Creato da bigggia il 23/04/2009

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il trasloco

Post n°12 pubblicato il 25 Maggio 2009 da bigggia

La situazione incresciosa in cui mi ero venuta a trovare mi aveva spinta a cercarmi un altro alloggio che non richiedesse cifre da capogiro: la mancanza cronica di denaro è sempre stata una costante della mia vita. Tra i vari balletti di cifre ,le varie scusanti e i vari dispiacimenti molto poco sinceri mi decisi a definire la locazione della casa di Vairano. L'idea di un trasloco non mi attirava per niente,non riuscivo a digerire l'idea di dover lasciare la mansardina che avevo io stessa dipinto,arredata ed equilibrata. Si, perchè la casa ha bisogno di omogeneità, di uno stile che rispecchi la personalità di chi la abita rendendola unica, senza appesantirla ed il mio regno esisteva in due gamme di colori : il blu ed il panna. Un tocco di rosso ed un ciccino di verde spezzavano appena un bicromatismo tanto indovinato quanto rilassante. Che vita grama:catapecchie appena ristrutturate dove avevo paura finanche di starnutire per paura di dover sottostare alla caduta di calcinacci, la pittatella di altre dove l'odore di vernice fresca si infilava nelle narici per stordirmi assieme a quello di muffa e di chiuso, appartamenti nuovi con prezzi talmente esosi da poter essere iscritti nel guinness dei primati e il mal di pancia nel vedere sottolineato l'aspetto rustico  "...tutto antico autentico,era di mia nonna!..." di certi locali tavernetta- casa-studio-loft (che ancora devo da capì che dè) e poi scale, tante scale-con la pedata bassa, da scuola elementare, o con la pedata stretta -tipica del centro storico-che fa rima con l'alzata altissima- sua propria ,che assieme fanno rima con ortopedia. Una visita all'agenzia di Venafro di Tecno casa mi mi procura due opportunità ai limiti della decenza e, obtorto collo, ne accetto una. Due stanze molto ampie -una interna all'altra-con un piccolo bagno ,costituiscono l'appartamento. La singolarità della casa è nel modo in cui è stata dipinta:uno zoccolo rosso pompeiano alto una cinquantina di centimetri con una cornicetta in gesso fascia una delle stanze, Da lì in su un sabbia come dire ...soddisfacente, cornicetta, poi una fascia di una quindicina di centimetri, altra cornicetta ed il soffitto dello stesso rosso pompeiano. Rosone bianco. L'altra,che poi è la prima che si incontra nell'entrare, è uguale alla rossa,eccezion fatta per un ulteriore zoccolo di una decina di centimetri che sovrasta il primo e relativa cornicetta (bum) col solo turchese al posto del rosso. Manco a farlo apposta, rosone pure qui Al momento della visita preliminare, l' attivazione di un allarme posto sul balcone della prima stanza non mi mette in condizioni di visionare il mini servizio che la titolare mini dell'agenzia ventilava. Una veloce trattativa in sede mi mette a disposizione la casa dal lunedì successivo. L'imballaggio del ciarpame di cui dispongo mi occupa un intero pomeriggio e non posso fare a meno di notare il volume delle masserizie che,anche dopo una drastica riduzione,associo all'araba fenice Il rumore dello scotc da pacchi è l'unico suono che riesco a sentire. Alto, stridulo , strisciante,mi ricorda che il tempo passa;ogni oggetto è un ricordo,ogni gesto mi pare una sconfitta:torno a Venafro. Paese da incubo sia topograficamente che umanamente. Sto scappando da Venafro da quando avevo tredici anni e sono costretta a ritornarci. Cerco di ignorare i conati di vomito che il solo pensarci mi procura , ma non c'è niente da fare, sono lì,e non vanno via .Le ulteriori visite alla tecno per definire il contratto mi procurano solo ulteriore sconforto..Ho una casa mia , punto di riferimento per la mia solitudine e concentrazione, spero silenziosa, ma non sono contenta neanche un po'. I pochi mobili sembrano adattarsi all'ambiente:cercherò anch'io di adattarmi,ma la verità è che mi faccio pena da sola. Lunedì . Albeggia. E' la prima volta che prendo il treno a quest'ora per Vairano,ma venti minuti mi sembrano un 'eternità. Arrivata a destinazione, l'ondata di studenti che cerca di salire sul medesimo treno mi ricorda che ,a parte me,sono ancora tutti vivi. Come una zombi prendo la via di casa. Fuori è ancora buio e la mansarda ha un aspetto strano quasi irreale...Imballo le ultime cose facendo attenzione a non fare rumore, ma davvero non so come passare il tempo sino all'arrivo dei proprietari. Fumo una sigaretta dietro l'altra , metto al minimo lo stereo,poi accendo una candela . Il disordine mi attorciglia le budella. Lo squallore che ho intorno mi sovrasta, il silenzio sembra un urlo furibondo:mi sento aggricciare la pelle .Arrivano alle otto e venti, puntuali come una cambiale, sorrisi stereotipati, untuosi, gretti e meschini decisi a rimediare alla figuraccia con un'elemosina tanto gratuita quanto offensiva. Li rimetto in riga quasi subito ,ma lui continua a sciorinare la filastrocca che deve aver imparato a memoria: a questo mondo si ricorda solo il bene che gli altri ci fanno. Ovviamente si offre volontario. Conti sistemati e vanno via . Fuori uno. Pochi minuti ed il citofono gracchia:dev'essere Viccione col trasloco:apro, ma nessuno sale. Mi affaccio e la signora si sbraccia :"ci sono gli uomini del trasloco , apra "-"il citofono è guasto" le faccio rinotare. Comunque, armeggiando un po' riesco ad aprire ed arrivano tutti e tre più I.V.A. Cioè la signora Che mi comunica di essersi sbagliata di cento euro e mi rifà i conti. Verso le cento euro e ,soddisfatta, va via. Si guarda intorno ed il viso di Domenico  esprime un chilometrico discorso di Cicerone in un' alzata di sopracciglia. Non è possibile mettere la scala mobile e non c'è ascensore: meno male che la roba è poca,caricano il tutto in un paio d'ore , ma il problema sono io: non posso salire con loro sul camion e sono a piedi . Le varie telefonate danno esito negativo e Viccione,bontà sua, si avvia col camion e manda il ragazzo a prendermi con una macchina. Nel frattempo resto in ostaggio del proprietario che è tornato indietro per prendersi le chiavi,nel frattempo ho incontrato la signora Garofalo con relativa figlia, nel frattempo è ridisceso il proprietario che ricomincia a parlarmi del figlio e nel frattempo mi è venuto un attacco d' ulcera che si rinnova automaticamente all'arrivo a Venafro quando, nonostante la telefonata di preavviso alla Tecno devo precipitarmi in agenzia per ritirare le chiavi, per tornare a casa, per sincerarmi che non sono quelle giuste, per telefonare nuovamente in agenzia ,per farmi mandare la ragazza con quelle giuste, per poter aprire finalmente il balcone che non avevo potuto aprire al momento del sopralluogo e per constatare in maniera inconfutabile che manca il cesso.. ..

 
 
 
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