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Messaggi di Marzo 2015

 

La mano del destino ( Settimo Capitolo )

Post n°1896 pubblicato il 23 Marzo 2015 da paperino61to

 

Quando rientrai in ufficio era  tardo pomeriggio , e trovai una sorpresa ad aspettarmi, :  Tirdi.

“Ciao Tirdi, ma che ci fai qui “ ? domandai felice di vederlo.

“ Salve commissario, mi ero annoitato un po’ a stare lassù , mia moglie sta bene e così ho deciso di venirla a trovare. Come va con l’indagine ? “.

“ Arrivo ora da Pinerolo, il caro Linsetti , settant’anni , è vispo e arzillo come un ragazzino “.

La faccia di Tirdi espresse la sua più totale perplessità su questa frase.

“ Ho saputo che non solo conosce bene la Stecco e la Cossutti, ma che entrambe erano le sue amanti. Della Stecco ho avuto la conferma da un albergatore e per l’altra donna non credo affatto di sbagliarmi,  ma per scrupolo manderò un agente a parlare  con chi lavora nell’ospedale di Susa…sapessi quante cose sanno dirti gli infermieri ! “.

“ Capisco,  quindi il legame a tre funzionava fino a quando qualcosa si è interrotto  vero ? “ .

“ Esatto , vuoi un caffè “ ? e chiamai il bar di fronte .

“ Altre novità “ ?

“ Abbiamo il nome di Giodini , te lo ricordi vero “ ?

Vi fu un segno di assenso da parte di Tirdi.

“ Anche lui è implicato in questa faccenda ed è anche l’amante della De Matteis “.

Tirdi rimase stupito di fronte a questa affermazione poi esclamò : “ Manca solo il movente allora ? “.

“ Questo è il punto , qual è il movente ?”.

“ Se..permette commissario avrei un suggerimento ..”

“ Dimmi Tirdi , sai che prendo sempre in considerazione cosa dici “.

“Manderei qualcuno , o sentirei qualche nostro informatore,  al mercato nero per vedere se ci sono novità, con Giodini implicato non mi stupirei che ci fosse qualche partita di roba  da vendere..non so però di cosa possa trattarsi “.

     

Pensai a quello che aveva detto Tirdi quando se ne andò per tornare da sua moglie a Viù. Aveva ragione , nel mercato nero ci sarebbe sicuramente   stato qualcosa di interessante, chiamai Perino e gli  dissi di andare a sondare il terreno.

La notte stava scendendo sulla città, come sempre l’illuminazione era ridotta al lumicino per la paura di raid aerei.

Passai a salutare Mamma Gina, era diventata uno straccio di donna da quando non aveva più notizie del figlio . Il povero ragazzo dalla Grecia era partito con la 52 divisione fanteria per il fronte russo,e sinceramente  penso  che  pochi di quei cristi tornino  indietro.

L’indomani mattina un tiepido sole faceva capolino dalle nuvole. L’odore del caffè riempiva la stanza mentre mi preparavo per un’altra dura giornata di lavoro.

Squillò il telefono, era De Luca : “ Scusi il disturbo commissario, volevo dirle che la ferma del Cacetti scade oggi , che facciamo lo rilasciamo ? “.

Ci pensai un attimo e risposi di portarmelo in ufficio prima di rilasciarlo.

Verso le undici De Luca arrivò con il ragazzo. Aveva il volto scavato , la barba  incolta e  puzzava non poco .

“ Siediti Cacetti, e non aver paura credimi non è il caso “.

Si sedette titubante, potevo capire la sua paura, sul suo capo vi era un’accusa di omicidio .

“ Ci sono state novità per quanto riguarda l’omicidio della tua ragazza, sappiamo che sei innocente…per la verità lo sapevamo già da quando era arrivato il rapporto del dottor Stresi “.

“ Ma…come…allora perché mi avete tenuto in cella ? Per Dio ..” la voce era carica di rabbia e disperazione.

“ Per la tua sicurezza Cacetti, inoltre se ti lasciavamo libero , il vero assassino avrebbe capito che il suo depistaggio era stato scoperto. So che non è stato molto…corretto ..lo ammetto , ma in questo modo siamo arrivati a scoprire chi è coinvolto in questa faccenda “.

“ Mi dica chi è stato  commissario  e giuro che l’ammazzo con le mie mani quel disgraziato “ e dicendo questo mi pose sotto gli occhi le sue mani.

