Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

g1b9paperino61torbx1dglcassetta2nomadi50elyravQuartoProvvisorioDoNnA.Sjezabel777zoppeangelogianbrainOPIUMPASSIONEilcorrierediromakipli
 

Ultimi commenti

Pochi artisti restano nel cuore a lungo, passa il tempo,...
Inviato da: g1b9
il 29/06/2024 alle 16:09
 
Ciaoooooo :)
Inviato da: elyrav
il 27/06/2024 alle 09:51
 
Buona giornata ciaon
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:59
 
Ciao Roberta buon martedì
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:59
 
Grazie a te cara amica. Buonmartedi
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:58
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Marzo 2015

 

Vi presento un Nuovo Dj

Post n°1891 pubblicato il 14 Marzo 2015 da paperino61to

Stasera cari amici cedo il posto  al nostro amico piumato di palermo : Paperinopa_1974 che vi meraviglierà con effetti speciali , scenici , stratosferici ...insomma vi farà ballare.

Ammetto che non è male come dj... ma d'altronde noi " piumati " siamo speciali in tutto

 

                     

 

 

 

               

 

 

 

 

 

 

                   

 

 

 

 

 

             

 

 

 

 

 

                      

 

 

 

 

                 

      


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La mano del destino ( Quinto capitolo )

Post n°1890 pubblicato il 13 Marzo 2015 da paperino61to

 

 

Sulla scrivania trovai una busta, conteneva due fotografie di donne : una era senz’altro la signora  Stecco , visto che riportava la  firma ma l’altra ? Chiamai Perino.

“ Buongiorno commissario, sono arrivato da poco da Pinerolo . Ha visto la busta ? “ domandò mentre si sedeva.

“ Ciao Perino, si ho visto. Ci sono due fotografie , l’altra ragazza chi è ? “.

“  All’Ospedale di Pinerolo , non avevano fotografie della Stecco neanche all’ufficio dipendenti. Uscii  da quel luogo con una certa idea in testa…per farla breve andai dove abitava la vittima ed entrai ”.

Guardai Perino sorridendo e dissi : “ Non male come idea, però non facciamolo sapere al Questore altrimenti ti ritrovi con un paio di accuse sul groppone “.

“ Si , commissario, meglio non dire nulla. Ebbene dicevo, sono entrato e ho rovistato un po’ in giro. Ho trovato la fotografia della Stecco e accanto quella dell’altra ragazza, penso di non sbagliare dicendo che è l’altra vittima  “.

“ Lo penso pure io , l’altra donna si chiama Tiziana Cossutti, era un’amica della Malforti, sai quella ragazza che è venuta a chiedere aiuto al bar “ ? .

“ Si, ricordo bene, quindi si conoscevano ?  “ .

“ Ho avuto un colloquio con lei  qualche ora fa. A parte le frasi concordate con la sua maitresse, a riferito anche della sua amicizia con la Cossutti “.

“ Quindi è attendibile la sua versione “ ? .

“ Direi che è molto attendibile, anche se in certi punti non  è chiara ,ha fatto il nome di un certo Giobi o Giobini e  di un dottor Linsetti ; controlla  cosa ne salta fuori . E’reticente sulla De Matteis e sul rapporto di questa  con la Cossutti, inoltre  anche  l’ospedale di Susa secondo me è coinvolto “.

“ Oltre le fotografie ho preso anche questa agenda , era nascosta dentro la federa del cuscino “.

Presi l’agenda , notai che nel giorno venti  di ogni mese compariva la scritta : Presa quantità  in numero sessanta, poi  in data venticinque la parola era : consegnata a A, inoltre vi erano delle cifre , che potrebbero essere riguardare un conto corrente.

“  Perino, fatti il giro delle banche con un mandato e domanda di vedere il conto corrente di Claudia Stecco , inizia da quella di Pinerolo , poi vai a Susa se eventualmente non trovi nulla. Proviamo a cercarlo in quelle zone vicine “.

 

“ Manda uno dei nostri all’obitorio con la fotografia della Cossutti e vedi se è lei, rispetto alla Stecco il volto è meno deturpato “

“ D’accordo commissario…volevo chiederle  notizie di Tirdi “.

