Filosofia&Esistenza

La filosofia è l'esser coscienti d'essere, d'esserci; è il continuo progettarsi per essere ciò che si è il più autenticamente possibile, scegliendosi sempre nella propria libertà, facendosi liberi, senza attendere di diventarlo.

 

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ADOZIONI GAY, PACS E DOGMATISMO : PARLIAMONE INSIEME.

Post n°63 pubblicato il 03 Marzo 2007 da brokenheart74dgl

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Mi rendo sempre più conto della necessità di una conoscenza filosofico-politica richiesta per una appartenenza che non si riveli meramente dogmatica ad una posizione ideologica. Mi capita spesso di sentire persone "di sinistra" che mai hanno sentito parlare di Marx, così come pseudomarxisti che non conoscono Hegel. E' possibile, mi chiedo, comprendere il comunismo nella sua interezza umanitaria e teoretica senza conoscere i presupposti che ne stanno alla base? Senza queste conoscenze si aderisce ad una posizione, così come si aderisce ai comandamenti di una religione o ai suoi dogmi. Non voglio qui tirare in ballo la critica sartriana delle "Questioni di metodo" all'ortodossia marxista, che pare dimenticare l'uomo storico in vece di un insieme di leggi predeterminate, a una sorta di chiliasmo che certo, in questi termini, resta facilmente soggetto alle critiche di utopisticità del comunismo. Quanti militanti di sinistra conoscono il "materialismo storico" o l'engelsiano "materialismo dialettico"? E quanti sanno distinguere la sua progettualità originariamente umanitaria avente come fine il famoso "regno della libertà" marxiano, la differenza fra socialismo utopico e socialismo scientifico o la matrice originariamente comunitaria da quell'attuazione storica che, invece erroneamente, tende ad identificare Comunismo e Stalinismo?
Il termine comunismo - per non parlare di quello di Rivoluzione -  è oggigiorno strumentalmente utilizzato come mezzo di terrore, come spauracchio da parte del sistema dominante per mantenere la sua egemonia sulle masse, distorgendone il significato in termini operativi piuttosto che delineandolo, marcusianamente parlando, in modo concettualmente cognitivo. Molti aderiscono alla sinistra nella sua forma sfalsata, in una sorta di "scolastica" dogmatica e ideologicizzata che mette da parte ogni critica autonoma sul reale o sulla attuazione dei principi che essa ingloba a priori e propone nella società istituzionalizzata. In parole semplici: molti accettano tout cour alcune proposte in quanto ritengono che debbano esser giuste perchè sono di sinistra e non che perchè ritenute giuste, tramite un vaglio critico, possano entrare a far parte di un progetto progressista. Così si ritorna alla divinizzazione della Ragione hegeliana che proprio Marx aveva voluto superare, capovolgendone l'impronta idealistica in istanza storico-materialista. Insomma, in tale prospettiva se qualcosa è progressista è di sinistra e deve esssere accettato perchè è giusto; ed è giusto perchè è di sinistra. Inorridisco e rimango sgomento d'innanzi a queste manifestazioni, perchè appaiono più come tifi calcistici che come appartenenze politiche, più come teologizzazioni politiche che come ideali fondatamente sotenuti.
 
Un pratico esempio è quello dei PACS, nei confronti dei quali sono favorevole, ma che mi lasciano in dubbio per quanto concerne una loro futuribile espansione, ovvero quella della concessione del diritto alle coppie "omosessuali" di poter adottare e crescere un bimbo neonato. Non posso accettare tale progetto solo perchè "sono di sinistra", in quanto la mia ragione e la mia volontà originaria, che si pone come fine sempre e solo l'instaurazione del maggior livello di giustizia, uguaglianza e libertà possibile per tutti, non può esismersi dalla critica - nel senso di analisi razionale - di questa prospettiva.
Credo che il dialogo sulle possibili conseguenze di un tale progetto debba essere intrapreso al di là di ogni appartenenza o schieramento, analizzando le ripercussioni che una tale "concessione" potrebbe avere sul diritto di libera scelta del neonato, sulla sua libertà sessuale - nella quale formazione una sorta di imprinting è indiscutibilmente influente - e sui possibili effetti psicologici.
Non sono ne a favore nè, tantomeno, contro la possibilità di una tale "concessione", ma solamente in dubbio, in situazione di problematicità. La questione rimane per me problematica e da elaborare cercando, il più oggettivamente possibile, di definire le conseguenze di una tale scelta in senso positivo o negativo.

