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Serata Jazz

Post n°1240 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da paperino61to

 

Stasera il rockcafè si dà un contegno serio con dei video jazz dedicati all'amico GTtibet, sperando nella sua e vostra comprensione essendo totalmente ignorante in questo campo.

L'unica certezza è che questi sono dei veri Maestri nel jazz spero che ne convidiate l'affermazione.

 

 

                            

 

 

                        

 

 

                      

 

 

                   

 

 

               

 
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Commenti al Post:
gtibet
gtibet il 23/02/13 alle 17:09 via WEB
ti ringrazio per il complimento (troppo buono);0) Ti confermo che le tue proposte sono ineccepibili...del resto il mondo del jazz, dal dixieland, al blues allo Swing, al BeBop, al progessive,al latin jazz agli standard..e su su fino ai giorni nostri, è un universo di bella musica e grandi artisti.Inoltre chi ama il Rock,non può dimenticare che quest'ultimo è un "figlio non ribelle del blues";0))Infine,voglio dirti che oggi, noi italiani, non siamo secondi a nessuno nemmeno in questo campo...pensa solo a Stefano Bollani o a Paolo Fresu tanto per citarne un paio;0) Buona domenica.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 23/02/13 alle 17:51 via WEB
ciao si girando x mettere i video ho visto i nomi di questi signori. Ammetto che io mi fermo al grande Louis, Benny Goodman , Glen Miller e stop. Il rock è nato dal blues, swing, jazz ,country...son contento che ti siano piaciute le proposte...buona serata allora
(Rispondi)
 
paoloroiter
paoloroiter il 23/02/13 alle 17:44 via WEB
Storia del jazzDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.Vai a: navigazione, cerca Dizzy GillespieLa storia del jazz, come quella di molti altri generi musicali popolari, soprattutto quelli che affondano le loro radici nella tradizione degli schiavi afroamericani (primo fra tutti il blues), è assai povera di documenti e riferimenti, in special modo per quanto riguarda le origini e i primi anni. Le prime fonti orali sulla nascita del jazz a New Orleans risalgono ai primi anni del XX secolo mentre le prime fonti scritte al decennio successivo. Il jazz fu creato dagli africani deportati negli Stati Uniti e schiavizzati, che cantavano per alleggerire il lavoro. Il genere si sviluppò in modo esponenziale tra il 1915 e il 1940, diventando la musica da ballo dominante tra il 1930 e il 1940, anni in cui i brani delle big band si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche. A questo periodo seguirono diversi decenni in cui il jazz si caratterizzò in maniera crescente come una musica d'arte, tipicamente afroamericana. Nel frattempo il pubblico statunitense del jazz si assottigliò, mentre la musica destava un crescente interesse in Europa e nel resto del mondo. Questa tendenza, iniziata col movimento bebop nel 1945, raggiunse l'apice negli anni sessanta con il movimento free jazz, che mirava all'emancipazione totale del musicista. Seguì un periodo di involuzione e di marginalizzazione che terminò negli anni ottanta, durante i quali una generazione di giovani musicisti infuse nuova vita perseguendo diverse tendenze anche in assenza di uno stile dominante: nacquero così diverse scuole di jazz europeo, uno stile main stream, che faceva riferimento al periodo degli anni cinquanta, e diverse contaminazioni che proseguivano l'esperienza fusion arrivando ad uno stile che viene detto acid jazz o che guardavano con interesse a tradizioni musicali etniche in direzione della world music. Anche l'industria discografica tornò ad interessarsi delle sonorità del jazz - se non della sua estetica - promuovendo vari artisti specialisti di smooth jazz, un tipo di jazz estremamente alleggerito. La musica jazz rappresenta oggi circa il 3% della produzione musicale nordamericana,[1] ma ha seguaci in tutto il mondo.
(Rispondi)
 