“ Piantala di dire stupidaggini, santo cielo. Allora si che poi ti sbattono dentro e buttano  la chiave. Devi avere fiducia in me chiaro ? Bene..ora ti farò delle domande e  rispondi ricordandoti anche dei minimi particolari che riguardavano  la tua donna “.

“ Sicuramente Ornella avrà sentito o visto  qualcosa che non doveva vedere. Ti ha mai accennato qualcosa ? “ .

Cacetti rispose con un secco no , anche se a parer suo era cambiata nei  giorni prima del delitto : “ Sobbalzava a qualsiasi rumore e i suoi occhi fissavano di continuo la porta  “.

“ Evidentemente qualcuno aveva scoperto che lei sapeva qualcosa, non hai proprio idea di cosa possa essere ? Pensaci bene Cacetti , qualsiasi parola che può sembrarti senza senso ora magari è fondamentale “.

Il ragazzo riflettè per parecchi minuti,  in assoluto silenzio, si vedeva chiaramente che stava andando a ritroso nel tempo per cercare quella parola  o gesto che avrebbe sbloccato l’inchiesta.

“ Non so se è utile questo, ma ricordo che fece cenno a un camion che arrivò verso le due di notte, e dalla finestra lei  vide degli uomini che andavano e venivano  nel cortile “.

“ Portavano casse , scatoloni o qualcosa di simile ?  “.

“Non accennò a questo ma mi disse solo che uno di quegli uomini indicò la sua finestra. Lei si ritrasse in fretta per non esser vista …credo a questo punto che non fu abbastanza veloce “ , l’ultima frase era un bisbiglio.

“ I giorni seguenti vi siete ancora visti,  non ti ha accennato a discorsi sentiti tra la De Matteis e i suoi amici ? “.

“ Si, commissario ci siamo visti sempre di nascosto, mi accennò che la De Matteis le girava troppo intorno, e le aveva proibito   con scusanti banali, di uscire di casa da sola ..evidentemente aveva paura che scappasse  “.

“ O che venisse da noi a raccontarci cosa aveva visto . Altre cose che ti vengono in mente ?”.

“ Nulla…tranne la sera prima che venisse uccisa , aveva sentito qualcuno dire :  arriva alla solita ora …ma non sapeva di chi fosse la voce e a cosa si riferisse  ” .

Evidentemente la merce giungeva in via Bava sempre alla solita ora , questo è ovvio. Pensai di mettere degli uomini per controllare , ma sapevo che era inutile, quella gente non è affatto stupida.

“ Puoi andare Cacetti  ma mi raccomando guardati le spalle, quella è gente che non scherza , evita di parlare troppo soprattutto dietro a un bicchiere di vino “.

 

De Luca tornò verso l’ora di pranzo , sul suo volto era spuntato un sorriso.

“ Commissario , forse ci siamo “ usò queste parole mentre si sedeva.

“ Ho incontrato il nostro informatore,  quello di Piazza della Repubblica e con la scusante di comprare qualche mela ,mi ha detto che ultimamente c’è stata una richiesta esagerata in città  di morfina ..”

Rimasi con la tazza del caffè in mano ed esclamai : “ Morfina  ..ne sei sicuro ? “.

 “ Il nostro uomo dice di si , chi ne fa richiesta sono persone facoltose   disposte a  tutto pur di  accaparrarsi una dose “.

 “ Riassumendo possiamo dire così : Il dottore Linsetti che lavora nei due ospedali procura la merce, la Stecco e la Cossutti facevano da tramite con la De Matteis  la quale essendo amante del Giodini, lo avvisa dell’arrivo della merce e quest’ultimo la immette  sul mercato nero “.

“ Credo che sia così commissario, evidentemente però qualcosa è andato storto ..magari le due donne hanno voluto essere pagate onerosamente e la prostituta ha sentito o visto qualcosa che non doveva vedere “.

“ Collima tutto De Luca, i pezzi si intersecano perfettamente , ora abbiamo il puzzle completo. Manda Rizzo assieme a Perino agli ospedali di Pinerolo e Susa, per parlare con i rispettivi direttori. Farò avere anche  l’autorizzazione del Magistrato di modo che controllino tutte le scatole, contenuto compreso,  che abbiano la scritta morfina..controllino i contenuti , è importante “.

Poi aggiunsi di far pedinare da alcuni agenti  sia il  Giodini  che il  Linsetti  , e di portarmi qui sia  la Malforti.

“Sarà fatto commissario “ e dicendo così uscii dall’ufficio. Chiamai il questore per avvisarlo delle ultime novità e per domandargli di preparare un mandato di cattura per questi tre squallidi personaggi .

