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Messaggi di Ottobre 2018

 

Persone virtuali...

Post n°2403 pubblicato il 16 Ottobre 2018 da paperino61to

E' fantastico come vi siano persone che non si pongono la domanda: " Ciao come stai? Sono giorni che non no tue notizie è successo qualcosa?".

Una domanda banalissima, ma che denoterebbe dentro di se la parola Amicizia, quella vera con la A maiuscola.

Ma ahimè da perenne ingenuo non ricordo Mai che la maggior parte del mondo virtuale rimane tale, ossia virtuale.

Possono passare anni di conoscenza, di scambio di messaggi o chiaccherate, queste persone rimarrano sempre " virtuali" purtroppo...per loro sia chiaro.

Ammetto l'amarezza, non è la prima e ne sarà l'ultima volta che accadrà, ma farci il callo come si suole dire è molto difficile.

Ci sono diversi tipi di " virtuali", quelle che non chiedono nulla in nessun senso e quelle che in qualche modo pretendono certe cose impartendo frasi che lasciano intrevedere neanche tanto velatamente un ordine.

Il papero è allergico a certi tipi di ordini, soprattutto se non sono accompagnate da un " per favore puoi.../ ti dispiace mandarmi una foto ecc...", un minimo di educazione non sarebbe male direi.

Inoltre mio padre diceva sempre: domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Appunto, se al terzo messaggio ti domanda se stai bene, forse una risposta la si potrebbe dare, sarebbe preferibile  del sileziono assoluto, ma evidentemente la persona " virtuale " è talmente presa da impegni che rispondere le pare tempo perso, anche solo per un amico.

Il mondo è bello perchè vario no? 

 

 
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La villa del mistero ( capitolo decimo)

Post n°2402 pubblicato il 11 Ottobre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino loro malgrado vengono costretti ad indagare in una villa dove hanno chiesto ospitalità, sorpresi da una tormenta di neve dalle parte di Mondovì. Una ragazza si è suicidata, Adele, figlia del proprietario Gedina, e Betty, una domestica scomparsa. Mettendo insieme i vari pezzi, Berardi ipotizza che nella bara non ancora tumulata, vi sia la domestica e con l'aiuto di Perino e Umberto( domestico della villa), viene aperta dando così certezza alla sua ipotesi. I sospetti si concentrano sul medico di famiglia Fasotti e sulla moglie di Gedina. Il medico è reticente nel rispondere al perchè non ha permesso a nessuno di vedere il corpo di Adele. Inoltre dal notaio di Gedina, ha saputo che qualcuno ha fatto arrivare allo studio un falso testamento. Gedina confessa che Adele e Betty erano sorelle, quest'ultima l'ha avuto da una relazione al di fuori del matrimonio. La donna partorendo è morta e Gedina l'ha portata a casa sua. Berardi chiede l'intervento della questura di Mondovì e fa arrestare Fasotti e la moglie di Gedina, sua amante e complice in questo delitto. Inoltre con una planimetria riesce a scoprire dove si trova l'assassino. 

 

 

L’avvocato è incredulo a quanto sto dicendo, guarda la moglie ma lei distoglie lo sguardo, i suoi occhi sono velati di odio verso di me.

“Il falso testamento viene portato al notaio dalla stessa Adele, visto che sia Fasotti che la moglie dell’avvocato non potevano muoversi dalla villa data la mia presenza. No, avvocato sua figlia è sempre stata all’interno della villa, ho chiamato il catasto e mi sono fatto mandare una copia della planimetria della villa ed ho scoperto una cosa interessante. Il soppalco dove lei anni prima aveva fatto chiudere la botola con un lucchetto, era aperto, ed è qui che si è nascosta per tutto questo tempo sua figlia Adele”.

Chiamo un collega dicendo di andare a prenderla. La ragazza entra ammanettata, il suo sguardo va dritto al padre il quale con un filo di voce domanda se è vero quello che ho raccontato.

Non lo degna di risposta, i suoi occhi sembrano vagare in un posto che solo lei sa dove sia. Penso che il seme della pazzia l’abbia ghermita per sempre.

