Creato da pellegrino19 il 11/05/2006
Il diario di viaggio del pellegrinaggio a Santiago
 

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a dimenticavo sono angela
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E' passato un po di tempo ragazzi da quando siamo...
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il 27/02/2007 alle 15:05
 
 

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Anonimo il 11/09/06 alle 13:14 via WEB
Ciao a tutti, sono il Generale. Dopo la lunga serie di episodi allegri e spiritosi vorrei chiudere i miei commenti con quelcosina di più serio. Se no, accidenti, pare che non abbiamo fatto il cammino di Santiago ma quello del Carlos Primero! Ringrazio ancora tutti per quanto di bello e grande ho ricevuto da ciascuno.... Ora media e Renzo ci propone di chiudere il pellegrinaggio in modo insolito: arrivati al monte Gozo, che domina Santiago, laverà i piedi a tutti noi, come Gesù con gli Apostoli. Chi fra noi vorrà potrà fare lo stesso con uno o due compagni di viaggio. Il cristiano è per gli altri, dona sé stesso, serve. Lo abbiamo sentito dire tante volte, ma compiere un atto del genere è qualcosa di diverso. Non è una formalità, nessuno di noi ne ha bisogno, né dobbiamo mostrarci a qualcuno, ma è un atto concreto, reale, simbolico certo, ma i simboli sono importanti se rappresentano qualcosa in cui si crede. Durante il cammino verso il monte Gozo rifletto su questo e mi ripeto continuamente la frase di S. Paolo: "se ci amiamo gli uni gli altri Dio rimane in noi e l'amore di Lui è perfetto in noi". Forse non ho mai ben compreso che è proprio questo essere cristiani. Ho sempre cercato e amato la solitudine, la meditazione, la preghiera, la conoscenza e lo studio della parola, ma non sono queste le cose più importanti. Quando tocca a me lavare e baciare i piedi di due compagni sento un'emozione, un brivido. Chissà, forse è un buon segno.
 
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Anonimo il 07/09/06 alle 13:33 via WEB
Il ritorno... Alle 16.00 prendiamo l'autobus per Santiago. Il viaggio è più lungo dell'andata, si passa per molti paeselli. Battute, risate, sonno. Ma accade un evento: il falco del Gargano, da vero rapace, adocchia una preda. Una ragazza bionda, carina, sola. Le si siede accanto e comincia il volteggio del predatore. Partono i commenti e le battute, seguite da riprese video e foto quando si nota che l'artiglio prensile di Nicola ha ghermito le carni della povera preda, addormentata sulla sua spalla.
 
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Anonimo il 07/09/06 alle 13:27 via WEB
L'Oceano... Poco prima delle 13.00 siamo al faro di Cabo di Finisterrae, dopo aver attraversato una stupenda costa, ricca di insenature dove montagne alberate si gettano bruscamente nel mare. Si vedono i resti di molti boschi incendiati. L'oceano è bellissimo, gli scontri di correnti creano nell'acqua scie bianche e qualche spruzzo, come geyser, si vede al largo. Però, mi sarebbe piaciuto vederlo in tempesta! Sai che spettacolo! Foto! Abbarbicati sugli scogli, a ridosso delle croci, intorno all'ultimo cippo, che indica il km 0.00. Scendiamo in paese, 3-4 km lungo una strada che si apre su panorami stupendi e spiaggette inaccessibili dall'acqua cristallina. Una macchina in vena di scherzi ci inchioda accanto e riparte sgommando; il buon Cocò, un po' meno buono, mi dice: "Ma che se fanno 'ste cose? 'Sti scemi! Ma magari se fermava! C'ho pure er cortello!"
 
