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introduzione caso sandro marcucci

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Messaggi di Gennaio 2024

 

27 gennaio 2024: lascio parlare Liliana Segre

Post n°2718 pubblicato il 27 Gennaio 2024 da laura561

E' il motivo questo scritto per cui quando mi si chiede di schierarmi con gli ebrei o gli arabi palestinesi io sto per la vita di entrambi i popoli e contro il governo israeliano, contro Hamas che portano morte continua per strage di massa. A tutte le donne uomini e bimbi di qualsiasi nazione che non tornano piu' a casa, le parole di Liliana Segre. Laura Picchi

“Ad Auschwitz superai la selezione per tre volte. Quando ci chiamavano sapevamo che era per decidere se eravamo ancora utili e potevamo andare avanti, o se eravamo vecchi pezzi irrecuperabili. Da buttare. Era un momento terribile. Bastava un cenno ed eri salvo, un altro ti condannava. Dovevamo metterci in fila, nude, passare davanti a due SS e a un medico nazista. Ci aprivano la bocca, ci esaminavano in ogni angolo del corpo per vedere se potevamo ancora lavorare. Chi era troppo stanca o troppo magra, o ferita, veniva eliminata. Bastavano pochi secondi agli aguzzini per capire se era meglio farci morire o farci vivere. Io vedevo le altre, orrendi scheletri impauriti, e sapevo di essere come loro. Gli ufficiali e i medici erano sempre eleganti, impeccabili e tirati a lucido, in pace con la loro coscienza. Era sufficiente un cenno del capo degli aguzzini, che voleva dire “avanti”, ed eri salva. Io pensavo solo a questo quando ero lì, a quel cenno. Ero felice quando arrivava, perché avevo tredici anni, poi quattordici. Volevo vivere. Ricordo la prima selezione. Dopo avermi analizzata il medico notò una cicatrice. «Forse mi manderà a morte per questa…» pensai e mi venne il panico. Lui mi chiese di dove fossi e io con un filo di voce ma, cercando di restare calma, risposi che ero italiana. Trattenevo il respiro. Dopo aver riso, insieme agli altri, del medico italiano che mi aveva fatto quella orrenda cicatrice, il dottore nazista mi fece cenno di andare avanti. Significava che avevo passato la selezione! Ero viva, viva, viva! Ero così felice di poter tornare nel campo che tutto mi sembrava più facile. Poi vidi Janine. Era una ragazza francese, erano mesi che lavoravamo una accanto all’altra nella fabbrica di munizioni. Janine era addetta alla macchina che tagliava l’acciaio. Qualche giorno prima quella maledetta macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita. Lei andò davanti agli aguzzini, nuda, cercando di nascondere la sua mutilazione. Ma quelli le videro subito le dita ferite e presero il suo numero tatuato sul corpo nudo. Voleva dire che la mandavano a morire. Janine non sarebbe tornata nel campo. Janine non era un’estranea per me, la vedevo tutti i giorni, avevamo scambiato qualche frase, ci sorridevamo per salutarci. Eppure non le dissi niente. Non mi voltai quando la portarono via. Non le dissi addio. Avevo paura di uscire dall’invisibilità nella quale mi nascondevo, feci finta di niente e ricominciai a mettere una gamba dietro l’altra e camminare, pur di vivere. Racconto sempre la storia di Janine. È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci. Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità.”
Liliana Segre

 

 
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stralcio udienza 16 05 01 processo contro tascio melillo ferri bartolucci: parla laura meli compagna ivo nutarelli

Post n°2717 pubblicato il 20 Gennaio 2024 da laura561

Laura Meli, compagna di Nutarelli, ha sempre sostenuto che il Nutarelli in una cena di Pratica di Mare rivolto a Naldini con durezza disse riferito al dc9: Non è stata una bomba, non mi piacciono i tuoi scherzi, tutti sanno l'hanna abbattuto il dc9. A processo parla di nuovo la Meli e riferisce di un  episodio diverso. Lei comincia la relazione con Nutarelli nel 1977, si trova a Firenze quindi a casa di Naldini o amici comuni, Nutarelli in riferimento al dc9 disse insieme al Naldini: "lo butto giu'". laura picchi

laura meli tanto è vero che questa faccenda
Firenze, di... del: “Lo butto giù” di Naldini e
Nutarelli, a Purgatori non gliel’ho detto, perché
in quel momento non mi ero ancora preparata ad
andare dal Dottor Priore, capito?

(...) no,
non è stato molto chiaro Purgatori, ha detto che comunque
la responsabilità era dell’Aeronautica e che
c’era... che c’era un casino, per usare un
termine suo, che c’era un combattimento aereo, che c’erano gli elementi, le prove, era uscita
già questa storia della Saratoga, del radar, però
se ne sentiva già parlare, forse ne parlava anche
la televisione già.

 

 
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A Silvio Lorenzini

Post n°2713 pubblicato il 04 Gennaio 2024 da laura561

Oggi è il tuo compleanno, è sempre un giorno particolarmente difficile ma bisogna che io sopravviva a tutto quello che so. Buon compleanno Silvio, VIVI. laura picchi

 
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