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diario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti

 

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BENTORNATO GILAD!

Post n°92 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da scardanelli
 

BENTORNATO GILAD!

O-dio, una parola che incorpora Dio, come a volerlo soffocare…
Ma Dio non muore:
l’odiatore insiste, ma non ce la fa; allora insiste…
Dio però resiste.
Gli ebrei sono odiati perché, a Sua immagine e somiglianza,
nei secoli resistono.
Deicidio!
Ridicola, blasfema sopravvalutazione,
come se l’uomo potesse uccidere Dio!
Le streghe furono uccise per la loro bellezza,
gli ebrei per la loro ricchezza.
Una ricchezza spirituale che traspare dai loro occhi mai domi,
dalla loro violenta e delicata resistenza al sopruso.
I nazisti li chiamavano ratti, ma li ammazzarono perché li sentivano dei.
Troppo intelligenti, ingegnosi, colti,
tanto affascinanti le loro donne
che i tedeschi neppure osarono toccarle:
si sentivano ratti loro e si affrettarono a gasarle.

Gli ebrei non sono Dio, ma Suoi umili figli,
scintille divine che con Dio ridono
e litigano, come fece Giacobbe.
Solo per gli stupidi restano dèmoni;
parlarci è rischioso, potrebbero sedurre con la loro parola,
potrebbero fare innamorare.
Non resta che spegnere le loro vite.
I fari dei lager sono sempre puntati;
se un giorno dovessero lasciare Israele
e ritirarsi nella solitudine artica,
sempre si troverebbe il modo di inseguirli..
L’inquisizione non da scampo:
sei colpevole se fai quella cosa, ma anche se non la fai;
sei colpevole di esistere
perché l’esistenza è il crimine più sporco,
e tu, ebreo, non perdi occasione di ostentarla e goderne!

Risorgi da Auschwitz e ti permetti di creare un luogo di civiltà nel deserto?
Vergognati!
Ancora le macerie dell’immane conflitto non erano state rimosse
e gli ebrei furono subito nuovamente perseguitati,
Come si permettono di liberarsi dalle catene?
Come si permettono ora, in terra d’Israele,
provocati fino allo sfinimento da popoli senza Legge ,
di resistere strenuamente alla tentazione di diventare diavoli?

[Gli ebrei sono da Dio incessantemente creati
per testare la nostra umanità;
così come gli antisemiti testano quella ebraica,
se dovessero cedere alle lusinghe di Satana e diventare terroristi
per la spartizione delle terre.
Insultare gli ebrei, ucciderli, è sempre stato
il modo per spurgarci delle nostre immondizie
e nobilitarle e dare loro uno scopo.]


In un sacrificio rituale da secoli si versa il sangue ebreo
per purificare i propri peccati,
una blasfema imitatio della Crocefissione di Cristo.
La Shoah fu un immenso Calvario,
mai come allora Cristo fu frustato e maledetto,
mai come allora incontrò
la Gloria.

Occorre amare Dio, occorre amare l’ebreo;
un nome che non viene dal sangue, dalla terra e nemmeno dalla religione,
ma un titolo onorifico che si conquista giorno per giorno,
così come titolo onorifico sono il nome donna e il nome bambino!
Amare gli ebrei, amare le donne e i bambini, distingue un uomo da satana.

Bentornato Gilad!

                                      Pubblicato su www.alidicarta.it il 19.10.11
                                                      
 
                                                        
e su
www.scrivendo.it il 20.10.11

 

 

 
 
 

Sono Caino

Post n°91 pubblicato il 04 Ottobre 2011 da scardanelli
 

Sono Caino.
Discendente di imperfezione e colpa.
L’uomo non si è fatto bene: addosso ha qualcosa di storto,
una specie di zoppia.
La mia storia è semplice e incredibile.
Non avevo scelta.
Anche Dio si è arreso
alla necessità di quell’uccisione:
"nessuno tocchi Caino” – ha detto.
Mio fratello è un pastore, un uomo libero,
solitario, bello, lindo. C’è candore in lui.
Io sono un contadino,
con la faccia sempre a terra.
Mi ammazzo di lavoro,
Non ho tempo di riflettere,
perché il riposo mi è indispensabile.
La storia ha inizio con me:
gli uomini si fermano, prendono dimora,
fondano città.
E nelle città non c’è posto per Abele.
Sono il fondatore della modernità
che deve uccidere Abele,
pastore ancestrale del passato,
zingaro che non può più essere.
Abele non deve avere discendenza.
La storia vince.
E Dio lo accetta quando segna me 
con il marchio della vergogna.
E’ la stessa vergogna che sento
quando rimango solo:
perchè sono storto e zoppico.
Ogni tanto Abele mi torna in mente
e allora vorrei che fosse andata altrimenti.
Ma è impossibile, perché so di essere
l’anello fragile dell’universo,
il fratello che per invidia ha tradito,
l’asimmetria del creato.
Così arranco in attesa di redenzione.
Conosco la materia di cui sono fatto.
Perché è questo che desideriamo:
rinascere, ritrovare la bellezza, essere redenti.
Vorrei tornare quello che ero prima di alzare la mano su Abele.
Anche Abele ha una forza, che è nostalgia e struggimento.
Abele sopravvive nel nostro sguardo e nella possibilità
di decidere in quale direzione spostare lo sguardo.