Poi guarda il medico e la matrigna e con aria sprezzante dice: “Siete più bravi come amanti che come complici”.

Il padre si alza, vuole darle uno schiaffo ma le forze lo abbandonano.

Ordino di portarli via tutte e tre. L’avvocato mi domanda cosa può rischiare Adele, rispondo che non lo so, con un buon avvocato potrebbe passare il resto della sua vita in manicomio, per gli altri sicuramente un bel po’ di anni in galera.

“Degli altri anni non mi importa, mia moglie Elsa è morta oggi, ma mia figlia…mi scusi se non l’ho ancora ringraziata commissario, ora se mi permette vado a chiamare un mio amico di Cuneo, fa l’avvocato…addio e grazie ancora”.

Usciamo dalla villa, la nostra auto è stata recuperata ed aggiustata. Perino si inchina e prende un fiocco di neve. Domando se è tornato bambino, mi risponde: “ Questa neve per la prima volta da quando siamo qui non è ricoperta di sangue”, poi la lascia cadere, il rumore della macchina ci allontana da quella villa e dalla sua tragedia assurda.

 

                                        Fine

Un grazie di cuore a tutti voi che mi avete seguito in questa indagine del commissario.

 
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La villa del mistero ( nono capitolo)

Post n°2401 pubblicato il 08 Ottobre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino indagano sui misteri di una villa dove sono ospiti, causa una tormenta di neve. Dal principio notano delle stonature nel suicidio di Adele figlia del proprietario, e dal comportamento del medico di famiglia Fasotti, il quale non ha eseguito nessuna autopsia sul corpo della ragazza, inoltre non ha permesso al padre di vedere il corpo della ragazza. Nel contempo una domestica di nome Betty è scomparsa dalla villa, il commissario scopre che era in cinta. I due poliziotti subiscono un attentato per mano sconosciuta, il fucile che ha sparato si trova all'interno della villa. Berardi con l'aiuto anche del domestico Umberto, apre la bara non ancora tumulata, e la sua ipotesi che all'interno si trovi il corpo della domestica trova conferma. Un misterioso personaggio è andato dal notaio consegnando un falso testamento, spacciandosi per Gedina, proprietario della villa. Ma quest'ultimo debilitato da una malattia e dalla neve che cadeva, era nella sua stanza.Una confessione di Gedina svela che la domestica scomparsa, Betty, era sua figlia nata da una relazione al di fuori del matrimonio. Le due ragazze sono quindi sorellastre. Il punto è trovare Adele, che è ancora viva. Fasotti e la consorte di Gedina vengono condotti nella questura di Mondovì con l'accusa di omicidio e rapimento di Adele. Il fidanzato di Betty, giace nascosto in una stanza segreta accudito da Umberto e da sua moglie, anche lui è stato oggetto di attentano, ed è vivo solo per miracolo, Berardi sospetta che abbia visto gli assassini della sua ragazza.

 

La perizia calligrafica conferma che la firma è falsa e che i caratteri scritti sul foglio sono uguali a quella della macchina da scrivere usata  dall’avvocato. Quindi se ne deduce che chi ha redatto il falso testamento vive in questa villa.

Due indiziati ma nessuna prova certa. Posso tentare il classico bluff con Fasotti, è lui il più debole rispetto alla moglie di Gedina.

“ Fasotti, è inutile che copra l’assassino di Betty, oramai sappiamo tutto della sua complicità, la signora Elsa ha parlato!”.

Lui mi guarda con occhi spiritati, poi scuote la testa urlando che non è vero, lei non avrebbe mai parlato: “ Mi ama, capisce commissario…mi ama…non mi scarica come fossi carta straccia…non credo affatto alle sue parole!”.

Tiro dalla tasca un foglio piegato in due:” Faccia come vuole, qui c’è la deposizione della sua amante con tanto di firma, lei è nei guai seri, molto seri. Oggi stesso la farò trasferire alle Nuove a Torino, con l’accusa di omicidio, di falso in atto di ufficio, tentato omicidio a tre persone di cui due sono tutori della legge”.

“Non sono stato io commissario, perché non mi vuole credere?”.

