Creato da: paperino61to il 15/11/2008
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Messaggi di Settembre 2018

 

The swing cats

Post n°2390 pubblicato il 22 Settembre 2018 da paperino61to

Ecco a voi lo swing dei gatti...buon ascolto.

 

        

 

 

 

        

 

 

 

 

         

 

 

 

     

 
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La villa del mistero ( capitolo due )

Post n°2389 pubblicato il 20 Settembre 2018 da paperino61to

 

Riassunto: Il Commissario Berardi e il suo collega Perino, vengono sorpresi dalla neve nei d'intorni di Mondovì. La loro auto non riesce più a proseguire, domandano ospitalità in una villa. Purtroppo è avvenuta da poco una tragedia, la figlia del proprietario, l'avvocato Gedina si è suicidata, nel contempo una domestica( Betty) è scomparsa all'improvviso. Nella stanza dove Berardi e il suo collega alloggerrano trovano un biglietto recante la scritta: Aiutatemi. Il commissario con discrezione decide di scoprire il perchè di quel biglietto. 

 

La prima cosa che noto è che non vi è nessuna fotografia della ragazza e lo trovo alquanto strano. I cassetti sono in ordine, stessa cosa l’armadio. C’è una porta che da sul balcone, la apro piano,  noto una pianta arrampicante che  sale a fianco di esso. Penso che per un ladro esperto salire non sia poi così difficile.

“Commissario, ho trovato questo nel comodino vicino al letto”.

E’ un tubetto di barbiturici, probabilmente è quello che  la povera ragazza ha usato per suicidarsi.

Perino apre il barattolo e ne svuota il contenuto, è quasi intero, dalla scritta sulla confezione deduciamo che manca una sola pasticca.

“Io non sono medico, ma una pastiglia non ti porta alla morte, giusto?”.

“ Manco io lo sono commissario, però la penso come lei”.

“ Quindi la ragazza non è morta per suicidio”.

“Si! Di sicuro non in questa maniera”.

Rimettiamo a posto il tubetto ed usciamo dalla stanza, vedo Umberto poco più in là e gli consegno le chiavi. Domando a lui come mai non ci sono fotografie della signorina nella stanza.

“E’ stato il dottore a toglierle, e non ne troverà nella villa, stessa cosa per un paio di quadri che erano nel salone,  la signorina Adele era stata ritratta assieme al padre e alla sua povera mamma”.

Il domestico osserva la  mia perplessità su questa frase.

“ Commissario, confido a lei questa cosa ma mi raccomando la tenga per sé. La moglie dell’avvocato è morta circa una decina di anni fa di polmonite e l’avvocato si è risposato con la signora Elsa”.

“Capisco…e i rapporti tra la signorina e la sua matrigna com’erano?”.

“ Per un certo periodo ottimi, poi qualcosa è cambiato…”.

Non finisce la frase che viene chiamato dalla signora, che senza giri di parole dice chiaramente di non perdere tempo con noi.

Rientriamo nella nostra stanza, nonostante la stanchezza, penso a quello che mi ha detto il domestico e soprattutto a chi può aver messo il biglietto. Lo riprendo, la parola è stata vergata in fretta, non capisco se è stato scritto da una mano femminile o maschile.

“ Che ne pensi Perino?” E ripeto a lui ciò che mi ha detto il domestico.

“ Non lo so commissario, sinceramente non saprei cosa pensare…è tutto così…nebuloso”.

Riprendo il biglietto in mano, pensando a chi possa averlo scritto. La neve continua incensante. Lentamente mi addormento, mi desto verso le tre del mattino con la sensazione che qualcuno ci osservi.

Nella stanza siamo solo io e Perino, eppure sono convinto che qualche altra persona era presente. Silenziosamente tasto i muri della stanza in cerca di un fantomatico passaggio segreto, apro l’armadio ma è vuoto. La porta è aperta, non ricordo se l’abbiamo chiusa ieri sera oppure no. Al risveglio Perino non sa darmi una risposta, anche lui non ricorda. Poi mi domanda come mai questa domanda, gli riferisco della mia sensazione che ci sia stato qualcun’altro nella stanza.

