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diario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti

 

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UOMINI DI DIO

Post n°82 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da scardanelli
 

La fede cristiana martoriata è un segreto vincente o una resa alla storia?

Quando il Papa fu aggredito per il discorso di Ratisbona, per quel passaggio di elementare buon senso storico e teologico sul nesso tra fede e conversione forzata nella religione maomettana, e nessuno lo difese come si doveva, e il Vaticano si impegolò in gesti di scusa e di correzione non persuasivi perché insinceri mentre i fanatici islamisti chiamavano a raccolta folle vocianti, una suora veniva assassinata, e altri delitti venivano compiuti in nome dell’intolleranza in ogni parte del mondo, ebbi un brivido di paura e un senso di rivolta.
Altro che gaffe: era stata detta una profonda verità, anzi il fondo della verità era stato toccato nel cuore dell’Europa cristiana, a pochi anni dall’11 settembre, e subito la verità era stata sepolta in nome della diplomazia, mentre la strada islamica e araba gridava alta e forte la sua intollerante menzogna, ingaggiava e vinceva la sua ennesima violenta battaglia.

La questione non è se vinciamo o perdiamo contro l’Islam, ma se riusciamo o non riusciamo a essere ancora cristiani nel III millennio, vale a dire nella nostra vita. Benedetto XVI sta dicendo che si può. I musulmani si accolgono, infatti, non per pietà o per reciprocità. E tanto meno si ama e si perdona se stessi, prima ancora degli altri, per convenienza o interesse. E’ la fede cristiana stessa che, in definitiva, impone interiormente e pubblicamente di accettare, perdonare e agire virtuosamente, anche quando non vi è nessuna motivata ragione umana e sentimentale per farlo.
Il segreto di Ratzinger è la fedeltà e l’autenticità della sua fede, eroica, razionale e trionfante, anche quando non è politicamente in grado d’imporsi, ed è costretta all’umiliazione. La convinzione ultima è che così la Chiesa vincerà alla fine non solo in Cielo, ma anche sulla Terra.


 

 

La domanda che mi nasce spontanea e che mi tormenta – soprattutto dopa la visione del film “Uomini di Dio” – è se la fede cristiana martoriata è un segreto vincente o una resa alla storia?

Locandina italiana Uomini di Dio

 Riporto uno stralcio del testamento spirituale di Frére Christian, “Quando si profila un addio”:

Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese.
 Che essi accettassero che l’unico Padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che pagassero per me: come potrei essere trovato degno di una tale offerta? Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.
la mia vita non ha più senso di un’altra. Non ne ha neanche meno. In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.
venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio o quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.
non potrei auspicare una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che questo popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio. Sarebbe un presso troppo caro, per quella che, forse, chiameranno “la grazia del martirio”, il doverla a un algerino, chiunque egli sia, soprattutto se dice agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam.
so il disprezzo col quale si è arrivati a circondare gli algerini globalmente presi. So anche le caricature dell’Islam che un cero islamismo incoraggia. È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.
L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa: sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, in base a quanto ne ho concretamente ricevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore dell’evangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti mussulmani.
evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista.. “Dica adesso quel che ne pensa!”. Ma costoro devono sapere che sarà finalmente la mia più lancinante curiosità. Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.
in questo grazie in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo, accordato come promesso!
e anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio da te previsto. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!
         Insciallah

 


 
 
 

IL CIRCO DELLE PULCI

Post n°81 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da scardanelli
 

IL CIRCO DELLE PULCI

La mia vita è come
un circo delle pulci,
dove non si bada a spese.

Balletti ed illusioni,
capriole e salti in alto
per un’ermeneutica

di lustrini e carillon
funzionanti a scatti,
nella magia del tempo.

Tu che conosci la vita,
e con mille espedienti
sei acrobata e pagliaccio, 
 
 
sai quanto immenso è il cielo,
il sapore acre del dolore
e il profumo sublime dell'amore.

