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diario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti

 

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TREDICI MENO

Post n°34 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da scardanelli
 


Occhi neri, più neri dell'oceano,
fece a pezzi cuore e mente.
La mano - che ora ritrae -
bianca le luceva sul petto.
E quella soave goffaggine
come un principio d'estasi.
C'era un ordine nel suo non dire
che m'innamorò.
Poi sorrise e mi volò dagli occhi.
Sentii un'infinita venerazione
e un'infinita pena
per quel bacio che non ebbi.
E così mi ha donato
- così mi è rimasta
come pietra piovuta dal cielo -
l'inesorabile fatica
di fingitore nell'arte di dire.



Pubblicato il 18/19.02.2008 su
www.Poetilandia.com

 
 
 

CATERINA

Post n°32 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da scardanelli
 


...l'Aleph superbo.
Forse il baratro,
forse la Rivelazione.
Estasi d'oriente
d'azzurr'oro vestita.
E Tutto è sensibile...

Ri-conoscere una donna
da cui procede mite
questa chiarità d'aprile.
E chiedere questa chiarità
e parole buone comuni.
Angelo guarda il passato.
E ti troverò ancora.

Solo lacero la vita
e non la posso spiegare,
ma voglio sapere
di ritorni a te.

         
Pubblicato il 22.01.2008 su www.Poetilandia.com

 
 
 

Darsi pace

Post n°31 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da scardanelli
 

Come augurio di un buon 2008, inserisco volentieri una intensa poesia del poeta e filosofo cattolico Marco Guzzi (1955), tratta dal suo sito www.marcoguzzi.it.
Che sia veramente un anno sereno di Pace e Amore.


Darsi pace

Fratello, se vuoi la pace,
Datti pace. La pace
È solo il tuo cuore
Sprigionato.

Fratello, se vuoi l'amore,
Diventalo. Tu sei l'amore:
Tutto l'amore che cerchi.

Non chiedere perciò la pace al mondo.
E non pretendere l'amore da nessuno.
La pace dalla tu.
                        Falla
Tutti i giorni, con le tue mani.
                                              E dallo tu
L'amore.
              Scroscia, dònati, irradia:
Sii felice.
              È dandolo
L'amore che lo ricevi
In abbondanza

 
 
 

Poesia per il figlio di Anna

Post n°30 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da scardanelli
 


Vecchie foglie giocavano nel vento
il giorno che ti ha chiamato.
Il blu cosmico del tramonto bruciava
la città. Capodanno era da poco
passato e Anna si chiedeva
cosa aspettassi ad arrivare.


Dire fare baciare
sognare gli occhi tuoi belli
sulla riva del suo mare.
Presto bambino presto.
Di te ha bisogno, è vecchia ormai.
Vuole ancora i capelli con la riga in mezzo,
ma non riesce a scendere
i gradini se non la sorreggi.
Ricordi quando andavate sù e giù
lungo l'alta scala di ferro,
complici abbracciati ed invincibili?


Un due tre fante cavallo
e re. Tu sei il suo re
e lei la tua regina.
Ricordi come ti inseguiva Anna
con le mani tese?
Ma tu non ti ricordi, bambino mio, vero?
Non lo puoi ricordare.
Pensiero disgraziato,
sventurata passione
che ardi di solitudine
il cuore matto di Anna!


Ma ora siete arrivati,
è finita la salita:
ecco la porta, la luna, il giardino.
Cogli un fiore,
su polvere di luna dipingi l'amore,
ama Dio e la vita e la morte.
Anna non ci è mai riuscita.
Tutto quello che ha amato
l'ha amato da sola.
E adesso Anna se ne va
senza averti conosciuto.


Dolci suoni per un istante
sono stati sussurri di poesia prima della vita -
come di notte una musica
                 che da tanto lontano ci chiama.
In questo tempo morire non è una meraviglia,
ma, di certo, è una meraviglia nascere.


Pubblicato su "FIGLI - TUA E' LA TERRA E TUTTO CIO' CHE E' IN ESSA" - POETILANDIA 2007


 
 
 

NASCESSE OGGI

Post n°29 pubblicato il 22 Dicembre 2007 da scardanelli

Nascesse oggi,
sarebbe in un barcone di immigrati,
gettato a mare
insieme alla madre - madonna senza burqva -,
in vista della mia (!?) terra.

Dio straccione fra gli straccioni!

Dio parte del destino
della umanità corrotta!
Non comprensibile
a me, vacuo profeta del Cogito ergo sum.