“Allora mi dica chi è stato? Di cosa ha paura?”.

“Della mia vita, lei non sa di cosa sia capace questa persona…stupido io che sono cascato nella sua tela malvagia”.

“Faccia il nome Fasotti, e gli prometto che farò in modo che le sue accuse non siano così pesanti”.

Scuote la testa, si alza e si siede diverse volte sulla brandina, poi crolla come un bambino che ha paura della punizione della mamma.

“Va bene gli dirò tutto…non posso più tacere”.

“Bene Perino, siamo arrivati a capo di questa ingarbugliata indagine, se devo essere onesto però la soddisfazione di arrestare l’assassino lascia il posto allo sgomento e all’incredulità”.

“Purtroppo l’animo umano è intriso di malvagità e la mente se è debole si lascia trasportare da questo sentimento. Come la prenderà il povero padre? Inoltre, commissario lei non ha accennato che la figlia morta era in cinta?”.

“Avrebbe aggiunto altro dolore, ho preferito tacere”.

Domando un permesso al questore di Mondovì di portare alla villa sia il medico che la sua amante:” Ovviamente ho bisogno di alcuni colleghi, l’assassino è nascosto all’interno di quell’abitazione ed è armato”.

Guardo la planimetria della villa  e cerchio con la matita dove potrebbe essere nascosto l’assassino, un soppalco situato nell’ala dove ha la stanza il medico. Al rientro in villa domando a Umberto se sapeva di questo soppalco, mi risponde che:” La botola è chiusa da anni con un lucchetto, l’avvocato aveva paura che le figlie andassero a giocare in quel posto con il rischio di farsi male”. Decido di andare a vedere, senza far rumore percorriamo il corridoio, passiamo la stanza di Fasotti e osservo la botola, poi torniamo indietro.

“Se gli occhi non mi hanno ingannato il lucchetto non era chiuso”. Il domestico conferma la mia stessa impressione.

L’indomani mattina nella sala grande della villa sono tutti presenti, domestici compresi.

Gedina è sorretto da Umberto e dalla moglie di quest’ultimo, il giardiniere con la consorte sono sulla loro destra, l’altra domestica è invece accanto a Perino. Fasotti e la consorte dell’avvocato sono seduti di fronte a me.

“Bene signori, siamo giunti alla fine di questa indagine, il quale onestamente mi lascia l’amaro in bocca, non perché l’assassino sia scappato ma bensì perché so chi è l’omicida della povera Betty”.

L’avvocato mi domanda chi è :” La prego commissario, me lo dica, voglio vederlo in faccia!”.

“Partiamo dall’inizio, l’avvocato ha due figlie, una nata dalla prima moglie e l’altra da una relazione al di fuori del matrimonio. Questa donna muore durante il parto, e lui non se la sente di abbandonarla e la porta a casa inventando una bugia. Nel corso degli anni, la prima moglie decede e l’avvocato si risposa con la qui presente signora Elsa. Le due bimbe crescono assieme, ma nessuna delle due sospettano di essere sorelle seppur di madre diverse.”

 Prendo fiato poi continuo:” Solo verso i vent’anni le due ragazze vengono informate dal padre che sono sorelle. A primo acchito sono sgomente e non credono alle parole del genitore, poi prendono atto che è la verità. Sembra una favola a lieto fine, ma nel proseguo degli anni non è così. Betty fa la domestica in casa, è una ragazza solare, ha anche trovato l’amore. Adele invece si ritrae in se stessa, parla poco, l’unica persona con cui sembrava aver legato è la matrigna, ma dura poco  quando scopre che il dottor Fasotti è diventato l’amante della donna”.

“Non è vero, lei dice il falso!” urla la donna.

 “ A questo punto qualcosa scatta nella testa della ragazza, quello di vendicarsi di tutti, in primis di suo padre, reo di averle portato a casa una sorella, la quale  rubava l’affetto del suo genitore”.

“ Commissario, ma lei crede a quello che sta dicendo?” mi domanda l’avvocato.