“ Sta bene , ho chiamato il mio amico, dove abitano non hanno la linea telefonica “.

Mentre usciva Perino, entrò un trafelato De Luca. Era ansimante , lentamente si sedette sulla sedia, sembrava avesse corso una maratona.

Mi alzai per prendergli un bicchiere d’acqua  : “ Bevi con calma e riprendi fiato “ .

Sorseggiò il bicchiere con calma e con un  gesto eloquente della mano indicava chiaramente che avrebbe ripreso fiato per potermi delucidare su cosa era accaduto.

“ Mi scusi commissario, ma son venuto di corsa dal bar vicino all’armeria, ho seguito la De Matteis ..”

“ Continua “ risposi .

“ Sono entrato un paio di minuti dopo di lei. Continuava a guardare l’orologio con impazienza, dopo un quarto d’ora è arrivata una nostra vecchia conoscenza ..”

“ De Luca santo cielo non tenermi sulle spine , chi era questa nostra vecchia conoscenza “ ?

“ Niente meno che Giodini , se lo ricorda “ ?

Frugai nei meandri della memoria e risposi : “ Quello che a Cuneo avevano sbattuto dentro per un giro di prostituzione  e  che quando è uscì dal carcere  venne a Torino ?“ .

“Esatto e non solo  , qui da noi ebbe una condanna per violenza a una donna e si fece un paio di mesi dentro. Accusato anche di usura se la cavò perché il testimone ritirò la denuncia, inoltre sembra che sia un pezzo grosso della borsa nera “.

“ Ne ha fatta di carriera, quindi la De Matteis lo conosce molto bene “?

“ Direi di si commissario, e sono anche molto intimi, visto che quando si sono lasciati c’è scappato un bacio tra di loro e non sulle guance “.

Pensai un attimo al filo logico che legava un delinquente di quella risma alla maitresse, e a come le due donne uccise potessero fare parte . Non c’era dubbio che appartenevano tutti alla stessa banda, ma in cosa commerciavano illegalmente non riuscivo a capirlo. Inoltre Oriella evidentemente è stata messa a tacere perché aveva visto o sentito qualcosa.

“ Ascolta De Luca, vai all’ospedale di Susa e informati su questa Tiziana Cossutti , se lavorava lì oppure no, ammesso che la vittima  sia lei. Poi fatti dare l’indirizzo di casa e vai vedere se puoi scoprire qualcosa , io vado alla sala da ballo dove andava la Stecco, stavolta mi porto la fotografia “.

Uscimmo insieme, io camminai a piedi fino alla sala da ballo. Diverse case erano crollate sotto il bombardamento, prendeva lo stomaco al pensare che della povera gente innocente fosse morta in quel modo . La milizia fascista continuava il suo giro con le camionette, le persone che si raggruppavano in  gruppi immediatamente si scioglievano.

Avevo come un presentimento che a breve sarebbe scoppiato qualcosa, la gente non ne poteva più di questa assurda guerra e voci insistenti davano l’arrivo dei nazisti anche  in città, se così fosse era una brutta cosa.

Arrivai alla sala da ballo , come la scorsa volta trovai i soliti inservienti compreso quello che non avrebbe mai detto nulla agli sbirri.

“ Buongiorno, scusate se vi disturbo, vi ricordate di me ? Sono il commissario Berardi..”

Mi guardavano e con la testa fecero cenno  di si .

“ Bene, voglio mostrarvi la fotografia di questa donna, ne avevo accennato l’altra volta. Spero che qualcuno di voi la possa riconoscere, si chiamava Claudia Stecco. Uso questo verbo perché è stata assassinata “.

Calcai la voce sull’ultima parola. Sui loro volti vidi lo sgomento , qualcuno borbottò che non l’aveva mai vista, altri invece risposero di si che l’avevano notata ma non sapevano dire altro.

Andai dal “ simpaticone “ del gruppo, era intento a mettere a posto le sedie.

“ E tu  non hai nulla da dire “ ?

Mi squadrò con aria di sfida e rispose di no, un no secco.

