Creato da: paperino61to il 15/11/2008
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« Pegno o ballo ?La Storia del rock'roll... »

La Neve

Post n°1111 pubblicato il 26 Novembre 2012 da paperino61to

 

   L'ispirazione di questo racconto mi è venuto vedendo la neve caduta in montagna , ho abbinato questo fatto a una canzone del mai dimenticato Elvis Presley, una delle più belle che abbia mai cantato, con un testo di denuncia sociale. 
Spero ancora una volta di coinvolgervi nell'emozione di un mio scritto. Buona lettura a tutti voi. 

 

La neve sta scendendo copiosa, osservo i fiocchi di neve coprire la strada e posarsi delicatamente sui tetti.
M’incanto a guardarli , torno con la mente a quando ero bambino. Apro la porta che dà sul balcone, l’aria gelida entra in casa.
Respiro a pieni polmoni, la luce del lampione illumina l’intensità della neve che scende.
Per un attimo sento , o così mi sembra , di sentire un pianto, un singhiozzo che si perde  nel vuoto e nel silenzio. Dico mi sembra , trattengo il fiato, come se potesse servire a sentire meglio.
La neve sembra coprire tutto, anche quello che credevo di avere sentito. Rientro in casa, vado in cucina mentre alla televisione parlano della grande tempesta. Accendo il forno, sono gesti meccanici, nelle orecchie ronza quel  “ pianto  “.
Riapro la porta e mi sporgo dal balcone cercando di scrutare meglio, acutizzando al massimo la vista e l’udito. Riesco a sentire il posarsi della neve sulla strada,ma di quel  “ pianto  “ nulla.
Decido di scendere, prendo con me anche una pila, potrebbe servirmi. Una voce dentro di me dice chiaramente che sono pazzo, là fuori non c’è nessuno. Esco dal condominio  e vado verso gli angoli bui. Come uno stupido urlo, chiedendo se c’è qualcuno ma la mia voce è l’unica che testimonia la presenza di qualcuno in strada.
Ho fatto il giro dell’isolato per ben due volte  ma inutilmente. L’aria gelida  penetra attraverso la giacca a vento, i capelli ormai sono del colore della neve. Vedo a fatica innanzi a me.
In lontananza mi sembra di scorgere qualcosa, forse una scatola di cartone o simile, decido di attraversare rischiando di essere preso sotto da un’auto che in quel momento stava transitando.
Sento l’autista imprecare , non sono parole d’amore ma tutto questo non mi ferisce. La luce della pila , man mano che mi avvicino , dà forma a ciò che mi sembrava di avere visto : dei cartoni messi insiemi a mo' di casa.
Un insieme di cartoni, scatole, come se servissero a ripararsi dal freddo e dalla neve. Ora sento distintamente un singhiozzo. Il fascio di luce illumina una massa di capelli ricci sotto un viso da bambino.          

Mi guarda. Due occhi scuri, impauriti. Le lacrime solcano il suo viso. M’inginocchio accanto a lui , gli domando come si chiama .

_ “ Jack signore “.

_ “ Piacere io sono Roby, che fai qui a quest’ora e con questo tempaccio ?  “

Il  piccolo avrà si e no 7 anni e con tutta innocenza mi risponde che questa è la sua casa. Un brivido percorre la mia schiena , siamo nel terzo millennio, Ipad , e altre cazzate simili, e c’è gente che vive in queste condizioni.

 “ Tu hai casa ? “ mi domandò.

 “ Certo Jack, i tuoi dove sono ?  “.

Il piccolo chinò la testa e quasi  a voce bassa disse che suo padre non lo aveva mai conosciuto e la madre era in carcere; non sa quando uscirà.

Lo guardai, avevo le lacrime anch’ io, un adulto e un bambino, un bianco e un nero sotto la coltre di neve che scendeva sempre più copiosa.

_ “ Bene   Jack, dammi la mano , andiamo da me. Ti va una cioccolata calda con biscotti ?  “ domandai.

Si alzò e prese la mia mano, fece un cenno di si con il capo. Lo presi in braccio ed iniziai a correre, mentre la sua casa di cartone cedeva sotto il peso della neve. In breve arrivammo al condominio, venne ad aprirmi il portiere.

“ Buonasera signore Levroy  “. Poi guardò il bambino, e come un pugno nello stomaco esclamò : “  Lo sa signore, che i neri non possono entrare in questo stabile, lo dice il regolamento  “. Dicendo ciò indicò con il dito il regolamento appeso.