Mio nonno era un contadino,
stirpe di Caino destinata a strusciare la faccia
sui campi tutto il giorno, ferendosi e sporcandosi.
Ogni mattina, però, apriva la porta della cucina
e guardava verso la campagna,
fissando lo sguardo sul filare della vigna.
Il suo orizzonte era quello ed era un orizzonte
di dignità e bellezza.
Ecco, per me questo è Abele: bellezza e dignità..
Dio non ha creato la morte: sono stati gli amici della morte
a lasciarla entrare nelle nostre case.
Lo hanno fatto allontanando da sé l’Assoluto per cui erano nati.
Come Caino ha eliminato Abele
ed è diventato così costruttore di morte
.
                
                                  Pubblicato su www.alidicarta.it il 04/10/2011

 
 
 

PRINCIPESSA

Post n°90 pubblicato il 24 Luglio 2011 da scardanelli
 

PRINCIPESSA   

                                                          In ozio la bellezza non sa stare 
                                                          Edna St. Vincent Millay

In ozio la bellezza non sa stare;
tutto accade in suo nome,
aureola di splendore
del vero e del bene.
Ma la rosa ricorda la polvere
da cui fu generata
e quel numinoso offuscamento.

Gelosi sono gli amanti
e pensosi di Dio oggi
che è terra anche la rosa fulgente.

La guardo e, nell’appassire, la parola
dice soltanto del poco rimasto.
Certa e ingannevole, vano che ti cerchi.

Ti supplico e piango, cerca di esistere!
Vivere senza testimoni, quale inferno!
La bellezza sempre compiuta sempre rinasce.

Posso vivere senza scienza e senza pane,
ma senza di te – principessa –
non avrei più nulla da fare e dire.

Questo temo, questo desidero.

  

 

                                                                                         
                                                   Pubblicato il 18/07/2011 su
www.alidicarta.it

 
 
 

GEOMETRIA DEI COMMIATI

Post n°89 pubblicato il 20 Maggio 2011 da scardanelli
 

 

Io so la geometria dei commiati.
Solo mi è amara pena
questo universo tuo, strano e malato.
Tutto fu in altri tempi.
Forse sarà tutto di nuovo
pezzi di specchio d'un viso qualunque.


Era notte allora, notte sporca
di addii e la banalità del nero
gemeva preludi di pietà.
Ora che detesto il passato,
la noncuranza del non-ti-scordar-
-di-me non m'è di conforto.


E scendo dove i sentieri si biforcano,
rami curvi e sagome indolenti
e un tintinnio di cembalo nella mente.
Il colore del mare appassito
come la vita che più non m'ama
sbiadisce triste se qualcuno mente.

 


Pubblicato su www.poetilandia.com il 29/04/2008
                     - con il titolo "IL COLORE DEL MARE APPASSITO"

               e su www.alidicarta.it il 16-20/05/2011 

Il mare colore del vino - album di lorca56

 
 
 

Piccolo pensiero di Pasqua

Post n°88 pubblicato il 23 Aprile 2011 da scardanelli
 

PICCOLO PENSIERO DI PASQUA

Dio, con la sua santa voce chiamò l’uomo:
Dove sei, Adamo? Voglio vederti!
Anche se nudo sei, anche se sei povero,
non avere vergogna,
perché io mi sono fatto simile a te.
Tu che volevi diventare Dio non ci sei riuscito:
io invece mi sono fatto carne.
E nudo ho donato la mia vita.
E povero mi sono lasciato umiliare.
Nessuno potrebbe riparare
la ferita all’Amore,
se non io, che sono Amore.
E tu non sei più solo.
Io sono la Verità, amico degli uomini.
Ti imploro, uomo,
lasciati riconciliare
dalla mia Croce.
E l’Eden che era stato chiuso, si è aperto.

                          Pubblicato il 22.04.2011 su www.alidicata.it
                                                           e su www.scrivendo.it

 

 
 
 

DI DIO E DEL BAMBINO

Post n°87 pubblicato il 12 Marzo 2011 da scardanelli
 

Di Dio e del bambino 

                                                          A Shahbaz Bhatti

Se non tornerete come bambini

non entrerete  mai.

Tanti correvano a Lui.

Zoppicando anche un bambino nero

Gli si avvicinò piangendo.

Il padre è un criminale –

disse il buon Pietro –

Barabba si chiama, a giorni sarà

Crocifisso.

Non avverrà questo – rispose Gesù.

E lo attirò a Se e lo baciò.