Dissi a Perino di andare a prendere Tirdi, perché in questo momento avevo bisogno di lui in questo momento.

La porta dell’ufficio si aprì mentre il campanile della chiesa batteva le due del pomeriggio,era De Luca con la Malforti.

( Continua )

 

 

 

 

 

 

 
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Serata Norvegese

Post n°1895 pubblicato il 21 Marzo 2015 da paperino61to

Buona sera eccoci di nuovo in pista ...Stasera il gruppo che vi presento arriva dalla fredda Norvegia....ma ammetto che qui al rockcafè hanno portato solo un caldo " rock'roll "...vi presento Miss  Toini e the Tomcats

 

 

 

                  

 

 

 

 

 

                   

 

 

 

 

 

                 

 

 

 

 

               

 

 

 

 

               

 

 

 

 

          

 
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Visitare Torino : Il Castello di Rivoli

Post n°1894 pubblicato il 20 Marzo 2015 da paperino61to

 

 

 

Il Castello di Rivoli è stato una residenza sabauda , nel comune di Rivoli situato nella cintura di Torino, ed è la sede del museo d’arte contemporanea.

       


La costruzione del castello risale al IX-X secolo, ma la sua esistenza è attestata per la prima volta nel 1159 con l’imperatore Federico I Barbarossa cedeva i territori rivolesi, castello compreso ai vescovi di Torino.

La famiglia Savoia si inserì nel panorama cittadino fin dal suo arrivo in Italia nell nel ’XI secolo. Il primo Consiglio dei Principi , massimo organo amministrativo del contado.


    


Il castello  vanta anche il primato della prima ostensione in Piemonte della Sacra Sindone, il sacro lino era stato portato quale tappa intermedia prima di raggiungere Pinerolo. La duchessa Jolanda, moglie di Amedeo IX di Savoia , pensò fosse giusto permettere anche agli abitanti di Rivoli di venerare la sacra reliquia.

         


Nel 1559 il castello venne restaurato e modificato dall’architetto Vittozzi, i lavori terminarono nel 1644 . Un nuovo declino per Rivoli fu allo scoppio della contesa tra  francesi e sabaudi, in quegli anni il castello venne saccheggiato e incendiato dai francesi, numerose opere d’arte scomparvero.
Il castello venne nuovamente modificato solo dopo il 1706 dopo la sconfitta dei francesi. I lavori furono affidati all’architetto Garove.

          

Alla morte di Amedeo II il castello fu abbandonato dai Savoia. Nel 1863 venne affittato all’amministrazione comunale rivolese, che ne fece una caserma, per la cifra di 2 mila lire al mese. Vent’anni dopo il castello venne infine venduto ed acquistato dal Comune di Rivoli, subito venne trasferita la biblioteca civica e vennero conservati alcuni mobili appartenenti ai Savoia, mentre il resto dell’edificio rimase caserma.

La II guerra mondiale distrusse buona parte degli edifici, i primi interventi furono fatti allo scopo di non far crollare la struttura.


         

Nel 1979 riprendono i lavori che negli anni  precedenti furono abbandonati , si giunge al 1984 dove finalmente venne inaugurato il Museo d’arte contemporanea del castello di Rivoli. Nel corso degli anni e anche al giorno d’oggi non solo si è arricchita la collezione,facendo diventare uno dei musei più conosciuti in Europa.

 

 

 

 
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Nuovo reality

Post n°1893 pubblicato il 18 Marzo 2015 da paperino61to

 

Dopo l’Isola dei Famosi è in arrivo un nuovo reality : L’Isola dei Cialtroni. Prodotta dalla " Governo Ensemble Ridicolin ".

Le isole ovviamente sono due : L’Isola degli Inutili e L’Isola delle Chiappe a rischio.

Le isole son completamente allo stato brado, il mare che le circonda pullula di squali e barracuda. La vegetazione è comprensiva di piante carnivori e sull’Isola delle chiappe a rischio si trova la tribù dei Celodurissimo.

La lista dei partecipanti è stata appena confermata :

Matteo “Pinocchio “ Renzi da Firenze, essendo lui un ex boy scout vuole provare l’emozione di ritornare bambino, su twitter ha scritto : #vadoviaperunpò.

Il popolo italico ha esultato come se si fosse vinto un mondiale hanno risposto : #faiconcalmanoncimancherai.