“ Sarà stata la stanchezza commissario, a meno che non sia venuto a farci visita un fantasma, cosa che dubito”.

“ Hai ragione tu, adesso scendiamo di sotto, e speriamo che abbiano ripristinato la linea telefonica”.

Purtroppo la mia è una pia illusione, Umberto mi risponde che la linea è sempre interrotta,  la neve scende sempre con forte intensità ed il muro della villa è quasi ormai nascosto dal manto bianco.

Il domestico ci fa accomodare in cucina per la colazione.

“Umberto, della domestica scomparsa cosa sa dirmi?”.

“ Signore, la Betty era come una figlia per me. Una brava ragazza, un po’ civettuola forse, ma a quell’età credo che lo siano tutte le ragazze”.

“ Quindi non hai idea del perché sia scomparsa? Secondo me bisognerebbe denunciare la cosa”.

“ Ho sentito che il padrone voleva farlo e stava per recarsi alla stazione di polizia di Mondovì anche con la neve, ma sia la signora che il dottore hanno sconsigliato la cosa”.

“Come mai?”.

“Non so dirle, sinceramente la trovo strano questo loro modo di agire…credo che se non va l’avvocato ci andrò io alla polizia!”.

“ Fai bene, se vuoi ti accompagniamo sempre che smetta di nevica.

“ La Betty si è portata via qualcosa? Una valigia, una borsa?”.

Il domestico scuote la testa, non lo sa, ma crede di no.

“ Tutti i suoi abiti sono ancora nell’armadio”.

  ( Continua)

 

 
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La villa del mistero ( capitolo uno)

Post n°2388 pubblicato il 18 Settembre 2018 da paperino61to

La tormenta di neve ci ha sorpresi al ritorno da Ceva, non si vede a un palmo dal nostro naso ed i tergicristalli sono inutili. Sento Perino imprecare perchè l’automobile  arranca sotto il manto nevoso: “ Ho l’impressione che a breve ci fermeremo commissario”.

 “D’accordo con te, se vediamo una locanda ci fermiamo…dove siamo? Ho perso l’orientamento”.

“Credo che abbiamo passato Vicoforte se non sbaglio…non vedo nulla con questa dannata neve”.

La macchina prosegue qualche centinaia di metri poi si arrende, le gomme slittano. Non c’è verso di farla ripartire. Scendiamo, la spingiamo a lato della strada, in lontananza  vediamo una costruzione.

 “Proviamo ad andare verso quella casa, lasciando l’auto qui” , e così iniziamo ad incamminarci sotto i fiocchi di neve. La costruzione intravista è una villa, percorriamo il viottolo che porta all’ingresso e suoniamo il campanello. Un tizio in livrea apre la porta e domanda cosa vogliamo.

“ Buonasera, sono il commissario Berardi della questura di Torino, questo è il mio collega Perino. La neve ci ha sorpresi mentre tornavamo in città, la nostra auto è ferma sul ciglio della strada. Chiediamo gentilmente  ai padroni di casa se possiamo entrare per fare una telefonata”.

Il maggiordomo ci scruta e risponde che va a domandare ai signori.

Sentiamo parlare ad alta voce.

“ Umberto, dovevi fare entrare i signori. Vi prego di scusarlo…entrate”.

L’uomo sicuramente è il proprietario della villa. E’ sulla sessantina , capelli grigi, un paio di lenti e una pipa in mano, noto anche che ha il viso emaciato, sofferente e si sorregge su una stampella.

“ Prego, seguitemi…io sono Carlo Gedina proprietario di questa villa. Sono, anzi ero, un ex avvocato, ho smesso per problemi di salute  piuttosto seri… ed ora questa tragedia…”.

Le ultime parole sono appena pronunciate come se l’uomo stesse per piangere.