Le lacrime di Dio e del bambino

si inseguirono e caddero insieme.
                                               

                                      Pubblicato il 07.03.2011 su www.scrivendo.it

                                                               e su www.alidicarta.it

 

 
 
 

(...ancora) TREDICI MENO

Post n°86 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da scardanelli
 

 

Occhi neri, più neri dell'oceano,
fece a pezzi cuore e mente.
La mano - che ora ritrae -
bianca le luceva sul petto.
E quella soave goffaggine
come un principio d'estasi.
C'era un ordine nel suo non dire
che m'innamorò.
Poi sorrise e mi volò dagli occhi.
Sentii un'infinita venerazione
e un'infinita pena
per quel bacio che non ebbi.
E così mi ha donato
- così mi è rimasta
come pietra piovuta dal cielo -
l'inesorabile fatica
di fingitore nell'arte di dire.
 



Originariamente pubblicato il 18/19.02.2008 su www.Poetilandia.com

 

Poi ripubblicato il 31.01.2011 su www.scrivendo.it

 e il 31.01.2011 su www.alidicarta.it 

 
 
 

UN COMMENTO, UNA PRECISAZIONE E UNA DEDICA

Post n°85 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da scardanelli
 

UN COMMENTO, UNA PRECISAZIONE E UNA DEDICA

Riguardo alla poesia "BARBARI", riporto un commento che mi ha regalato una mia cara amica (!?), la poetessa Laura C. (cui è dedicata anche la poesia "LE NUVOLE E IL POETA", di un precedente post).
Lo faccio non perchè merito il suo apprezzameto o, men che meno, per vanità. Ma solo per costruire - almeno virtualmente - quella corrispondenza di sensisibilità poetiche o pseudo-tali, a cui tengo infinitamente.

"Il mondo affamato di cose contro il Verbo
ruota attorno al Verbo silenzioso"

 questo verso mi piace moltissimo credo abbia in sé una verità talmente forte ed evidente che fa male. Splendida foto suul'attualità presente, sulla fame dei cuori, la disperazione e la soffocante ipocrisia. Devi mandarle in giro, devi, devi...devi salire sul carro anche tu, pieno di maschere e di io- imbellettati (da quel poco che mi è stato dato di vedere) e per questo bisognoso di voci fresche..."casta voce" non casto ordine per non rompere i soliti marchingegni...
Gran bel viaggio su questo ferry boat, ti ringrazio, un abbraccio e a presto
Laura

Voglio anche fare una precisazione. Quei versi della poesia, quelli che Laura apprezza tanto, come anche quelli conclusivi, devono molto al mio "amore" per la poesia di T. S. Eliot,  e più precisamente la poesia "Mercoledì delle Ceneri".
In particolar modo:

"Against the Word the unstilled world still whirled
About the centre of the silent Word."

"Suffer me not to be separated
And let my cry come unto Thee"

Da ultimo, voglio dedicare la poesia "Barbari" ai martiri cristiani, donne ed uomini, doppiamente vittime dei barbari terroristi e dei barbari che negano cittadinanza a Dio nella propria vita. 
Che Dio abbia pietà di tutti e che il Suo Verbo possa abbracciare e convertire l'umanità intera.

 
 
 

BARBARI

Post n°84 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da scardanelli
 

Vacua gente dalla bocca buona che
non contesta ma rimuove
immobile la propria biografia
e faziosa sorride al niente vicino.
Nelle nostre terre solo parole e grembi sterili,
di fronte, oltre il mare, c’è un’umanità che spinge
e dalle grù grida come barbari.
La notte vuole un ordine
ideologicamente casto
che senza ordine e senza nome cresce.
Il mondo affamato di cose contro il Verbo  
ruota attorno al Verbo silenzioso.
Lasciami salire sul carro dei perdenti,
lasciami abbracciare i poveri Cristi
copti caldei e d’Asia
e riprendermi l’oppio dei popoli.
Non permettere che mi prenda la falsità
e insegnami a stare quieto fra queste onde.
Non voglio esserTi separato
che a Te possa giungere il mio silenzio.
                              
                                Pubblicato il 16/12/2010 su www.scrivendo.it


 
 
 

DELL'INVISIBILE INTATTO DENTRO IL VISIBILE DEVASTATO

 

Sono corroso dai sogni
tutto il giorno contemplo la bellezza.
Ma io divento vecchio in mezzo ai sogni
alle musiche alle tempeste
e toccò a te, ultima ventata
sradicarmi da dov’ero a dimora
 
Le vetrate rifulgono dolci
con echi affievoliti di luna.
Un sudario, lasciami sospirare.
La sera io mi vergogno,
si, mi vergogno di essere cosa di poeta.
Dell’invisibile intatto dentro il visibile devastato.


Pubblicato il 09.11.10 su www.scrivendo.it
 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: scardanelli
Data di creazione: 26/05/2006
 

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