Scienza & Affini

Post N° 9

DOVE SIETE FINITI?

CRONACA DI UN BUCO ANNUNCIATO.

Alcune volte, per salvarsi, non basta mettersi all’angolo ed aspettare gli eventi, pronti a saltar fuori al momento giusto per poter dire, succeda una cosa o il suo contrario: ve lo avevo detto!

Alcune volte, per salvarsi, bisogna dire la verità, anche se piccola e scomoda.

Per salvarsi bisogna avere il coraggio di ammettere di aver sbagliato, perché un uomo si misura da quante volte dice: ho sbagliato, è colpa mia.

È da moltissimo tempo che ho cominciato a polemizzare su diverse questioni di fisica e di astrofisica, essenzialmente per due motivi: ero stanco di “farmi insegnare” dagli altri quello che nemmeno loro conoscevano, come ero stanco di farmi giudicare da chi, davanti a me, ne sapeva meno di me.

Ho polemizzato con tutti, ho tirato in ballo tutti, da Volovich a Sancho, hanno avuto il loro momento di gloria fino a che, quel benedetto, grande interruttore del CERN ha acceso Lhc e una massa di protoni ha cominciato a girare nell’acceleratore fino a collidere e distruggere tutto quel mondo di supposti Wormhole, porte spazio-tempo, universi paralleli, buchi neri.

Addio, spero di non sentirvi nominare mai più.

Ora, passiamo alle cose serie, ovvero, cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nell’esperimento dell’ Lhc.

La macchina funziona, solo che è molto al di sotto delle aspettative, cioè non produce energia sufficiente, ovvero E=mc2 non si è realizzato, l’energia prodotta è stata forse 1/10 -1/20 di quella teorizzata, ciò non vuol dire che la formula è errata ma che sono intervenuti fattori non previsti.

Per poter prevenire il rischio c’è necessità di conoscere il pericolo, ovvero sapendo che sotto c’è il vuoto ci attrezzeremo con una corda.

Così risulta inutile correre sul bagnato con dei pneumatici da asciutto, certo si arriva al traguardo, ma solo se si guida molto piano, ed è quello che è successo al CERN, sono arrivati al traguardo ma molto piano: perché?

E’ stato scelto un circuito e dei pneumatici senza aver tenuto conto di altri fattori, del resto il progetto è partito oltre 20 anni fa; venti anni sono tanti, la tecnologia brucia le tappe secondo per secondo, ma, non la fisica, la fisica ha bisogno di tempi lunghi, di teorie, di sperimentazione, di errori e di nuove teorie, finchè non si giunge ad una legge, una legge a prova di bomba.

Nel caso del CERN gli esperimenti sono partiti da una teoria fisica, non da una legge, E=mc2 e nessuno si era preoccupato se realmente E=mc2 fosse vero, “lo ha detto Einstein” chi potrebbe dire il contrario? Nessuno ha avuto il coraggio di contraddire Einstain, forse per vigliaccheria o forse perché non avevano idee, stà di fatto che dall’esperimento del CERN, è risultato che: E=mc2-x dove x sono tutte le cause variabili che sono entrate in gioco.

Nelle mie pubblicazioni, gli appunti sono scaricabili da internet gratuitamente sul sito www.ecolaboratorio.it, ho spiegato che l’errore di Einstein fu nel considerare la luce un valore assoluto e di partire da questo assunto per dimostrare le sue teorie.

Sicuramente applicando il principio della contemporaneità dell’evento, avrebbero potuto tener conto di quel fattore x che ha compromesso l’esperimento, cioè calcolare che dall’impatto oltre all’energia si sarebbe formata materia che avrebbe sottratto contemporaneamente energia, ovvero il bosone di Higgs.

Fraintendere è molto facile, la teoria prevede che due particelle energetiche generino un bosone e non due particelle ad alta energia, cioè spinte alla velocità della luce, generino un bosone.

L’esito lo avevo preannunciato, così come ho anticipato i risultati di alcuni esperimenti che si concluderanno solo nel 2018, in ogni caso, a torto o a ragione non mi sono messo in un angolo ad aspettare o ad urlare ai media per farmi della sana e gratuita pubblicità, ci vorrà aprile per avere tutti i dati, a proposito… la Tunguska  fu centrata da una cometa, ne ho le prove…

L.M.Leon