“ Ne sei sicuro ? Io dico di no. Forza vieni con me in commissariato..sei in arresto ! “.

“ Con quale accusa sbirro “ ?

“ Mi sei antipatico ,  regge come accusa “ ? sorrisi dicendo queste parole.

Il tizio capì che non stavo scherzando affatto,  e invitò a sedermi .

“ Forza, dimmi quello che sai ! Voglio beccare quell’assassino , se non lo sai ha ucciso altre due donne oltre questa “ e indicai la fotografia della povera sventurata

 

“ La conoscevo , erano anni che veniva qui a ballare “ .

“ Sai con chi veniva “ ? domandai

Il tizio ci pensò su un attimo e rispose : “ Ultimamente veniva con un brutto ceffo, sicuramente lo conoscete, si chiama Giodini “.

“ Si lo conosciamo, è una nostra vecchia conoscenza , cos’altro puoi dirmi “ ?

Si alzò e andò al bar a prendersi una bottiglia di vino :  “ Vuole un bicchiere anche lei,  offre la casa “ .

Feci segno di no e lo esortai ad andare avanti.

“ Bene, come ho detto negli ultimi tempi veniva in compagnia di questa persona. Qualche settimana fa ho visto che lei usciva dalla sala piangendo mentre Giodini ha continuato a bere tranquillamente “.

“ Hai sentito cosa si sono detti “ ?

Riflette  qualche minuto poi disse : “ Parlavano di una partita di merce non arrivata o qualcosa del genere , con la musica è difficile riuscire a sentire “.

“ Però tu questa l’hai sentita bene vero “ ?.

“ Si, molto bene visto che lui ha urlato come un matto, salvo poi rendersi conto che le persone presenti lo stavano guardando “.

Quindi hanno litigato per qualcosa che la donna non ha fatto,  pensai immediatamente.

“ Da quella sera l’hai più rivista la Stecco “ ?

“ No commissario, non è più venuta e ammetto che avevo un brutto presentimento ,infatti lei me lo ha confermato “ , sorseggiò l’ennesimo bicchiere di vino e il suo viso diventò triste .

.

“ Tu le volevi bene vero “ ?

Posò il bicchiere e  alzò lo sguardo  che sembrava perso nei suoi pensieri .

“ Si, era una delle poche persone che mi trattava bene qui dentro “ rispose mentre con un fazzoletto sporco si asciugò il viso.

“ Posso solo prometterti che  beccherò chi ha ucciso la tua amica, però ho bisogno del tuo aiuto . Se noti qualcosa o senti frasi che possono interessarmi,  vieni in Questura e chiedi di me “.

( Continua )

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Intasate le Questure

Post n°1889 pubblicato il 12 Marzo 2015 da paperino61to

Ieri una notizia data dall’Ansa rivelava che le Questure in Italia non state prese d’assedio da minorenni con abbigliamento da lavoro ( minigonne e tacchi a spillo e calze autoreggenti ) al grido di : “ Siamo nipotine di zio Mubarak, chiamate il suo amico Silvio ve lo confermerà “.

Potete immaginare i questori in che situazioni si sono trovati, qualcuno ha subito esclamato : “ Rintracciate la Minetti e portela qui, lei sa come gestire questa situazione “.

D’altro canto si può anche immaginare come i telefoni delle Questure squillassero e alla domanda : “ Pronto chi parla ? “ dall’altro capo del telefono rispondesse : “ Cribbio, non mi riconosce ? Sono Silvio l’utilizzatore finale , senta avrei da chiederle un favore…”.

Cari amici e amiche nel paese delle Banane succede anche questo, il  tizio  B che va con prostitute minorenni viene assolto ,invece   per   tizio X che ci va e non HA il Potere ne tantomeno  Soldi rispetto a B viene condannato.

Inoltre come sempre accade da secoli, le donne vengono perseguitate penalmente con processi ,mentre i “ maschietti “ male che vada  la loro condanna la fanno a Montecarlo ( ogni riferimento a un certo ex direttore di telegiornale è casuale ).

