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« Serata: Pistole e RoseConsiderazione ad un'intervista »

Il delitto va in scena al lunedì ( Quarto capitolo )

Post n°2035 pubblicato il 18 Gennaio 2016 da paperino61to

 

 

Pensai che Perino non avesse tutti i torti, nella sua zona la vittima era nota a parecchie persone.

“ Prenditi un paio di agenti e vai a sentire gli alberghi intorno alla via…portati la fotografia di Oliveri con te...poi se non trovi nulla, fate un salto alla stazione e chiedete ai bigliettai…magari prendeva il treno”.

Uscito Perino, mi misi a redigere dei verbali, neanche mezz’ora scarsa sentì bussare alla porta, era De Bono.

“ Buongiorno commissario, disturbo?” domandò con la sua voce in falsetto.

“ No signore, il capo della polizia non disturba mai…prego si accomodi”.

“ Sono passato di qui per sapere come procedono le indagini”.

“ Stiamo seguendo varie piste”.

Non so perché, ma non mi fidavo a riferirle quello che avevamo scoperto, cioè che Olivieri avesse una probabile relazione con una donna.

“ Spero che la risolviate in fretta, a proposito avete controllato i circoli comunisti?”.

“ Certo signore, è stata la prima cosa che abbiamo fatto. Ho messo degli agenti a controllare dei presunti sospetti, al primo passo falso gli arrestiamo…stia tranquillo”. A volte dire una menzogna è utile.

“ Bene, molto bene”.

Lasciai che non finesse la frase ponendogli una domanda: “ Senta, io ho ascoltato alcuni amici della vittima, ho saputo che anche il Marchese De Savio e sua moglie lo erano…mi farebbe piacere porgli qualche domanda”.

A sentire questa frase De Bono divenne paonazzo:”  Lei scherza “ fu la sua risposta.

“ Affatto, l’indagine deve essere svolta come si deve non trova, e poi scusi, se non hanno nulla da nascondere cosa devono temere?”.

“ Berardi, lei o è un pazzo o un’incosciente…si rende conto di chi sia il Marchese?”.

Con la memoria tornai al primo incontro e alle sue parole.

“ Certamente mi rendo conto. Allora possiamo fare così: lo convoca lei, sicuramente non potrà rifiutarsi e io da semplice sottoposto pongo alcune domande…che dice?”.

De Bono era sempre più paonazzo, balbettava persino ma alla fine acconsentì.

“ Lo chiamo io De Savio, e concordo con lui il giorno, le farò sapere”.

“ Perfetto, signore e grazie ancora…ricordi che mi farebbe piacere venisse anche la consorte del Marchese…era molto amica della signora Boisoni…la conosce?”.

 

Rispose di si anche se solo superficialmente.

Una volta congedatosi, chiamai Tirdi e diedi ordine di fare un’indagine discreta sul Marchese De Savio.

“ Mi raccomando però, nessuno deve sapere nulla, manco il Questore “.

Il pomeriggio era caldo e solare, nelle strade la gente cercava un po’ di refrigerio nelle piole o nei bar della zona. Via Roma e via Po erano le uniche vie dove sotto i portici non arrivavano  i raggi del sole che picchiavano sulla testa. I più fortunati erano ragazzini che si buttavano nelle acque del fiume.

Prima di uscire dall’ufficio arrivò Perino tutto raggiante.

“ Commissario, ci sono novità importanti”.

“ Dimmi pure…”.

“ Ho controllato gli alberghi vicino a via Carlo Alberto, ma nessuno ha mai visto Oliveri, ho mostrato la fotografia al personale senza dire chi fosse…poi sono andato con i colleghi nella zona della stazione e anche lì  non è mai stato ospite degli alberghi, infine siamo andati  alla biglietteria della stazione”.

Riprese fiato e continuò : “ L’addetto ai biglietti riconobbe la fotografia. Oliveri  prendeva sempre il treno per Villar Perosa, facendo il biglietto andata e ritorno.  Inoltre partiva con il treno delle otto e mezza e tornava con quello delle 19”.

“ Sempre di lunedì, come hanno confermato la domestica e l’autista?”.

