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Post n°68 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da giessedgl1
Li’, sotto il vecchio voltone del Carandino, vestito di un paio di gins ed una camicia rappezzata, un uomo, dalla pelle scura, tendeva timido la mano ai passanti che si dirigevano in fretta in piazza Grande. Per contenere il freddo, di tanto i tanto batteva i piedi mentre dal naso pendeva la goccia! Gia’ da mattina presto, la neve scendeva lenta, fitta, compatta ricoprendo senza ritegno, tutto quanto trovava. Sotto i portici, persone di ogni eta’, intabarrate in cappotti, pellicce e berrettini, si fermavano a guardare le vetrine. Tutti pensavano agli acquisti, ai regali da fare talvolta costituiti da cose inutili o stravaganti che avrebbero pero’ assolto alle esigenze del consumismo piu’ che ai sentimenti del cuore! Cosi’ ognuno ripassava mentalmente la lista delle persone da ricordare particolarmente quelle che poi avrebbero ricambiato! Questo era lo spirito del Natale che ispiravano i martellamenti insistenti di giornali e televisioni! Quella stalla fredda, sguarnita e buia dove, su un mucchio di paglia era nato tempo addietro il Padrone del mondo, era diventata per tanti una favola, una storia che non aveva piu’ niente da dire al nostro mondo presuntuoso e apatico! Non era cosi’ per quell’uomo dalla pelle scura che sotto il voltone del Carandino stendeva discreto la mano per chiedere un pezzo di pane! Lui continuava a credere nella bonta’ della gente e chissa’ se sapeva della venuta di quel Bambino fragile e indifeso che i cristiani stavano per festeggiare e che un giorno avrebbe fatto giustizia d’ogni ipocrisia e discriminazione! Anche i passanti che entravano in Duomo, fingevano di non vederlo, diretti al Presepe allestito la’ dall’altar maggiore.E inginocchiati, quasi in adorazione, pregavano il Dio fatto bambino. Ma con quale coraggio chiedere “...DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO...!” quando si continua a consumare ogni cosa senza ritegno mentre tanti, come quell’uomo dalla pelle scura, figli dello stesso Padre e nostri fratelli mancano di tutto! Ed ecco che dal fondo della chiesa, li vicino al confessionale di don Alfonso, una vecchietta, piuttosto malandata e traballante, fazzoletto in testa e un vestitino nero demode’, si appressa all’altare, si fa un segno di croce, una mezza genuflessione e raggiunge la porta d’uscita. Fuori continua a nevicare; l’uomo di colore e’ ancora li’ fradicio, infreddolito e in attesa perche’ la famiglia puo’ contare solo su’ di lui! La vecchietta si ferma: incrocia gli occhi arrossati e disarmanti di quel poverino e resta un attimo a pensare...lei, povera pensionata, sa’ cosa vuol dire fame e indigenza...e d’istinto mette mano al fazzoletto che tiene in tasca. Tremante lo snoda, prende i pochi centesimi che ha e si avvicina a quel derelitto: la sua mano sottile e tiepida incontra per un attimo quella piu’ robusta e fredda del poveretto che con un sorriso ricambia il gesto! Per un attimo i due cuori sembrano battere all’unisono; lei commossa riesce solo a pronunciare sottovoce ”BUON NATALE” e si avvia contenta verso i portici. C’e’ ancora molta gente davanti alle vetrine ma lei va’ oltre e non si ferma perche’ ha gia’ avuto il suo regalo non fatto di cose inutili o strampalate ma di un sentimento profondo, autentico, indistruttibile: un sorriso da un fratello in difficolta’! |
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