 
paoloroiter
paoloroiter il 23/02/13 alle 17:45 via WEB
Origine del termine [modifica] New Orleans, 1919L'origine della parola jazz (che veniva originariamente scritta jass) è incerta.[2] Un'ipotesi fa derivare da jass dalla parola di etimologia francese jaser (gracchiare, fare rumore, perfino copulare nel dialetto della Louisiana francofona dell'700).[3] La linea etimologica francese jaser-jass sembra avvalorata dai giornali dalla fine dell'800 al 1918 e dalle testimonianze di musicisti di New Orleans, secondo cui questa musica veniva considerata in ambienti tradizionali come "fracasso", "rumore sgradevole", musica "cacofonica" e perfino "orgia sessuale". In contrasto con questa teoria, recenti testimonianze raccolte tra alcuni musicisti in attività a New Orleans all'inizio del XX secolo indicano che la parola non è stata usata a New Orleans per denotare una musica fino al 1917, quando vi arrivò in una lettera che Freddie Keppard spedì da Chicago a Joe "King" Oliver, che la mostrò al suo protetto Louis Armstrong. Un'ipotesi recente è che la parola abbia una provenienza settentrionale, con le prime attestazioni di uso localizzate nell'area di San Francisco.[4] Il ricercatore Gerald Cohen ha appurato che la parola inizia ad apparire sul giornale San Francisco Chronicle nel 1913, come sinonimo di vigore, energia, effervescenza.[5] Il cronista che la usò l'avrebbe mutuata da un altro cronista, che a usa volta l'avrebbe sentita usare da giocatori di dadi durante una partita. Altri associano la parola jazz al gergale to jizz (jism), parola sconcia che indica la virilità maschile o l'atto di eiaculare. Così per alcuni jazz music sarebbe quindi stata "musica da eiaculazione" per la sua presenza nei bordelli, per altri avrebbe inizialmente significato "musica da poco" ovvero - in positivo - "musica effervescente". Se anche questo fosse vero, è molto probabile che questa associazione si fosse persa nel 1913 o difficilmente la parola sarebbe stata stampata su un quotidiano. Ad ogni modo dopo che la parola "jazz" fu resa famosa, essa si arricchì rapidamente di connotazioni anche negative al punto da essere talvolta utilizzata come epiteto: un noto esempio è un articolo molto critico del "Times Picayune". Altri ritengono che la parola jazz derivi da Jar che in inglese significa vaso. In effetti i primissimi suonatori di colore usavano dei vasi rovesciati come delle percussioni da cui dall'inglese "to play jares" suonare dei vasi, delle giare, oppure dei barattoli. Suonare con dei vasi la cui pronuncia è la stessa di "to play jazz". Pian piano sarebbe diventato appunto Jazz Le origini [modifica] I Virginia minstrels (1843)Molti sono gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti, canto blues degli afroamericani, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, musica europea per banda militare e perfino echi dell'opera lirica sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortunata e geniale sintesi artistica. Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto inglesi e francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square,[1] una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate. Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano[6]. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali). Da questo substrato musicale emerse, alla fine dell'Ottocento, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.
(Rispondi)
 
 
 