“Non sono  certo uno psicologo Gedina, ma non credo di essere tanto lontano da questa mia asserzione. Adele concepisce un piano diabolico, dapprima ricatta il medico di dire della sua relazione con la matrigna al padre poi lo circuisce, il medico ama le belle donne e cede tra le sue braccia. A questo punto Adele va dalla matrigna raccontandogli della liaison con il medico. La signorina Gedina viene anche lei soggiogata dalla forte personalità della ragazza che cede diventando loro complice anche  per non perdere l’amore del medico”.

Mi sembra mi manchi l’aria mentre espongo quelle che considero più che delle semplici ipotesi, chiedo a Perino di aprire una finestra.

“Assieme a Fasotti stilano un falso testamento, dove Adele sarebbe risultata l’unica erede, commettendo un grave errore: non menzionare la sorella, ma non poteva prevedere che il destino portasse a casa sua due poliziotti. Quindi è facile capire come io abbia intuito chi potesse esserci dietro a questo piano diabolico, una volta saputo che la vittima era sua sorella.  Scrive un biglietto  a Betty con l’ora dell’appuntamento, assieme alla matrigna attira la sorella nel capanno, dove avevano trascorso l’infanzia e l’adolescenza e dove Adele aveva visto i due amanti incontrarsi di nascosto agli occhi del padre. Qui le spara a bruciapelo, un proiettile solo, dritto al cuore, Betty muore all’istante.

Fuori dal capanno si trova il medico, il quale si sarebbe preso cura di portare il corpo della vittima nella stanza di Adele ma purtroppo per lui viene visto dal ragazzo di Betty, il quale non capendo cosa stava succedendo, si avvicina tranquillamente. Qui Adele spara  di nuovo, il ragazzo cade esamine, ma nella fretta che anche questo colpo si sia sentito dalla villa scappano lasciando lo sfortunato a terra. Il ragazzo si è salvato grazie a Umberto che per puro caso lo ha trovato e che lo nasconde in una stanza segreta della villa e lo cura”.

“ L’Assassina e i suoi complici, una volta rientrati in casa, vanno nella stanza di Adele, e una delle due donne, spoglia Betty e le mette il vestito preferito della sorella, il motivo di questo gesto, lo ammetto mi riesce incomprensibile, ma non è determinante al caso dell’indagine”.

“Almeno non ci accusa di aver ucciso qualcuno” esclama Fasotti.

“Quello che avete fatto è ancora più terribile, dottore specialmente per lei,  ha inscenato il finto suicidio di Adele nascondendo all’avvocato quello che era successo veramente. Ha continuato la sua commedia di finto amico, sapendo bene a quello che  mirava, ovvero come la sua amante a farvi gola era l’eredità di Gedina soldi compresi, quando sarebbe morto, e non credo di sbagliare che sarebbe stato a breve se il destino non avesse portato me e il mio collega in questo luogo”.

 

 ( Continua) 

 

 
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Miss country girl

Post n°2400 pubblicato il 06 Ottobre 2018 da paperino61to

Questa sera vi presento una ragazza deliziosa, esponente di spicco nel mondo del country, miss Mikol Frachey

 

      

 

 

 

        

 

 

 

 

           

 

 

 

 

     

 

 

 

     

 
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La villa del mistero ( capitolo otto)

Post n°2399 pubblicato il 05 Ottobre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino ospiti in una villa a Mondovì sono malgrado loro costretti ad indagare sul caso di un presunto suicidio e di una scomparsa. Appare subito chiaro ai poliziotti che vi è qualcosa di poco chiaro, a cominciare dal fatto che il dottor Fasotti, medico di famiglia, non ha eseguito l'autopsia su Adele, figlia del proprietario della villa, l'avvocato Gedina e sulla seconda moglie di quest'ultimo. Inoltre la domestica scomparsa era in cinta. I due poliziotti subiscono un attentato e si salvano per miracolo, l'assassino è uno dei presenti della villa, e Berardi non ha dubbio in merito. Scopre anche un altro segreto, Umberto il domestico, nasconde il cognato ferito in una stanza segreta. L'ipotesi che nella bara vi sia il corpo di Betty e non quella di Adele , la domestica scomparsa viene confermata dopo l'apertura della stessa. Dopo una telefonata al notaio di Gedina, Berardi viene a sapere che un misterioso personaggio ha consegnato alla portinaia dello stabile un nuovo testamento facendosi spacciare per Gedina, cosa falsa visto che l'avvocato era alla villa per le non perfette condizioni di salute. 