Per questo è necessario abbandonare ogni dogmatismo ideologico e considerare solo l'impegno nel poter trovare la soluzione più equa, più ragionevole e meno lesiva per la crescita di un futuro individuo. La critica razionale di ogni proposta dunque, prima di tutto, da parte di ogni singolo individuo e indipendentemente dal suo"credo" politico, per non trasformare il comunismo che proprio contro l'alienazione religiosa si scontra, in una nuova religione.
Il dialogo e la discussione critica fra esseri coscienti e razionali sempre in primo piano e per questo chiedo a voi la vostra opinione, per poter fare chiarezza tutti insieme su un tale aspetto fondamentale della nostra società, nel tentativo di non ledere la libertà nè dell'essere della sessualità che ciascuno ha il diritto di esistere liberamente, nè, d'altro canto la futura esistenza di un nuovo individuo:

Che ne pensate voi in proposito? Vi ritenete a favore o contro una possibile legge o un progetto in questo senso, ovvero concedente il diritto a coppie "omosessuali" di crescere un bambino, sottolineo neonato, e di adottarlo fin dalla sua infanzia? E se si o no, perchè ?

Spero vogliate aiutarmi a fare luce su questo mio desiderio di chiarezza, invitando il maggior numero di persone a dare la loro opinione motivata.

Grazie di cuore Broken

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Commenti al Post:
agentealcairo
agentealcairo il 03/03/07 alle 08:50 via WEB
credo che ormai non si possa più ignorare, il fenomeno delle famiglie omogenitoriali in Italia,nè rimandare azioni legislative indirizzate alla tutela . Coppie di lesbiche, gay o bisessuali che decidono di avere figli, di crescerli ed educarli, sonoormai molte. A dispetto dei pregiudizi della società e delle opinioni contrastanti..
 
agentealcairo
agentealcairo il 03/03/07 alle 09:00 via WEB
Per integrare quanto ho detto nel precedente commento, dò l aparola a Tommaso Giocondo Dip. Giustizia Minorile – Uff. di Servizio Sociale per minorenni di Brescia : per essere genitori in grado di garantire ad un figlio un ambiente nel quale siano presenti fattori idonei a consentire l'instaurarsi di relazioni personali positive sotto il profilo della affettività, della capacità di ascolto ma anche del controllo e della identificazione (da non confondere con l'identità) non si deve essere per forza "eterosessuali". La tendenza sessuale è sicuramente una dimensione importante per ogni individuo ma non ha nulla a che fare con le capacità "genitoriali" di coloro che, a vario titolo, a seguito di matrimoni o convivenze, da soli o da divorziati, in modo naturale o con l'adozione, diventano genitori. Questa considerazione sollecita non solo gli esperti di studi psico-sociali e quelli del diritto familiare ma anche la classe politica e la società civile in generale, a riflettere sul tema della omogenitorialità accantonando i pregiudizi di tipo ideologico, religioso o culturale. Questa è la fonte, per approfondimenti e maggiori informazioni:http://www.famigliearcobaleno.org/convegno2006/FA_conv_prog25.html
 
 
brokenheart74dgl
brokenheart74dgl il 03/03/07 alle 15:17 via WEB
Ti ringrazio vivamente per il tuo contributo alla mia/nostra voglia di approfondimento e di reale conoscenza. Ho letto sul link da te segnalatomi l'interessante scorcio del Dott. Giocondo sul tema. Sono d'accordo con lui quando pone l'accanto sul momento dell'identificazione dell'infante nella sua formazione. Egli stesso d'altro canto ammette che vi sono ancora pochi studi approfonditi sul tema. Da un punto di vista prettamente umano e istintivo io sarei in accordo con una soluzione in senso positivo della questione, ma porrei l'accento proprio su un approfondimento concreto degli studi. Infatti, leggendo la recensione del libro - nello stesso sito - "Ho due mamme" si evidenzia il lungo periodo di analisi al quale la protagonista è andata incontro per via di avere due mamme, tenendo conto del fatto attenuante che in quel caso, bene o male, un padre comunque, anche se per un breve periodo c'era stato. Essendo una questione di fondamentale rivoluzione, ma soprattutto di importanza focale nella vita-crescita-identità di un futuro individuo, credo apunto siano necessari ulteriori approfondimenti, lasciando al bando ogni pregiudizio sociale e ideologico che comunque aborro. Grazie mille Cris, il dibattito è aperto ...
 
