecondo la Procura militare Scieri dopo le 22 sarebbe stato picchiato e costretto a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute - dalla quale era poi caduto - dopo essere stato trovato al telefonino. Una punizione (battezzata come "esercizio numero 9") inflitta per aver violato una regola interna, dunque, e non un atto di nonnismo gratuito. Scieri, 26 anni, di Siracusa, il 13 agosto 1999 era arrivato alla Gamerra dopo aver passato un mese nella caserma di Scandicci. Il corpo fu trovato alle due del pomeriggio del 16. ferito e abbandonatoLa Procura militare ipotizza il seguente scenario nei decreti di perquisizione a carico degli indagati: «Aver sorpreso l'allievo paracadutista Scieri che, rientrato dalla libera uscita e in procinto di recarsi negli alloggiamenti di reparto, stava per effettuare una telefonata con l'apparato cellulare. Dapprima gli intimavano di smettere e quindi davano violenza nei confronti del predetto militare di grado inferiore colpendo e percuotendo il soldato con calci e pugni in varie parti del corpo. Costringendolo a effettuare la salite della scala per asciugamento del paracadute dalla parte esterna, con ciò accettando il rischio che egli potesse precipitare al suolo con lesioni. Evento poi in concreto verificatisi. In quanto in conseguenza della caduta il soldato riportava lesioni vertebrali gravissime e politraumatismi vari alle vertebre cervicali. Gli indagati anziché intervenire immediatamente per portare soccorso al ferito lo abbandonavano agonizzante omettendo di segnalare l'accaduto alle autorità sanitarie e ai superiori e impedendo il soccorso così determinandone la morte». --

06 dicembre 2019 sez.

 
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l'avvocato della famiglia scieri smentisce che ci siano ancora i risultati ufficiali della ctu

Post n°2090 pubblicato il 12 Dicembre 2019 da laura561

l'avvocato della famiglia scieri smentisce che ci siano ancora i risultati ufficiali della ctu. il tirreno la smetta di far passare la posizione della difesa degli imputati come le conclusioni della ctu della perito del tribunale grazie altrimenti invece di provocare dolore con scoop falsi ANDATE A FARE UN ALTRO MESTIERE.

I risultati ufficiali dell'autopsia sul corpo del parà siracusano non ci sono ancora, ma filtra una ricostruzione - che sarebbe però dei consulenti della difesa - secondo cui il giovane non si sarebbe potuto salvare. Dettaglio che cambierebbe la tipologia di reato

Scieri morto subito per il collo spezzato

Pietro Barghigiani PISA. Si chiamano fratture da scoppio. Esplosioni provocate da un urto che disintegrano o lesionano in maniera irreversibile le vertebre. Con un effetto quasi istantaneo: la morte di chi le subisce.È quello che sarebbe successo a Emanuele Scieri stando alle prime anticipazioni dell'autopsia sui resti riesumati a vent'anni dalla sepoltura nell'agosto 1999. Almeno quattro vertebre cervicali rotte, di cui una esplosa. Lesioni gravissime alla base del cranio con fratture macroscopiche nella cui area sarebbe stata repertata pure una perforazione per esplosione. Una diagnosi spiegata con un impatto devastante di testa e collo contro il suolo dopo una caduta. E con la conseguenza diretta di un decesso immediato. È un passaggio cruciale quello che è stato appreso nel corso dell'autopsia. Un punto fermo che dovrà essere confrontato con la perizia finale in fase di elaborazione da parte dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata dalla Procura nel luglio 2018 di fare luce dinamica e cause della morte del parà di Siracusa nella caserma Gamerra. Tra i compiti affidati alla professoressa Cattaneo e al suo staff c'è anche quello di ricostruire con simulazioni video la caduta di Scieri. I quesiti riguardano cause e dinamica della morte del 26enne siciliano; se ci sono stati elementi non compatibili con la caduta, nel caso in cui sia ritenuta la causa del decesso; quanto è rimasto in vita il parà. Una morte istantanea farebbe ipotizzare il reato come omicidio preterintenzionale, già prescritto. Un decesso arrivato dopo ore, causato dai mancati soccorsi di chi lo aveva fatto salire sulle torre e poi abbandonato dopo il volo fatale, darebbe credito alle contestazioni della Procura, sostenute dal procuratore capo Alessandro Crini e dal sostituto Sisto Restuccia di omicidio volontario in concorso.La mamma e il fratello di Scieri si sono affidati alla dottoressa Antonella Lazzaro.Ci sono poi i consulenti degli indagati, ex commilitoni di Scieri che negano di essere stati presenti alla Gamerra la sera del 13 agosto 1999. Andrea Antico ha nominato il professor Giuseppe Fortuni (già autore delle autopsie su Ayrton Senna e Marco Pantani, ndr); Luigi Zabara, il dottor Roberto Marruzzo; Alessandro Panella, il professor Vittorio Fineschi, già consulente di parte della famiglia Cucchi che contestò la perizia Cattaneo secondo la quale il geometra romano sarebbe morto per "sindrome da inanizione", in pratica per fame e non per le botte ricevute nella caserma dei carabinieri. Infine, il 18 dicembre Zabara sarà nella caserma del Ris di Roma per un prelievo di saliva da comparare come dna con i reperti biologici in atti. Lo ha chiesto la Procura militare nella sua inchiesta parallela secondo la quale Scieri fu punito perché trovato al cellulare. --