“ Grazie di averci fatto entrare signor Gedina, lei è molto gentile. Speriamo di non recarle disturbo. Purtroppo la nostra auto si è impantanata nella neve e non riusciamo a farla ripartire . Vogliamo solo fare una telefonata a Mondovì per farci venire a prendere, non siamo pratici della zona altrimenti non l’avremmo disturbata”.

“Purtroppo la linea telefonica non funziona, più avanti c’è’ stata una frana ed ha travolto il palo e non solo, il ponte è crollato. Mi spiace…ma venite dentro”.

“ E avreste fatto bene a non disturbare! “ a usare questa frase e’ una donna. Sta scendendo le scale, indossa un abito di colore rosso che  fascia il suo corpo procace, alta con i capelli corti e un bocchino tra le labbra. Il suo sguardo vaga da me a Perino e viceversa.

“ Carlo, spero che tu non voglia ospitarli stanotte!...Lo sai …oh, sei sempre il solito. Vado a scambiare quattro chiacchere con Davide”.

Detto ciò la donna si avvia verso una stanza e sbatte la porta richiudendola dietro di sé.

“ Senta, signor Gedina, non voglio essere la causa di litigio tra lei e la sua signora, quindi io e il mio collega andiamo via…”.

“ Non si preoccupi…è…siamo in un momento di sconforto…di tristezza e lei sfoga così la sua rabbia”.

“ Possiamo esserle utili in qualche modo?”.

Scuote la testa e poi : “ Se avete il dono di riportare in vita una figlia…allora si che sareste utili”.

Rimango colpito da queste sue parole, Perino mi precede facendogli le condoglianze.

“ Grazie…aveva solo 25 anni…troppo giovane per morire…poi in quel modo e poi anche…Dio mio perché?”.

Domando in che modo è morta sua figlia.

“ Suicida…Davide…il signor Davide Fasotti è il medico curante della famiglia. E’ lui che ha trovato il corpo”.

“ Cosa l’ha spinta a fare questo gesto?”.

“ Non lo sappiamo, mi creda commissario…e come non bastasse anche la domestica se ne è andata, era molto legata a mia figlia, erano come… due sorelle…si come due sorelle, per noi era come una seconda figlia,  sparita di punto in bianco senza dare spiegazioni”.

Veniamo accompagnati in una camera, non è molto grande ma ha un poltrona e un letto e un tavolino in legno di tek con una sedia.

“ La stanza è un po’ piccola, ma darò ordine al domestico di prepararne una più grande, avete cenato signori? Vi aspetto tra una ventina di minuti in sala da pranzo”.

Alla cena si presenta anche il dottore Fasotti, un bell’uomo, sulla quarantina, capelli impomatati. Perino sottovoce dice che gli ricorda l’attore americano Gary Cooper.

La signora Elsa è di poche parole, ritengo sia traumatizzata dalla scomparsa della figlia, però noto che le poche parole le spende per il dottore.

“ Lei e il suo collega arrivate da Ceva se ho capito bene?”.

“ Da Ormezzano precisamente, siamo andati a trovare un collega che è in pensione e avendo delle ferie arretrate ne abbiamo approfittato”.

“Bella zona quella, ci sono stato una volta, ottimo cibo e lo stesso si può dire del vino”.

La cena continua parlando del più e del meno, poi ci trasferiamo in salotto. Ne approfitto per domandare al medico cosa ne pensa del suicidio della ragazza.

 “Adele soffriva di depressione, sembra a causa di un amore non corrisposto; ma queste sono voci di paese, niente di ufficiale. Ho provato a curarla ma evidentemente ho fallito. Ha ingurgitato dei barbiturici, parecchi, il barattolo era semi vuoto quando l’ho trovato, tra l’altro è ancora nella stanza o almeno credo. Il padre non ha visto il corpo disteso sul letto, ho preferito rimanesse fuori dalla stanza per via del suo cuore debole, solo io ed Elsa…scusate la moglie di Carlo, siamo entrati nella stanza”.

“Capisco, e quando si terranno i funerali? Mi sembra di avere capito che non si sono ancora svolti”.

