Filosofia&EsistenzaLa filosofia è l'esser coscienti d'essere, d'esserci; è il continuo progettarsi per essere ciò che si è il più autenticamente possibile, scegliendosi sempre nella propria libertà, facendosi liberi, senza attendere di diventarlo. |
PRECISAZIONI DELL'AUTORE
Questo blog non ambisce a nessuna Hit, non pretende di rientrare in alcuna classifica.
La crudità di alcune immagini qui esposte non si pone scopi drammaturgici, nè di effetto scenico, tantomeno velleità di moralismo ipocrita perbenista o buonista. Esse sono immagini di un reale che oggi è tale, ma che il sistema tace o colora con il sedativo del benessere apparente e dell'accondiscendimento accomodante, quando non della manipolazione informativa. L'esposizione di tali immagini non è gradevole nemmeno per l'autore del blog stesso, il cui scopo unico non è quello di suscitare un commiserevole senso di colpa nei destinatari, quantopiù di far prendere loro coscienza della situazione di fatto e delle responsabilità di ogni essere umano nei confronti di questa situazione stessa, tragica e disumana. L'unica unità di misura del successo di questo blog è quella del raggiungimento di una presa di coscienza critica di giudizio autonomo da parte del maggor numero di persone possibili, rammentando che la libertà di un essere umano finisce dove inizia quella di un suo simile e che, per quanto ognuno di noi inventi scuse con se stesso, ricadendo nella rete a maglie strette della malafede per limitare le proprie resposabilità, comuque lo si voglia o no, parafrasando Sartre:"Siamo condannati ad essere liberi".
M.P. (brokenheart74dgl)
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Ritengo molto interessante ed attuale l'analisi svolta da T. Negri, nel suo libro "Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione", sull'evoluzione dello sviluppo del modello di produzione capitalistico e, in particolar modo, la focalizzazione sul processo che sta alla base del passaggio dal modello Imperialistico, caratterizzato da un modello di società di tipo disciplinare, a quello Imperiale, nel quale a prevalere è, invece, una società dai medesimi contenuti e fini della precedente (il dominio), ma formalmente diversa, ovvero la società del controllo. Scrive Negri:
"La società disciplinare è quel tipo si società in cui il dominio si costituisce attraverso una fitta rete di dispositivi o apparati che producono e regolano gli usi, i costumi e le pratiche produttive. La messa in funzione di questa società e la produzione dell'obbedienza ai suoi comandi e ai suoi meccanismi di inclusione/esclusione sono compiti che vengono assolti da una serie di istituzioni disciplinari (la prigione, la fabbrica, il manicomio, l'ospedale, la scuola, l'università e così via) che strutturano il terreno sociale e fanno valere delle logiche adeguate alla 'ragione' della disciplina [...] - esso - domina strutturando parametri e limiti del pensiero e
della pratica, sanzionando e prescrivendo i comportamenti normali e/o quelli devianti. [...] La società del controllo (che si sviluppa agli estremi limiti della modernità e inaugura la postmodernità),al contrario, è un
tipo di società in cui i meccanismi di comando divengono sempre più 'democratici', sempre più immanenti al sociale, e vengono distribuiti attraverso i cervelli e i corpi degli individui. I comportamenti che producono integrazione ed esclusione sociale vengono quindi sempre più interiorizzati dai soggetti stessi. In questa società, il potere si esercita con le macchine che colonizzano direttamente i cervelli (nei sistemi della comunicazione, nelle reti informatiche ecc.) e i corpi ( nei sistemi del Welfare, nel monitoraggio delle attività ecc.), verso uno stato sempre più grave di alienazione dal senso della vita e dal desiderio di creatività."
In questo contesto, inoltre, sia dal punto di vista prettamente speculativo che da quello più concreto dell'analisi politica, assai chiarificante è l'esposizione del concetto di biopolitica (già introdotto da Foucault) e quello, conseguente, di biopotere, definito come "una forma di potere che regola il sociale dall'interno, inseguendolo, interpretandolo, assorbendolo e riarticolandolo".
Inoltre, come scrive ancora a tal proposito il fondatore di PotOp:
"Il potere può imporre un comando effettivo sull'intera vita della popolazione solo nel momento in cui diviene una funzione vitale e integrale che ogni individuo comprende in sè e riattiva volontariamente".
Insomma, prosegue Negri e con ciò concludo io:
"La fonte della normativa imperiale è una nuova macchina, una nuova macchina economico-industriale e comunicativa; in altri termini una macchina globalizzata biopolitica".
M.P.
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