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« È Primaveraaaaa...Houellebecq nelle Azzorre. »

All'ombra del vecchio grullo in primavera.

Post n°476 pubblicato il 07 Aprile 2019 da Santajusta_Cultura

Álvaro li chiamava "giornaletti zozzi" e, dall'alto dei suoi tredici anni, credeva di saperne parecchio: erano quegli opuscoli di carta stampata la cui vista, raramente lettura, mi turbava più che eccitarmi, prova, se necessario, che sono il puro prodotto di una certa bigotta cultura... e sai che novità.
Anni dopo, ne avevo una ventina ed ero un "jeune homme sous influence", successe qualcosa che, forse, oggi, sarebbe definito molestia: la donna, più vecchia di me, che pretendeva di "riportarmi sulla retta via", me ne impose una lettura in tête à tête. Ottenne, come unico effetto, una leggera nausea e la sensazione, a quei tempi frequente, di essermi ridotto in schiavitù; oltre a una regressione alle fasi dell'infanzia che mi permette di concludere, con Cyrulnik, che tutti i peggiori crimini contro l'umanità sono stati commessi in nome del bene. Ed anche fattacci più modesti.
Sempre a quell'epoca, più che imbarazzarmi, mi lasciava perplesso l'abbandono, da parte di chissà chi, di un esemplare di siffatte graphic novel, aperto ad arte sulla pagina più significativa (per il mittente), in uno o più water closet della facoltà di diritto dell'università di Namnetes, le cui aule, e non solo i W.C., ho avuto il privilegio di frequentare. Patetico tentativo di affermare una virilità da sagra del würstel su una signorina a caso, immaginandola arrossire mentre entrava in quel neanche tanto igienico servizio. Come dire che Namnetes è sempre Namnetes, ma qualche maniaco lo si incontra anche colà.
(Per i forestieri: dicesi "sagra del würstel" quella sorta di aggregato di tristi e verdognoli siri che, fondendosi nella nebbia e terrorizzati da qualsiasi tipo di gentil sesso, vedansi le facce ridanciano-isteriche o marmoreo-naziskin, nelle sere di mezza stagione sono usi sciamare al bar).
Chissà se li stampano ancora, quegli albi che davano ad Álvaro tredicenne, e di questo dobbiamo essere grati, un'illusione di maturità. O sono stati travolti, come tante altre pubblicazioni, dal web e relative piattaforme, tipo "YouPadumf"? Si saranno ridotti, i redattori, a fare marchette (ma cos'hai capito, Catherine?) del tipo "Apertura del bagno turco "Orchidea": trasgressione in città", come pure capita, per altri esercizi commerciali, su riviste e giornali "perbene" (e senza neanche il riquadro "Informazione pubblicitaria")?
Ne è passato, di tempo. Tanto che, da ventenne ingenuo, mi ritrovo vecchio grullo, condizione nella quale, entro certi limiti, campo decentemente. Succede ancora, tuttavia, che incappi in qualche reperto collocato ad arte con lo stesso spirito col quale il maniaco di Namnetes faceva quel che faceva.
Da alcuni giorni mi tocca andare in federazione; ed un addetto (di quelli verdolini, appunto), socio e sedicente amico della dirigenza, sparge sul mio cammino, ossia nella sala riunioni e zone limitrofe, gadgets e vario merchandising del Rayo Serrano: quella squadra di quarta divisione che io e mio zio, l'anno scorso, volevamo rilevare; e ci hanno preso a legnate.
Un certo rossore mi ha colorito anche stavolta, indegno certo di un cinquantacinquenne come me. Ma come ci si comporta, diobono, con un sessantenne che ha ancora bisogno di questo per non sentirsi impotente? Rispondendo, come mio nonno, "Sono quelli che ne parlano di meno, quelli che ne mangiano di più"?
Mah. Non perdiamo altro tempo. Il vecchio grullo va a dormire, che domani si lavora.
©2019 Idem Sentire

 

 
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