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La mano del destino ( Quarto Capitolo

Post n°1888 pubblicato il 11 Marzo 2015 da paperino61to

 

 

Squadrai il tizio che mi aveva risposto in quella maniera, aveva accento veneto , era più alto di me ma molto meno robusto. Per un attimo pensai di sbatterlo dentro, poi lasciai perdere.

“ Non si può mai sapere nella vita se lei risponderà o no a uno sbirro ,non crede “ ? detta questa frase mi avviai all’uscita.

Tornato in questura chiamai Perino  e gli  dissi di andare all’ospedale di Pinerolo per farsi consegnare  una fotografia della Stecco e di  di fare un elenco delle persone che frequentava, compresi i colleghi.

Telefonai al mio amico di Viù per sapere come stavano Tirdi e sua moglie.

“ Ciao , Berardi..si stanno bene. Sono ottime persone , spero si trovino bene…ma figurati , sono ancora in debito con te..” .

Ero soddisfatto , almeno qualcuno che fosse lontano da questo inferno di attesa. Alla sera tutti eravamo con il naso all’insù e orecchie dritte in attesa di sentire suonare la sirena antiaerea.

Chiusi una pratica ed uscii, avevo voglia di scambiare due parole con la Malforti.

Arrivai in via Balme ed entrai nella casa di appuntamento. Venne incontro come ovvio la De Matteis , mi squadrò e con voce stridula mi domandò cosa volessi.

“ Vorrei parlare con la signorina Malforti  se è possibile “ .

“ E’ impegnata..torni dopo “ rispose mentre le sue mani davano chiaramente segni di disagio.

“ Non importa aspetto, posso sedermi sul divano “ ?

La signora girò sui suoi tacchi senza darmi risposta, lo presi come un si. Mi sedetti e aspettai , guardandomi intorno. Non vidi le ragazze , evidentemente di mattina i clienti lavorano o dormono ma  dopo circa mezz’ora arrivò la Malforti.

“ Buongiorno commissario, Agnese mi ha detto che voleva parlarmi “. La ragazza era vestita   bellamente per uscire con tanto di cappellino in testa.

“ Si  volevo parlarle , ma vedo che sta per uscire, non vorrei disturbarla ..”

“ Nessun disturbo, se vuole possiamo fare due passi insieme, io devo andare fino in via Garibaldi , le va “ ? un sorriso accompagnava la sua domanda.

“ Volentieri, prego..” ed aprì la porta .

“ Senta, devo salutare la De Matteis ? Non vorrei passare  per un maleducato “.

La ragazza rise e rispose che era meglio di no, in questi giorni è molto tesa ed agitata.

 

 Passammo attraverso i  Giardini Reali, i pochi fiocchi di neve rendevano il panorama bellissimo . Poche persone lo attraversavano camminando velocemente assorbite dai loro pensieri. Una camionetta della milizia fascista ci passò accanto rallentando un attimo per poi riprendere la sua normale marcia.

 

La signorina si attaccò al mio braccio come se qualcosa l’avesse spaventata.

“ Non le piacciono quei tizi vero “ ? domandai.

“ Lei mi sembra una brava persona commissario, le dico la verità , non mi piacciono per niente, sono dei bruti senza cervello “ rispose con un filo di voce.

Sorrisi e ringraziai per la brava persona : “ Allora siamo in due a detestarli “.

Arrivammo in Piazza Castello e imboccammo via Garibaldi. Ci fermammo al Bar Torinese e  dietro a una tazza di cioccolato calda parlammo di cosa fosse accaduto in quella casa e di come lei fosse giunta a fare quel lavoro.

In sintesi la  Malforti era nata a Magliano d’Asti , i suoi erano di origine lombarda,  si erano trasferiti per lavoro. Lei appena  diciannovenne , decise di venire a cercare lavoro a Torino, per un anno lavorò presso l’ospedale di Susa poi convinta da una sua amica ( Oriella la vittima  assassinata nella casa  di appuntamenti ) lascio l’ospedale e la seguì.

Si erano conosciuti in una sala da ballo , erano diventate amiche e  per un certo periodo avevano abitato insieme in Via Barbaroux, poi si erano trasferite in pianta stabile nella casa gestita dalla De Matteis.