 
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50esimo anniversario della strage di Piazza Fontana di Laura Picchi

Post n°2089 pubblicato il 11 Dicembre 2019 da laura561

domani è l'anniversario della strage di Piazza Fontana. ho letto un mare di articoli ma nessuno che ricordi che Aldo Moro capì subito che era una strage neofascista, quello che capì dopo è che gente dello Stato, gli Usa sapevano che quella strage doveva essere il casus belli del golpe borghese e lo avallavano. Moro non doveva sapere, si sarebbe messo di mezzo.Moro comincia a morire 50 anni fa a Piazza Fontana. Lavorava nell'ombra la struttura paramilitare Gladio in collaborazione con la loggia P2 di Gelli per far tornare il fascismo al potere in Italia. Chissà che 50 anni dopo non ci siano riusciti....La solidarietà ai familiari delle vittime vera è dire tutta la verità, liberare questo Paese dagli scheletri nell'armadio in comune con gli Usa. Posso dire che oggi mi sento sola abbandonata dalle Istituzioni, dal governo e apparati italiani come allora lo era Aldo Moro, ma qualsiasi cosa accada si sappia che la sottoscritta ha fatto quello che ha fatto per amore e con amore per se stessa, per tutti e tutte quelli e quelle che credono che questo Paese disgraziato lo si possa ancora cambiare e sorga l'alba di una nuova democrazia dove trionfino tutela dei diritti di tutti e tutte, verità e giustizia ma su tutto il senso di fratellanza e sorellanza che sconfigge la violenza, il dolore e la morte. laura picchi

 

 
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Caso Scieri Ciancarella Vogliono scagionare i vertici Fonte Luccaindiretta

Post n°2088 pubblicato il 08 Dicembre 2019 da laura561

Caso Scieri Ciancarella Vogliono scagionare i vertici
Fonte Luccaindiretta

luccaindiretta.it

Morte Scieri, Ciancarella: "Vogliono scagionare i vertici" - Luccaindiretta

 

 
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tirreno di pisa 2 e 5 dicembre 2019 Caso Scieri, l'ipotesi della procura militare: fu punito perché parlava al telefonino