paoloroiter
paoloroiter il 23/02/13 alle 17:46 via WEB
Chicago e il Midwest [modifica] Louis Armstrong negli anni cinquantaLa migrazione degli afroamericani dal Sud al Nord degli Stati Uniti, che ebbe luogo tra il 1910 e il 1920, portò con sé anche molti musicisti di New Orleans, attratti dai maggiori guadagni che venivano offerti ai musicisti al Nord e, secondo molte testimonianze, anche dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans, che viene fatta coincidere simbolicamente, con la chiusura di Storyville, il quartiere a luci rosse di New Orleans, che avvenne nel 1917 ad opera del Ministero della Guerra: la tradizione vuole che il jazz fosse nato e avesse prosperato nei bordelli del quartiere. Molto probabilmente l'importanza di Storyville per il jazz è stata esagerata, ma è certo che molti protagonisti vi suonarono, e che, forse anche a causa di questo, fin dagli inizi il jazz ebbe una pessima reputazione. Il jazz veniva spesso portato al Nord sui battelli che risalivano il Mississippi, che assumevano orchestre come intrattenimento di bordo. La meta di molti dei musicisti fu Chicago, città che attrasse anche King Oliver, e attorno alla quale si creò una scuola da cui emersero molti protagonisti soprattutto bianchi, tra cui Bix Beiderbecke, Frank Trumbauer (primo Saxofonista americano - il Sax era stato brevettato nel 1846 a Parigi ed esportato al seguito delle bande militari), Pee Wee Russell. Dal punto di vista musicale il suono contrappuntistico e d'insieme (normalmente con esposizione del tema alla cornetta, supporto armonico affidato agli arpeggi del clarinetto il tutto legato dalle frasi e dagli effetti di glissato del trombone e con improvvisazioni collettive finali) delle formazioni di New Orleans cede il passo ad uno stile in cui domina la performance del solista (grazie anche ad una nuova generazione di musicisti più preparate tecnicamente), mentre iniziano ad emergere figurazioni ritmiche più sofisticate di quelle di derivazioni bandistica. La figura principale del periodo è Louis Armstrong, che fu chiamato a Chicago dal "Re" di New Orleans Joe "King" Oliver. Dopo alcuni mesi con il gruppo di Oliver, Armstrong (con le storiche registrazioni dei suoi gruppi, gli Hot Five e gli Hot Seven), nel 1925 si affermò come il trombettista simbolo del movimento (Armstrong è considerato il più prolifico e talentuoso musicista jazz di tutti i tempi, alla richiesta di scrivere una storia della musica Jazz, Miles Davis rispose: "La storia del jazz si scrive in quattro parole... Louis Armstrong, Charlie Parker"). Sono gli anni che vedono anche la nascita dell'industria discografica: nel 1920, la cantante blues Mamie Smith incide "Crazy Blues", che vende un milione di copie e fa esplodere il settore delle incisioni dedicate ai neri, i cosiddetti "race records" (registrazioni razziali), che fanno decollare la carriera di molti musicisti, tra cui molti cantanti di blues, dei quali forse la più famosa è Bessie Smith. Il legame tra il blues e il jazz durante questi anni vive in maniera sotterranea, a causa della connotazione fortemente razziale e la fama di scarsa raffinatezza del blues: si vedranno musicisti bianchi[7] che assumono pseudonimi neri per incidere il blues, mentre i jazzisti, che si rivolgevano al pubblico bianco dei locali notturni, per lungo tempo eviteranno di suonare il blues in pubblico.[8] Si deve notare come molti dei brani che in questo periodo contengono la parola blues nel titolo non siano affatto blues ed usino il termine solo per il suo effetto coloristico.
(Rispondi)
 