“ Si, sempre e solo di lunedì. Il bigliettaio aveva notato anche che viaggiava senza nessun bagaglio”.

Arrivati a questo punto pensai che l’unica cosa da fare era di andare a Villar Perosa e domandare agli albergatori se conoscevano la vittima.

“ Bravo, Perino, sai che si fa domani mattina? Esatto…prendiamo il treno e andiamo a farci un giretto da quelle parti”.

“ Vuole che vada a fare i biglietti?”.

“No, lascia stare ci penso io, mi faccio una camminata, ne ho bisogno, intanto cerco di riflettere su questo omicidio, quello che mi lascia perplesso è anche il fatto che il nostro gran capo abbia un timore reverenziale a nell’ interrogare il Marchese”.

“ Crede che sia coinvolto?”.

“ Chi lo sa…tutto può essere…per ora accontentiamoci di andare a Villar Perosa e chissà che non si scopra qualcosa…ricordati di portare con te la fotografia”.

 

Il giorno seguente Villar Perosa ebbe due nuovi ospiti, il sottoscritto e Perino. Giunti con il treno, ci recammo alla ricerca degli alberghi i quali per fortuna erano solo tre in tutto il paese. L’aria era fresca e per un attimo immaginai come sarebbe stato bello vivere qui.

All’albergo Dutto trovammo la risposta che cercavamo. Il direttore ci fece accomodare nel suo ufficio.

“ Si, conosco questo signore…si chiama Paolo Greppi, gli è successo qualcosa?”.

Guardai Perino, per fortuna non si lasciò scappare che il signore in questione aveva mentito sul suo cognome.

“ Stiamo indagando, appunto per questo siamo venuti qui da lei. Mi dica, quando veniva in questo albergo era da solo o era in compagnia ?”.

Il direttore sembrava imbarazzato, ma poi rispose che veniva in compagnia di una signora, una bella signora.

Ci diede anche il nome: Luisa Ferrari.

“ Potrebbe descriverla?”.

“ Certo…capelli neri corti, occhi verdi, un naso alla francesina, e poi pizzica la erre. Sempre ben vestita…cordiale, aveva un sorriso per tutti noi “.

“ E il …Greppi invece com’era? Anche lui cordiale?”.

“ Si…direi di si…solo l’ultima volta l’ho visto, o almeno mi era sembrato preoccupato…ma non so dirgli per che cosa…lui era molto riservato su certe questioni”.

“ Capisco, la signora giungeva con lui o arrivava dopo oppure si trovava già qui?”.

“ Arrivava dopo, il signor Greppi normalmente alle nove del mattino si trovava già qui, la signora…massimo mezz’ora, al più tardi tre quarti d’ora dopo”.

“ Giungeva come il Greppi con il treno?”.

“ No affatto, veniva in auto…aveva un’autista che veniva a riprenderla verso sera”.

“ Potrebbe farci vedere la stanza che affittavano?”.

“ Certamente, si trova su questo stesso piano, ma nell’altro corridoio”.

La stanza era al piano terra ben arredata e con il bagno interno. Una scrivania di legno massicci dello stesso colore del letto. Lo specchio e un mobile intarsiato era sul lato destro della camera. Un tappetto di pregio era situato ai piedi del letto. Oltre alla porta di entrata c’è n’era anche un'altra che dava sul retro dell’albergo. La scaletta di tre gradini permetteva di scendere  e di poter inoltrarsi in un sentiero.

 

Domandai al direttore se era stato il signor Greppi a volere la camera in questa ala dell’albergo oppure se era casuale.

“ Era lui a volerla, faceva osservare che se con la signora decidevano di fare una passeggiata, potevano passare dalla scaletta e andare alla fontana che si trova in fondo al sentiero”.

“ Diciamo che erano riparati da occhi indiscreti!”.

Il direttore rimase a bocca aperta a questa affermazione, non riusciva a coglierne il senso.

“ Non si preoccupi direttore, sto solo riflettendo ad alta voce. Senta, volevo domandargli , non è mai venuto nessuno a domandare del Greppi e della Ferrari?”.