Alfano Angelino , il quale vorrebbe vedere se è più intelligente lui o i bradipi che vivono su quell’isola dice : “ è una sfida con me stesso “.  I bradipi dopo averlo sentito parlare si son messi a ridere e a tutt'ora non hanno smesso.

Silvio “ Nonnetto “ Berlusconi, la Direzione lo vuole  per catturare la fascia della terza età. Un nonno buono per tutte le occasioni, in questo caso partecipa come  barzellettiere e intrattenitore . Le scimmie dell'isola  esultano visto che hanno appena saputo che è il Re incotrastato del bunga bunga.

Pier Luigi Bersani che finalmente realizzerà il suo sogno di “ smacchiare un leopardo o di vedere un tacchino su un albero “, inoltre essendo fedele al suo partito non se la sente di lasciare solo Matteo : “ Potrebbe venirgli in mente di aprire un Nazareno club, meglio che lo tenga d’occhio, sorbole “.

Per le donne hanno aderito la Daniela “ ditino medio alzato “ Santanchè : “ Sono entusiasta finalmente conoscerete un lato di me che non conoscete “.  Nonno Silvio ha già risposto che non ci si perde nulla a conoscere quel lato, a cosa alludesse  non è dato a sapere.

Maria Elena Boschi , la single più in del partito di Matteo vola anche lei sull’Isola : “ Chissà che sull’isola non trovi anche l’amore “ . Saputa la notizia della sua partecipazione tutti i pesci paduli dell’Oceano si sono riversati  in quella zona.

Anche Anna  Finocchiaro ha già dato l’adesione al reality. Ha avanzato la richiesta di portare con sé la scorta : “ Non vorrei mai che sull'isola vi fosse una sede dell’Ikea"è stata la sua scusante.

La direzione sta valutando se dirottarla su un altro reality : “  Scorta...ho un certo languorino  “. Non oso pensare in cosa consista questo languorino visto che le partecipanti arrivano direttamente dall'Hot e Hard film festival.

Sull’Isola delle Chiappe a rischio , invece i protagonisti sono :

Carlo Giovanardi , il quale ha subito espresso con il suo linguaggio morigerato che non vuole a che fare con i culatoni e che si rivolgerà direttamente a Dio in tal caso . La tribù dei Celodurissimo non vede l’ora di fare la sua conoscenza.

 Roberto Calderoli che vuol finalmente dare un senso alla sua vita e alle sue idee : “ i negri mangiano solo banane “. Qualcuno sussurra maliziosamente che stavolta  le toccherà   con mano le  banane dei “ negri “.

Razzi e Scilipoti , che son felicissimi di provare il detto : “ Che l’intelligenza non è obbligatoria “ , si presentano come duo comico . Metà della tribù dell’isola sta valutando di chiedere asilo politico al nostro paese.

Infine  Ivan Scalfarotto che porterà con sé  le sue cravatte , perché vuol fare capire ai telespettatori che il detto “ cervello in fuga “ non riguardi la sua persona ma bensì a chi non si veste in modo consueto agli incontri con la Troika.

Dall’Isola le hanno risposte che quel genere di professione non esiste, evidentemente c’è stato un equivoco.

Chi viene eliminato lo fa in maniera definitiva e sarà il pubblico da casa a deciderlo telefonando o mandando un sms al : 0000033456767878999  .

Un’ultima notizia ci è stata appena comunicata dalla direzione  : partecipa anche Maurizio Borghezio. Alla domanda del perché vuole andare sull’Isola dei Cialtroni risponde : “ Voglio vedere se è vero il detto che una merda non affonda ma galleggia “.

 

 
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La mano del destino ( Sesto Capitolo )

Post n°1892 pubblicato il 17 Marzo 2015 da paperino61to

 

La nebbia mi accompagnava nel  viaggio in treno verso Pinerolo. La visibilità era alquanto precaria.

Stavo andando all’ospedale, De Luca era riuscito a risalire al dottor Linsetti ( nominato dalla Malforti ), lavorava come chirurgo e inoltre era anche vice primario nell’ospedale di Susa.

Troppe coincidenze per questo signore, visto che due delle tre donne uccise lavoravano in quegli ospedali.

Prima di andare  in ospedale entrai in un bar a prendere un caffè bollente , ne avevo bisogno,  la giornata non solo era nebbiosa ma anche gelida.

L’entrata dell’ospedale era vigilata da un paio di miliziani fascisti, dovetti fare vedere il tesserino di polizia per poter accedere .  Andai dall’usciere e domandai dove potessi trovare il dottore.