Quanti suoi amici
con le stesse sue fragili membra,
quanti suoi simili
in pianti e disamore
nascono oggi in questa terra desolata
e piangono per un gesto di carità.

L'estremo baluardo è la dolcezza del Bambino:
Lui è Parola che
squadra
l'animo nostro informe
.

Dopo non sarebbe più l'Uomo.


[Poesia composta nel novembre 2005 e pubblicata su Natale in eBook - Anno 2005 - Poetilandia.it e quindi su Poetilandia.it - Gennaio 2007]

 
 
 

UN POVERO CRISTO E UN POVERO DIAVOLO

Post n°27 pubblicato il 05 Novembre 2007 da scardanelli
 

A Giovanna R.

Ieri hanno ucciso Cristo
di nuovo, nella periferia di Roma.
Si dice sia stato uno zingaro
si dice un povero cristo.
Ma Cristo non uccide.
Magari era solo un povero diavolo.
Viveva nell'inferno fatto di baracche
e latrine e cellulari da 500 euro.
Un povero diavolo
ha crocefisso un povero cristo.
Si dice che non voleva uccidere,
ma ha ucciso.
Anche il povero cristo non voleva morire,
ma è stato ucciso.
La storia - la Storia del mondo - si ripete.
Chi ha preparato la croce
siamo noi, Ponzio Pilato
di Roma-tolleranza-tutto.


                                        

Pubblicato su Poetilandia.com il 06.11.2007

     

 
 
 

IPERIONE

Post n°26 pubblicato il 21 Ottobre 2007 da scardanelli
 

A chi si è laureato in Giurisprudenza
 il 21/10/1997 a Bologna
in una splendida giornata di sole.

Tutto esiste molte volte,
infinite volte;
soltanto due cose al mondo
sembrano esistere
una sola volta:
in alto l'intricato sole;
in basso l'infelice Iperione.
E così Diotima muore e
muorirà, infinite volte ancora.

Con umiltà. Scardanelli.

 
 
 

LE NUVOLE E IL POETA

Post n°25 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da scardanelli
 

To L. from L.

                                            e là m'apparve, si com'elli appare
                                            subitamente cosa che disvia
                                            per maraviglia tutto altro pensare

                                                                  Pg XXVIII, 37-39


Di sù la strada del porto
tra le rocce accese da ponente
appare una donna sì bella
da fare povero il mare della sera
e svelarmi l'ossimoro segreto
del passare di eterne nuvole.


Un poeta osservò una nuvola
e poi scrisse un pensiero
che ancora seguiti a pensare.
Figure nel cielo come specchi
 
della terra, solenni navate 
di infrangibile significato e colore.


Anche tu sei poeta.
E i poeti si conoscono
da come sognano il cielo
con le sue trame ora argentate
ora d'ambra, che figurano
e promettono un infinito.


Nella realtà vedi un verbo
l'allegoria e l'innumerevole
metafora del creare poetico
e insieme a te il tempo 
sembra non curarsi 
dei colpi vili di miseri orologi.


Ma io so poco, forse niente.
Aspetto solo un perdono
e che tu ti conceda perdono.
Come nuvole disperate
alte leggere irraggiungibili
i tuoi occhi i tuoi fianchi i tuoi capelli.


In questo mondo
dove nulla sembra avere più senso e bellezza
avverto con trepidazione
ancora
una meraviglia.

Pubblicato su Poetilandia.com il 16.10.2007

 
 
 

CONRAD, ELIOT, COPPOLA E KURTZ

Post n°24 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da scardanelli
 

Trascrivo pari pari un articolo del Prof. Pietro De Marco su un argomento che mi sta partricolarmente a cuore. Buona lettura!

Lettore di T.S. Eliot, ho amato oltre misura “Apocalypse Now”. Nel film di Francis Ford Coppola un uomo dei servizi segreti (il capitano Benjamin L. Willard) riceve un incarico dal supremo comando: eliminare un eroe di guerra, il colonnello Walter Kurtz, che qualcosa ha trasformato, ovvero corrotto, nel capo di un sanguinario esercito irregolare, che combatte la sua guerra contro i Vietcong da un insediamento, un piccolo regno malvagio, in Cambogia. L'itinerario di Willard lungo il fiume e attraverso la guerra (una umanità malata e desolata dal peccato) si pone tra “Cuore di tenebra” di Conrad e la ricerca salvifica del Graal. Una ricerca ove però tutto è rovesciato o contaminato; il re malato (segno di una deliberata corruzione) non va risanato ma ucciso, e l'eroe salvifico è duplice e tentato, i suoi compagni fragili e inconsapevoli. Prima del doppio rito sacrificale in cui verrà abbattuto, Kurtz rivela al capitano Willard un episodio della guerra del Vietnam che è il perno etico dell'intera azione drammatica e la rende infine eccentrica al tracciato conradiano (“Cuore di tenebra” fornisce, com'è moto, schemi e topoi al film).