Con i soldi dei clienti  la Malforti ( tolto la percentuale che prendeva la tenutaria )  ogni mese spediva i soldi ai suoi genitori per aiutarli a mandare avanti la fattoria ovviamente erano ignari del suo vero lavoro.

“ Commissario , spero non mi giudichi male “ domandò mentre beveva  la sua tazza di cioccolato.

“ Signorina Malforti…”

“ Mi chiami Rita e se  ti va dammi pure del tu “.

“ D’accordo..Rita , non giudico mai le persone,  credimi “.

Sorrise e rispose con un grazie.

“ Senti Rita, ho chiesto alla De Matteis i nomi dei vostri clienti ..è stata molto reticente e soprattutto ha avuto paura. Lo si leggeva in volto a chiare lettere, tu non sai chi sono queste persone ? “.

Posò la tazza con un gesto lento , ci pensò su un attimo e rispose : “ So il nome di un paio di suoi amici , non sono miei clienti per fortuna  ..uno si chiama Giobi o Giobini e l’altro Linsetti…ecco  di questo ne sono sicura ..lei lo chiamava il dottor Linsetti “.

 

“ Ritornando a Oriella  sai dirmi altro “ ? .

Sul volto della ragazza notai una certa rimostranza nel rispondermi , tentennava ma alla fine rispose di no .

 

“ Hai nominato l’ospedale di Susa dove  sono state uccise due donne, una di loro lavorava in quel di Pinerolo, sappiamo nome e cognome e indirizzo, dell’altra sfortunata nulla…mi chiedevo se  tu per caso non conoscessi una certa Claudia Stecco  faceva  l’infermiera…” non finì la frase che la Malforti si mise a piangere.

“ Sapevo che finiva male…glielo avevo detto , ma non ha mai voluto ascoltarmi “.

“ Cosa intendi dire Rita “ ? domandai porgendole un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.

“ Scusa commissario è che…spero non sia lei , lo spero con tutto il cuore anche se …sono settimane che non ho più sue notizie “.

“ Comincia da capo, con calma “.

“ Quando lavoravo ancora all’ospedale di Susa ero molto amica di una ragazza che  si chiamava Tiziana Cossutti,  ed  era  una donna che faceva girare la testa a molti uomini e non solo “.

“ Vai avanti “.

“ Un giorno mi portò in un bar e ad aspettarla c’era Oriella, me la presentò e mi piacque subito. Era gentile, alla mano , mi spiegò in cosa consisteva il suo lavoro. Io ero stufa di pazienti , di bende , di sangue sparso nella sala operatoria ed accettai “. Aveva smesso di singhiozzare , il suo sguardo  era rivolto alla finestra dove un timido raggio di sole stava spuntando  e faceva denotare tutta  la sua fragilità.

“Tiziana mi disse che anche lei voleva cambiare vita, ma non in quel modo. Aveva sottomano una proposta che se andava in porto sarebbe diventata una delle donne più in vista di Susa “.

“ Sai qual era questa proposta “ ?

“ Purtroppo no , non me lo ha mai voluto rivelare. Ci vedevamo una volta alla settimana  dalle parti di Giaveno , io prendevo il treno e poi insieme andavamo in una locanda  “.

“ Hai provato a cercarla a casa sua “? .

“ Si, mi sono recata un paio di volte  e l’ultima volta sono andata con un cliente che mi ha accompagnato ma nulla è come se fosse sparita nel nulla “. Le lacrime le stavano tornando.

 

Uscimmo dal locale e ci avviammo verso la casa di appuntamento. Nel tragitto la ragazza parlò pochissimo , era assorta nei suoi pensieri. In lei c’era qualcosa che non mi convinceva, primo fra tutti il fatto che la sua maitresse l’avesse fatta uscire con un poliziotto senza fare storie.

“ Rita, toglimi una curiosità , quanto di vero c’è nel tuo racconto “ ?.

Lei rimase impietrita nel sentirsi  porre questa domanda, cercò una sigaretta nella sua borsa, ma la mano le tremava e non poco.