 

La descrizione che mi dà il notaio non porta a nulla, chi sostituiva la portinaia non ha fatto molto caso, a parte il fatto che la voce sembrava camuffata, come se si sforzasse di farla passare per maschile.

Rimango interdetto, nella villa ci sono tre donne sole e l’unica che potrebbe guadagnare da un cambio di testamento potrebbe essere la moglie dell’avvocato. Per arrivare fino a Mondovì con tutta la neve caduta era un’impresa non da poco, a meno che lei non abbia avuto un complice in quella città; ma anche in quel caso come ha potuto avvisarlo di portare il falso testamento visto che solo il domestico sapeva del ripristino della linea telefonica?.

Chiamo il mio ufficio e domando di mandarmi urgente il dottor Stresi:” Neve o non neve deve venire qui! Ecco l’indirizzo…”.

L’avvocato mi sta cercando, mi reco da lui con mille pensieri in testa.

“Buongiorno commissario, scusi se l’ho fatta chiamare, oggi è un brutto giorno per me…per mia moglie Elsa…oggi seppelliamo…Adele”.

“Avvocato, mi creda a quello che sto per dirgli, potranno sembrare le parole di un pazzo, ma non è così”.

“Cosa vuol dire? “ il volto sta diventando rosso di collera e la voce se prima era flebile ora è squillante.

“Ho richiesto l’intervento del dottore della medicina legale di Torino, arriverà a breve il dottor Stresi. Nella bara non c’è il corpo di sua figlia ma bensì della domestica scomparsa”.

L’uomo mi guarda con stupore, farfuglia che sono pazzo, che non so cosa dico, urla di andarmene dalla villa immediatamente. Rispondo che è stato perpetrato un delitto, oltre che ad avere attentato alla mia vita e a quella del mio collega c’è anche un’altra persona in fin di vita :”Il fidanzato della sua domestica, evidentemente ha visto o scoperto chi era l’assassino della sua ragazza”.

L’avvocato si copre il volto con le mani poi mi domanda : ” Mio Dio…lei è sicuro di questo, che Betty sia stata uccisa?”.

“Si! Quello che però non capisco è perché indossa un abito di sua figlia”.

“Forse è ora di dire  la verità su Betty e Adele. Per troppo tempo ho taciuto… vede commissario, sono sempre stato restio a parlarle, manco Umberto che considero uno di famiglia, come se fosse un fratello conosce questa storia. Era ancora in vita la mia povera prima moglie, quando…insomma ho avuto una relazione con un’altra donna, lei abitava a Monastero Vasco, da questa relazione nasce Betty”.

L’uomo riprende fiato, cerca di mettere in parole i ricordi che le passano per la mente.

“Purtroppo la mamma di Betty muore al momento del parto, non me la sono sentita di lasciare la bimba ai frati e l’ho portata a vivere con me. A mia moglie dissi che l’avevo trovata sulla porta del notaio e che in quell’istante avevo deciso di adottarla”.

“ Adele sapeva di avere una sorella?”.

“Si, intorno ai vent’anni glielo dissi, non potevo più lasciarla all’oscuro, subito rimase perplessa non credeva alle mie parole, ma poi capì che non stavo affatto mentendo. Rispose che per lei Betty l’aveva sempre considerata come una sorella. Feci promettere di non parlare con nessuno di questo segreto neanche alla mia seconda moglie”.

“Immagino che anche Betty fosse al corrente di questa cosa?”.

“Si, parlai con lei il giorno dopo alla presenza di Adele. Ricordo ancora come si abbracciarono e piansero in quel momento. Anche lei giurò di non farne parola con nessuno”.

Concluse i suoi ricordi pregandomi di trovare l’assassino della figlia a qualunque costo.

Il dotto Stresi arriva alla villa verso metà pomeriggio.

