dalla "Portala" di lli
La biblioteca segreta
Esistono libri dove le giovani lesbiche e gay possono ritrovarsi? Scopriamoli insieme
18 settembre 2007
Scio'
Un fumetto di Delia Vaccarello per trovare risposte a domande che fanno tremare i polsi non solo agli adolescenti
di Tiziana Luise
" Non so chi sono, non ho modelli, mi cerco. Devo definirmi per forza?"
"Quando si realizza che stiamo provando amore per un’altra persona e non si tratta di una nostra convinzione per paura di restare soli?"
"Come si fa a sapere se siamo veramente innamorati?"
"E' possibile vivere uno o più amori contemporaneamente?"
Certo, domande come queste fanno tremare i polsi a chiunque, non solo agli adolescenti!
Il libro di Delia Vaccarello si propone come un invitante, spensierato, accattivante “fumetto”, scritto e rivolto in primis a un pubblico di giovanissimi… ma cattura l’occhio e l’attenzione di un lettore senza età e… ahinoi!…..spesso ancora senza risposte.
E’ significativo l’accostamento fra il testo scritto, che riprende le confidenze e i dubbi espressi dagli adolescenti, con la “narrazione visiva” dei disegni scelta dall’Autrice: in questo modo, la
formulazione necessariamente “logico-razionale” delle domande si sviluppa e si completa cedendo
il passo all’espressione del vissuto “emozionale” che ogni situazione, ogni esperienza genera (o rievoca).
Il fumetto restituisce alla narrazione il lato umano e personalizzante dell’esperienza, collocandola,
temporalmente e spazialmente, entro un contesto vivo e reattivo che trascende la fissità della parola.
Esprime, in uno scambio comunicativo diversificato e multiforme, modalità relazionali in cui hanno
significato (anche e soprattutto) “linguaggi non verbali”, quali l’abbigliamento, i simboli, le mode,
i modelli comportamentali, che sono in grado di costruire e rafforzare le scelte e le appartenenze
identitarie dei giovani.
Non è dunque privo di importanza constatare come, entro un quadro ambientale a volte solidamente/solidalmente
e acriticamente condiviso per molti aspetti (e per questo guardato con severita' in sociologia e psicologia),
trovino comunque spazio tra i giovani (e anche fra i meno giovani) occasioni per vivere esperienze "individuali",
capaci di sviluppare un'identita' unica e autonoma rispetto alla conformita' imposta dagli schemi mentali condivisi.
Protagonisti e storie sono modellati intorno a una realtà culturale, sociale, affettiva che tiene conto delle differenti
sfumature esistenti nella realtà. Privilegiando, a seconda delle situazioni trattate, ora un ambiente “aperto” e
disponibile al dialogo, altre volte il rifiuto all’ascolto opposto a certe situazioni e a certi argomenti giudicati
“fuori luogo” o “non pertinenti”.
Emerge una realtà “schizofrenica” in cui l’eccesso di informazioni disponibili si scontra con una mancata
elaborazione generale del patrimonio conoscitivo e, soprattutto, con una mancata “introiezione” di modelli
comportamentali e affettivi “non canonici”. Posti davanti a quesiti “scomodi” e quindi volutamente rimossi,
il mondo degli adulti, la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari - sia singolarmente sia sinergicamente -
appaiono impreparati a fornire ai giovani le risposte che questi cercano.
Non stupisce pertanto che lo "Scio'" con cui i giovani si rivolgono inizialmente a un pubblico adulto troppo
curioso circa i loro "misteri" e il loro "immaginario", sia poi, al momento delle "risposte", usato come
scudo difensivo da chi, pur avendo più anni, a quelle domande non sa o non vuole proprio rispondere!