E conosci quei sogni
che stupidi ti fanno
essere giocare e urlare. 

Sono luna di gomma
e tramonti truccati.
Sono illusioni! Ma senza di esse 

io non sentirei la vita
che nel dolore, o nella rigida
e noiosa indolenza.

Illusioni, solamente illusioni.
Una leggera brezza t'accarezza
i capelli....è ora d'andare.

Un'acrobazia arrugginita
come il mio cuore,
ma sempre buona
per ridere e per piangere. 

Eppure è strano sapersi morti
al franare delle giostre
che per secoli - credo -
mi hanno avvinto.

        Pubblicato su www.scrivendo.it il 20/10/2010

 

 

 

 
 
 

San Bartolo

Post n°80 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da scardanelli
 

SAN BARTOLO

Andrea si sentì stordito dalle grida
di un eccesso di colori,
e un attimo chiuse gli occhi
e le orecchie con la mano.
C'era ancora un centinaio di passi
per  la collina, ma preferì
ammirarla a distanza:
si impauriva a cadere
nella reale irrealtà di una pittura
e d'addivenire lui pure
una macchia - certo stonata - di colore.

Ancora è dato assistere
come scorie e impurità
della infinita sostanza.
Ma non
importa.
Nel colore il sangue

ricompone un istante di totalità.
E Uno, è detto,
Uno alla fine

anima e materia,
cuore e corpo,

tutto ricapitolerà.

Pubblicato su www.scrivendo.it il 30.09.2010

 
 
 

IL SOLDATINO DI PIOMBO

Post n°79 pubblicato il 13 Settembre 2010 da scardanelli
 

Il soldatino di piombo

C'era una volta un bimbo che aveva ogni tipo
di giocattolo: costruzioni, biglie, trenini elettrici,
trottole, carillon e soprattutto un bellissimo
battaglione di soldatini di piombo, tra cui
si notava un soldatino che, per un errore
di fusione, aveva una sola gamba.



Il bimbo giocava spesso con i suoi soldatini
e metteva quello senza gamba come vedetta,
perché pensava che fosse più coraggioso degli altri.
Di notte i giocattoli si animavano e
il soldatino strinse amicizia
con una ballerina e senza quasi accorgersi
pian piano se ne innamorò.

 

 C'era però una grossa scatola dalla quale
usciva ogni sera, per mezzo di una molla,
un jolly, molto antipatico. Una notte, davanti
a tutto il mondo dei giocattoli animati
esclamò: "Soldatino, non guardare troppo
la ballerina!". Il soldatino arrossì e si sentì
molto impacciato. La sua ballerina cercò
di sollevargli il morale.
Finché un bel giorno il bimbo divise
senza volerlo i due innamorati:
decise infatti di mettere il soldatino
di piombo sul davanzale, a fare la guardia.
Una notte nel bel mezzo di un temporale,
una folata di vento scaraventò il soldatino
di piombo giù dalla finestra.

 Fu raccolto da due bambini e messo
in una barchetta di carta su di un rigagnolo
che finiva nel fiume.

 Scrutato malamente dai topi,
pieno di paure il soldatino si ritrovò
a galleggiare nel fiume dove la sua
permanenza fu breve, poiché poco dopo
fu inghiottito da un grosso pesce.

Anche lui però ebbe vita breve,
fu pescato e così il giorno dopo si ritrovò
a giacere su un bancone del mercato.
Il caso volle che la cuoca della casa
dove viveva il bambino vedendo il grosso
pesce decidesse di comprarlo.
Trovando il soldatino di piombo
si meravigliò moltissimo e lo restituì
al bambino, che andò a posarlo
sulla mensola del camino,
proprio accanto alla ballerina.
Potete immaginare la felicità dei due,
che quasi avevano perso la speranza di rivedersi!
Il vento gettò la ballerina fra le fiamme
e il soldatino vedendo cadere la sua amata
si lanciò nel fuoco.
Il piombo dei due piedistalli
incominciò a fondersi, dando vita ad un'unica base
a forma di cuore.
L'indomani la cameriera tolse la cenere
dal camiinetto e trovo - indovinate? - un cuoricino
di piombo e un lustrino annerito dal fuoco.   