Mentre mi avvicinavo al’ascensore, risposi : “ Fottiti stronzo  “.

Rimase interdetto, blaterò qualche parola, alle quali mostrai il mio dito medio alzato.
Jack sorrise, e mi abbracciò forte. Preparai un bel bagno caldo mentre cercai un pigiama da indossare. La cioccolata stava scaldandosi sul fornello acceso.
Mi scusai per non avere vestiti  da bambini ma non sono sposato.
Ci sedemmo sul divano, Jack posò la testa sul mio petto e prima di addormentarsi mi ringraziò.
Sorrisi mentre fuori i miei occhi osservavano i fiocchi di neve , ricordandomi che per anni la mia unica casa era stata costruita con dei cartoni, sulla spiaggia di Coney Island.

 

            

 

Se tutti Noi  offrissimo quel poco che abbiamo verso chi ne ha bisogno , sicuramente il mondo lo si potrebbe disegnare come un grande sorriso.

                  

 

 

 
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Commenti al Post:
francy71_12
francy71_12 il 26/11/12 alle 11:15 via WEB
complimenti bellissimo racconto ciao e buona giornata
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 12:43 via WEB
gzeeeee sempre gentile smack
(Rispondi)
 
ovaieinfrantumi
ovaieinfrantumi il 26/11/12 alle 11:17 via WEB
sei sempre un grande!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 12:43 via WEB
gzeeeee fiamma smack
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 26/11/12 alle 12:14 via WEB
scene assimilabili a questa del racconto sono, purtroppo, presenti anche nelle nostre città; un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 12:44 via WEB
purtroppo , sarebbe bello se non ci fossero, ma questo dipende molto da noi. ciaooooo
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rosa_risi
rosa_risi il 26/11/12 alle 12:52 via WEB
bellissime favole...;)))
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 13:07 via WEB
fossero favole pamela...purtroppo di favola è solo la conlusione di questo racconto smack
(Rispondi)
 
HouseWifePersonal
HouseWifePersonal il 26/11/12 alle 12:57 via WEB
E' un racconto bellissimo e terribile allo stesso tempo. Bellissimo perchè l'hai raccontato in una maniera che sembra di vivere la storia, sei molto bravo a scrivere. Brutto perchè purtroppo esistono queste realtà e non sono fiabe; nessun bambino di nessuna nazionalità dovrebbe passare un'infanzia così triste. Concordo con te sul fatto che tutti noi dovremmo imparare a dare un poco al prossimo senza chiedere nulla, e non solo sotto le feste. Ma ricordare chi è meno fortunato di noi ogni giorno dell'anno. Buona giornata, Laura
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 13:07 via WEB
ciao Laura gze del complimento,avrei voluto fosse solo di fantasia, purtroppo non lo è,dici bene che nessun bambino deve avere l'infanzia negata. pensare che basterebbe veramente poco, essere meno egoisti.buon pranzo
(Rispondi)
 
icaronelcuore
icaronelcuore il 26/11/12 alle 14:45 via WEB
ho gli occhi lucidi....bravissimo...Paola
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 17:13 via WEB
gze a te paola smackkkkkk
(Rispondi)
 
eden58ac
eden58ac il 26/11/12 alle 16:37 via WEB
Mi sono commossa... bravo davvero smackk
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 26/11/12 alle 17:13 via WEB
gzeeeee Anna troppo gentile smackkkk
(Rispondi)
 
crazy.wasp
crazy.wasp il 26/11/12 alle 20:23 via WEB
L'ho rietto con piacere e mi ha emozionato ancora (e questo pezzo di Elvis è stupendo!). Già, bisognerebbe imparare ad essere "buoni" non solo a Natale. Una buona azione al giorno, toglie il medico di torno: doneremmo un po' di gioia a qualcuno e ne gioiremmo anche noi... e la gioia è un'ottima medicina! Ciao. Smack!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 27/11/12 alle 10:53 via WEB
ciaoooo rinnovo di nuovo il mio grazieeeee di cuore e concordo con te in pieno smackkkk
(Rispondi)
 
fataeli_2010
fataeli_2010 il 27/11/12 alle 12:58 via WEB
Ciao bellissimo racconto molto molto bravo....Un forte abbraccio ^_^
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 27/11/12 alle 13:15 via WEB
Gze Ely smackkkkkkkk
(Rispondi)
 
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