“ Bene Berardi, ora anche i morti del cuneese mi appioppa…ma mi dice che gli ho fatto per volermi così male? Forza mi dica dove si trova questa povera ragazza”.

Il dottore conferma la mia ipotesi, è stata uccisa con un colpo di pistola di piccolo calibro:” Da donna oserei dire” e mi mostra il proiettile estratto.

Poi con Umberto lo accompagno nella stanza nascosta a visitare il ragazzo di Betty.

“Fategli prendere queste pillole, cambiate la fasciatura ogni due ore, il chinino solo se ha ancora la febbre. Anche qui Berardi mi spingo a dire che il proiettile è dello stesso calibro che ha ucciso la ragazza, solo che per fortuna sua è uscito senza ledere organi vitali”.

Convoco le persone presenti nella villa in sala, compreso i domestici, l’avvocato è nervoso, sa che la verità sulle sorelle verrà a galla, non potrà più nasconderlo.

“Signori, quanto sto per dirvi potrà piacervi oppure no, non sto parlando da ospite magari pure non gradito, ma da commissario di polizia”.

I presenti tranne Gedina si guardano in faccia e qualcuno domanda cosa voglio dire.

“ C’è stato un omicidio!”.

Il brusio si fa forte.

“Vi prego signori, un attimo di attenzione e fate silenzio. Quando siamo arrivati, a me e al mio collega avete detto che eravate in lutto per la morte della signorina Adele, figlia dell’avvocato e per la scomparsa della sua fidata domestica Betty. Ebbene, indagando con descrizione su richiesta di una persona qui presente, ho scoperto che nella bara non vi è il corpo di  Adele ma bensì quella di Betty!”.

A questo punto il brusio diventa un fiume in piena, per fortuna l’avvocato mi da una mano per contenerlo, e chiedendo scusa a tutti i presenti e soprattutto alla seconda moglie ed a Umberto, confessa chi era veramente la domestica.

La moglie senza proferire una parola esce dalla stanza sconvolta seguita dal dottor Fasotti, ma quest’ultimo lo faccio bloccare da Perino.

“Mi spiace dottore ma io e lei dobbiamo parlare”.

“Non ho nulla da dire! E ora se le spiace vado a…”.

“Lei non andrà da nessuna parte, ci penserà dopo a consolare la signora”.

“Come si permette?”.

“Si segga dottore ed è meglio che mi dica la verità. Lei è stato l’unico ad entrare nella stanza di Adele, non ha permesso a nessuno di entrare, manco alla signora Elsa, come mai?”.

“Io…io avevo a cuore la salute di lei e di suo marito, Gedina come lei sa non sta affatto bene, uno shock del genere l’avrebbe debilitato ancora di più…e la signora…non volevo farla soffrire ancora di più di quanto stia soffrendo per il marito”.

“Nobile d’animo vedo, bravo dottore un cavaliere d’altri tempi. Ora però mi spieghi perché ha detto a tutti, compreso al sottoscritto che la ragazza si è uccisa con i barbiturici? E soprattutto come mai non ha detto che non era Adele la vittima ma Betty, sua sorella?”.

“Io…non so, quando ho visto che era stata uccisa, mi sono spaventato…ecco si spaventato, ero sconvolto. Ho visto sul comodino il contenitore dei barbiturici ed ho detto che era meglio dire che si era suicidata”.

L’uomo sta mentendo, lo capisce pure un bambino.

“Prendiamo per buono questa sua spiegazione, ma non mi dica che non ha riconosciuto la domestica anziché la signorina Adele!”.

“Ecco…io…”.

“Non dire nulla! Se il commissario vuole interrogarti deve avere un mandato di arresto! E in quel caso chiamiamo un avvocato serio non come mio marito!”. La voce della moglie di Gedina risuona in tutta la villa.

“Nessun problema signora…Perino chiama Mondovì e spiega loro la situazione…due mandati di comparizione, ovviamente l’altro mandato può immaginare per chi sia”.

“Lei è un maledetto…” non finisce la frase che la donna esce dalla stanza sbattendo la porta.

Gedina è stravolto, respira a fatica, ma con voce flebile mi domanda scusa per la moglie, poi guarda il medico e lo implora di dire tutta la verità.

