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Geoffroy, tre genitori e Celedoni in crisi.
Post n°61 pubblicato il 11 Luglio 2009 da Santajusta_Cultura
Entre dos tierras estoy y no dejo aire que respirar... insomma, una vera schifezza. C'è anche chi mi dice che mi prendo sul serio quando c'è da ridere e viceversa. In particolare Rogelio; credo mi stia spingendo a scrivere dei soggetti per telefilm. E' un nostro vecchio progetto, rifare quelli degli anni '70 (periodo storico nel quale abbiamo deciso di vivere fino alla fine dei nostri giorni). Siamo d'accordo: scrivere, per me, è una droga (ma ancora di più leggere) e le crisi di astinenza sono devastanti. Ma non lo sopporta più nessuno, in casa, quando attacca un ben preciso ritornello: “Io non volevo che ti mettessi a fare l'avvocato, ma insomma...”. Avere tre padri, massimo quattro, significa triplicare il rischio di predica e di regresso all'infanzia. E' rimasto l'unico, nell'arcipelago, a considerare dannosa la mia iscrizione all'"album". E c'è sempre qualcuno che lo rispedisce a Namnetes per me. Va be': i mestieri sono due, il tizio uno, e fatalmente un'attività predomina a scapito dell'altra, meno sul piano del tempo che su quello dell'immaginazione. Sono frustrato. E, come se ciò non bastasse, Celedoni è in eclissi permanente: c'è qualcosa che non va, in quel di San Bartolo; c'è qualcuno che fa il buttadentro, come il Grassi, ma che non è il Grassi, e non fa il suo dovere, o così credo io: quando uno qualsiasi dei miei amici soffre, mi trasformo nell'incredibile Hulk con i denti di Dracula e salto addosso al responsabile (provocando incidenti, diplomatici o meno, a non finire). Figuriamoci quando si tratta della persona con la quale ho messo su fazenda (quando ci annoiamo, e oggi ci annoiamo, chiamiamo la casa così). Non so dove sbattere la testa: nulla dipende da me meno delle sorti dell'impresa edile di Celedoni; e mi piacerebbe essere almeno come PH, il più celebre dei miei padri, quello biologico, che è infallibile nell'incoraggiare le persone, le rimette a nuovo. Io non riesco a fare altro che stargli vicino, portarmelo dappertutto, a cominciare dalle aule giudiziarie. Spero che basti. Spero che riesca, come dice lui, a inventarsi qualcosa. Altrimenti, riunisco l'unità di crisi: li a convoco tutti e tre, anche Pinedo, che è il terzo e che non vedo da qualche settimana. Lui si che sa prendere la gente per la collottola e riportarla in carreggiata. Ci sediamo intorno al tavolo della cucina ed esaminiamo il problema. E se neanche questo dovesse sortire LA SOLUZIONE, sono pronto a una dichiarazione da midinette: Victor Raúl, se nessuno ti vuole ti voglio io. Butta tutto dalla finestra, meno le azioni dell'Alianza e lavora con me. Ai sacrifici sei abituato da sei anni e, quanto ai soldi, siamo comunque molto al di sopra della media mondiale... Ma quando la smetterò? Ragazzi, tutti fuori, lasciateci la casa libera per un paio di giorni, io e Celedoni dobbiamo parlare. © 2009 Pavia Malandra
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