Post n°1869 pubblicato il
05 Febbraio 2015 da
paperino61to
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Santuario della Consolata
Il santuario, situato verso il centro della città costituisce una tappa d’obbligo, con ingresso nella piccola piazza omonima.
La chiesa originaria è documentata a partire dal X secolo: dedicata a Sant’Andrea, ospitò i monaci benedettini fuggiti dall’abbazia della Novalesa a causa della mancanza di sicurezza.
A cavallo dell’anno mille i monaci ampliarono il priorato torinese avvalendosi dell’opera del monaco-costruttore Bruningo, a cui venne anche attribuita, nel XI secolo, la costruzione del campanile.
Realizzata in mattoni di spoglio, la torre campanaria è articolata in sette livelli, scanditi da fasce di archetti pensili a due conci raggruppati in serie, divisi ai livelli inferiori da una lesena a sezione semicircolare; salendo, la struttura è alleggerita sia dalla riduzione dello spessore della muratura, sia dal progressivo aumentare delle aperture.
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Il culto di Maria Consolatrice si afferma a partire dalla fine del cinquecento, la cui attuale icona è stata ricondotta al mecenatismo del cardinale Domenico della Rovere.
A partire dal 1678 la chiesa inizia ad assumere le forme e l’impianto attuali: Guarino Guarini trasforma la navata dell’antico Sant’Andrea nell’attuale aula ellittica di ingresso, mentre il santuario per l’icona mariana viene creato in una nuova cappella esagonale sul lato nord, portata a termine da Antonio Bertola nel 1703.
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La nuova assialità del progetto guariniano viene confermata da un’ulteriore cappella ellittica, aggiunta da Filippo Juvarra per ospitare un nuovo altare maggiore con il tabernacolo eucaristico e la venerata icona mariana (1729).
L’aspetto attuale del santuario è dovuto agli interventi realizzati tra gli anni trenta dell’ottocento e l’inizio del novecento: riplasmazione della cripta della Madonna delle Grazie, pronao sulla piazzetta meridionale, aperta nel 1846, e restauro del 1885 diretto da G. B. Ferrante.
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Da citare anche il complesso intervento realizzato da Carlo Ceppi (1899 – 1904), che corona il santuario con cappelle ellittiche in forma neobarocche, dopo aver demolito le parti perimetrali dell’impianto guariniano.
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