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Anonimo il 07/09/06 alle 09:31 via WEB
Buongiorno a tutti!! Ritornata alla realtà quotidiana e a tutti i suoi problemi (ragazzi oggi devo andare a scegliere la scuola dove insegnare ma sembra che siano rimaste solo in provincia...aiuto!!!) non dimentico tuttavia la splendida esperienza vissuta con tutti voi nei lidi ispanici. E' per questo che voglio condividere su questo blog (a proposito è carino ma dite qualcosa a mario alias pelegrino 19 che continua a spacciarsi per un venticinquenne!!!!!!)alcune riflessioni che mi ero appuntata lungo il cammino... Riflettevo sulle motivazioni che mi avevano alla fine convinto a partire e mi accorgevo che a volte ero stata sfiorata da due tentazioni: mettermi alla prova fisicamente o sentirmi forse migliore degli altri che non ereno partiti...In entrambi i casi stavo sciupando qualcosa che mi era stato offerto come un dono gratuito...in entrambi i casi non capivo qualcosa... Mentre camminavo mi accorgevo che forse la motivazione più profonda e anche meno spiegabile era legata ad una ricerca di senso, ad una chiarezza spirituale che spesso mi manca! In pochi giorni nel cammino c'è la possibilità di sperimentare quello che nella vita di tutti i giorni viene letto forse in maniera più frettolosa e più confusa: ansie, paure, gioie, emozioni... Nel cammino ti accorgi come si cammina sempre con Qualcuno: non solo fisicamente e materialmente, anche nei momenti di silenzio ci si rende conto di come non si è soli. E veramente accanto hai tutti coloro che ami e anche coloro che magari hai lasciato a tanti km di distanza... Il cammino poi non è un dono esclusivo....il Signore lo porge a ciascuno di noi, e non importa se uno lo faccia fisicamente o meno: è bello vedere come a ciascuno il signore parli in modo diverso ma sorprendente. Ragazzi che dire? Vi voglio un mondo di bene ognuno di voi mi ha dato una carica in più per ripartire e la lista dei ringraziamenti sarebbe lunghissima! Auguro a tutti una felice ripresa delle attività quotidiane con la conspevolezza che ognuno è legato agli altri in Cristo, nella preghiera. Baci Elena
 
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Anonimo il 06/09/06 alle 13:40 via WEB
In marcia verso S. Miguel. Sono con Elena, parliamo di lavoro, dei suoi allievi, del '400, degli scherzi del Brunelleschi. Arriviamo ad un bar. No! Come si chiama? Bar Lino. Accidenti, qui ci voleva una bella foto con i Cocò da mettere sul giornalino della nostra parrocchia!...Arriviamo all'albergue. I proprietari sono un po' particolari, sembrano scontrosi ma si riveleranno gentilissimi. Cocò ribattezza lui come Ligabue con 20 anni di più... sono quasi le 21.00 è l'ora santa per eccellenza. Purtroppo Peppe non sta bene, assaggia appena qualcosa, rimane con noi ma ha una brutta cera. Il resto della truppa prosegue nell'ormai consueto baccanale, scandito puntualmente dai brindisi di Alessia. Dopo cena l'attenzione si sposta sul povero Peppe (certo, durante la cena poteva anche morire!!!). Sento Angela salire in cattedra e sparare una raffica di nomi di medicine. Mi viene in mente la storia di Nonno Bassotto che fa diventare ipocondriaco Zio Paperone: 10 gocce di Golasan, 2 pasticche di Tossiben, un flacone di Stomachil. Mah, io resto fedele alla filosofia del mitico Zagor: non c'è niente che non si curi con un po' di riposo. Vabbè, è ora del Rosario, ma prima... eh eh eh il vecchio Ligabue ha l'aria di chi la sa lunga, vuoi che non abbia il Carlos primero? No, non ce l'ha, ma siamo nel suo campo e non si lascia sorprendere; tira fuori tre bottiglie di diversi liquori, fatti da suo cognato, dice. Li assaggiamo tutti, anzi di una specie di grappa alle erbe facciamo il bis. Ci guardiamo io e Simone: è il caso di andare al Rosario, peraltro già iniziato? No, non si può. Così per tutto il tempo della preghiera ce ne stiamo al bancone, come vecchi ubriaconi, con Ligabue che ci guarda compiaciuto mentre sistema bottiglie e bicchieri. E pensare che Renzo mi aveva assegnato il 5° mistero per darmi il tempo necessario! Se non fossimo vecchi amici mi caccerebbe con un "oide oide spirito ubriacone". Bè, al solito i bicchierini della staffa fanno da ottimo sonnifero.
 