“ Noi commissari abbiamo il vizio di non credere sempre a tutto quello che ci  viene raccontato e specialmente dalle belle ragazze come te. Per questo te l’ho chiesto, io voglio trovare l’assassino delle due donne e di Oriella , lo capisci vero “ ?.

Si sedette su una panchina, stava di nuovo piangendo, sulle lacrime non fingeva prima e  nemmeno  ora.

“ Agnese  mi ha costretto a uscire con te. Mi ha detto che dovevo accennarti solo qualcosa di Oriella. “.

“ La De Matteis conosceva anche   la Cossutti “ ?

Mi guardò ,  anche con il trucco sfatto dalle lacrime era ancora carina.

“ Ho paura di risponderti , ma l’avrai capito da solo..si la conosceva “.

“ Lavorava per lei “ ?.

“ No..non credo,  lo avrei saputo. So che ogni tanto arrivava quel Giobi o Giobini con dei pacchi, cosa contenevano non lo so davvero; so però che quando le veniva incontro Agnese, diceva : Roba da Susa …e si mettevano entrambi a ridere “.

Lasciai la signorina all’ingresso del portone di via Balme 26, le dissi di stare tranquilla e di raccontare alla De Matteis solo quello che aveva  concordato con lei.

“ Commissario, grazie …lo trovi quel bastardo che ha ucciso Tiziana e Oriella…lo trovi “.

Tornai indietro passando per via Montebello, i pensieri stavano affollando la mia mente. Delle donne uccise nella casa bombardata , sapevamo quasi per certo l’identità anche della seconda vittima e  che erano  entrambe infermiere . La Cossutti  era nota alla casa di appuntamento ma il suo ruolo era tutto da scoprire. Sicuramente c’era un filo che legava queste persone uccise , ma quale?.

( Continua )

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Visitare Torino : La Dimora Cavour

Post n°1887 pubblicato il 10 Marzo 2015 da paperino61to

 

Santena è un paesino a pochi chilometri da Torino raggiungibile anche con la corriera.


           



La dimora dei Cavour a Santena è uno dei castelli più importanti del Piemonte, soprattutto perché costituisce un unicum straordinario , ricco di memorie storiche , arredi, biblioteca e archivi.

Fu costruita per volontà di Carlo Ottavio Benso di Santena tra il 1712 e 1720 su progetto dell’architetto Gallo. Nel 1760 il castello passò ai Benso di Cavour che ne fecero la loro dimora. Un secolo più tardi per volontà del marchese Ainardo il castello fu ampliato e ristrutturato.


  

Alla morte di Ainardo , il castello passò in eredità al cugino conte Roussy di Sales.Nel 1876 la marchesa Giuseppina Alfieri ultima discendente della famiglia Benso di Cavour riacquistò il castello e tante memorie cavouriane.

Nel 1947il marchese Visconti di Venosta lasciò in eredità il complesso alla città di Torino.



Nell’edificio sono custoditi numerosi ricordi delle famiglie che vi abitarono.la Sala del Consiglio è congiunta al castello da un terrazzo ed è adorna di bassorilievi e stucchi , qui il conte camillo radunava i colleghi del Ministero per conferenze politiche. Vicino alla sala sorge il Castellazzo, un torrione merlato , unico avanzo del primitivo castello.

        


Al primo piano si trova la Sala delle Corone con le corone che cento città italiane portarono in omaggio a Cavour nel XXV anniversario della sua morte. Al terzo piano si trova la camera di Cavour, trasportata qui da Torino .


      


Sul lato sinistro della chiesa sorge la cappella del castello , costruita nel 1715 dal conte Carlo Ottavio Benso; qui riposano le spoglie del conte Camillo Benso di Cavour.  La facciata della cappella è di ordine dorico, le pareti interne rivestite in marmo, l’altare in fondo alla cappella è in bronzo.

        


Accanto al castello si estende un grande parco di 23 ettari voluto all’inizio del secolo XIX dal marchese Michele Benso di Cavour e progettato dall’Abate d’Arvillars.

Si tratta di un tipico giardino all’inglese, con collinette e sentieri curvi, è ricco di piante secolari tra cui faggi, olmi, roveri, abeti e platani di altezza fino a 35 metri.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963