Trascrivo qualche brano, direttamente e non rigorosamente, dal sonoro italiano: "Ricordo quand'ero nelle forze speciali. Andammo in un campo a vaccinare dei bambini contro la polio. Lasciato il campo fummo raggiunti da un vecchio in lacrime, cieco. Dopo la nostra partenza erano venuti i Vietcong e avevano tagliato ogni braccio vaccinato. Le piccole braccia erano lì, in un mucchio".

Prosegue Kurtz: "Mi ricordo che ho pianto come una madre. Poi, improvvisamente, ho capito, come fossi stato colpito da una pallottola di diamante in piena fronte: erano quadri addestrati, non erano dei mostri [...]; che genio, che volontà, e che moralità c'era in quella volontà. Per questo loro erano più forti di noi [...]. Ci servono uomini con senso morale e che, allo stesso tempo, siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere senza discernimento. È il voler giudicare che ci sconfigge".

La decisione dell'eroe tragico di opporre spietata moralità (testimonianza ed effetto della non inferiore bontà della propria causa) a spietata moralità, popola di cadaveri anche viventi il paesaggio "apocalittico" della Terra al termine del fiume e nel "cuore della tenebra". Qui, nel "death's dream kingdom", ove "stone images are raised" (formule di “The Hollow Men” di Eliot che offre la cifra, non così nascosta, dell'ispirazione di Coppola), i simulacri non risarciscono gli "uomini vuoti", cioè ognuno di noi, anzi ne accelerano il destino: "The eyes are not here / There are no eyes here / [...] In this last of meeting places / We grop together / And avoid speech / Gathered on this beach of the tumid river" (Gli occhi non sono qui / Qui non vi sono occhi / [...] In quest'ultimo dei luoghi d'incontro / Noi brancoliamo insieme / Evitiamo di parlare / Ammassati su questa riva del tumido fiume]. Il fiume è, ormai, Acheronte.

È palese che Coppola non celebra il "superiore rigore" del suo eroe, ma ne segue la coerenza attraverso l'orrore che essa intese generare e ha generato, che sa però guardare negli occhi (il rantolo "Orrore!" è lo stesso del Kurtz conradiano). Questo agire e patire, che assomma e si carica della suprema contraddittorietà del limite, destina Kurtz alla sorte dell'animale sacrificale. Verrà abbattuto (come tutti ricordiamo: senza che il suo uccisore gli subentri come re sacro), a sancire che la finitezza è invalicabile, come l'orrore. Dove il suo "superamento" è in atto, lì non c’è Regno ma Apocalisse. Questa è la critica cristiana, già implicita in Conrad, esplicita in Eliot e in Coppola.


 
 
 

CHESTERTON

Post n°23 pubblicato il 30 Settembre 2007 da scardanelli

Ho letto un passo di un'intervista ad Umberto Eco che mi ha davvero colpito.
Lo riporto sul blog, con l'invito a pensare alle parole di Chesterton.

«Sono per la frase di Chesterton: ”Quando gli uomini non credono più in Dio, non è vero che non credono più in nulla: credono in tutto”.
Le ideologie? Morte. Destra, sinistra, dal nazismo al fascismo, al comunismo. E’ morta l’ideologia capitalistica. E l’uomo,
naturaliter religioso, si butta, per necessità intrinseca, sui culti periferici. Il Cristianesimo, peraltro, chiede tanto, è religione impegnativa. Altri sistemi, Satana in testa, vanno più sul leggero, promettono ricchezza, sesso, orge. Certe pratiche ”alla brasiliana” vendono il miracolo immediato e la soluzione di ogni problema con l’immediatezza non del rapporto ancestrale fra uomo e idea del divino, bensì della televisione. Una messa nera, una serata woodoo, le statue che piangono, sudano o parlano, sono un grande show. E tutto questo è brutto e ci spaventa».

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: scardanelli
Data di creazione: 26/05/2006
 

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