Questa domanda lo sorprese ancor di più, mentre rispondeva di no:” Perché avrebbero dovuto cercarli? Non capisco…lei pensa che …”.

“ Cosa penso io non è importante, mi creda…dicevo così per dire. E se uno dei due ospiti fosse stato sposato…”.

“ Mio Dio…vuol dire che …”.

“ No, stia tranquillo…è una pista che stiamo seguendo, cerchiamo di non escludere nulla. Ci  è stato molto utile venire quassù, ora torniamo a Torino; buona giornata  e complimenti per l’albergo e il paese…chissà, un domani che sarò in pensione…arrivederci”.

Al ritorno io e Perino concordammo che i cognomi di entrambi erano falsi e che il caro direttore non chiese mai per nessun motivo, i documenti ad entrambi. D’altronde, Oliveri/Greppi era un cliente da moltissimo tempo, si fidavano di lui.

“ Bene, Perino, ora sappiamo che la vittima aveva un’amante. Bisogna trovarla e non  ci sarà facile scovarla”.

“ Lo so commissario, mi lascia anche perplesso che la signora venisse accompagnata dall’autista…o si fidava ciecamente di lui, eppure io…”.

“ Pensi che l’autista abbia fatto il doppio gioco? Abbia riferito della tresca a qualcuno? Ammesso sempre che la signora sia stata sposata!”.

“ Ovviamente io parto dal presupposto che sia sposata, altrimenti che senso avrebbe andare fino a Villar Perosa? Sono convinto che l’autista abbia sicuramente detto qualcosa al marito della signora, e che costui…”.

“ Abbia ucciso o fatto uccidere l’Oliveri…il tuo ragionamento non fa una grinza…inoltre se la signora veniva accompagnata dall’autista, non è sicuramente una del popolo “.

( Continua )


 

 

 

 

 
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LA.QUARTA.LUNA
LA.QUARTA.LUNA il 18/01/16 alle 11:19 via WEB
Un delitto sarebbe non leggerlo ... ciao carissimo, un abbraccio.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 18/01/16 alle 17:22 via WEB
Troppo gentileeeee grazieeee un abbraccio e buona serata
(Rispondi)
 
nomadi50
nomadi50 il 18/01/16 alle 12:00 via WEB
caso complicato caro Berardi !!!!!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 18/01/16 alle 17:23 via WEB
ciao Angelo se è complicato per lui pensa a chi lo ha dovuto scrivere :-) buona serata un abbraccio
(Rispondi)
 
c.zeta1960
c.zeta1960 il 18/01/16 alle 14:11 via WEB
ancora non riesco a capire troppo pochi gli indizi ciao Marco buon lunedi
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 18/01/16 alle 17:23 via WEB
ciao Claudio tu vorresti vincere facile e invece no...spremi le meningi tiè :-) un abbraccio e buona serata
(Rispondi)
 
g1b9
g1b9 il 18/01/16 alle 16:13 via WEB
Mi piace come scrivi questi gialli, sono davvero particolari, sarà perchè hanno come location Torino e dintorni, sarà l'immaginare il discorso col nostro accento, il periodo storico in cui hai fatto nascere Berardi, la somma è che paiono una novità sulla scena del thriller. Bravo Marco!
PS: poichè mi perdo la new della pubblicazione, please me lo dici in Pvt quando pubblichi la puntata? Bacioni!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 18/01/16 alle 17:25 via WEB
ciao Giovanna troppo gentile come sempre. penso sempre sia meglio scrivere di cose che uno sa, Torino è la mia città, il dialetto anche se non lo parlo lo capisco e qualcosa riesco a scriverlo. so che le notifiche non sempre arrivano a buon fine, d'accordo te lo farò sapere con la messaggeria...smackkk buona serata
(Rispondi)
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 18/01/16 alle 22:51 via WEB
Un abbraccio, una parola carina ci vuole sempre, anche se virtuale, fa niente, l'importante è che sia detta con il cuore. Buonanotte...anto
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 19/01/16 alle 09:17 via WEB
Ciao Anto mi trovi perfettamente d'accordo..buon martedì un abbraccio
(Rispondi)
 
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