paoloroiter
paoloroiter il 23/02/13 alle 17:46 via WEB
L'era delle big band e l'età dello swing (1930-1940) [modifica] Il Swing [modifica] Duke EllingtonNel decennio che seguì, che sarebbe anche stato chiamato "L'età del jazz", il jazz aumentò la sua popolarità, affermandosi come musica da ballo e dilagando negli speakeasy, i locali in cui si vendeva clandestinamente il liquore vietato dal proibizionismo. Molti protagonisti, tra cui il sassofonista Sidney Bechet fecero tournée in Europa. Videro in questo periodo la luce anche le prime Big band - si ricorda quella di Fletcher Henderson, che vide tra le sue file anche Armstrong - che trovavano ottime opportunità commerciali nelle grandi sale da ballo, quali il Roseland e il Savoy di New York. A testimoniare la popolarità delle orchestre in questo periodo, la stampa incoronò "Re del jazz" Paul Whiteman, un direttore d'orchestra bianco che canonizzò la formazione delle orchestre da ballo dell'epoca, introducendo ad esempio la sezione di sassofoni, e noto tra l'altro per aver commissionato a George Gershwin il brano "Rapsodia in Blu", che fondeva elementi jazzistici in una cornice compositiva di derivazione classica. Benny Goodman nel film Stage Door CanteenTutti si erano accorti del jazz, lo ascoltavano e ne parlavano. Anche Hollywood si era accorta del jazz e iniziò a produrre film in cui la musica jazz compariva direttamente come protagonista, o indirettamente come commento all'azione, chiamando alcuni dei musicisti più in vista del momento a prendervi parte (spesso solo come comparse). La segregazione razziale, che era stato fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz così come nei locali, iniziò in quegli anni a perdere un po' della sua compattezza, grazie anche al coraggioso esempio di direttori d'orchestra come Goodman e Shaw che portarono in tournée gli artisti afroamericani Roy Eldridge[3] e Billie Holiday[9]. La depressione economica - iniziata col crollo di Wall Street nel 1929 e la fine del proibizionismo - posero fine all'età del jazz come era stata fino a allora conosciuta. La radio assunse il ruolo di diffusione che era stato fino a poco prima giocato dai dischi e le orchestre jazz che le emittenti trasmettevano dal vivo in programmi con nomi come "Let's Dance" (cioè "Balliamo", il programma che rese celebre l'orchestra di Benny Goodman nella parte occidentale degli Stati Uniti) assursero ai primi posti delle classifiche musicali dell'epoca, rendendo popolari i nomi di Benny Goodman (cui la stampa attribuì il titolo di "Re dello Swing"), Artie Shaw (che, in concorrenza con Goodman, si attribuì il titolo di "Re del Clarinetto"), Duke Ellington - la cui orchestra animò per anni, con un repertorio innovativo ed estremamente originale, le notti del famoso Cotton Club, Cab Calloway - un altro "re" del Cotton Club, Woody Herman, Count Basie, Ella Fitzgerald, Glenn Miller. Il successo di questi programmi e delle orchestre che vi suonavano fu accompagnato dal diffondersi di nuovi balli, quali il jitterbug (e il suo discendente jive) e soprattutto lo swing che finirono per dare alla decade il nomignolo di "età dello swing". Goodman, che assunse Fletcher Henderson come arrangiatore, fu il dominatore di gran parte della decade, con un successo che culminò nel 1938 con un concerto nel tempio newyorkese della musica colta, la Carnegie Hall, concerto al quale Goodman fece partecipare come ospiti solisti provenienti da tutte le maggiori orchestre del momento. Musicalmente, la maggior parte delle orchestre jazz fondeva lo stile di Chicago con l'organico delle orchestre da ballo, anche se le formazioni più innovative (Ellington, Basie) contribuirono in modo sostanziale alla definizione di uno stile e di un repertorio originale.
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paoloroiter
paoloroiter il 23/02/13 alle 17:47 via WEB
New York, grazie all'ambiente favorevole creato dalla compresenza della fiorente industria discografica e dello spettacolo,[10], un'attivissima vita notturna che (ancorché spesso dominata dalla malavita) alimentava numerosissime sale da ballo e locali notturni, e - nel quartiere di Harlem - una folta comunità di colore che stava sperimentando un periodo di relativa prosperità,[11] acquisisce in questi anni un ruolo centrale che non abbandonerà più, attirando molti musicisti tanto dal Sud quanto dal Midwest: è qui che Henderson stabilisce la sua orchestra ed è qui che si trasferisce, dalla nativa Washington, il giovane Duke Ellington. Artie Shaw nel 1940Verso la metà degli anni trenta, anche a seguito dei primi disordini razziali - si ricorda la rivolta ad Harlem nel 1935 - New York vide la decadenza dei locali per bianchi nei quartieri neri (tra cui il famoso Cotton Club) mentre le zone attorno a Broadway, alla Cinquantaduesima strada,[12] e al quartiere universitario del Greenwich Village si popolarono di locali che avevano piccole formazioni jazz come attrazione principale. Le stelle di questi locali erano Billie Holiday, Art Tatum, Fats Waller, Coleman Hawkins, Lester Young. Lo stile che nacque in questi locali era rilassato e notturno, esemplificato dall'interpretazione di Body and Soul data in quegli anni da Hawkins, che fu anche uno degli strumentisti che resero il sax tenore la voce dominante del jazz. Dal punto di vista musicale, mentre si afferma sempre di più la figura del solista, il repertorio si orienta in maniera predominante sulla forma della canzone in 32 battute, che può essere un tema originale o - più spesso - essere derivato da canzoni in voga, da musical o da film (non si deve dimenticare che in questi anni sono attivi nell'industria dello spettacolo alcuni formidabili autori, tra cui George Gershwin e il fratello Ira, Irving Berlin, Cole Porter, e più tardi Jerome Kern): inizia così la compilazione di un repertorio di brani noti a tutti i musicisti jazz, detti standard che diventerà una delle caratteristiche del jazz per piccola formazione. Di conseguenza la ritmica abbandona i due quarti tipici del periodo di New Orleans ed è sempre più spesso in quattro quarti. Anche lo stile dell'improvvisazione si trasforma. Alle variazioni melodiche e tematiche tipiche dello stile di Chicago, si sostituisce gradualmente uno stile verticale, che fa un uso intensivo degli arpeggi sugli accordi che sostengono l'armonia del brano. Kansas City [modifica]Uno stile jazzistico più rivolto al blues e con caratteristiche meno urbane di quello newyorkese veniva in quegli anni praticato dalle orchestre di Kansas City, luogo di fondazione dell'orchestra di Count Basie. In questa città si formarono molti protagonisti degli anni che seguiro
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paperino61to
paperino61to il 23/02/13 alle 17:52 via WEB
ciao Paolo ancora una colta gze x avermi delucidato sull'argomento...buona serata
(Rispondi)
 
