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diario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti

 

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« VIA CRUCISJOSEPH »

Lasciami, non trattenermi

Post n°57 pubblicato il 20 Aprile 2009 da scardanelli
 

Propongo quella che si ritiene essere l'ultima poesia di Mario Luzi:

 

Lasciami, non trattenermi

nella tua memoria

era scritto nel testamento

ed era un golfo

di beatitudine nel nulla

                  o un paradiso

di luce e vita aperta

senza croce di esistenza

che sorgeva dalle carte

ammuffite nello scrigno.

E lei ne fu offesa,

e nascevano, ne sentì prima rimorso

e poi letizia, impensate latitudini

nelle profondità del desiderio,

ecco, la trascinava

una celestiale oltremisura

fuori dalla ministoria, oh grazia.

Si scioglievano

l’uno dall’altro i due

e ogni altro compresente,

si perdevano sì,

                           però si ritrovavano

perduti nell’infinito della perdita –

era quello il sogno umano

della pura assolutezza.

                        Mario Luzi

 

Come detto, quasi certamente questa è l’ultima poesia di Mario Luzi. La morte è arrivata qualche giorno dopo. Ed è sorprendente che il primo verso, dal quale il curatore ha preso il titolo del volume, riproduca le parole pronunciate da Gesù a Maria Maddalena, la prima persona alla quale è apparso – secondo il Vangelo di Giovanni – dopo essere resuscitato. Lì, davanti all’ingresso del sepolcro da cui era uscito, alla donna che lo scambia per il giardiniere, Gesù si rivolge chiamandola per nome: “Maria”, e lei così lo riconosce. Lui le dice: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio” (cfr.: Gv, 20, 17).  Ecco, Luzi scrive: “non trattenermi”. A chi si rivolge? Forse a sé stesso, a quella parte di sé che vorrebbe ancora legarlo alla terra, alle cose umane, finite. Forse Luzi in quegli ultimi giorni di febbraio si è reso conto che la sua traiettoria si è conclusa e che non ci sono più motivi per continuare a tendere la corda dell’esistenza, quella tensione che definisce "il sogno umano/ della pura assolutezza”. Certo, sono ipotesi queste. Ma tutta la poesia di Luzi sin dall’inizio è protesa verso la testimonianza di fede cristiana, ma anche verso la macerazione di una fede che si rinnova nel dubbio quotidiano. Il tormento di vivere e la necessità di rinascere ogni giorno nella gioia.  (Commento di Ottavio Rossani da www.corriere.it)

 
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