“No, con questo tempaccio abbiamo rimandato, la bara è nel capanno al posto dell’auto del signor Gedina”.

“ E della cameriera scomparsa che mi dice?”.

Noto un’esitazione nel rispondere, o forse è solo una mia impressione.

“Cosa vuole che le dica, Betty è sempre stata un po’ strana, sono rimasto sorpreso pure io dalla sua scomparsa. Non so il motivo…si vede che si era stufata a lavorare qui”.

“Un’ultima cosa, il signor Gedina mi ha detto che Betty era molto legata a sua figlia…”.

“Si è vero, per questo trovo strano che sia andata via senza aspettare almeno il funerale, probabilmente era scioccata dall’accaduto oppure, come ho detto, si era scocciata di lavorare qui”.

 “ Lei abita qui ?”.

“ Si, come medico di famiglia ho una stanza dall’altra parte della villa”.

Veniamo accompagnati dal domestico nella nostra stanza. Troviamo un biglietto sul tavolo, reca la scritta: Aiutatemi!

Guardo Perino: “ Qualcuno lo ha messo…ma chi?”. Esco dalla stanza e vedo ancora il domestico sul piano, lo chiamo e domando se chi ha preparato la stanza ha lasciato un biglietto ma risponde di no: “ Che io sappia il personale era tutto al piano inferiore signore, e la stanza era già pronta per eventuali ospiti dei signori Gedina”.

Di fronte alla nostra stanza c’è una porta, il domestico risponde che era della povera signorina Adele.

 “Umberto, se chiedessi un favore me lo farebbe?”.

“ Dica signore!”.

“ Sarebbe possibile vederla?”.

Perino mi guarda stupefatto. Il domestico scuote la testa, poi guarda se dalla scala sale qualcuno e con un gesto mi indica di seguirlo.

“ Signore, io le apro e gli lascio la chiave, appena ha finito me la ridia senza che il padrone se ne accorga o io passo dei guai”.

“ Grazie Umberto”.

Entriamo nella stanza immersa nel buio e Perino tira fuori dalla sua tasca la sua torcia portatile.

( Continua)

 
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Lettera al Vescovo di Torino

Post n°2387 pubblicato il 17 Settembre 2018 da paperino61to

Lettera mandata via email :

 

Buongiorno signor Vescovo Nosiglia, chiedo scusa se le rubo qualche minuto del suo tempo, ma vorrei precisare alcune cose sulla sua frase detta ieri in onore al " Beato e Santo " Marchionne: " Ci ha aiutati a non perdere la speranza".

Da diretto interessato( come tanti altri colleghi) questa "speranza" ha significato: Anni e anni di cassa integrazione, di cancellazione dei più elementari diritti dell'uomo( codici dati per ridotte capacità lavorative non rispettati), discriminazioni di lavoratori a seconda del sindacato iscritto( Report aveva fatto una bella inchiesta in merito allo stabilimento di Pomigliano anni addietro),carichi di lavoro aumentati, un sindacato estromesso solo perchè lo contestava ( il rientro è avvenuto tramite una sentenza del tribunale), minaccia a chiudere i cancelli della fabbrica se non si votava Si nel 2011 al referendum, promesse mai mantenute ( modelli in arrivo/ aumenti di stipendio, quest'ultima frase detta in una trasmissione di Fazio), crisi in tutti gli stabilimenti italiani, in USA indagine per presunta corruzione ai danni del sindacato metalmeccanico.

Se ha tempo le consiglio un libro che " pontifica " per nulla il signor Marchionne si intitola: L'era Marchionne, dalla crisi all'americanizzazione della Fiat di Maria Elena Scandaliato.

Buona giornata

M.C. operaio che credeva in questa " speranza" naufragata quasi subito.

 
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Un gruppo di amici

Post n°2386 pubblicato il 15 Settembre 2018 da paperino61to

Stasera vi presento un gruppo di amici, siete pronti a scatenarvi a ballare? 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

        

 

 

 

        

 

 

 

   

 
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