lulu59leone
lulu59leone il 23/02/13 alle 17:48 via WEB
si letto tutto..... ciaooooooo e balla papero..
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 23/02/13 alle 17:52 via WEB
ciao Lulu ballo ma in due :_))) smackk buona serata
(Rispondi)
 
crazy.wasp
crazy.wasp il 23/02/13 alle 17:53 via WEB
Wooowww! Complimenti Papero, serata perfetta! Smackkk!
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paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:56 via WEB
gzeeeeee feliche che ti sia piaciuta smack
(Rispondi)
 
fataeli_2010
fataeli_2010 il 23/02/13 alle 18:11 via WEB
Ciao carissimo buona serata anche a te....Un forte abbraccio
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:56 via WEB
ciao Ely buona domenica smack
(Rispondi)
 
 
 
fataeli_2010
fataeli_2010 il 24/02/13 alle 11:26 via WEB
felice domenica anche a te.....Un grosso abbraccione
(Rispondi)
 
ironwoman63
ironwoman63 il 23/02/13 alle 18:54 via WEB
mi piace!!!!^_____^ passate parola, andiamo tutti a votare per far fuori il Kainano!! http://www.avaaz.org/it/stop_berlusconi_fb_no_corruption/?cseeVab
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:57 via WEB
ciao Lulu stamattina ero il 3 al seggio nonsotante la neve.
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Luxxil
Luxxil il 23/02/13 alle 20:43 via WEB
tutti bravi, ma quello che mi è piaciuto di piu è miles davis...grazie per la bella musica:) uno smakkete Giò:)
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:57 via WEB
ciao Gio son contento di avere azzeccato i pezzi come avrei letto non " mastico " molto bene questa musica...smack
(Rispondi)
 
daniela19712011
daniela19712011 il 23/02/13 alle 20:56 via WEB
Ohhhh così si che va bene...

Ti auguro... (clicca)

(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:58 via WEB
vedi che il papero ti accontenta sempre eh eh...buona domenica Diana smack
(Rispondi)
 
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 23/02/13 alle 21:12 via WEB
CIAO MARCO, UNA BUONA SERATA ED UN BUON FINE SETTIMANA, UN ABBRACCIO ALDO. DOMANI FAI BENE IL TUO DOVERE.
(Rispondi)
 
gtibet
gtibet il 23/02/13 alle 22:25 via WEB
... caro papero,una dritta? Se ti va, vai su You Tube e cerca i video di "JIM HALL TRIO"..poi fammi sapere;0) Sempre su You Tube,suggerisco PETRUCCIANI,un pianista grandissimo, eccezionale (fisicamente sfortunato,MA..!!) decine di brani stupendi,uno per tutti:ESTATE,ecc.SQUAK.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 10:59 via WEB
gzeeeeeeee andrò di sicuro a vedere questi signori...buona domenica un abbraccio ciaooooooooooo
(Rispondi)
 
devils_angels_love
devils_angels_love il 24/02/13 alle 01:03 via WEB
eccomi qua da te per augurarti una dolce notte , che la notte si porti via tutta la maliconia... ma lasci nel tuo cuore una buonanotte di serenità e amore.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 11:00 via WEB
ciaoooo che belle parole gzeeee...buona domenica con tanti sorrisi smack
(Rispondi)
 
felisdgl0
felisdgl0 il 24/02/13 alle 01:29 via WEB
TI AUGURO UNA BUONA DOMENICA E UN ABBRACCIO.. FELY
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 11:00 via WEB
ciao carissima contraccambio di cuore smack
(Rispondi)
 
francy71_12
francy71_12 il 24/02/13 alle 09:41 via WEB
ciao bella musica buona domenica
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 11:01 via WEB
ciaoo Francy gzeeeee buona domenica anche a te smack
(Rispondi)
 
angelo.notte
angelo.notte il 24/02/13 alle 10:47 via WEB
Un buongiorno per una serena domenica... un sorriso...^___^Gio
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 24/02/13 alle 11:01 via WEB
ciaooo contraccambio gli auguri marco
(Rispondi)
 
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