Post n°2087 pubblicato il 07 Dicembre 2019 da laura561

Caso Scieri, sale a tre il numero degli indagati dalla Procura militare

PISA. Una perquisizione domiciliare da parte della Procura militare nell'inchiesta parallela sul caso Scieri è stata eseguita ieri mattina nell'abitazione di Luigi Zabara, 41 anni, residente nella provincia di Frosinone, ex commilitone dell'avvocato siracusano deceduto nell'agosto 1999 nella caserma Gamerra. Dopo Alessandro Panella, 40 anni, di Cerveteri, ora il numero degli indagati sale a tre con Zabara ed Andrea Antico, 40 anni, militare di carriera della provincia di Rimini. Gli stessi indagati dalla Procura di Pisa che si appresta a chiudere le indagini per omicidio volontario in concorso.Nell'inchiesta bis della Procura militare, che ha chiesto gli atti a Pisa e in caso di rifiuto solleverà una questione di giurisdizione sul caso da dirimere alla fine in Cassazione, l'ipotesi di reato a carico dei tre già indagati dalla magistratura ordinaria è violenze ad inferiore mediante omicidio in concorso. I fatti sono gli stessi, ma ora sono due gli uffici inquirenti che procedono. Ai tre è stato chiesto un tampone salivare per una comparazione del Dna e le impronte digitali. Tutti si sono rifiutati trattandosi di elementi già in possesso della Procura pisana.Titolare del procedimento è il pubblico ministero della Procura militare Isacco Giustiniani. Gli avvocati Tiziana Mannocci e Marco Meoli difendono Panella; Andrea Di Giuliomaria e Mariateresa Schettini assistono Zabara; il legale Massimo Cerbari tutela Antico. Il procuratore capo Alessandro Crini e il sostituto Sisto Restuccia contestano ai tre indagati la volontarietà della morte di Scieri nel momento in cui, dopo la caduta dalla torre, lo avrebbero lasciato morire, coprendolo persino con un tavolo per non far scoprire subito il corpo. Un contesto di nonnismo spinto fino alle conseguenze più tragiche. E avvolto per anni in un'omertà nei ranghi della Folgore, a ogni livello, che rischiava di diventare impunità. Per false informazioni al pm e favoreggiamento è indagato anche l'ex comandante della Folgore, il generale in pensione Enrico Celentano. Le sue dichiarazioni recenti ai magistrati sarebbe state ritenute lacunose e in alcuni passaggi avrebbe mentito ai pm.Lo scenario che costituisce l'atto d'accusa contro i tre ex commilitoni di Scieri è quello in cui la sera del 13 agosto 1999 dopo aver fatto spogliare e picchiato la recluta siciliana arrivata il pomeriggio a Pisa da Scandicci l'avrebbero obbligata a salire sulla torre di asciugatura e poi fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle dita. Di qui la caduta a terra di Emanuele e la fuga dei caporali dopo aver coperto il corpo con una tavola fatta distruggere negli anni scorsi dopo le archiviazioni di Procura militare di La Spezia e ordinaria di Pisa. Secondo i periti della famiglia Scieri, il giovane morì dopo qualche ora di agonia. Il corpo fu trovata alle due del pomeriggio del 16 agosto. Un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo è l'elemento alla base dell'accusa di omicidio volontario visto che il preterintenzionale si è prescritto nell'agosto 2017. L'autopsia servirà a stabilire, nei limiti che anche la scienza forense può avere, se il decesso di Emanuele sia stato immediato o se i mancati soccorsi abbiano condannato a morte il parà siciliano. Nell'ordinanza di arresto per Panella il gip aveva scritto: «L'ipotesi di omicidio volontario appare corroborata dal supplemento peritale nel quale il dottor Maremmani, rianimatore, precisa che Scieri ebbe sicuramente una permanenza in vita compatibile con la possibilità di un efficiente soccorso in grado di scongiurare il decesso». Per i consulenti degli indagati la morte sarebbe stata istantanea per la rottura dell'osso del collo. --Pietro Barghigiani BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

 

 

 

 

Una punizione, sfuggita di mano a tre caporali, determinò la morte di Emanuele Scieri, il paracadutista di leva della Folgore, 26 anni di Siracusa, deceduto il 13 agosto 1999 nella caserma "Gamerra" di Pisa. È l'ipotesi sulla quale lavora la procura militare di Roma che nei giorni scorsi ha perquisito il domicilio di uno dei tre ex sottufficiali, oggi quarantenne, accusati di omicidio in concorso dalla procura di Pisa e ora pure di "violenze a inferiore mediante omicidio in concorso" secondo il codice penale militare.

Il giovane sarebbe infatti stato sanzionato dai tre caporali perché sorpreso a usare il cellulare all'interno della caserma, una condotta che invece era considerata vietata. La nuova ricostruzione è stata appresa dall'avvocato Andrea Di Giuliomaria, che difende Luigi Zabara, 40 anni di Frosinone (indagato con Alessandro Panella di Cerveteri e Andrea Antico di Rimini, anche loro 40enni) raggiunto da un decreto di perquisizione che riporta il capo d'imputazione per cui la procura militare procede.


Emanuele Scieri il 13 agosto 1999 era appena arrivato a Pisa dopo il periodo di Car (l'addestramento) fatto a Firenze e in serata sarebbe stato visto dai tre sottufficiali al cellulare, il cui utilizzo allora era vietato in caserma. Per questo, si anticipa nella nuova ricostruzione, i graduati lo punirono ordinandogli di scalare solo con la forza delle braccia una torretta di asciugatura dei paracadute, in un'area dismessa della caserma dove nessuno avrebbe potuto vederli e dove poi fu trovato il suo corpo privo di vita il 16 agosto. È durante quell'esercizio, denominato "numero 9", che il giovane siciliano perse l'equilibrio precipitando da un'altezza considerevole e senza che nessuno dei tre indagati si preoccupasse di soccorrerlo. Anzi, Scieri fu lasciato a terra semi incosciente e con il passare delle ore è morto senza ricevere i soccorsi che avrebbero potuto salvarlo.

"Sul piano dell'ipotesi che Scieri sia stato trovato al cellulare - ha commentato l'avvocato Andrea Di Giuliomaria - non è mai emerso alcunché dagli atti che abbiamo potuto vedere. E ancora meno su questo 'esercizio 9'. Non trovo alcun elemento, quindi, a conforto delle due nuove circostanze indicate dalla procura militare. Tuttavia, per noi, che proceda la procura militare o quella ordinaria, è indifferente, come indifferente ai fatti resta la posizione del nostro assistito". La perquisizione effettuata dagli investigatori inviati dalla procura militare, secondo quanto sostenuto dall'avvocato, ha dato esito negativo e l'indagato continua a ribadire al sua innocenza. Ha, comunque, prestato il consenso a farsi prelevare un campione di Dna.

 
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