 Così i due innamorati rimasero per sempre insieme.


(Hans Christian Andersen, Il soldatino di piombo, riassunto da
www.babyonweb.com)

 
 
 

da "IL CANTO D'AMORE DI J. ALFRED PRUFROCK"

Post n°78 pubblicato il 23 Luglio 2010 da scardanelli
 

da "IL CANTO D'AMORE DI J. ALFRED PRUFROCK"
di THOMAS STEARNS ELIOT

[...]

No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.

[...]

 
 
 

L'ANGELO

Post n°77 pubblicato il 19 Giugno 2010 da scardanelli
 

 

L’Angelo

L’Angelo mi ha preso per mano
che non era ancora buio.
Di là dai veli della pioggia e della sera,
la luna e il mare erano
come i riflessi cangianti del pavone.
L’Angelo mi ha fatto salire di corsa le scale nere,
fin qui nella mia stanza. Non avevo più fiato.
Allora l’Angelo mi ha baciato sulla bocca,
e io sono caduto in ginocchio
davanti alla finestra aperta
mentre volava una rondine scolpita dall’aria.
 
So bene che non è eterna la poesia,
ma vive insieme a noi,
china su chi inventa amore
e soffre amore
quando rimane solo.
 
Ieri sulla terra, tutto era importante,
ma qui, ora, altro è necessario.

                      Pubblicato su www.scrivendo.it il 17.06.2010

 

 

 


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Ti libero la fronte dai ghiaccioli

Post n°76 pubblicato il 08 Maggio 2010 da scardanelli
 

 

  Ti libero la fronte dai ghiaccioli

che raccogliesti traversando l'alte

nebulose: hai le penne lacerate

dai cicloni, ti desti a soprassalti.


   Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo

l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole

freddoloso: e l'altre ombre che scantonano

nel vicolo non sanno che sei qui.

 

                                EUGENIO MONTALE  

 
 
 

Il libro

Post n°75 pubblicato il 17 Aprile 2010 da scardanelli
 

 

Il libro,
quand’ero giovane, si apriva come un prato
di smeraldo.
Ora tu passi sopra la pagina che ridiventa bianca
e il libro si conclude
la giovinezza declina.
Fosco giorno di primavera
anche piove.   
  
                           

                Pubblicato il 16.04.2010 su www.scrivendo.it

 

 

 
 
 

LEI SENTE

Post n°73 pubblicato il 17 Marzo 2010 da scardanelli
 

LEI SENTE

Lei si limita a sentire.

E sente la bellezza;

sola eccitazione

consentita al mortale!

Pensare è il rischio,

il privilegio che Dio ha.

In quel che suscita il senso puro

ed autentico del bello, c’è realmente

la presenza di Dio.

E' incarnazione di Dio,

la bellezza è Suo segno.

 

Lei sente Dio.

E sui capelli di rame, il vento

può così fermarsi

la durata di un respiro.

 

                             

                         Pubblicato su www.scrivendo.it il 16.03.2010

 
 
 

Io - na

Post n°71 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da scardanelli
 

 

Io - na

E il Pesce mi vomitò sulla tiepida
spiaggia, dove tutto parla e nulla

dice, giammai sazi di tanto fango.

Stolta regina di questa città che

non lavi via la miseria delle storie

e l’aria marcia di vendetta.
Di te non mi fido e delle ombre 
che si allungano sui muri,
ma attendo e spendo ore

con la testa sul guanciale.

La lucerna veglia da sola

ma io non ho parole per il cielo e la luna.
Come chi circumnaviga il dolore
ho in dono solo celestiali oltremisure
per chi le chiede a mezza voce.
Oh vi prego, gettatemi ancora in mare!

 

                              Pubblicato su www.scrivendo.it il 21.02.2010

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 26/05/2006
 

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