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Anonimo il 05/09/06 alle 17:47 via WEB
Melide. Io e Peppe siamo gli ultimi. Arriviamo verso le 17.00, doccia e S. Messa alle 18.15. Molti, e anch'io, arrivano tardi. Renzo ha l'aria contrariata. Il povero Cocò si è scottato il collo e compra un foulard blu con tante mucchine disegnate. Caro amico mio! L'uomo dei contrasti! Stasera cena particolare: pulperia, locale tipico dove si mangia il polpo alla gallega: Sembra di essere alle fraschette di Frascati, come dice Luca. Tavoloni e panche e all'ingresso anziane signore che cuociono e tagliano i polpi davanti ai clienti. Due tavoli per noi e si scatena la romanità: il vino corre a fiumi, Alessia si esibisce più volte nel brindisi spagnolo "arriba, abaco, al cientro y dentro". Gli spagnoli ci guardano, ridono, qualcuno brinda con noi. Ogni tanto un suono stridulo e penetrante sovrasta il rumore della sala: è Nicola, il falco del Gargano, che reagisce così al vino tinto della casa. Sentiremo più volte, nei giorni a seguire, questo richiamo primordiale! Il duca conte nonché principe e marchese, sua altezza reale Luca I della dinastia degli Addiucci, abituato ai cervi delle sue riserve di caccia, non mangia pesce. Ordina affettati, che arrivano in abbondanza e che il conte, da vero democratico, divide con la plebe. Degne di nota delle salsiccette color rosso Ferrari per il peperoncino. Per fortuna c'è il vino tinto! Si degenera, partono i canti, la gente si alza. Udite udite, gli spagnoli ci cazziano. Bè, siamo alla fine, usciamo, giri vari, si rientra in albergo e... tentiamo ancora: "Perdona, tienes Carlos Primero?" Miracolo! C'è! Meraviglia! Ci sediamo nella hall e gustiamo l'ambrosia spagnola nel classico bicchiere da brandy. Non ricordo quale indegno sacrilego commette l'empietà di lasciarlo, ma il generale si sacrifica pur di salvare l'onore della truppa! Ora sì che si può dormire sereni.
 
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Anonimo il 05/09/06 alle 17:18 via WEB
Ciao amici pellegrini, un abbraccio a tutti da Marco "Cocò" Cola. Ripensando alla tappa con arrivo a Portomarin mi vengono in mente le prime fatiche vere del pellegrinaggio, i primi dolori, i denti stretti per arrivare in fondo; MA anche la gioia nel ritrovarsi insieme a sera e la bellezza della partecipazione corale attenta e sentita alla S. Messa, anche se celebrata non in una bella chiesa o cattedrale ma nella nostra camerata, allestita per l'occasione in pochi minuti con semplicità. Ricordi da brividi. Passo e chiudo. Alla prossima .
 
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Anonimo il 05/09/06 alle 13:31 via WEB
Ahh, la doccia! Tutti a fare la fila. Noi maschietti siamo in una grande camerata che in breve tempo viene addobbata da panni stesi, che sconfinano nel terrazzo adiacente; cazziatone della proprietaria. H 20.00 S. Messa, poi il miraggio si avvera: la cena! Chi rilancia con il "caldo gallego" rimane deluso. Io vado su affettati e bistecca. Il vino tinto è immancabile. Al termine, i pellegrini-guerrieri più ardimentosi continuano la tradizione della queimada di Savonarola, chiedendo al bar la pozione magica capace di renderci più forti di Asterix: il Carlos Primero! Da vera primadonna si fa desiderare; non c'è e dobbiamo ripiegare sul meno blasonato Carlos Tercero... Al rientro dobbiamo accoppiare i letti per starci in tre: Gigi fa casino, come al solito, Peppe collassa, anche lui come al solito. In breve i terribili demoni della notte riprendono i loro ululati, ma nessuno li ascolta.
 
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Anonimo il 04/09/06 alle 18:02 via WEB
Dopo Savonarola ci avviamo verso la nostra suite a 5 stelle. Rosario. L'atmosfera è stupenda, cielo stellato, aria fresca, silenzio. Silenzio??? Ecco che Cocò affronta la 13a fatica di Ercole: gonfiare il materassino. Il tempo del Rosario è a malapena sufficiente. Mi sdraio avvolto nel sacco a pelo e con indosso tutto quello che ho e sento soltanto per pochi minuti il concerto di ruggiti bestiali intorno a me.
 
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Anonimo il 04/09/06 alle 17:56 via WEB
Giro per O Cebreiro. Vediamo due giovani che tengono due meravigliosi esemplari di gufo e falco: Tutti a vedere. Il falco emette il suo verso, stuzzicato dal falconiere e Don Elio, con sguardo contrariato dice: "Che stronzo! Ma come si dice stronzo in spagnolo? Hai capito il prete animalista!
 
 
 

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