lauretta85LI
lauretta85LI il 03/03/07 alle 12:03 via WEB
Ci sono stati genitori etero che hanno ucciso i loro figli, hanno maltratato i loro figli, hanno venduto i loro figli.. Come si può dire che la famiglia "etero" è perfetta? Io penso che se una famiglia "omo" è in grado di dare affetto a bambini abbandonati, emarginati, perchè no?..Conta l'amore dei genitori, non il loro sesso! lauea
 
 
brokenheart74dgl
brokenheart74dgl il 03/03/07 alle 15:50 via WEB
Ciao Laura, Hai ragione, ma io non voglio sostenere assolutamente che due genitori "omo" siano migliori o peggiori di una famiglia etero, come non sostengo in alcun modo la "perfezione" di quest'ultima nei confronti della prima. Inoltre, non credo si possa paragonare, ad es, il caso di un genitore che maltratta un figlio con il diritto di adozione omogenitoriale. Infatti sarebbe come dire che essere omosessuali è sullo stesso livello dell'essere un genitore che usa violenza su un minore. Ma se essere un genitore violento è un reato sia legalmente che coscienziosamente, l'essere omosessuale non lo è, ma è solo un modo di vivere la propria sessualità in modo legittimo. Se fossi convinto che l'omosessualità fosse "sbagliata" non si porrebbe in me la questione. Invece, al contrario, è proprio il mio appoggio alla libertà sessuale a far sorgere in me tale conflitto. Se, come dice il nostro comune amico Arthur (Schopenhauer) ne Il mondo come volontà e rappresentazione, " ... l'uomo fosse una pura testa d'angelo alata", ovvero se fosse separato dalla sua corporeità, certo l'amore di una coppia etero o omo verso un infante non sarebbe distinguibile. Il problema è che ogni uomo è anche corporeità e la sessualità, così come la formazione comportamentale dei un individuo è fortemente, io credo , influenzata nei primi anni di vita dal nucleo familiare in cui vive e dagli atteggiamenti che egli, ancor prima di aver coscienza di sè e capacità di giudizio, tende ad imitare e che poi lasceranno un segno indelebile nella sua vita. In un mondo ideale l'affetto dei genitori e il loro amore sarebbe egualmente paragonabile sia esso stesso etero o no, ma nel concreto, troppi pochi studi ci sono per garantire o per avallare una decisione di questo genere. Si tratt qui, di garantire al neonato la sua possibilità di scelta e di formazione sessuale, così come la sua stabilità psicoemotiva che non è scontata. Lo ripeto, il nodo problematico concerne l'adozione o l'affidamento di un bambino "NEONATO" nel quale la formazione ha ancora da compiersi e non di un bambino già più grande, per es. derivante da condizioni di maltrattamento, o in situazioni di disfunzionalità: in questi casi è chiaro che l'adozione potrebbe essere un fatto assai positivo. Il dibattito rimane aperto ...
 
   
lauretta85LI
lauretta85LI il 04/03/07 alle 20:46 via WEB
Siamo tutti persone..tutti uguali di fronte alla legge..quindi, dobbiamo avere i soliti diritti e doveri! e' sbagliato la discriminazione delle persone per chi amano e chi no..buona serata. laura
 
agentealcairo
agentealcairo il 03/03/07 alle 23:14 via WEB
C'è però l'esperienza, (anche se mi riservo di portare testimonianza di altri studi in proposito) di bambini allevati (per cause di forza maggiore, e.g.separazioni, morte di uno dei genitori) da famiglie composte da una mamma e una nonna o viceversa da un padre e dal nonno..ci sono bambini cresciuti in famiglie dove oltre alla mamma e alla nonna c'erano una marea di sorelle e di figure femminili (vedi la famiglia del grande Fruttero) che non hanno subito nessun danno emotivo; come è stato dimostrato (cfr. sitologia indicata dalla sottoscritta e altri studi) è ininfluente la tendenza sessuale delle figure genitoriali, purchè siano presenti con intelligenza e amore..Ci sono tante famiglie etero, purtroppo, nelle quali regna la violenza, la supremazia di uno dei genitori, ci sono bambini che hanno conosciuto l'incesto, hanno subito le perversioni sesuali dei loro normali genitori etero, quando si discuterà e si penserà a loro, povere vere dimostrate vittime di famiglie nelle quali regna un reale disagio? La famiglia etero del Mulino Bianco non esiste, con quella e simili immagini ci vogliono contrabbandare una realtà fittizia, mille miglia lontana dalla quotidianità..delle famiglie omo e etero di ogni dove, ciao , Cris
 
fragolarossa1960
fragolarossa1960 il 04/03/07 alle 20:45 via WEB
Io sono daccordo...l'amore è di chi lo da, sia uomo che donna...non esiste un padre o una madre, almeno per la mia esperienza, io sono figlia di genitori separati, la figura paterna in casa mia non è mai esistita, eppure grazie a mia mamma sono cresciuta insieme a due fratelli, con dei valori ben saldi, una buona educazione basata soprattutto sul rispetto, mi sono guadagnata tutto quello che ho grazie al mio lavoro, e mia figlia è nella mia stessa situazione...sono separata e quando suo padre era in casa...bè...era solo un sopramobile...naaaaaa...che siano due donne, o due uomini ad educare un bimbo non fa differenza...ben vengano! buona serata broken
 
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