“La verità signor Gedina è molto semplice, io sono convinto che sua figlia Adele sia ancora viva, e se prima pensavo fosse stata rapita, ora sono certo che è complice in qualche modo del medico e di sua moglie, non è forse vero Fasotti?”.

Il medico non alza manco più la testa, ripete che lui non c’entra nulla con la morte di Betty, che non ha fatto nulla, è stato obbligato ad eseguire gli ordini.

“Chi lo ha imposto? Per Dio parla…ti ho accolto come un amico in casa mia…parla maledetto!” urla l’avvocato senza ottenere una benché minima risposta.

Da parecchie ore la neve ha smesso di scendere e un timido sole si è affacciato.

I mandati di arresto arrivano dopo un’ora circa, gli agenti caricano sul furgone sia il medico Fasotti che la moglie dell’avvocato, la loro destinazione è la questura di Mondovì. Ordino a Perino di rimanere alla villa per la sicurezza dell’avvocato e di richiedere dal comune la planimetria della casa, mentre ad  Umberto ordino di portare in una stanza più accogliente il ragazzo della domestica uccisa.

“Vengo con lei commissario…è pur sempre mia moglie, ho il diritto di sapere il perché ha ucciso Betty”.

L’interrogatorio dura a lungo ma senza portare a nulla di concreto. Il medico è come un automa, ripete sempre che lui non c’entra nulla, mentre la moglie dell’avvocato si rifugia nel più assoluto silenzio. Neanche la preghiera del marito che la esorta a parlare la porta a dire qualcosa.

Usciamo dalla questura piuttosto sconsolati, domando all’avvocato se si sente di andare dal notaio.

“Dobbiamo fargli aprire il testamento ricevuto dall’impostore, è l’unico modo per capire il motivo della morte di sua figlia e della sparizione della sorella”.

Il notaio ci accoglie nel suo studio, rimane di sasso quando l’avvocato gli racconta gli avvenimenti accaduti.

“Non potrei aprire un testamento con in vita ancora il soggetto e davanti ad estranei, ma di fronte a quello che mi avete raccontato non posso fare a meno di accogliere la vostra richiesta”.

Consegna la busta sigillata all’avvocato, il quale la apre e la prima cosa che nota è la firma, identica alla sua o almeno gli assomiglia tantissimo. Poi legge il finto testamento e sobbalza sulla sedia: “ Lascio tutte le mie eredità a mia figlia Adele, la quale essendo unica erede ecc…”.

“Ma è falso…assurdo! Adele sapeva benissimo della sorella Betty e che la mia eredità sarebbe stata divisa tra loro, e il restante tra mia moglie e i domestici”.

Confronto la firma falsa con l’originale, sono simili anche se la “a” finale mi sembra un tantino diversa.

“Chiedo una perizia immediata, nel frattempo il notaio non terrà affatto conto di questo nuovo testamento, lo può fare?”.

Il notaio risponde di si, anche perché il soggetto interessato, ovvero l’avvocato Gedina, nega con forza di averlo scritto.

“Avete in casa una macchina da scrivere?” domando a Gedina.

Ci pensa un attimo poi risponde di si: “ Non ricordo se è nel mio ufficio in villa o se…aspetti commissario, ricordo che la prese mia moglie: “ Il dottor Fasotti ne ha bisogno mi disse, ti spiace se gliela imprestiamo per qualche giorno?”.

“ Quando accadde questo fatto?”.

“Credo un paio di giorni prima che lei arrivasse alla villa, so che mi sarebbe servita per una pratica da trascrivere, ma non essendo urgente avevo deciso di rimandarla”.

Torniamo nella villa e domando se ci sono novità, Perino mi risponde  di chiamare Stresi è all’ospedale di Mondovì, dove ha eseguito l’autopsia sulla domestica.

“ Bene dottore mi dica, qualche novità?”.

Il dottore conferma che è stata uccisa da un proiettile sparato a distanza ravvicinata: “Senza esitazione posso dirgli commissario che la pistola è di piccolo calibro, quelle che usano le donne, tanto per capirci”.

( Continua)

 
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