scardanellidiario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti |
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PESARO, LA CITTA' DOVE SI APPLAUDE AI TRAMONTI
"L’ultima cosa poi ti lascio: domani è il giorno più lungo dell’anno (o non era oggi?), qui da noi si è soliti andare al porto e vedere il tramonto del sole. Il sole, in questo periodo dell’anno, tramonta sul mare con spettacoli di colori sfavillanti. E normalmente c’è parecchia gente (una mezza dozzina di pescatori e qualche triste aspirante poeta) ad assistere a questo spettacolo che poi si chiude con uno spontaneo applauso al sole e al cielo che si colora dell’immenso.
Potrei lavorare all’azienda di promozione turistica, vero?"
L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e da principio. E quando
chi soffre o langue o spera, se anche spera,
che un soccorso s'annunci da lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
La mia pena è durare oltre quest'attimo.
Mario Luzi - Aprile-Amore
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« VIA CRUCIS | JOSEPH » |
Propongo quella che si ritiene essere l'ultima poesia di Mario Luzi:
Lasciami, non trattenermi
nella tua memoria
era scritto nel testamento
ed era un golfo
di beatitudine nel nulla
o un paradiso
di luce e vita aperta
senza croce di esistenza
che sorgeva dalle carte
ammuffite nello scrigno.
E lei ne fu offesa,
e nascevano, ne sentì prima rimorso
e poi letizia, impensate latitudini
nelle profondità del desiderio,
ecco, la trascinava
una celestiale oltremisura
fuori dalla ministoria, oh grazia.
Si scioglievano
l’uno dall’altro i due
e ogni altro compresente,
si perdevano sì,
però si ritrovavano
perduti nell’infinito della perdita –
era quello il sogno umano
della pura assolutezza.
Mario Luzi
Come detto, quasi certamente questa è l’ultima poesia di Mario Luzi. La morte è arrivata qualche giorno dopo. Ed è sorprendente che il primo verso, dal quale il curatore ha preso il titolo del volume, riproduca le parole pronunciate da Gesù a Maria Maddalena, la prima persona alla quale è apparso – secondo il Vangelo di Giovanni – dopo essere resuscitato. Lì, davanti all’ingresso del sepolcro da cui era uscito, alla donna che lo scambia per il giardiniere, Gesù si rivolge chiamandola per nome: “Maria”, e lei così lo riconosce. Lui le dice: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio” (cfr.: Gv, 20, 17). Ecco, Luzi scrive: “non trattenermi”. A chi si rivolge? Forse a sé stesso, a quella parte di sé che vorrebbe ancora legarlo alla terra, alle cose umane, finite. Forse Luzi in quegli ultimi giorni di febbraio si è reso conto che la sua traiettoria si è conclusa e che non ci sono più motivi per continuare a tendere la corda dell’esistenza, quella tensione che definisce "il sogno umano/ della pura assolutezza”. Certo, sono ipotesi queste. Ma tutta la poesia di Luzi sin dall’inizio è protesa verso la testimonianza di fede cristiana, ma anche verso la macerazione di una fede che si rinnova nel dubbio quotidiano. Il tormento di vivere e la necessità di rinascere ogni giorno nella gioia. (Commento di Ottavio Rossani da www.corriere.it)
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Nickname: scardanelli
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Inviato da: jovi
il 10/10/2011 alle 16:57
Inviato da: scardanelli
il 16/05/2011 alle 18:43
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Inviato da: scardanelli
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Inviato da: smeraldoeneve
il 27/04/2011 alle 14:54