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« Lettera aperta alla GringaMa forse siamo solo noi ... »

Considerazioni sullo stato civile a un corso di aggiornamento.

Post n°346 pubblicato il 18 Maggio 2014 da Santajusta_Cultura
 

Perché, credevate che noi delle minoranze fossimo tutti belli, eleganti, intelligenti e libertari? Poveri illusi! E non starò neanche ad indignarmi, come il Nonno, che giorni fa, al tè con Teresita, il suo grande amore di sempre, si è visto infliggere uno show televisivo con, tra gli ospiti, "un traditore delle nostre radici!" (Parole sue: e consta che per lui basta un dito nel naso per diventare indegno della nazionalità francese): Dirk Champagne.

"Ma nonno, non è così" (Gli anni passano, ma mi sembra sempre di vivere in una canzone di Franca Rame) "Si chiama Chul Champagne".

Occhiata di affermazione di sé. Traduzione: non sono Rin[CENSURA]ito. E te lo dimostro disintegrandoti con lo sguardo, altro che quel fesso di Ming, che pretendeva di incenerire Flash Gordon con l'anello. Se ho detto Dirk Champagne è perché così l'hanno introdotto.

Beh, già Chul faceva venire le bolle, e non è uno squallido gioco di parole: un gradino al disotto del falso alternativo. L'On the road per chi non è mai neanche sfiorato dall'idea che, oltre al métro-boulot-dodo che costituisce la sua vita, ci sia qualcos'altro; per chi a ventinove anni e trecentosessantaquattro giorni deve completare la tessera a bollini della vita borghese contemporanea (lavoro-famiglia-compagnia di amici) e suscita in Sanjuán la domanda estrema: "E nei sessant'anni a venire, cosa faranno?". Cantautore, cioè, dai luoghi comuni imbarazzanti quanto contestatari o presunti tali. Va anche detto che il livello di guardia si è pericolosamente abbassato: mia madre sostiene che anche Tristán, settantenne ugola d'oro amica della curia e dell'ordine costituito, esegua canzoni di protesta.

Enfin, bon. Io e il socio afferriamo la fida tablette, imprescindibile in questi giorni di Festival (ho rimesso la Palma d'Oro al bavero della giacca) e ticchettiamo il nome nell'apposita finestrella del motore di ricerca più famoso del mondo. Che, come si sa, o come si crede di sapere, dà al pubblico quello che chiede.

Durante un corso di aggiornamento, OK. Ma sapete chi siamo costretti ad ascoltare? La collega Rucola, che anziché ragguagliarci, come prometteva la locandina, sul nuovo regime processuale dell'irreperibilità, continua a ripetere "Io, io, io...". Non credo abbia mai fatto altro, in vita sua.

Va be', torniamo a noi: apprendiamo comunque qualcosa, e cioè che Dirk è il nipote di Chul, assai somigliante, del resto, e già da qualche anno (si salvi chi può) sulle orme dello zio. E molto di più. Sulla colonnina a destra, quella delle ricerche correlate, lampeggia la scritta "Dirk Champagne è sposato".

La prima cosa che ci viene è "E chi se ne frega!". Sorvolando sul fatto che la colonnina non riporta neanche il titolo di un brano per il quale il nipote in questione sarebbe celebre e sollecitato sui motori di ricerca.

Capita. persino Sanjuán, piuttosto noto quando era atleta professionista, ma mai prodigo di post e notizie, nella stessa colonnina vantava un "Ernesto Sanjuán moglie". E ci ha sempre infastidito questa curiosità morbosa. Passi ancora per attori e cantanti, ma per filosofi e giocatori di rugby (ritirati da anni), secondo te, che gusto c'è?

Nel caso di Dirk, c'è addirittura il monito. E' sposato. E perché? Forse si ritrova una moglie gelosa che teme le coatte? Come la capisco! Anch'io vedo coatte dappertutto, di questi tempi, con buona pace dell'acidità che ne consegue e che tento di arginare scomodando tutto l'Albo dei Guru della Provincia. Chissà che, fuori dalla porta della villetta fuori porta del cantantuncolo, non ci sia una folla di groupies in attesa di essere prese in considerazione da costui. E dunque, la signora non esita a pubblicare ripetuti interventi nei quali invita le rivali, vere o presunte, a rassegnarsi. E' arrivata prima lei.

Mais non. Se devo credere alle regole dei motori di ricerca, quella colonnina si riferisce alle domande più frequenti. Dunque, tutti (gli interessati) chiedono ragguagli sulla vita privata, nessuno canzoni. Siamo arrivati dunque al punto che, di un personaggio, più che le prodezze nel settore di appartenenza interessano le prodezze amorose? Domanda retorica e risposta ancor più scontata: siamo messi bene!

Ma c'è ancora una terza possibilità. Che lui, lo Champagne minore, sia convinto di essere pieno di ammiratrici che vogliono sposarlo? Ipotesi non peregrina, vecchio luogo comune dell'arcipelago, "lo de siempre", dice, sommessa, Beatriz: tutte le donne puntano al matrimonio, e dunque anche le sue ammiratrici. Ammesso che ce ne siano e che non si accontentino di comprare un 45 giri (oggi mi sento molto vinile). Non so perché, ma mi viene da pensare a Woody Allen che immaginava di resistere, spingendo la porta di casa sua, all'irruzione delle pretendenti. E' inutile, non capirò mai.

Nel frattempo, Sanjuán si è addormentato; e la Rucola, dalla cattedra, sta aspettando da dieci secondi che qualcuno la applauda. Sgancio una gomitata al socio e mi produco in un battimani tanto fragoroso quanto fasullo (la verità, solo a chi la devo), onde tornare quanto prima alle cose serie: il Festival.

©2014 Pavia Malandra

 

 
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