Mi indicò che potevo ancora trovarlo nel suo ufficio poiché  al pomeriggio sicuramente era a Susa.

Salì le scale e mi avviai verso l’ufficio. Era la terza porta  alla mia sinistra, bussai ed entrai senza aspettare l’invito .

“ Lei chi è “ ? domandò il dottore .

Era sulla settantina , capelli impomatati , gli occhi erano nascosti dietro agli spessi  occhiali. Il fumo della sigaretta usciva da un posacenere e aleggiava nella stanza.

“ Il dottor Linsetti ? Sono il commissario Berardi della questura di Torino “ risposi calcando sulla parola commissario.

Mi squadrò dalla testa ai piedi poi indicò una poltrona .

“ Cosa posso fare per lei “? .

Tirai fuori le due fotografie delle donne uccise e domandai se le conosceva, visto che lavoravano entrambe negli ospedali dove lui esercitava.

Guardò le foto superficialmente e disse di non conoscerle o almeno non le sembrava di ricordarle  e di averle mai viste.

“ Ne è sicuro ? “..poi tentai un bluff.

“ Perché ho saputo che entrambe erano state al suo servizio..”non finì la frase che il dottore si alzò e si mise a urlare

“ Io non le conosco e chi ha detto queste cose mente…capisce mente, e ora se ne vada…ho molto da fare “.

“ Capisco e la ringrazio per la  sua disponibilità…però sono convinto che questo nome le dice qualcosa e anche l’indirizzo di questa persona …Agnese De Matteis via Bava 26 “.

 

Avrei voluto ci fosse anche Tirdi con me  per fargli vedere come un illuminato dottore può sbiancare in volto al solo nominare una maitresse e il suo bordello.

“ Come….co…cosa sta dicendo “ ? . La voce era balbettante  e le mani dovettero posare la penna stilografica per il troppo tremore.

“ Non le permetto certe insinuazioni di bassa lega ! Mi rivolgererò al Prefetto …”

“ Lo può fare benissimo , però tenga conto che poi le ragazze del bordello verranno chiamate a testimoniare, e credo che  non tutte manterranno  questo suo piccolo segreto “ .

“ Lei è…”

“ Attenzione dottor Linsetti, una parola sbagliata e l’arresto per oltraggio e ingiurie a un pubblico ufficiale , ci pensi bene. Come spiegherebbe  a sua moglie  questo suo gesto ? “ .

L’uomo si afflosciò sulla poltrona, stava meditando come togliersi da quell’impiccio.

“ Va bene commissario le chiedo scusa. Conosco la casa e la proprietaria, per le due fotografie che mi ha fatto vedere vorrei rivederle, sicuramente sono stato troppo frettoloso “.

Fu così che  rifeci vedere le foto delle due donne. L’unica cosa che disse è che conosceva di vista la Cossutti per averla avuto a fianco in un paio di interventi ma nulla di più.

Lasciai l’ufficio del dottore con la convinzione che mentisse spudoratamente, e per questo anziché uscire dall’ospedale andai nei vari reparti a domandare notizie della Stecco e del dottore e con un particolare non di poco conto : il dottore era mancino…come l’assassino che ha ucciso Oriella .

Come sospettavo , aveva mentito . Un paio di infermieri mi dissero chiaramente che la Stecco non solo era  infermiera nelle camerate dove Linsetti aveva i pazienti  ma era anche l’amante del dottore.

Si vedevano a fine turno , lei saliva sulla macchina di lui e andavano in una pensione  a Pinerolo, del nome di questa pensione però  non ne erano a conoscenza.

I due infermieri dissero che giravano  voci che anche a Susa il dottore aveva  un’amante  e che quest’ultima lavorasse   in ospedale. Sorrisi , un altro filo legava le due vittime al dottore e questo era legato con la De Matteis che a sua volta era legata molto intimamente con Giodini. Mancava soltanto il movente per gli omicidi.

 

Uscii dall’ospedale  e il freddo pungente si faceva sentire . Alzai il  bavero del cappotto e andai alla stazione locale della polizia. Dissi chi ero, e specificando per sommi capi la mia venuta chiesi,  gli indirizzi delle pensioni di Pinerolo.

Erano solo tre, due negli isolati intorno all’ospedale , la terza all’uscita del paese a un chilometro circa .

Puntai decisamente su quella, sarebbe stato sciocco da parte del dottore e della sua amante andare nelle pensioni troppe vicine all’ospedale . La nebbia era sempre più fitta, un paio di volte rischiai di finire in un fossato.

