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Auto biografia del papero ( parte quarta )

Post n°756 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da paperino61to

Che emozione quando da ragazzini  prendevamo  il bus per la prima volta. Io abitavo in periferia e  non era riqualificata come ora con negozi, supermercati, ecc., quindi per noi prendere il bus ed andare in centro a Torino era una cosa stupenda.

Normalmente si andava alla domenica per vedere un film, ma appena arrivava la bella stagione un salto anche in settimana lo si faceva. Quando si saliva sul bus, non so perché la gente si allontanava, anzi lo so bene, e non potevo dargli torto.

Non eravamo esattamente dei lindi e puliti ragazzini. Non perché odiavamo acqua e sapone come i vecchietti del West, bensì perché dopo un paio di ore a giocare a pallone assomigliavamo di più a Calimero.

Però a quattordici anni il mister testosterone incomincia a fare capolino e allora  quale scelta  avevi ? Andare dietro alle ragazze ! E le ragazze dove si trovavano ? In centro !

 

 Vagavamo per le vie con le ginocchia sbucciate, sporchi, pantaloni a volte strappati , stravolti e sudore  , non era esattamente il  massimo per andare a rimorchiare  non trovate ?  

Però eravamo seguaci del detto che l’abito non fa il  monaco, peccato che conciati in quel modo non è che avevamo qualche speranza e  di miracolo poi manco a parlarne.

Poi oltre questo motivo c’e n’era anche un altro non di seconda importanza, le coetanee di sesso femminile “ guardavano “ quelli più grandi noi, e le ragazze più grandi “ di noi non guardavano i piccolini. Insomma era una e bella discriminazione non trovate ? Cos’avevano quelli grandi che noi non potevamo avere ?

L’auto direte voi , ebbene  si, ma quella sarebbe arrivata dopo molti anni, per ora avevamo il bus, il mitico 72 (ancora adesso c’è ) e il tram numero 9 che faceva capolinea in Piazza Villari ( sempre per chi conosce Torino ).

Tanto per intenderci non eravamo “ utenti “ corretti nel senso che a quell’età facevamo la parte degli antenati dei “ portoghesi” attuali, ossia si evitava di pagare il tragitto. Certo eravamo sempre all’erta ma soprattutto eravamo attaccati alle uscite in modo che alla vista dei controllori ci fiondavamo giù dal bus. Potevano esserci tutti i sedili liberi che noi eravamo sempre li, attaccati alle porte come delle sanguisughe.

Già ai quei tempi l’ATM ( ora GTT ) aveva pensato di tagliare il personale, quindi al posto del bigliettaio aveva messo la “ macchinetta “ dove si introducevano le monete e il biglietto scendeva già timbrato. Queste macchinette ( parecchie) avevano un gran bel dono per chi non volesse pagarlo, bastava avere la fortuna che l’autista prendesse strade con dei dossi o disastrate, e il sobbalzare faceva scendere i biglietti.

Oppure avere il pugno alla  “ Fonzie”, ricordate il mitico Arthur Fonzarelli che con un pugno delicato faceva partire il jukebox senza monetina ? Ebbene un paio di noi avevano questo dono immenso, unico neo che a volte il “ tocco “ non era delicato e allora i biglietti scendevano copiosi per la gioia anche di altri utenti non solo nostra.

A volte però andava male, nel senso che non solo non si arrivava a destinazione, si scendeva molto prima come ho detto alla vista dei controllori , a volte invece  si veniva beccati.

E’ capitato anche a me ero in compagnia di un amico e i tizi “ maledetti “ erano in borghese ( si erano fatti furbi). A  quel tempo non ( avevo circa quattordici anni )  si aveva l’obbligo di avere  dei documenti d’identità , così le demmo dei falsi cognomi con indirizzi veri (strade esistenti) tanto per avere una credibilità. I controllori senza battere ciglio compilarono il verbale e lo  c’è consegnarono. Dentro di noi eravamo gongolanti, gli st...ci sono cascati.

Eravamo, perché a volte il fato o destino ci mette lo zampino. Lo zampino in questione era un signore che salito sul bus (eravamo l capolinea) e sentendo me e il mio amico dare i cognomi, si avvicina  e guardandomi mi fa : “ Tu non sei , ed esclama il  mio cognome, figlio di Giovanni ? “ non pago poi prosegue: “ Che abita in via Borgaro numero …e tua nonna sta sempre in  Via Verolengo? “  Insomma sembrava un’anagrafe vivente.

I controllori che saranno stati anche st...ma non stupidi, presero i nostri verbali e li stracciarono poi con un ghigno satanico esclamarono : “ Dite i cognomi e indirizzi veri o chiamiamo i vigili “. Ci mancava ancora quelli, così si che i miei genitori il sedere me lo avrebbero fatto diventare di colore rosso ,  con capo chino e fil di voce dovemmo ammettere che avevamo provato a fare i furbi.

Conclusione una bella multa grazie a un amico di mio padre, il che pensai che il proverbio: “ Dai nemici mi guardo io che dagli amici mi guardi Dio“ era vero.

In una prossima puntata vi racconterò come racimolai i soldi per la multa, senza che i miei genitori ne sapessero nulla, infatti, quando le  raccontai  questo episodio, ero già sposato e padre.

 
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