Ricevo questo articolo da un amico, giornalista, scrittore e docente universitario..
"Vorrei sottolineare tre aspetti del dramma della giovane siciliana
Lorena di Niscemi. Il primo: la ragazza avrebbe detto, secondo quanto
riferito, che era incinta di uno dei tre ragazzini che poi la fecero
fuori. Non sappiamo se ciò fosse vero. Esami autoptici ce lo
riveleranno, ma credo sarebbe corretto che ciò, al pari di tante altre
cose, rimanesse riservato agli atti giudiziari. Non sappiamo se la
frase è vera, ma certamente siamo indotti a pensare che a 14 anni una
ragazzina possa già avere avuto dei rapporti sessuali. E come mai
l’età del primo rapporto con l’altro sesso si è così drasticamente
abbassata com’è confermato da vari istituti di sondaggio? Una delle
cause è anche quella del troppo sesso in tv, on line e negli altri
strumenti di comunicazione. Il messaggio, il modello comportamentale
trasmesso è quello del sesso libero. Accanto a ciò vi è il concetto
del “tutto e subito”. Ma ciò contrasta terribilmente contro la
Convenzione Onu dei diritti del fanciullo, che l’Italia ha ratificato
da anni. Quel testo parla di crescita equilibrata e armoniosa dei
ragazzi, un concetto che sottintende a una crescita progressiva e
naturale, non all’immediatezza. Insomma non vuole che i giovani si
buttino via.
Secondo aspetto: i tre giovani killer, dopo essersi scambiati degli
sms del tipo “Lorena ci sta creando problemi con le nostre ragazze,
bisogna eliminarla” sono passati dalle parole, o meglio dai brevi
messaggi di testo dei telefonini che adulti hanno messo nelle loro
mani ai fatti. E come l’hanno fatto? Ispirandosi alle scene di un
film. Ce n’è abbastanza per ‘incazzarsi’ come iene contro tv, case
cinematografiche, internet. Chi ha la mia età, ovvero ha superato i 40
anni, ricorderà certamente i vecchi western che ci inducevano a
giocare a cow boy e indiani. Scene che vedevamo in tv comprendendo
molto chiaramente la finzione proposta non solo perché, talvolta,
certe sparatorie giungevano addirittura a far ridere, ma anche per i
contenuti. Oggi non è così, le scene sono sempre più cruente, forti,
scientificamente perfette nel loro, ma oggi i contenuti dei media sono
divenuti anche un’agenzia educativa, troppo spesso, però, in realtà,
diseducativa e fuorviante.
Terzo e ultimo aspetto: uno dei tre ragazzi al termine della
confessione ha chiesto al pm se poteva andare a casa. Ma ci rendiamo
conto della mancanza di consapevolezza? Qui la differenza tra finzione
e realtà non c’è proprio per niente.
Tranquilli. A breve di Niscemi, della tragedia della famiglia di
Lorena e di quelle dei giovani assassini non sentiremo quasi parlare
più se non per ripetere una certa cronaca spettacolare a fini di
audience al pari di Cogne (della signora Franzoni si fanno vedere
sempre le lacrime), Novi Ligure (di Erika si parla se gioca a volley e
di che maglietta indossa, ma non di un suo possibile recupero) e di
altri tragici fatti accaduti.
Credo, invece, che tutti dovremmo sforzarci di comprendere che cosa
possiamo fare per prevenire questi fatti e quando dico tutti mi
riferisco alle famiglie, alla scuola, alle istituzioni, agli operatori
della comunicazione. C’è la necessità di dare vita a un nuovo progetto
educativo basato sui valori per i nostri giovani e per noi stessi. Ma
occorre farlo subito.
Daniele Damele
http://danieledamele.blogspot.com/"
Scrivi sempre delle cose che mi lasciano a pensare. A volte penso per
giorni a quello che leggo sul tuo blog.
Perchè da mamma single quale sono non mi trovo sempre daccordo con
quello che scrivi. Io credo che la cosa principale sia la mancanza della
presenza dei genitori o degli educatori nella vita di alcuni ragazzi. I
tre ragazzi non hanno ucciso Lorena perchè avevano il cellulare, ma
perchè chi glielo ha dato non è stato capace di esserci. E' sbagliato
dare a dei ragazzini dei mezzi come il cellulare solo perchè cosi non si
lamentano. Anche Dejan e Pamela hanno il telefonino, ma lo usano per
quello che serve. Avvisare se qualcosa non va. Chiamare a casa da scuola
(perchè dal telefono della scuola il numero del cellulare non si può
fare ed io non ho il telefono fisso). E a me danno la sicurezza che se
devo comuinicare qualcosa di urgente a loro posso farlo. Pamela che ha
solo 9 anni, ancora da compiere, da talemente tanta importanza al suo
cellulare che per la maggior parte delle volte lo lascia a casa nel
comodino e sno io correrle dietro per far si che non se lo dimentichi.
Credo che la colpa di tutto quello che sta succedendo sia da cercare
nella totale mancanza di valori che colpisce gli adulti. Se i nostri
ragazzi non hanno valori, è perchè noi non siamo in gradi di
trasmettergleli. Ho sempre visto i bambini come fogli bianchi su cui si
può scrivere e dove puoi leggere quello che è stato scritto, se noi non
sappiamo scrivere e loro provano a scrivere da soli non possiamo dare
colpe a loro. Il programma educativo serve a noi prima che a loro. Solo
cosi poi possiamo aiutare loro.
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il 25/02/2010 alle 08:17
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