Ca’ Patrunet era l’insegna della pensioncina , un edificio a due piani con  la porta di vetro. Al  bancone si vedeva un uomo , sicuramente il proprietario, poi c’era  un divano , un paio di vasi . Entrai.

“ Buongiorno lei è il proprietario “ ? domandai mentre tiravo fuori dalla tasca il tesserino della polizia.

L’uomo mi squadrò e disse si , che lo era e cosa desideravo .

“ Arrivo da Torino e sono il commissario Berardi , avrei bisogno di farle alcune domande”.

La voce dell’uomo si era abbassata notevolmente e con un gesto della mano mi indicò di seguirlo nel retro.

“ Buongiorno commissario, che è successo ? Guardi che io non ho fatto  nulla di male…”

“ Stia tranquillo , basta che mi risponda ad alcune domande in merito e che  se vengono accompagnate da un bicchiere di vino meglio ancora, ovviamente pagando il disturbo “.

Di colpo il proprietario ritrovò il sorriso e disse di si, sarebbe andato a prendere una bottiglia di barbera e due bicchieri. Mi fece accomodare e tornò dopo un paio di minuti.

“ Ecco commissario,  beva e mi dica sinceramente cosa ne pensa ? “  domandò mentre versava nel bicchiere il nettare di Bacco.

Lo gustai molto lentamente poi le feci i complimenti , era veramente buono . Non potevo sbagliarmi era barbera ed anche di quella buona.

“ Si , è  barbera , la produce mio figlio, porta sempre un carico di bottiglie per i nostri clienti  “.

Feci il bis poi posai il bicchiere e domandai nome e cognome della persona con cui stavo parlando.

 

“ Mi chiamo Rista, Giuseppe Rista. Da quando sono nato    faccio l’albergatore, questa pensione è un lascito dei miei vecchi . Non so spiegarmi il perché lei sia venuto da me  “.  Aveva ripreso a parlare sottovoce e il biancore in volto stava tornando.

“ Le faccio vedere due fotografie di donne, saprebbe riconoscerle ? E’ molto importante mi creda “.

Posai le foto sul tavolo, Rista le osservò ed  esclamò :  “ Sta-sì è la Wanda “ !

E indicò la fotografia della Stecco.

“ Ne è sicuro , ci pensi bene “.

Confermò il nome, dice che non poteva sbagliarsi , poiché  l’uomo che veniva con lei la chiamava sempre Wanda.

“ Mi parli dell’uomo , lei se lo ricorda,  lo conosce per caso “ ?

Notai che tentennava , aggiunsi che non doveva preoccuparsi , che le cose dette non sarebbero arrivate all’orecchio dell’interessato.

“ So che è un dottore, mi sembra si chiami Lisitti , Lisetti..si ecco Linsetti . Lavora all’ospedale del nostro paese , ma di più non so “.

“ Come fa a sapere che è un dottore , glielo lo ha detto lui “ ?

“ No, per carità , è già tanto che dice buongiorno e buonasera,  è stata la donna ha chiamarlo così. Avesse visto la  faccia dell’uomo in quel momento, se i suoi occhi avessero potuto   uccidere l’avrebbero fatto all’istante “.

“ Quindi da quella parola ha capito che era medico. Ma il cognome come fa a saperlo “?

“ Una volta un mio amico uscì proprio mentre loro entravano, poi venne da me a  chiedermi cosa ci facesse il dottor Linsetti nella mia pensione “.

 

“ Quante volte venivano da lei ? “ m

“ Direi tre, quattro volte a settimana,  solo nel fine settimana non li vedevo , ho pensato che uno dei due fosse sposato. Ma mi dica commissario, cosa è successo ? Adesso che ci penso , è parecchio tempo..”

“ Purtroppo la donna è morta, uccisa a Torino assieme a una sua amica. Il dottore , con cui ho appena parlato  ha detto che aveva  una conoscenza superficiale della Wanda , cosa che dalle sue parole sembra tutto il contrario .

“ Povra matota, era bella sa ? E anche molto gentile. Lei dice che c’entri il dottore ? “  .

“ Chi lo sa.. Senta mi dica ancora una cosa, il dottore veniva sempre con questa donna o qualche volta era anche con altre “ ?

“ No, sempre con la Wanda” .

Mi alzai e bevvi un altro bicchiere di barbera prima di avviarmi alla stazione . Raccomandai a Rista di non far menzione del nostro dialogo nemmeno con suo figlio altrimenti avrei potuto incriminarlo  come   complice dell’assassino.

( Continua )

 

 
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